A seguito della costruzione della Diga di Alqueva nel sud del Portogallo, il paese di Aldeia da Luz fu sommerso. I suoi abitanti così come l’insediamento urbanistico dovettero essere trasferiti in un altro luogo. Lo spostamento del paese da Luz è un atto di sostituzione, un duplice e simultaneo atto di fondazione e distruzione. In questo doppio processo di trasformazione del paesaggio, il paese antico rimane come embrione concettuale: una prima natura elaborata durante secoli di appropriazione del territorio e una seconda pensata e costruita come una nuova identità. La fondazione del luogo, costituita dalla chiesa di Nossa Senhora da Luz, il cimitero trasposto e il museo dedicato ai territori da Luz, cercano di assorbire in una nuova situazione topografica e geografica le analogie con il luogo dell’antica chiesa di Nossa Senhora da Luz: la chiesa e il cimitero come forti elementi identificativi, preesistenze uniche, e il museo come elemento strutturante del nuovo sito, dotato della carica rappresentativa della sostituzione.
La chiesa di Nossa Senhora da Luz come edificio fondatore è un riferimento preciso che dà identità e nome al paese. Un processo di ricostruzione non si traduce soltanto in una ricostruzione storica, ma cerca di recuperare tutta la densità del sapere contenuto nello spessore dei muri. Un uso delle tecniche costruttive tradizionali permette di conservare le condizioni spaziali, termiche e la loro materialità. L’atto del ricostruire è un modo di dar corpo alla chiesa, permettendole di entrare in una nuova fase di trasformazione in continuità con la sua propria storia iniziata nel secolo XV. Il tempo le conferirà una nuova autenticità.
Vista dal Museo da Luz
Del cimitero antico rimane la figura geometrica regolare che accompagna i declivio del terreno, si reintroducono le quattro sezioni a livelli diversi che organizzavano la sua struttura e descrivono la storia della sua crescita, si conservano il principio di vicinanza fra tumuli e i loro orientamenti. Nel nuovo cimitero questi dati sono elementi di riconoscimento del luogo, che permettono di ricreare situazioni di luce e ombra associate ai rituali di visita. Costituiscono un’immaginaria traslazione a una nuova topografia materializzata in un tappeto di grosso spessore costruito con cocciame di marmo posato di coltello. Questo tappeto minerale e luminoso si stacca dal muro bianco del recinto, lasciando un intervallo di terra dove sono piantati cipressi. Il processo di smontaggio del paese di Aldeia da Luz ha portato in superficie indizi vari, tanto di carattere archeologico quanto antropologico, storico e architettonico, che abbracciano oltre il proprio paese tutto un territorio.
Vista del Museo da Luz e del patio degli oleandri
Il museo contiene nel suo disegno e nel suo materiale (lo scisto), la memoria della fondazione della valle del Castello da Lousa, rovina romana, segno di uno dei primi insediamenti umani in questo territorio. È uno spazio contenitore che permette di immagazzinare, classificare e comunicare questa informazione, risultato di tutto il processo di sostituzione che, oltre il registro fisico, stabilisce una complicità intenzionale fra la situazione dei due paesi. L’importanza della geologia e del paesaggio del luogo. La localizzazione strategica sull’asse est-ovest del paese evidenzia il suo carattere strutturante. Costruire il museo in scisto lo avvicina di più alla terra, al suolo scistoso e all’idea di fondazione. Il museo ridisegna la topografia del sito in un rapporto tellurico con il paesaggio, riflettendo la condizione di edificio come segno identificativo, dove i percorsi, i muri e la luce evidenziano elementi della propria cultura del territorio. Lo spazio interno del museo completa questa lettura evidenziando uno sguardo particolare sul paesaggio, costituendo una sequenza di luoghi legati fra loro con caratteristiche spaziali proprie – atrio, sala polivalente, sala per esposizioni temporanee, sala della memoria, sala da Luz e patio. Questa sequenza degli spazi disponibili, pensata dall’inizio per una collezione ancora non costituita, risponde all’immaterialità programmatica con una forte esposizione di materia: la parete doppia di cemento e scisto grigio. La sala da Luz come figura principale del museo ha costituito insieme con i camini di luce un unico segno visivo di presenza dell’edificio nel paesaggio.
È uno spazio di luce, una pagina bianca preparata per la scrittura di una sintesi della storia del territorio di luce in trasformazione. (P.P.+M.C.)
Viste di uno dei “camini di luce” dall’interno e di un patio interno
Scheda tecnica
Titolo dell’opera: Museo da Luz [Luogo del museo, chiesa e cimitero da Luz]
Indirizzo: Largo da Igreja Nª Sª da Luz, Luz, Mourão, Portogallo
Data di progettazione: novembre 1998 – luglio 1999
Data di realizzazione: gennaio 2000 – ottobre 2003
Committente: E.D.I.A. – Empresa de Desenvolvimento e Infra-estruturas do alqueva SA, Beja, Portogallo
Progettazione: Pedro Pacheco + Marie Clément, Lisboa, Portogallo
Design team: Pedro Pacheco, Marie Clément, Sara Antunes e Pedro Rogado
Ricerca e consulenze al progetto: Benjamim Pereira (Museologia, Etnografia) – Clara Saraiva (Antropologia) – Sandra Monteiro (Storia) – Sebastião Carmo Pereira (Paesaggista) – E.D.I.A. Archeological Team (Archeologia) – Laranja Azul (Materiali audio-visivi) – Atelier Henrique Cayatte (Logo e Graphic Design) – Alvaro Negrelo (Modelli)
Direzione lavori: E.D.I.A. – Empresa de Desenvolvimento e Infra-estruturas do alqueva SA, Beja, Portogallo
Morim Oliveira e Ricardo Brazão
Impresa di costruzione: Peixoto & Antunes Lda, Ermesinde, Portogallo
Humberto Sousa
Materiali lapidei utilizzati:
Esterni: Calcale Grigio scistoso di Luz, Mourão, Portogallo (Museo),
Calcale Blu scistoso di Pássaros, Luz, Mourão, Portogallo (Chiesa),
Calcale Grigio scistoso di Mourão, Portogallo, e Marmo Bianco di Estremoz, Portogallo (Cimitero)
Interni: Calcale Grigio scistoso di Luz, Mourão, Portogallo (Museo),
Calcale Blu scistoso di Pássaros, Luz, Mourão, Portogallo (Chiesa),
Calcale Grigio scistoso di Mourão, Portogallo (Cimitero)
Fornitura pietra: Soxisto – Sociedade de Exploração dos Xistos de Mourão, Mourão, Portogallo (Calcale scistoso)
Granimarques – Sociedade Unipessoal Lda, Mourão, Portogallo (Marmo Bianco)
Installazione pietra: Peixoto & Antunes Lda, Ermesinde, Portogallo
Humberto Sousa, maestro della pietra
Per una documentazione completa dell’opera Download PDF
Rieditazione tratta da Nuova estetica delle superfici, a cura di Vincenzo Pavan pubblicato da Marmomacc