Prima Parte
Uno scatto fotografico della Tavola Rotonda di Verona, 1 ottobre 2009
La realtà quotidiana della professione negli ambiti della pratica architettonica ed edile in genere denuncia con evidenza oggi il divario ampio esistente fra mondo della produzione lapidea e mondo della progettazione. I sintomi più chiari di questa condizione di malessere sono, con attenzione alle potenzialità della pietra, specialmente: la generale qualità dei progetti via via più appiattita e livellata, la scelta sempre più orientata ad applicazioni di rivestimento anziché di costruzione in pietra, la scarsa conoscenza del materiale e delle sue doti, così come dei suoi modi davvero molteplici per essere declinato in senso costruttivo. In parte causa ed in parte esso stesso effetto, anche il mondo della produzione tende frequentemente ad arroccarsi sempre più entro gli usi di un fare quantitativo, talvolta ripetitivo, esponendo il fianco alle critiche della poca intraprendenza e del disinteresse a conservare la memoria dei saperi tecnici del passato.
Da tempo Marmomacc si sta impegnando per abbreviare questo innaturale distacco fra le parti, non solo offrendo interventi volti a stimolare i produttori alla ricerca, all’innovazione, all’aggiornamento critico della produzione; ma anche sostenendo e promuovendo, talvolta proprio in prima persona, percorsi universitari e post universitari mirati.
La tavola rotonda di 1 ottobre scorso rappresenta definitivamente la volontà d’attribuire all’appuntamento una cadenza annuale, dopo il primo incontro dell’anno passato. Con l’occasione,Vincenzo Pavan annuncia l’istituzione, dal prossimo anno, anche di una nuova sezione del premio “Architetture di pietra” dedicata alle migliori tesi di laurea.
Università degli Studi di Ferrara, facoltà di Architettura e facoltà di Design del prodotto industriale
Alfonso Acocella e Vincenzo Pavan tengono il corso dal titolo Costruzioni in pietra, inserito nel percorso di studi per la laurea in Architettura. Il corso, opzionale, ha confermato anche nell’ultimo anno le adesioni per un numero di circa 20 studenti, e ciò è considerato un buon risultato tenendo presente il numero chiuso ferrarese ridotto, nel quinto anno, a circa 130 unità e, contemporaneamente, all’offerta ampia di corsi opzionali a disposizione degli studenti. L’insegnamento, che si avvale del supporto di aziende primarie del settore e del sostegno di ricercatori d’area tecnologica, trova spunto e, contemporaneamente, ricaduta di contenuti, su Architetturadipietra.it.
Analogamente all’anno precedente il corso si è fatto promotore di incontri e conferenze sul tema litico allargate ad altri corsi della Facoltà, con lectio di personalità di alto profilo come Gilles Perraudin e Fernando Menis.
Oltre al corso opzionale inserito all’interno del ciclo quinquennale, quest’anno ha preso avvio un nuovo corso di laurea in design, per la durata complessiva di tre anni, che ha registrato da subito un ottimo riscontro nel numero d’iscritti. All’interno del percorso di studi il design litico trova proprio specifico spazio, ed in questa luce risulta di particolare interesse la possibilità di formare la figura del “designer”, da sempre depositario, nell’immaginario collettivo, di una maggiore libertà d’azione creativa nelle proprie occasioni di progetto.
Da principio il corso ha ricercato, e già ora vanta, la collaborazione strategica con nomi di eccellenza nell’ambito della progettazione, come ad esempio Michele De Lucchi, cui è affidata la prolusione in apertura del primo anno di insegnamenti.
Elaborati di una studentessa del corso Costruzioni in pietra di Ferrara.
Politecnico di Milano – Polo Regionale di Mantova, facoltà di Architettura
Massimiliano Caviasca ha illustrato i tratti principali di due corsi: il corso a Mantova per studenti, ma aperto anche a professionisti, dal titolo Progettazione Contemporanea con la pietra, ed il Master con sede a Milano Architettura e costruzione. Progettazione contemporanea con la pietra.
