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3 Ottobre 2011

Post-it

Max Dudler

Nasce ad Alterhein in Svizzera nel 1949 e si forma presso la Städel Schule di Francoforte con Günter Bock e all’Accademia di Belle Arti di Berlino con Ludwig Leo. Dal 1981 al 1986 ha lavorato come architetto nello studio professionale di Oswald Mathias Ungers, partecipando ai progetti Messehaus 9, la galleria e la torre sul Gleisdreieck per la fiera di Francoforte a Francoforte sul Meno

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3 Ottobre 2011

Post-it

“Timber Wave” di Amanda Levete al London Design Festival

Per il terzo anno consecutivo il London Design Festival prevede un ampio programma di attività che si terranno presso il Victoria & Albert Museum, nella zona occidentale della città. Quest’anno, in collaborazione con l’American Hardwood Export Council (AHEC) e Arup, l’architetta Amanda Levete dello studio AL_A, già vincitrice di numerosi premi, ha progettato una sorprendente installazione, “Timber Wave”, o onda di legno, in quercia rossa americana (American Red Oak) che a settembre incornicerà l’ingresso principale del museo per tutta la durata del London Design Festival.

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3 Ottobre 2011

XfafX

Intervista a Massimiliano Fuksas e Doriana Mandrelli

Elisa Poli intervista Massimiliano Fuksas e Doriana Mandrelli presso Palazzo Tassoni Estense in occasione della Lectio Magistralis XfafX svoltasi il 6 giugno 2011.

Massimiliano Fuksas (Roma, Italia, 1944) è sicuramente uno dei più noti architetti italiani a livello internazionale. Fermamente convinto della responsabilità “sociale” del fare architettura, da anni Fuksas è impegnato su un fronte di ricerca progettuale che lo porta ad affrontare le problematiche più differenziate, dalla scala architettonica a quella urbana, con la medesima sensibilità nei confronti delle specificità culturali del contesto di intervento. In particolare, nel suo lavoro Fuksas dedica notevole attenzione allo studio dei problemi urbani delle grandi aree metropolitane e specificamente alle periferie, incentrando la sua attività prevalentemente sulla realizzazione di opere pubbliche.

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26 Settembre 2011

Pietre d`Italia

Ardesia


Blocchi di ardesia in una cava in galleria della Val Fontanabuona.

“E tutta la città mi sembrò bella, coi suoi tetti di ardesia, umidi lucenti: mi parve una città dissepolta dal mare, ancora ricoperta di uno strato d’azzurro…”
Grazia Deledda

L’ardesia. Non c’è pietra che non sia così vicina al nostro vissuto.
Beh, nostro-nostro non proprio. O meglio, forse non a quello di quei poveri ragazzini che in classe studiano su tristissime lavagne bianche con pennarelli che chissà per quale misterioso motivo scrivono quasi esclusivamente su mani e vestiti e mai sulla lavagna…Io mi riferisco al vissuto di quei ragazzini di qualche lustro prima dove le lavagne erano nere, fatte si ardesia, appunto, e c’erano ancora i grembiuli, rigorosamente bianchi o blu. I tempi della Signora Maestra. Ma c’è comunque anche qualcun altro, molto più autorevole di me che, parlando della sua scienza proprio dal suo ruolo di “Maestro”, cita le lavagne: “[La Geometria serve] … a misurare i goffi, non vi essendo bilancia o passetto che meglio pesi o misuri quanto essi vagliano …, perché la pietra lavagna, sopra la quale si disegnano le figure geometriche, è la pietra di paragone degli ingegni e quelli che non riescono a tal cimento si possono licenziare non solo come inetti al filosofare, ma come inabili ancora a qualunque maneggio o esercizio della vita civile.”….riconosciuto? Lui, il “Maestro”, è nientemeno che Galileo Galilei.
Riproviamo. Forse va meglio con il tempo libero… biliardi. Vi piace giocare a biliardo? Bene, sappiate che sotto il panno verde, c’è una anima in pietra, una vera e propria lamina di ardesia, e gli italiani, credeteci, sono dei veri maestri nella realizzazione dei biliardi. Ma perché una base in pietra? Anzi in ardesia? Perché i piani realizzati con questo materiale oltre ad essere robusti e a garantire lunga durata nel tempo indipendentemente al posto dove vengono usati, sono di relativamente semplice lavorabilità. Ma in special modo assicurano perfetta planarità al piano da gioco che grazie all’uso di panni particolarmente idonei ad abbassare gli attriti garantiscono caratteristiche di scorrimento delle biglie con maggiore dinamica e velocità consentendo traiettorie molto regolari e di più lunga durata rispetto l’uso di altre tipologie di piani (attriti….chissà se Galileo Galilei, quando scriveva nel suo “Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attenenti alla meccanica e i movimenti locali”:«se tale spazio fusse interminato, il moto in esso sarebbe parimenti senza termine, cioè perpetuo”[…] in assenza di tutti gli impedimenti esterni e accidentari», già pensava tra sé e sé ad un qualche tipo di gioco, un biliardo d’antan….magari potrebbe esserne considerato il padre putativo!).

