novembre 2024
L M M G V S D
« Dic    
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930  

Ultimi articoli

Ultimi commenti

Rubriche

Pubblico dei lettori

 

rss

 

Notizie

17 Novembre 2009

Eventi Flash

MARMOMACC – Le interviste

mm_yt

Durante la Fiera di Marmomacc, che ha avuto luogo a Verona la prima settimana di ottobre, sono stati presentati gli esiti del progetto Marmomacc Meets Design 2009 che questÕanno aveva come tema: ÒHybrid and FlexibleÓ.
Nei giorni di apertura della manifestazione il punto di vista degli architetti che hanno partecipato al progetto, è stato raccolto in una serie di videointerviste.
I commenti di Alberto Campo Baeza, Aldo Cibic, Craig Copeland and Turan Duda, Marco Fagioli e Emanuel Gargano, James Irvine, Francesco Lucchese, Marco Piva, Luca Scacchetti, Tobia Scarpa, Francesco Steccanella e Patricia Urquiola, sono ora disponibili sul canale della manifestazione veronese di Youtube.

commenti ( 0 )

16 Novembre 2009

Principale

FRANCESCO DAL CO – Frank Lloyd Wright e il Giappone

dal_co
Clikka sull’immagine per scaricare il poster

commenti ( 0 )

16 Novembre 2009

Design litico

I marmi biomimetici di Patricia Urquiola

urquiola_1
Rivestimento Macrosterias di Patricia Urquiola per Budri. (ph. Davide Turrini)

Nuove metafore naturalistiche pervadono da alcuni anni l’arte, l’architettura e il design, mutuando dai mondi biologici figure, pattern tessiturali e consistenze materiche, e rinvigorendo di fatto il perpetuo tentativo dell’uomo di superare l’archetipico contrasto tra natura e artificio. Nell’aspirazione di avvicinare al “bios” i manufatti o i prodotti industriali, si assiste sempre più spesso alla creazione di architetture o pezzi di design ricoperti di essenze vegetali nonché alla proliferazione di materiali artificiali che nell’aspetto, o nelle qualità tattili, ripropongono con diversi gradi di raffinatezza presenze organiche vitali e mutevoli.
Con questa volontà ha operato Patricia Urquiola, designer di origine iberica e di formazione italiana che in occasione dell’ultima edizione del salone Marmomacc ha firmato le installazioni Marbleous Garden e Macrosterias. Nel primo caso, la Urquiola ha “dato vita” a un giardino oversize dove l’uso di materiali come il marmo, la pietra e l’onice è stato declinato in stimolanti contrasti chiaroscurali popolati di piante terrestri e acquatiche, rampicanti, ricadenti, tappezzanti o galleggianti.

urquiola_2
Piante in una vasca di marmo nell’installazione Marbleous Garden. (ph. Davide Turrini)

La composizione litico-vegetale è stata servita al pubblico su un grande vassoio marmoreo ricamato con innesti erbosi, dove l’ospite si è trovato come “Alice nel paese delle meraviglie”, circondato da enormi catini e alte ampolle che rielaboravano, in scala gigante, forme già impiegate dalla designer per interpretare la raffinata collezione di ceramiche Landscape per Rosenthal. I grandi vasi, sullo sfondo di un esile graticcio-pergola in pietra calcarea, sono stati decorati con calligrafiche texture a rilievo, ispirate all’idea di eleganti presenze organiche condotte ad invadere e ad erodere parzialmente le forme solide e inanimate della materia lapidea.

Globi in onice traslucente dalle tinte tenui, hanno poi corredato il giardino a ricordare molli presenze di attinie o altre creature marine, completando la sensazione di un ecosistema anfibio lasciato libero di crescere e trasformare l’opera dell’uomo rendendola cangiante, viva, più amichevoli.

urquiola_3

urquiola_4
Schermi traforati in marmo e dettaglio della panca-alveare in Green Bowenite dall’installazione Macrosterias. (ph. Davide Turrini)

Nel caso delle superfici Macrosterias, ideate da Patricia Urquiola per Budri, la preziosa tradizione italiana del commesso di pietre dure policrome ha trovato una stupefacente attualizzazione, grazie alla quale l’affascinante mondo delle micrasterias – micro organismi vegetali invisibili ad occhio nudo – è stato ingrandito a dismisura e rielaborato con processi grafici digitali per dar corpo a suggestive ibridazioni, in cui marmi e onici esotici sono stati accostati a inclusioni erbose e a legni pregiati.
La visione della Urquiola ha portato così alla creazione di una tarsia litica popolata dalle micrasterias, da tralci e racemi sinuosi, da insetti alati; in tale tessitura, segnata da motivi naturalistici e da geometrie astratte, elementi del regno botanico e di quello zoologico si sono fusi in inedite chimere, incastonate in tappeti o arazzi di pietra a tratti lisci e specchianti, a tratti “trapuntati”, a tratti lavorati ad “effetto pixel” con macchine a controllo numerico.

urquiola_5
Marbleous Garden di Patricia Urquiola: dettaglio di una parete traforata in pietra da cui si affacciano essenze vegetali. (ph. Davide Turrini)

Tra le pareti e sui pavimenti di Macrosterias una grande panca-alveare di oltre 40 metri quadrati di superficie, realizzata con marmo verde Green Bowenite traforato e alleggerito su honeycomb di alluminio, ha aggiunto un tocco di esotica eccentricità all’insieme.
In entrambe le installazioni la natura si è impossessata della pietra, o ricoprendola letteralmente con un proliferare di vegetazione o perché la materia litica stessa ha simulato anatomie fitomorfe; le strutture di tessuti organici, rielaborate, hanno generato pattern grafici astratti con cui traforare o intarsiare trine litiche leggere ed evanescenti; le forme di frutti e infiorescenze, o di fogliami marini e bulbi rigonfi di linfa hanno procreato pietre tumide o gelatinose, capaci di attivare nel visitatore un potente intreccio di sensazioni sinestetiche.

urquiola_6
Sedute in onice traslucido all’interno del Marbleous Garden. (ph. Davide Turrini)

In ultima analisi, con le sue fitopietre e litopiante, la Urquiola ha dimostrato ancora una volta coma la materia lapidea sia sempre più versatile e creativa, pronta a dar vita, grazie alle più aggiornate tecnologie di lavorazione, alle infinite ispirazione del progetto contemporaneo di architettura e design; anche a quelle ispirazioni d’artificio che in apertura del nuovo millennio ambiscono a perdersi nel misterioso e ancestrale abbraccio della natura.