Il primo, di cui è coordinatore, conta ormai circa 35 partecipanti ogni anno. Si tratta di un corso di 60 ore, istituito con la precisa finalità di “sviluppare una figura professionale altamente specializzata, ed in grado di interpretare, realizzare opere contemporanee, o conservative nelle discipline attinenti la progettazione in pietra”.
Il Master, co-diretto assieme a Marina Molon, ospita nella sua prima edizione 7 partecipanti e prevede 15 mesi di didattica, oltre a tirocini e tesi (sarà forse possibile valutare le prime in occasione della prossima edizione di Marmomacc). Animato dalle medesime finalità generali del corso con sede a Mantova, il master garantisce maggiori opportunità di ulteriore approfondimento sui temi lapidei negli ambiti storico-critico, tecnico-esecutivo, e progettuale, opportunità direttamente finalizzate alla professione, nelle sue diverse sfaccettature.
All’interno dei due corsi di studi assumono ruolo primario i workshop, sostenuti da importanti partecipazioni aziendali. Uno di questi workshop ha preso corpo proprio a Verona entro gli spazi offerti da Marmomacc, durante i giorni dell’esposizione fieristica. Nell’ottica della maggiore estensione possibile dei saperi e delle nozioni, sono ben avviati contatti internazionali con atenei non solo italiani ed europei, cui seguiranno rapporti di interscambio fra docenti. Con la medesima finalità, interessante risulta l’integrazione cercata fra professionisti iscritti ai corsi e studenti, anche in funzione del diverso apporto di esperienza e di approccio alle mansioni di progetto. È importante l’esposizione a Marmomacc di alcune sperimentazioni frutto degli approfondimenti dei corsi, utilizzando particolarmente lo scarto. Inoltre nell’area “blocchi”, in esterno, la distanza fra azienda e mondo della formazione si è ridotta fino al contatto: in uno spazio di 10 m x 11 è stata eseguita un’installazione espositiva su progetto degli studenti.
Università degli Studi di Chieti, facoltà di Architettura di Pescara
Domenico Potenza, ricordando il passato recente, registra da subito un’inversione di tendenza: dopo circa 15 anni non è più l’Università a cercare il contatto con Marmomacc, ma è Marmomacc a sentire il bisogno di entrare nell’Università – abbiamo condiviso e fatto nostro questo assunto nei ragionamenti iniziali del nostro resoconto. Potenza condivide la necessità sempre più forte ed urgente di far conoscere la materia, anche, ed è una proposta, mediante concorsi riservati a studenti appena avviati alla professione; ciò testimonierebbe infatti idealmente la conclusione del percorso d’insegnamento, la chiusura della fase formativa universitaria che ha accolto lo studente dai suoi studi superiori e lo ha portato al mondo del lavoro. La stessa facoltà mira a riproporre del resto l’esperienza del tavolo di lavoro professionale nella pratica di studio entro i muri dell’accademia. Nella medesima direzione di quest’iniziativa muove anche la pubblicazione del volume Involucri lapidei – l’uso della pietra per l’abitare contemporaneo1, in cui si suggella la condivisione dell’interesse e dell’obiettivo lapideo fra differenti docenti di differenti corsi, all’interno della medesima facoltà.
Nella contingenza dei fatti tragici avvenuti a L’Aquila, e nella vicinanza oltre che umana, anche geografica a chi ha subito direttamente le conseguenze del sisma, è proposta la possibilità, ai fini dell’approfondimento della costruzione in pietra, di un’occasione di studio da organizzarsi entro gli spazi colpiti dal terremoto.
La copertina del volume.
di Alberto Ferraresi
Nota
1 Tiziana Latorre e Natalia Risola (a cura di), Involucri lapidei – L’uso della pietra per l’abitare contemporaneo, Claudio Gerenzi Editore, Foggia, 2009, pp. 72
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