Portale in arenaria a Gualiguando, nei pressi di Firenzuola1.
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Contemporaneamente all’avvio dell’utilizzo della pietra serena per la realizzazione pratica dell’assunto teorico brunelleschiano, nelle piccole realtà locali del territorio toscano al di fuori dei confini della città di Firenze, le caratteristiche fisico-meccaniche di questo litotipo vengono messe a frutto per la realizzazione di manufatti di arredo urbano ed edifici in pietra grezza a vista che contribuiscono alla creazione di un linguaggio estetico-architettonico proprio della civiltà rurale. Nel corso dei decenni, la cosiddetta “architettura popolare” in pietra arenaria si precisa in tipologie costruttive e componenti tecnologiche definite e ripetibili2.
Nella seconda metà del Quattrocento la pietra serena trova un suo specifico utilizzo anche nell’architettura militare. Caso emblematico è la città mugellana di Firenzuola che, pur lasciando il primato al territorio fiorentino e alle cave fiesolane, già all’epoca si identifica come uno dei principali centri di estrazione e lavorazione di questo litotipo per avviarsi, attraverso i secoli, a diventarne il principale centro produttivo3.
Foto d’epoca di alcuni scalpellini di Piancaldoli, nei pressi di Firenzuola4.
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È dal 1332, anno della fondazione del nuovo agglomerato urbano, che la pietra fa da protagonista nella definizione della sua identità. Qualità meccaniche, colore e compattezza dell’arenaria di questa zona risultano infatti simili a quella delle cave già da tempo aperte a ridosso della Repubblica fiorentina, tanto da condurre alla scelta di questa pietra come principale materia di costruzione della cinta muraria della città e della sua rocca difensiva.
Costruita per fronteggiare gli Ubaldini, signori di questa zona fin dal Medioevo, e controllare la via di comunicazione tra Firenze e Bologna, Firenzuola necessita di un sistema difensivo strategico. La cinta muraria medievale viene quindi trasformata nel corso del Quattrocento da uno dei più illustri architetti militari dell’epoca, Antonio da Sangallo il Vecchio, progettista e capomastro dell’opera dal 1495 al 1499.
Nella progettazione e ricostruzione delle strutture fortilizie di Firenzuola, il Sangallo vuole utilizzare al meglio gli studi e le esperienze fatte fino ad allora nel campo dell’architettura militare, disciplina in cui, insieme al fratello Giuliano, riesce ad apportare un rinnovamento di fondamentale importanza. Insieme allo studio delle forme perimetrali di cinte murarie e rocche, della loro organizzazione spaziale e delle strutture costruttive, il Sangallo individua i materiali più adatti alle loro diverse parti.
Nella cinta muraria di Firenzuola, i cunicoli e le volte interne vengono quindi rivestiti in laterizio proveniente dalle fornaci locali e la struttura viene costruita con il sistema della “muratura a camicia” utilizzando pietrame proveniente dall’alveo del locale fiume Santerno per il riempimento e pietra serena della migliore qualità e dei dintorni della città per i conci di rivestimento. La struttura muraria della Rocca, ricostruita sul preesistente edificio trecentesco, viene anch’essa edificata con conci di pregiata arenaria formanti uno dei primi esempi di cinta bastionata, con scarpate e baluardi angolari5.
Rocca di Firenzuola (foto dell’Arch. Luca Bertuzzi)
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È quindi la pietra serena il materiale lapideo scelto dallo stesso Sangallo per tutti i paramenti esterni delle sue fortificazioni, per quelle parti delle strutture, quindi, maggiormente esposte agli attacchi esterni e bisognosi, di conseguenza, di forte resistenza e lunga durata.
Sangallo riesce a individuare i filari migliori delle cave aperte all’epoca, dando garanzia di difesa all’allora città di Firenzuola grazie a un materiale altresì capace di rappresentarne l’identità territoriale.
Se il secondo conflitto mondiale provoca la pressoché totale distruzione dell’opera sangallesca con i bombardamenti del 12 settembre 1944, la ricostruzione, avvenuta in fasi successive, diventa l’occasione per valorizzare e dare nuova vita alle testimonianze storiche della città e alle risorse del territorio ad essa limitrofo.
La Rocca viene quindi ricostruita rispettandone l’originaria conformazione e utilizzando la più pregiata pietra arenaria locale. L’edificio e le mura adiacenti vengono restaurate e condotte allo stato attuale a partire dal 1998 sotto la direzione dell’architetto Giorgio Carli e in seguito a un accurato lavoro di scavo archeologico grazie al quale vengono portati alla luce parte degli antichi bastioni.