di Davide Turrini

Vai a:
Patricia Urquiola
Budri

commenti ( 0 )

12 Novembre 2009

Opere di Architettura

MARI D’ORIENTE – centro benessere termale
di Emilio Faroldi Associati

mari_oriente_01
Il centro per il benessere termale Mari d’Oriente Marco Buzzoni (Parma)

“La presenza dell’acqua nello scenario architettonico (…), introducendo il dualismo tra materia solida e liquida, immobile e fluente, offre all’architetto un campo di azione inesauribile” (Paolo Portoghesi)

Lo spazio termale e la pratica dell’utilizzo dell’acqua come elemento generatore di valori fisici e simbolici, accompagnano la storia dell’uomo e dell’architettura.
Le terme sono luogo prima ancora che spazio e in quanto tale assumono una valenza indissolubile con il territorio, vivendo espansioni e diffusioni mai acritiche e avulse dalla presenza delle risorse naturali e dall’identità del contesto.
L’intervento “Mari d’Oriente” coinvolge un significativo ambito interno alle Terme Berzieri, edificio tardo Liberty dalla monumentale ricchezza materica e decorativa, risalente agli inizi degli anni ’20 e da allora simbolo della cittadina emiliana di Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma.
Il nuovo centro del benessere termale nasce da un’azione di adeguamento alle nuove dinamiche del mercato della salute e del benessere mediante l’ampliamento dell’offerta di prestazioni a fruizione singola in terapie collettive.
All’interno di una “cultura dell’incertezza” in cui il corpo torna a costituire una delle rare certezze, lo spazio atto alla cura del corpo torna ad essere, come nell’antichità, un fattore determinante per la qualità della prestazione, divenendo attore primario del processo di riqualificazione dell’intero settore termale.
In epoca contemporanea, il luogo termale, a fronte della crisi identitaria ed economica che lo coinvolge, tende a superare la finalità terapeutica andando ad accogliere nuove funzioni in grado di attirare una differenziata tipologia di utenza. L’intervento di trasformazione e di ricerca di una nuova identità muove le proprie ragioni dall’acqua che vuole essere protagonista sia sotto il profilo funzionale sia influenzando inevitabilmente l’aspetto compositivo.

mari_oriente_02
I decori dello Stabilimento Berzieri all’interno del quale si inserisce l’intervento Foto: Marco Buzzoni (Parma)

Il confronto con le forme decò si traduce in un intervento di matrice interpretativa che propone, accanto alle linee severe e contemporanee delle vasche, contaminazioni e frammenti di decori – individuati nel palinsesto artistico di matrice orientale del Berzieri – portati alla macro scala e rivisti sotto il profilo cromatico.
I temi generatori del progetto sono di duplice natura: l’adeguamento di nuove funzioni benessere all’interno di uno spazio storico di elevata valenza architettonico-culturale e la volontà di individuare strategie di dialogo tra patrimonio storico e architettura contemporanea.
Ciò che viene offerto è una sequenza di citazioni all’interno di un ambiente visibilmente coevo, in cui l’Oriente è rintracciabile nella sottile presenza dell’elemento naturale e nella linearità delle forme spesso interrotte da episodi che silenziosamente ricordano l’unicità del contenitore.

mari_oriente_03
Le luci-fontana in marmo nella zona di ingresso Foto: Marco Buzzoni (Parma)

Il “percorso benessere” si sviluppa come un viaggio tra tre principali ambienti d’acqua serviti da uno spazio distributivo che supera la funzione di semplice corridoio grazie all’inserimento di un percorso attrezzato con aree di sosta e relax. Una sequenza di “fontane di luce” da subito segnala la presenza dell’acqua e accompagna visivamente e acusticamente l’utente verso le vasche. La suggestione del viaggio nasce dalla volontà di ricordare come la matrice orientale che caratterizza l’apparato decorativo del Berzieri sia il prodotto della forte influenza che l’arte del Medio e dell’Estremo Oriente ebbe su Galileo Chini – progettista con Ugo Giusti e decoratore dello storico manufatto – durante il suo operato a Bangkok.
Dall’ambiente centrale, il percorso si apre contemporaneamente ai tre Mari, ambientati in un contesto dai cromatismi chiari e impreziositi dai mosaici che rivestono superfici ed elementi sia esterni sia interni alle vasche.

mari_oriente_04
Gli spazi del mare dell’armonia Foto: Marco Buzzoni (Parma)

La vasca principale, il mare dell’armonia, ha una superficie d’acqua di circa 80 mq e occupa interamente l’ambiente che la ospita. La sua estensione è scandita da setti lapidei interni che, superando il livello dell’acqua di 15 cm, rendono chiara la successione e il cambio di prestazione. La linearità delle pareti perimetrali della sala è interrotta da alcune nicchie, rinvenute durante i lavori di esecuzione e volutamente riproposte per lasciar traccia delle tecnologie originarie dello stabilimento termale.
L’articolazione delle prestazioni sfrutta differenti dinamismi dell’elemento fluido attraverso tecnologie in parte esibite in parte celate nell’elemento murario.

mari_oriente_05
Dettagli: rivestimento murario, tecnologia e simbolo Foto: Marco Buzzoni (Parma)

Il progetto si sviluppa su una superficie complessiva di 600 mq: l’esito è un prodotto architettonico plasmato da nuovi concetti di salute, che incorpora i contenuti curativi e simbolici dell’acqua agli aspetti tecnologici che un utilizzo contemporaneo di tale risorsa richiede.
Le superfici murarie, orizzontali e verticali, hanno il compito di definire le zone delegate alle differenti terapie senza frammentare gli ambienti, configurando i necessari spazi e attrezzature: setti divisori, sedute, percorsi, chaise-longue sommerse, vasche a differenti profondità, costituiscono gli elementi di un unico sistema caratterizzato dalla solidità del rivestimento litico alternato in formati e orditure differenti.

mari_oriente_06
I percorsi del mare dell’energia Foto: Marco Buzzoni (Parma)