E non è finita, potremmo parlare di Genova, con i suoi tetti in ardesia o con i molti palazzi con la facciata a nord rivestita con questo materiale che, grazie alla sua bassa porosità funziona da ottimo cappotto isolante contro la pioggia che spesso batte proprio da nord: una distesa di “ciappe e abbæn”…..
Per parlare di questa pietra, dunque, faremo un viaggio ben preciso in quello che è il cuore di una delle migliori ardesie che si estrae al mondo, nella Fontanabuona, splendida valle a nord di Genova con sviluppo circa sub parallelo alla costa e che si sviluppa lungo lo stretto solco del torrente Lavagna.
Il nostro materiale1, campionato in uno dei filoni da sempre considerati più sani e migliori, proviene dalla cava di Zerli in Località Gazzo, Monte di Lorsica (GE), è stato sottoposto ad indagine petrografica effettuata analizzando una serie di sezioni sottili: due orientate perpendicolarmente al clivaggio ed una parallela alla scistosità, ed una analisi diffrattometrica a raggi X.


Stereomicroscopio 7 I. Aspetto dell’ardesia proveniente dalla Cava di Zerli in località Gazzo (GE).

Descrizione macroscopica2
Litotipo di origine sedimentaria sottoposta a blando metamorfismo, di colore di insieme grigio scuro. Ha grana fine tanto da non potersi riconoscere macroscopicamente i costituenti, anche se l’aspetto ed il tatto che lo caratterizzano lasciano ipotizzare tra i suoi costituenti la presenza di fillosilicati. Il materiale si presenta omogeneo, compatto, privo di fratture o di venature. Reagisce in presenza di acido cloridrico e si riga con una lama metallica.


Microscopio a luce polarizzata, nicol incrociati, 40 I. Clinocloro con colori di interferenza blu.

[photogallery]ardesia_album_1[/photogallery]

Descrizione microscopica3
litotipo sedimentario di metamorfismo di basso grado a tessitura finemente scistosa con rari blasti che possono raggiungere dimensioni massime pari a 100 micron. In sezione sottile si osservano rare strutture ad andamento vagamente occhiadino che possono raggiungere dimensioni di 500 micron generate da locale assenza, per irregolarità di sviluppo, dei piani scistosi.
Le dimensioni assolutamente ridotte dei costituenti non ne consente un completo riconoscimento tramite studio petrografico, che va quindi associato ad una analisi diffrattometrica a raggi X, la quale ha permesso di identificare la presenza di Quarzo, Calcite, Muscovite, Clinocloro arricchito di Fe , Albite ed Ortoclasio.
Alla luce di tale analisi, si può verificare che i granuli dimensionalmente maggiori sono costituiti prevalentemente da clinocloro dai tipici colori di interferenza blu anche in lacinie disposte parallelamente ai piani di scistosità e in subordine da quarzo monocristallino anche sub arrotondato, limpido. Sono presenti rare lacinie muscovitiche anche esse isoorientate ai piani di scistosità. Localmente, dispersi nelle sezioni sottili si notano tracce di probabili bioclasti ora non più definibili in quando sostituiti da calcite di neoformazione.
I carbonati e i minerali definiti con diffrattometria sono finemente distribuiti nella matrice che costituisce il materiale, generalmente non concentrati in vene né crepe o tasche irregolari.
I fillosilicati sono disposti sub parallelamente e come indicato dalla normativa europea UNI EN 12326-2 possiamo definire che dieci starti di miche occupano uno spazio di 300 micron e sono generalmente separati con spaziatura regolare. Solo localmente sono presenti rare tasche a struttura microcristallina a basso addensamento di clivaggio. I fillosilicati sub paralleli al clivaggio tendono ad essere continui (diagramma f e in subordine g di fig. A.1 della appendice A: Interpretazione petrografica della UNI EN 12326-2: 2005).