Scavi archeologici effettuati presso la Rocca di Firenzuola6
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Tali ritrovamenti, insieme alla crescente consapevolezza della comunità dell’importanza del proprio patrimonio storico e culturale, inducono all’allestimento di un vero e proprio “Museo della pietra serena” nei sotterranei della Rocca, all’interno della quale vengono accolti anche gli ambienti del Municipio cittadino. L’allestimento museale, facente parte del Museo Diffuso del Mugello-Alto Mugello e della Val di Sieve e posizionato in un ambiente già dotato di un importante valore storico, documenta le tecniche di estrazione e di lavorazione della pietra serena attraverso l’esposizione di manufatti, utensili e opere d’arte locali7.
All’interno di questo processo di ricostruzione e insieme di rinascita economica e culturale, risalta in maniera preponderante la crescente importanza che la filiera produttiva legata alla pietra serena acquisisce a partire dagli anni Sessanta del Novecento. Le cave, posizionate nei monti ad est di Piancaldoli e nelle vallate dei torrenti Santerno (affluente del Reno) e Rovigo (affluente del Santerno), rappresentano oggi la principale fonte di estrazione di questa materia pregiata.
Attualmente, i siti estrattivi del Casone risaltano in maniera particolare. È qui che quella formazione geologica conosciuta come marnoso-arenacea per la sua alternanza di pietra arenaria e sostanza argillosa si distingue per le molteplici stratificazioni di pietra serena dalle caratteristiche altamente pregiate. E’ il filare numero 21, in particolare, la fonte di quell’arenaria denominata “Pietra Forte Fiorentina” che si eleva a pietra serena per eccellenza, a punto di forza dell’azienda garante della qualità dei suoi prodotti.
Osservandone attentamente il colore e la compattezza e analizzandone le caratteristiche chimico-fisiche, veniamo stupiti dalla vicinanza a quella pietra serena scelta alla fine del Quattrocento da Antonio da Sangallo il Vecchio. Il filare dal quale sono stati ricavati i conci di pietra per il rivestimento delle mura e per l’edificazione della Rocca attigua potrebbe quindi essere collegato a questa stratificazione che, è possibile ipotizzare, sta forse riportando alla luce quella pietra già riconosciuta per il suo particolare pregio più di cinquecento anni fa.
Le cave del Casone (foto: Sara Benzi)
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Risulta di particolare importanza, quindi, soffermarci sull’ipotesi di un legame, quantomeno qualitativo, tra il filare individuato da Antonio da Sangallo il Vecchio e il filare 21 della Pietra Forte Fiorentina del Casone. Un legame che, ancora una volta, conferma il significato della salvaguardia della tradizione legata all’uso delle risorse naturali del territorio, inscindibilmente collegata con il suo rispetto da parte dell’uomo.
Sara Benzi
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Comune di Firenzuola
Note
1 Foto tratta da: Giorgio Carli, La pietra di Firenzuola – Cultura manuale e architettura popolare, Giorgi e Gambi Editori, Firenze, 1989, p. 93.
2Per un approfondimento sul tema si veda: Ferdinando Morozzi, Delle case dei contadini, trattato architettonico, Firenze, 1770; Renato Biasutti, La casa rurale nella Toscana, Zanichelli, Bologna, 1938; Mario Coluccini, Tecnologia, costruzioni edili, meccanica e lavorazione della pietra, Ticci, Siena, 1965; Giorgio Carli, La pietra di Firenzuola – Cultura manuale e architettura popolare, Giorgi e Gambi Editori, Firenze, 1989.
3 Cfr. Aldo Burresi et al., La pietra di Firenzuola nell’alto Mugello: aspetti geologico-ambientali ed economico-aziendali di un settore in sviluppo, MCS, Firenze, 1981.
4 Cfr. Giorgio Carli, Firenzuola, la fortificazione ad opera di Antonio Da Sangallo il Vecchio: considerazioni sulla struttura urbana della nuova fondazione fiorentina, Stabilimento grafico commerciale, Firenze, 1981.
5 Foto tratta da: Carli, op. cit., 1989, p. 35.
6 Per un approfondimento sul tema si veda: AA. VV., Il Museo della Pietra Serena di Firenzuola, Polistampa, Firenze, 2002.
7 Foto tratta da: AA. VV., Il Museo della Pietra Serena di Firenzuola, Polistampa, Firenze, 2002, p. 20.