La passerella di accesso alla vasca prosegue fino a lambire il secondo ambiente che accoglie il mare dell’energia: qui lo specchio d’acqua si scompone in un nodo centrale attorno al quale si sviluppa un percorso per la terapia vascolare. Celate da due grandi “U” disposte ortogonalmente, sono collocate altrettante docce benessere.
La rigida severità e la pulizia formale e materica che caratterizza le vasche non viene interrotta dalla visibilità delle componenti tecniche: la grande tecnologia a supporto del trattamento delle acque è pienamente integrata e celata da un’attenta cura dei dettagli che non lascia trasparire la pura funzionalità di elementi qui totalmente reinterpretati.

mari_oriente_07
Il mare della musica Foto: Marco Buzzoni (Parma)

Al di là del corridoio, ad una quota leggermente superiore rispetto alle altre due vasche, si trova il mare della musica: una vasca intima arricchita dalla diffusione sonora subacquea e da una cascata d’acqua che accarezza un setto inclinato dalla superficie dorata ulteriormente impreziosita da uno squarcio da cui trapela la traccia di un decoro.
La fabbrica termale vive, attraverso le nuove prestazioni, la sua nuova identità: il concetto di cura si dilata rispetto alla visione terapeutica del corpo, per abbracciare forme ampie di benessere.

mari_oriente_08
La sala relax Foto: Marco Buzzoni (Parma)

[photogallery]mari_oriente_album[/photogallery]

Il percorso termina nell’area relax dove la variazione delle tonalità della cromoterapia fa da scenario ad un ambiente raccolto e caratterizzato dal design della luce e dagli arredi ispirati alla scuola del design milanese degli anni Cinquanta.
Il progetto delle nuove terme incontra, con maggiore evidenza rispetto ad altri ambiti, gli aspetti paradigmatici della modernità, espressi nella dialettica tra immateriale aspirazione al benessere individuale, attraverso la cura di sé, e la materialità del corpo e del luogo.
All’interno della “liquidità” che contraddistingue lo scenario contemporaneo, l’esplorazione di ambiti tematici riguardanti il rapporto tra architettura e luoghi della salute e benessere, permette di avvicinarsi a concettualizzazioni spaziali, funzionali e tecnologiche sorte congiuntamente alla nascita dell’uomo, indirizzate a soddisfare l’innata volontà di garantire alla società e all’individuo qualità di vita elevate, durevoli ed eticamente condivisibili.

di Maria Pilar Vettori

SCHEDA TECNICA DELL’INTERVENTO

DENOMINAZIONE
MARI d’ORIENTE
Centro benessere termale
LOCALIZZAZIONE
Salsomaggiore Terme, Parma, Italia
COMMITTENTE
Terme di Salsomaggiore e di Tabiano S.p.a.
CRONOLOGIA
progetto 2007-2008
realizzazione 2008-2009
PROGETTO ARCHITETTONICO PRELIMINARE, DEFINITIVO, ESECUTIVO, DIREZIONE LAVORI
Emilio Faroldi Associati, Parma – Milano
progettisti
Emilio Faroldi, Maria Pilar Vettori
collaboratori
Pietro Chierici, Francesca Cipullo, Francesca Pesci, Laura Piazza
ALTA SOPRINTENDENZA
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Parma e Piacenza
Luciano Serchia
PROGETTO STRUTTURALE
DIREZIONI LAVORI OPERE STRUTTURALI

Tecnofaber, Parma
Paolo Bertozzi

Vai a Emilio Faroldi Associati

commenti ( 0 )

10 Novembre 2009

Eventi Flash

Ecohousing Art, opere e progetti per abitare gli spazi

casetta1
1a EDIZIONE CONCORSO NAZIONALE PREMIO IMMOBILIARE 2010 riservato a Junior e Senior Artisti – Designer – Architetti – Ingegneri

Premi, 30.000 Euro dai partners dell’Industria dell’Abitare
Cataloghi, 372 opere e progetti work in progress, per oltre 30.000 copie
Mostra, 252 ideecostruttive esposte a Milano nel settembre del 2010

House Company, con la 1a Edizione di “Ecohousing Art – Premio Immobiliare 2010”, si è prefissata l’obiettivo di far mettere in gioco il processo creativo dei partecipanti e far condividere e valutare in itinere il loro prodotto dagli utenti registrati al sito.
La finalità del concorso è promuovere l’affermazione di nuove idee e nuove eccellenze per metterle in relazione con le realtà economiche e produttive dell’Industria dell’Abitare.