Definizione Petrografica (secondo EN 12407 e EN 12670):
ARGILLOSCISTO (SLATE*)
*Recommendations by IUGS Subcommission on the Systematics of Metamorphic Rocks: Very low to low-grade metamorphic rocks.

Analisi diffrattometrica ai raggi X4

I minerali identificati mediante analisi diffrattometrica ai raggi X effettuata nei campioni provenienti dalla cava di Zerli in località Gazzo (GE), confermano e sono di supporto all’indagine petrografica date le veramente esigue dimensioni dei costituenti. Come possiamo vedere in tabella 1 i costituenti presenti sono: Quarzo, Calcite, Muscovite, Clinocloro, Albite ed Ortoclasio. Tutti i primi quattro minerali sono riconoscibili anche petrograficamente a parte la bassa percentuale di muscovite riconoscibile in lacinie a causa delle dimensioni troppo piccole per poter essere discriminata. I Feldspati (Albite ed Ortoclasio), invece, sono troppo piccoli e privi di geminazione per essere riconosciuti anche agli ingrandimenti maggiori. Evidentemente parte di quei minerali a colore di interferenza grigi presenti nelle foto delle sezioni sottili a nicol incrociati sono proprio loro.

Scarica l’analisi completa

L’analisi diffrattometrica dell’Ardesia è stata gentilmente eseguita da PANalytical

Composizioni chimiche di alcune ardesie della Val Fontanabuona

Tratto e liberamente elaborato da Cuneo M. – Lessico dialettale della lavorazione dell’ardesia in Val Fontanabuona – formato pdf scaricabile da internet.

Le composizioni chimiche di quattro ardesie provenienti da diverse cave della Val Fontanabuona, sono molto eterogenee. In tutti i materiali è presente, assieme alla silice sempre particolarmente abbondante, una certa quantità di calcite variabile a seconda della zona di estrazione. In percentuale minore, e comunque in tenori sempre variabili, gli ossidi di Alluminio, Ferro e Magnesio.

Caratteristiche fisico-meccaniche

Valori tratti dal catalogo di Ardesia Mangini A.& D., (www.ardesiamangini.it)

Le ardesie liguri presentano in genere ottime caratteristiche fisico meccaniche e sono idonee all’uso in ambienti esterni anche in condizioni climatiche sfavorevoli. Per le loro doti di resistenza al gelo e di bassa imbibizione in presenza di acqua sono ideali per la realizzazione di rivestimenti parietali e manti di copertura.


Carta geologica d’Italia. Foglio 83, Rapallo.

Clikka sull’immagine per ingrandirla

[photogallery]ardesia_album_2[/photogallery]

Geologia e cave
Parlare della geologia delle ardesie della Fontanabuona e in linea di massima della zona genovese è una impresa alquanto vasta ed articolata in virtù della complessa storia geologica che proprio in questa zona si è sviluppata, essendo questo il punto nevralgico di contatto tra la catena alpina e quella appenninica.
è possibile affermare che tutta l’area è data dalla sovrapposizione tettonica di due imponenti insiemi, uno esterno umbro-toscano ed uno interno ligure-emiliano.
L’insieme umbro-toscano è formato alla base dallo zoccolo continentale sopra il quale ci sono le successioni di copertura sedimentaria di età variabile dal Mesozoico al Terziario che si presentano ampiamente scollate e deformate. Sopra queste, con vergenza da ovest verso est, l’insieme interno ligure-emiliano nel quale si riconosce la presenza di ofioliti, rocce di formazione tipicamente oceanica, mentre sembra mancante il substrato originario sul quale le ofioliti poggiavano forse cannibalizzato ed inghiottito in fase di sovrascorrimento sull’insieme sottostante. L’area quindi ha caratteristiche molto peculiari di transizione tra le Alpi e gli Appennini, e riflette l’evoluzione geodinamica che tutta l’area ha subito a partire dalla fine del Trias ed il Giurassico in coincidenza dell’inizio di apertura del bacino oceanico ligure-piemontese tra le due placche: europea ed apula. L’apertura di questo nuovo embrione di oceano è continuata fino alla fine del Cretaceo, quando la situazione si è invertita con l’impostazione di movimenti che da quel momento hanno portato alla convergenza e quindi allo scontro delle due placche. Questo ha comportato la subduzione della litosfera oceanica che costituiva il nuovo bacino ligure-piemontese che fino ad allora aveva continuato ad ingrandirsi, la sua conseguente chiusura e la successiva collisione continentale.
Tutta l’area ligure può quindi a buona ragione essere considerata un miscuglio di sovrapposizioni di unità di crosta oceanica e mantello, e su queste unità ne sono posizionate alcune prevalentemente flyschoidi, con caratteristiche litologiche tali da lasciar ipotizzare una loro derivazione da un margine continentale limitrofo. Talvolta questi flysch non sono metamorfosati, quasi a riprova della coesistenza di condizioni orogenetiche differenziate.
Le ardesie della Fontanabuona provengono dalla Formazione di Val Lavagna, lette dal punto di vista geologico come torbiditi precipitate da margini rialzati verso le parti distali e che si presentano come alternanza di scisti argillitici, arenarie silicoclastiche, ardesie, sottili orizzonti di arenarie calcaree gradate, marne e calcari marnosi. Le ardesie della zona in questione provengono da quello che è chiamato il Membro delle ardesie di Monte Verzi, costituito da alternanza di scisti, arenarie e calcareniti. Hanno composizione di marna argillosa con percentuali variabili, come visto, di CaCO3. Il colore scuro è prevalentemente imputabile alla presenza di pigmento grafitico.
Gli strati migliori per la coltivazione delle ardesie sono intercalati tra strati sterili arenacei, e nella Fontanabuona essi hanno entrambi direzione grossomodo NW-SE tendendo ad immergersi verso il fianco del monte con inclinazioni variabili, generalmente attorno ai 15 gradi, con uno spessore che può variare tra 2 e 15 metri. Non tutti gli strati sono sfruttabili poiché possono essere talora fratturati o poco potenti.
I campioni su cui sono state effettuate le nostre analisi provengono da quelli che sono considerati tra i migliori filoni della vallata cavati in galleria nella Ciapêa di Zerli ad una profondità che supera ormai i 70 metri.