Partecipanti al Concorso: Junior e senior Artisti, Designer, Architetti Ingegneri.
Sezioni del Concorso: Arte, Design, Architettura Ingegneria.
Tema del Concorso: Il Concorso di Ideecostruttive vuole richiamare energie mentali, suggestioni dell’anima, competenze specifiche per la realizzazione di opere e progetti che promuovano l’Ecosistema nel suo equilibrio Uomo – Casa – Ambiente. Eco-co-Housing = Ecologica – Integrazione – Abitativa intesa come reale intreccio di equilibri indissolubili che coniugano la sostenibilità ambientale, l’integrazione tra natura e ambiente costruito, il benessere umano a livello fisico – psichico, con la “socialità domestica”: l’uomo è a casa propria nel mondo e il mondo si fa casa negli uomini. Per ogni sezione una declinazione del tema al fine di realizzare opere e progetti.
Durata del Concorso dal 7 novembre 2009 al 31 maggio 2010
Termine iscrizione del Concorso 15 febbraio 2010
Giuria Popolare – Giuria Tecnica
La votazione avviene attraverso un inedito meccanismo. House Company si è data l’obiettivo di far “mettere in gioco” agli utenti, Giuria Popolare, e alla Giuria Tecnica, formata da autorità, personaggi del mondo dell’Arte, dell’Architettura, del Design e del Real Estate, il processo creativo dei protagonisti partecipanti al Concorso di Ideecostruttive allo scopo di far condividere e valutare in itinere il prodotto della creatività Uomo-Casa-Ambiente attraverso 3 fasi: work in progress, award in progress, art show in progress.
Cataloghi
Le “visioni” Ecohousing di artisti, designer, architetti e ingegneri. House Company produrrà e veicolerà un catalogo per ogni Sezione (372 opere e progetti) diffusi singolarmente, in un esclusivo cofanetto a tiratura limitata (30.000 copie) e numerata in abbinamento a Immobiliare 2010, la Guida all’Industria dell’Abitare.
Mostra
252 Ideecostruttive in mostra. Organizzata presso un importante spazio espositivo pubblico della città di Milano (sono al vaglio “Palazzo Reale” – “Triennale” – “Rotonda della Besana” – “Palazzo delle Stelline” – “Fiera di Milano”) e avrà luogo nel mese di settembre 2010.
Premi
House Company e le Aziende partners del Concorso mettono in palio un montepremi complessivo di Euro 30.000,00 da suddividere tra i vincitori di ogni Sezione: Arte, Design, Architettura Ingegneria e Categoria: Junior e Senior. È inoltre previsto un ulteriore premio
Premio “Industria dell’Abitare” Giuria Tecnica, House Company, Aziende partners.
Eventi speciali
Le migliori opere e progetti a concorso di tutte le sezioni e categorie saranno invitate a partecipare ad ulteriori iniziative organizzate per attrarre aziende potenziali sviluppatrici dei progetti e curatori, collezionisti e galleristi potenziali acquirenti delle opere d’arte.
Finalità del Concorso
Mettiamo l’accento sulla visione dell’ambiente naturale e dell’ambiente costruito come motore di una nuova economia. Una rivoluzione industriale basata su tecnologie pulite, efficienza energetica e fonti rinnovabili, risparmio di materia e di energia. La sfida ambientale, intesa come reale intreccio di equilibri indissolubili che coniugano la sostenibilità ambientale con l’integrazione tra natura e ambiente costruito, è una grande opportunità per l’Italia e per la sua economia. Lungimiranti, visionari, per indicare una strada per il futuro, non c’è altra via all’infuori di uno sviluppo di qualità. La modernizzazione ecologica dell’economia è decisiva per dare all’Italia uno sviluppo nuovo, forte, duraturo. Il meglio di sé, l’Italia, lo dà quando intreccia la cultura con l’impresa, l’ambiente naturale con l’ambiente costruito, l’innovazione con la tradizione, la tecnica con l’arte, il manufatto con il design.
Obiettivo del Concorso
Non saranno i dazi a proteggerci e darci forza nella competizione internazionale, né la competizione al ribasso sul costo del lavoro, ma solo il saper produrre beni e servizi di qualità, la valorizzazione delle nostre vocazioni, delle nostre risorse, dei nostri talenti. Bisogna incoraggiare la ricerca e l’innovazione tecnologica per una riconversione ecologica dell’industria e creare i presupposti perché artisti, artigiani, architetti, ingegneri, designer investano in creatività e talento e gli imprenditori investano su di loro.

House Company lavorerà per portare l’attenzione degli imprenditori potenziali sviluppatori
dei progetti dei curatori, collezionisti e galleristi potenziali acquirenti delle opere d’arte.

Ulteriori informazioni: www.ecohousing-art.it

commenti ( 0 )

10 Novembre 2009

Letture

CLAUDIO SILVESTRIN
Liticità contemporanee. La verità ne La Cava

ferraresi_silvestrin_1
La copertina del libro.

Alberto Ferraresi
CLAUDIO SILVESTRIN – Liticità contemporanee. La verità ne La Cava
Melfi, Casa Editrice Librìa, 2009, pp. 93

Ho letto con interesse e stupore “Claudio Silvestrin. Liticità contemporanee. La verità ne La Cava” di Alberto Ferraresi, con un saggio di Vincenzo Pavan, edito dalla Casa Editrice Librìa per collana Lithos, promossa da Il Casone e diretta dal professore Alfonso Acocella.
Con interesse perché Ferraresi riesce a trattare la dura materia con la stessa (apparente) leggerezza e la semplicità che Claudio Silvestrin applica nella sua architettura. Con stupore, perché da profano sono riuscito ad appassionarmi a una – pur breve – lettura che mi ha fatto scoprire il mondo di Silvestrin: quieto, sobrio e lineare fino alla sorpresa finale dell’installazione labirintica che sembrerebbe quasi sovvertire le premesse. Sembrerebbe, mentre invece abilmente – quasi specchio de La Cava stessa – è proprio Ferraresi a condurci per mano nella logica che parte da Villa Neuendorf nel 1991 ed arriva a Marmomacc 2008.
L’indagine sulla poetica di Silvestrin prende le mosse dai due principali riferimenti filosofici: Seneca e San Bernardo. Se da un lato Seneca con le sue riflessioni si adopera per alleviare i patimenti esistenziali, dall’altro San Bernardo influenza l’architettura di numerosi cantieri cistercensi suggerendo il monastero come luogo deputato alla conoscenza di Dio… mediante la contemplazione e la preghiera. E sono proprio la serenità dell’anima, la sobrietà e la creazione di spazi equilibrati a contraddistinguere l’opera di Silvestrin.

ferraresi_silvestrin_2
Alcune pagine del volume.

Ferraresi si sofferma con un importante capitolo sulla bibliografia dell’architetto a partire dalla monografia edita da Octavo (e poi Birkhauser) nel 1999, che incuriosisce, illumina ed è vera e propria dichiarazione artistica di Silvestrin (la pietra è terra), passando per lo speciale di Interni nel 2006 e per il testo di Vittorio Magnago Lampugnani compreso in Nuova Estetica delle Superfici del 2005. Fino ad arrivare, a dieci anni dalla monografia, alla seconda opera interamente dedicata a, e realizzata da, Silvestrin, Eye Claudio: raccolta di immagini e di scritti tra cui si frappone l’occhio (eye appunto) di Silvestrin per indagare gli elementi acqua-aria-terra-fuoco indicati nel sottotitolo, fire water earth air geometry thought, che insieme a geo-metria e pensiero sono le parole chiave del volume. Di Eye Claudio Ferraresi riesce a cogliere gli elementi di valore e di senso che aiutano a comprendere l’opera architettonica: se già il palinsesto del volume stesso è pensato per interagire anche fisicamente con il lettore, come l’opera architettonica con il suo fruitore, il contenuto suggerisce nuove aperture ad esempio su come Silvestrin consideri l’utilizzo del legno, preciso richiamo all’elemento terra.
Nelle pagine successive l’autore analizza l’opera di Silvestrin attraverso i temi dei suoli, della direzionalità e delle linee, delle sostanze materiche. Partendo dai suoli viene riportata una riflessione dell’architetto: “Per me è molto semplice, il suolo ha il valore della terra… Nel mio lavoro ci deve essere la presenza della terra e non è un caso che, quando posso, uso materiali naturali come la pietra che non è un simbolo della terra, è terra… terra nel senso vero e proprio, la pietra è terra…” La pietra è terra e la pietra è il suolo su cui tutta l’opera di Silvestrin poggia.
In merito alle linee, ben evidente anche nelle numerose fotografie del libro, è la chiarezza della direzione la caratteristica principale delle architetture: esclusi pochi esempi, peraltro molto limitati, è solo La Cava a stravolgere sorprendentemente appunto questa razionale linearità.

ferraresi_silvestrin_3
Alcune pagine del volume.

Nel capitolo dedicato alle sostanze materiche Ferraresi ripercorre l’utilizzo della pietra in tutte le realizzazioni di Silvestrin e riprende alcuni progetti di design (“Le Spighe”, “I Fiumi”, “H_O”, “Oriente/ Occidente”, “Terra Kitchen”).
Corredato da fotografie di ottima qualità in grado di rendere giustizia a colori e volumi reali, il testo analizza le architetture principali ideate da Silvestrin in rigoroso ordine cronologico: partendo da Villa Neuendorf, costruita a Maiorca nel 1991, che gioca sul tema mediterraneo delle interconnessioni tra interni e esterni; passando per Casa B (1992) intervento di recupero in Provenza e l’appartamento Barker Mill a Londra (1993) all’interno di un edificio firmato da Norman Foster, dove fa il suo ingresso la pietra serena; quindi l’importante collaborazione con Armani per il quale realizza venti retails in tutto il mondo dal 1999 in avanti; e poi ancora la Donnelly gallery-residence del 2002 in Irlanda, il Museo d’Arte Contemporanea – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino sempre nel 2002; per arrivare infine agli eleganti Forni Princi a Milano nel 2004 e nel 2006, alla P penthouse a Montecarlo del 2006 e al loft Kanye West nel 2007 a New York. Un percorso che si contraddistingue appunto per le liticità contemporanee del titolo, ma anche per la linearità fino a che, pur forse preavvertiti da alcuni segnali, non arriva la sorpresa dell’opera La Cava presentata a Marmomacc 2008 nel padiglione de Il Casone.
Ed in questa sezione del libro, allestimento, ars, tékne, linee e significati reconditi vengono magistralmente analizzate da Ferraresi che sbuccia metaforicamente l’arancia dell’installazione, di questo vero e proprio labirinto ad alto contenuto tecnico, fino a farci giungere al monolite centrale ed al senso de La Cava. Per dirla con le parole stesse di Silvestrin, con il progetto “La Cava” intendo esprimere la forza, il valore, l’anima della roccia nella sua totalità, il suo spessore, il suo peso, il suo apparire come forma e come superficie. Superficie che è essa stessa co-essenza dell’essere roccia.
Per riuscire a entrare nel labirinto e a cogliere appieno il percorso non resta che leggere l’ottimo testo e lasciarsi condurre dall’autore nell’universo di Claudio Silvestrin, grande interprete italiano dell’architettura contemporanea. Eccellenti anche la traduzione inglese e l’apparato iconografico. Le fotografie di La Cava riportate nel libro sono di Giovanni De Sandre, così come gli scatti fotografici in Photogallery.

ferraresi_silvestrin_4
Alcune pagine del volume.

[photogallery]ferraresi_silvestrin_album[/photogallery]

di Biagio Oppi

(Vai al sito di Alberto Ferraresi)
(Vai al sito di Librìa)
(Vai al sito Casone)
(Vai al sito di Claudio Silvestrin architects)
(Vai al sito di Marmomacc)
(Vai al sito di Giovanni De Sandre)

commenti ( 0 )

9 Novembre 2009

News

Gratis e online il “google” del “costruire in laterizio”

cil
A sinistra, il link del motore di ricerca “Costruire in Laterizio” presente nell’home page www.laterizio.it. A destra, in evidenza, l’indice della rivista del mese.

La “cultura del laterizio” implica competenza tecnica, continuità del costruito con il paesaggio storico e naturale esistente, razionalità architettonica, essenzialità senza sprechi, piena rispondenza agli standard edilizi più avanzati in campo energetico ed ambientale e, al contempo, estetica e durabilità.
Oggi più che mai approfondire tali tematiche diventa un imperativo irrinunciabile per il progettista e sono diversi gli “strumenti” su cui si può contare. Tra questi, degno di menzione, è la banca dati online della rivista “Costruire in Laterizio”, bimestrale di architettura e tecnica, edita da Business Media – Il Sole 24 Ore.
Al suo interno è possibile consultare contributi redazionali esaurienti e con ampio corredo iconografico relativi a soluzioni realizzate con prodotti in laterizio in Italia e all’estero, studi, ricerche, informazioni bibliografiche, aggiornamenti normativi, ecc.
Come noto, il contesto architettonico nazionale ed internazionale muta continuamente in relazione alle esigenze, all’innovazione tecnologica ed alle emergenze prestazionali ed estetiche. Nuovi sistemi costruttivi, integrazione culturale e contesto urbano si intrecciano inestricabilmente in sperimentazioni ed insediamenti edilizi contemporanei.
Da anni la rivista “Costruire in Laterizio” guida alle novità scientifiche e tecniche delle opere realizzate in “cotto”, con particolare riferimento alle soluzioni a vista (pavimenti, facciate, coperture) e strutturali (murature, pareti, solai).
Costruire oggi significa dare risposta efficace alle nuove esigenze espresse dall’utenza, in termini di comfort e sicurezza, ai complessi contesti urbani, inserendosi in maniera funzionale ed esteticamente gradevole al fine di recuperare una propria identità. All’interno di questo sistema, il laterizio, proprio per le sue molteplici caratteristiche intrinseche, continua a soddisfare una domanda sempre più esigente, posizionandosi come materiale costantemente attuale e che ben si presta ai dettami di efficienza energetica, di solidità e affidabilità strutturale, sostenibilità ambientale, estetica e facilità d’impiego.
Leader europeo tra le riviste del settore, annoverata tra i “big” delle testate di architettura in Italia, essa si rivolge con particolare successo a progettisti, tecnici e imprese del mondo delle costruzioni.
Grazie al fatto di essere totalmente e gratuitamente consultabile via internet, numerosi sono gli “addetti ai lavori” che utilizzano “Costruire in Laterizio” come una vera e propria “banca dati” per aggiornamenti e approfondimenti specifici: sono, infatti, più di 500.000 gli articoli scaricati on-line (www.laterizio.it) nel solo ultimo anno, oltre alle 25.000 copie per numero distribuite in abbonamento e in edicola (per un totale di 150.000 copie cartacee all’anno), a dimostrazione dell’efficienza e dell’interesse che l’iniziativa editoriale riesce a suscitare tra gli operatori.
Per accedere al motore di ricerca, è sufficiente visitare l’home page del sito Andil www.laterizio.it e poi selezionare la barra arancione sulla destra con la dicitura “Costruire in Laterizio”.

È possibile consultare l’archivio in 2 modi differenti:
1) per parole chiave;
2) per numero pubblicato.

Nel primo caso, basta inserire la parola chiave da cercare (risparmio energetico, muratura armata, sismica, Botta, Piano, ecc.), scegliendo il numero massimo di risultati che si desidera visualizzare (10, 20, 50, 100 o 500) e successivamente cliccare il pulsante “Cerca”.
Immediatamente verranno elencati tutti i contenuti relativi e si avrà la possibilità di scaricare rapidamente i pdf selezionando l’icona bianca e rossa.
Gli articoli vengono presentati in ordine di pertinenza, quest’ultima segnalata da un minino di 1 a un massimo di 5 “rotelline”.
Il secondo sistema di consultazione, invece, avviene per anno. Ogni voce mette a disposizione i 6 numeri della rivista pubblicati, completi di copertina ed indice.
Il database “Costruire in Laterizio” rappresenta uno strumento formidabile, una risorsa di comunicazione e formazione efficace e senza eguali, capace di dialogare fattivamente con il mondo della progettazione. è paragonabile ad un “google” del laterizio poiché al suo interno è presente tutto quello che c’è da sapere sul tema, garantito da un aggiornamento puntuale e continuo.

Vai a Laterizio.it

commenti ( 0 )

8 Novembre 2009

Letture

Teoria e progetto.
Declinazioni e confronti tecnologici

img_cover
Teoria e Progetto, Parma 2009. Fotografia di Marco Buzzoni.

Presentazione di
Fabrizio Schiaffonati
Coordinatore del Dottorato in “Progetto e tecnologie per la valorizzazione dei beni culturali”, Dipartimento BEST

La pubblicazione raccoglie e sistematizza un panel significativo di contributi infradisciplinari elaborati a partire dall’esperienza svolta nell’ambito del ciclo di Seminari “Teoria e progetto” promosso dal Dottorato e curato da Emilio Faroldi nel 2007.
L’iniziativa, collocata all’interno del Dottorato in “Progetto e tecnologie per la valorizzazione dei beni culturali”, ma aperta anche alla partecipazione di altri dottorandi e ricercatori del Dipartimento BEST, ha inteso promuovere una riflessione ad ampio spettro sul ruolo e l’apporto progettuale delle discipline dell’Area Tecnologica all’interno dei molteplici processi che – a vario titolo – concorrono alla valorizzazione dei beni culturali e più ampiamente del capitale territoriale.
I contributi qui raccolti, elaborati e proposti da figure e personalità operanti anche al di fuori del contesto accademico e non riferibili unicamente all’ambito disciplinare della Tecnologia dell’architettura, rendono conto della ricchezza e della molteplicità degli apporti e delle visioni – anche innovative – che si aprono attorno al tema della valorizzazione quando questo venga letto cogliendo gli aspetti di interscalarità e infradisciplinarietà della problematica dei beni culturali.
A partire ad esempio dalla chiave di ingresso fornita da Massimo Venturi Ferriolo ad una nuova nozione di paesaggio come progetto del mondo umano, per riscoprire i luoghi della nostra cultura e identità attraverso uno sguardo che è al tempo stesso conoscenza, esperienza e attenzione al divenire. Un’idea di paesaggio, quindi, alla quale sempre più deve guardare ogni azione di tutela e valorizzazione – anche a partire da un rinnovato quadro di riferimento normativo -, tarando obiettivi, strategie e modalità di intervento in una prospettiva di salvaguardia ma anche di incremento della fruizione. Governando la qualità del progetto di trasformazione, come sottolinea Umberto Vascelli Vallara, non solo nel contesto di paesaggi eccezionali (singoli beni e ambiti di particolare rilevanza storica, ambientale od ecologica), ma in tutti i paesaggi della quotidianità e i luoghi dell’abitare.
Conoscenza, conservazione e fruizione sono i cardini attorno ai quali Alberto Sposito fa ruotare una riflessione sul rapporto con la storia, e con i manufatti che essa ha sedimentato nei nostri paesaggi, per orientare il progetto entro una non semplicistica dialettica tra tradizione e innovazione tecnologica.
Una tecnologia del saper fare, come la definisce Paolo Felli – nel solco di quella cultura tecnologica del progetto che ha originato la Società Italiana di Tecnologia dell’Architettura -, che implica capacità di visione, consapevolezza della complessità del reale, cura del dettaglio e attenzione alla qualità dell’architettura costruita.
Non è un caso che Aldo Norsa, affrontando il tema della costruzione delle opere pubbliche, e in particolare delle infrastrutture e dei loro effetti sull’ambiente e sul paesaggio, riporti al centro proprio il problema della produzione di progetto: ovvero l’esigenza di una maggio attenzione – nella ricerca così come nei processi formativi – ai saperi che supportano le attività di programmazione e le valutazioni in ordine alla sostenibilità ambientale e alla fattibilità economica degli interventi, per un più un equilibrato rapporto tra risorse e mercato, in una prospettiva di qualificazione imprenditoriale delle professioni che operano al progetto e alla valorizzazione.
Il rapporto valore e bisogni ritorna anche nel contributo di Flaviano Celaschi, che rilegge le problematiche del “consumo” e dell’immissione dei beni culturali entro i processi di scambio che reggono un mercato sempre più competitivo prospettando nuovi modelli relazionali, non “tradizionalmente” commerciali, e più orientati viceversa ai nuovi valori delle società creative.
In questo senso, l’innovativo progetto comunicativo del portale “architetturadi pietra.it”, presentato da Alfonso Acocella, è paradigmatico di una trasformazione sociale e strutturale che va sostituendo le logiche dell’autorialità individuale con nuove forme e modelli comunicativi di intelligenza collettiva, (network e progetti di comunità)
Gli scenari più recenti registrano queste dinamiche di innovazione a molti livelli, con il ricorso a strumenti evoluti di valorizzazione che tendono ad una crescente integrazione delle politiche territoriali con azioni a sostegno dello sviluppo socio-economico.
L’esperienza dei distretti culturali come volano dell’economia locale, illustrata da Stefano Della Torre, evidenzia come una dimensione territoriale distrettuale consenta di operare aggregazioni virtuose e sinergiche, ancorando il processo di valorizzazione dei beni culturali alla più ampia scala delle reti infrastrutturali e dei servizi che ne supportano la fruizione; reimmettendo quindi i beni stessi all’interno del sistema della produzione che alimenta la crescita del capitale territoriale complessivo.
La logica delle reti, unitamente ad una concezione del bene culturale come servizio, alimenta anche le sperimentazioni in atto con riferimento ad alcune specifiche tipologie di beni.
Il contributo di Maria Benedetta Spadolini segnala le trasformazioni che vanno investendo le strutture museali ed espositive, e più in generale tutte le istituzioni culturali, nella direzione di sistemi aperti e accessibili, connotati – grazie all’apporto del design e dell’innovazione tecnologica – da nuove valenze di interazione l’utenza. Con l’affermazione di un’altra idea di museo, spazio e servizio collettivo, che affonda le radici in un sistema multidirezionale e multidisciplinare.
La memoria, intesa come deposito per la conservazione e la trasmissione del sapere, costituisce il requisito essenziale per la nascita e lo sviluppo della cultura. Emilio Faroldi pone l’accento sull’esigenza di preservare i mezzi di trasmissione della memoria come tema della contemporaneità: la disciplina dell’architettura e le scienze archivisticobibliotecarie si delineano come realtà funzionalmente collegate, ai fini della progettazione dei luoghi e delle tecnologie atte a tale scopo, nell’ottica di una diffusa sostenibilità degli interventi.
Questi contributi di inquadramento teorico trovano poi interessanti riscontri nelle testimonianze che documentano casi e sperimentazioni progettuali reali, svolte e tuttora in corso, in diversi territori e contesti nazionali. Si tratta di esperienze accomunate da una spinta all’innovazione sia nelle modalità analitiche e programmatorie (audit territoriale, partecipazione, sussidiarietà) che nelle pratiche attuative (oltre la mera salvaguardia, nella logica di una “tutela attiva”), entro una dimensione flessibile ed aperta di governance strategica attenta al carattere processuale delle trasformazioni.
I numerosi esempi presentati – il Piano Strategico di Valorizzazione dei beni culturali nei comuni della Bassa Vercellese presentato da Gianni Bergadano, l’esperienza del Museo Territoriale del Canton Ticino illustrata da Rosanna Cardani Vergani, Marco Molinari e Filippo Rampazzi, gli strumenti di piano e di progetto per il Parco Naturale della Valle del Ticino piemontese descritti da Matteo Gambaro e Andrea Tartaglia, le iniziative di Programmazione strategica della città di Novara rappresentate da Elena Mussinelli, l’Ecoprogettazione come strumento di qualificazione del sistema produttivo nel territorio mantovano documentata da Roberto Bolici e Andrea Poltronieri, il caso dei Distretti culturali termali approfondito da Maria Pilar Vettori – si configurano come esperienze significative di una linea di tendenza che segna indubbiamente uno scarto qualitativo negli approcci al tema della valorizzazione.
Il confronto culturale che emerge dai contributi qui raccolti si colloca nel più ampio contesto di dibattito e di rapporti di scambio tra i Dipartimenti di Area Tecnologica, promossi anche attraverso l’istituzione di OSDOTTA, l’Osservatorio Nazionale dei Dottorati di Ricerca in Tecnologia dell’architettura. Da diversi anni OSDOTTA organizza un seminario di confronto rivolto sia ai docenti dei Collegi che ai dottori, e in particolare ai dottorandi, al fine di consolidare la rete delle relazioni e di verificare gli avanzamenti della ricerca. Un confronto aperto anche ai referenti del mondo culturale, delle istituzioni e della professione, con l’obiettivo di superare l’autoreferenzialità delle singole scuole, nella prospettiva di radicare i contenuti della ricerca universitaria alla più complessa realtà della domanda sociale di conoscenza.
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito ad arricchire questo dibattito, e in particolare ad Emilio Faroldi per il grande impegno nella promozione dell’iniziativa.

faroldi_cover

Emilio Faroldi (a cura di)
Teoria e progetto.
Declinazioni e confronti tecnologici

Umberto Allemandi & C., Torino 2009

Le trasformazioni culturali e produttive collocano oggi la disciplina architettonica al centro di una profonda riconsiderazione critica, delineando nuovi modelli interpretativi e operativi che rivelano l’esigenza di una “razionalità tecnica” in grado di restituire centralità alle specificità del costruire, ai suoi metodi, ai suoi linguaggi, ai suoi strumenti.
La volontà di stimolare una lettura transdisciplinare della tecnologia è intesa sia come base per una rivalutazione dell’accezione materiale della costruzione, sia come riconfigurazione dei processi culturali che ne costituiscono i fondamenti.
Riflettere sul valore che l’innovazione tecnica può oggi assumere all’interno del dibattito architettonico e della scuola significa affermare il suo ruolo primario nella definizione del progetto di architettura, al di là di una sua concezione come strumento di realizzazione, ponendo la coniugazione tra teoria e progetto come fondamento per il superamento della contraddizione tra ambito ideativo e ambito realizzativo all’interno della pratica del costruire.

saggi di
Alfonso Acocella, Gianni Bergadano, Roberto Bolici, Rossana Cardani Vergani, Flaviano Celaschi, Stefano Della Torre, Emilio Faroldi, Paolo Felli, Matteo Gambaro, Marco Molinari, Elena Mussinelli, Aldo Norsa, Andrea Poltronieri, Filippo Rampazzi, Elena Rosa, Fabrizio Schiaffonati, Maria Benedetta Spadolini, Alberto Sposito, Andrea Tartaglia, Umberto Vascelli Vallara, Massimo Venturi Ferriolo, Maria Pilar Vettori

apparati a cura di
Francesca Cipullo

polimi

emilio_faroldiEmilio Faroldi, architetto, sviluppa la propria attività di ricerca nell’ambito della cultura architettonica con particolare attenzione alla relazione esistente tra progetto di architettura e tecnologie atte alla sua costruibilità, riferite ai più aggiornati lineamenti di definizione, controllo e governo del nuovo statuto del progettare contemporaneo. Promotore di convegni, corsi di formazione e seminari ha partecipato a concorsi di architettura ricevendo premi e menzioni. Ha realizzato opere in Italia e all’estero, alcune delle quali sono state pubblicate e recensite dalle principali riviste di settore. Docente di ruolo presso la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, svolge attività didattica e di ricerca rivolgendo particolare attenzione a tematiche di matrice tecnologica riguardanti l’ambito urbano e il manufatto edilizio lungo il suo intero ciclo di vita. All’interno del contesto accademico riveste ruoli di natura gestionale, riferiti alla definizione e governo dei processi formativi della figura dell’architetto. Attualmente è Presidente dell’Osservatorio della Didattica della Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano. In qualità di studioso del fenomeno architettonico è autore di diverse opere. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Paesaggi Tecnologici. Gli stadi per il calcio: progettazione costruzione gestione di strutture multifunzionali integrate (2006), Continuità armonica. Villa e Giardino Garzoni a Collodi (2007), Progettare uno stadio. Architetture e tecnologie per la costruzione e gestione del territorio (2007), Terme e Architettura. Progetti tecnologie strategie per una moderna cultura termale (2007), Memoria Progetto Tecnologia. Lineamenti e strategie per l’identità della conoscenza (2008), Verticalità. I grattacieli: linguaggi, strategie, tecnologie dell’immagine urbana contemporanea (2008).

commenti ( 0 )

5 Novembre 2009

Eventi Flash

CONSTRUCTION DAY

costruction_day

CONSTRUCTION DAY
Conoscere il mercato per conquistarlo!
12-13 Novembre 2009

Centro Congressi Palaexpo
Fiera di Verona

Alla sua seconda edizione, il “Construction Day” , è un punto di riferimento per il mondo delle costruzioni, un appuntamento fisso, nato dalla collaborazione tra Veronafiere e Cresme , e un luogo privilegiato in cui discutere e condividere i temi più attuali confrontandosi con i maggiori esponenti delle istituzioni, i rappresentanti del mondo imprenditoriale e i professionisti del settore.
I lavori, che si avvalgono del contributo scientifico e della collaborazione di Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e delle categorie imprenditoriali e professionali del settore, si apriranno il 12 novembre con 4 seminari specializzati:

1. La riqualificazione urbana: scenari ed opportunità per le imprese
2. L’internazionalizzazione – I mercati del Nord Africa.
3. Costruire al tempo del risparmio energetico. Come cambiano la progettazione e il modo di costruire – guardando ai materiali e alle energie alternative.
4. Il Cantiere Responsabile: Attori e Nuove Norme Tecniche per le costruzioni.

La giornata successiva, 13 novembre, prosegue con il tradizionale seminario di presentazione del XVII° Rapporto CRESME su “Il Mercato delle Costruzioni 2008 – 2013”.

Le ricerche e gli studi del CRESME sono da 40 anni fonte autorevole e attendibile di dati e statistiche utili agli addetti della filiera delle costruzioni, e questo seminario intende supportare gli operatori delineando le tendenze del mercato italiano e internazionale, così da garantire agli ospiti presenti un contributo efficace alla migliore definizione delle future strategie aziendali.

Per maggiori informazioni, www.constructionday.it

commenti ( 0 )

5 Novembre 2009

Eventi Flash

FAF LE LEZIONI DEL CORSO DI DISEGNO INDUSTRIALE

FAF _LE LEZIONI DEL CORSO DI DISEGNO INDUSTRIALE

LABORATORIO DI METODOLOGIE PER DEFINIZIONE DI PROGETTO A.A. 2009-2010
Proff. Alfonso Acocella | Andreas Sicklinger | Jacopo Piccione
Programma dl Corso

Design: scenari disciplinari contemporanei | Prof. Alfonso Acocella – 29 sett. 09
Il design attraverso grandi salti sul mare | Prof. Jacopo Piccione – 6 ottobre 09
Il cliente e i suoi bisogni | Prof. Jacopo Piccione – 14 ottobre 09
Paesaggi materici | Prof.ssa Veronica Dal Buono – 20 ottobre 09
Antropometria I p. | Prof. Andreas Sicklinger – 22 ottobre 09
Antropometria II p. | Prof. Andreas Sicklinger – 22 ottobre 09
Ruolo del packaging | Prof. Andreas Sicklinger – 27 ottobre 09
Percezione stravolta | Prof. Jacopo Piccione – 8 novembre 09
Ascesa e declino | Prof. Jacopo Piccione – 8 novembre 09
Il Design delle Idee | Proff. Acocella, Dal Buono, Turrini – 10 novembre 09
Libri e biblioteche | Prof. Davide Turrini – 10 novembre 09
Il libro | Prof. Alfonso Acocella – 10 novembre 09
Il libro ubiquo | Prof.ssa Veronica Dal Buono – 10 novembre 09
Architetturadipietra.it | Prof. Alfonso Acocella – 10 novembre 09
Esercitazione | Il libro dalla creazione all’esposizione – 10 novembre 09
Attività e fattore umano | Prof. Andreas Sicklinger – 11 novembre 09
La ricerca della qualità | Prof. Jacopo Piccione – 11 novembre 09
Il cliente al centro | Prof. Jacopo Piccione – 17 novembre 09
Note alla terza esercitazione | Prof. Jacopo Piccione
La classificazione dei prodotti ceramici | Prof Rolando Giovannini – 25 novembre 2009
Espressione Ceramica. Il linguaggio del materiale tra tecnologia e creatività | Veronica Dal Buono – 25 novembre 2009
Casalgrande Padana, l’azienda tra produzione, mercato e comunicazione | Veronica Dal Buono, Sara Costi – 25 novembre 2009
Città sottili. luoghi e progetti di cartone | Lucense-Pellegrini – 9 dicembre 2009
Cartone, il corso di progettazione 2007-08 | Pietro Carlo Pellegrini – 9 dicembre 2009
Cartone, il corso di progettazione 2008-09 | Pietro Carlo Pellegrini – 9 dicembre 2009
Verso la materia. costruire con il cartone | Luigi Alini – 9 dicembre 2009

commenti ( 2 )

stampa

torna su