Ardesia con superficie “a spacco”.

[photogallery]ardesia_album_3[/photogallery]

Usi del materiale
L’ardesia viene cavata in blocchi più o meno grandi a seconda delle condizioni della cava e delle esigenze; successivamente tali blocchi vengono ridotti in lastre (s-ciapâ) che possono raggiungere addirittura spessori di 1 mm. Un tempo esse erano sfaldate direttamente in cava per mezzo della sc?péle, perché i blocchi ancora intrisi dell’acqua di cava sono molto facili da lavorare oltreché da sfaldare. Oggi, una imboiaccatura del blocco con fango d’ardesia ed un suo impacchettamento con un film plastico consente di preservare tale umidità e quindi di poter s-ciapare i blocchi anche dopo il loro trasporto in azienda
La maggior parte del materiale un tempo preparato in cava veniva usata quale materiale da tetto (l’abaìn, le classiche lastre per i tetti genovesi di lato 57 o 58 cm x 5 mm di spessore; la canéla, lastra non pregiata spesso ricavata da ritagli per il mercato locale a dimensioni non fisse e spessore di 9-10 mm; la bastarda di dimensioni variabili anche se per un unico tetto si manteneva la costanza dimensionale e spessori di 7-9 mm ) ed era direttamente portato al luogo di utilizzo, o fino alla spiaggia per le spedizioni via mare. L’uso dell’ardesia è sempre stato abbastanza diversificato: a parte gli abbaini, le lastre per la realizzazione dei tetti, di dimensioni variabili a seconda delle esigenze e dei luoghi di utilizzo – si ricordano gli scaglioni romboidali per le copertura di tetti a cupola di chiese – ma anche le lastre per realizzare pavimenti, gradini, stipiti, soglie, davanzali, lastre tombali, architravi di porte e finestre, vere da pozzi, sedili, ripiani per mobili di lusso.


Operazione di separazione di lastre da un blocco di ardesia in un laboratorio della Val Fontanabuona.

Un tempo l’ardesia veniva usata anche per realizzare recipienti, lavatoi, i quadri elettrici e anche come base materica per dipinti di particolare pregio.
Oggi l’ardesia è ricercata per la realizzazione di piani da biliardi, per l’edilizia, per l’interior design: l’essenzialità ed il rigore di questo splendido materiale lo rendono a ragione tra i più apprezzati nella realizzazione di tavoli, camini, top, oggetti di design e arredamento. La banca Dexia in Lussemburgo è interamente rivestita di ardesia, come pure alcuni centri commerciali a Barcellona. L’ardesia è inoltre apprezzata nella scultura contemporanea: Oto Tinteri, scultore e pittore sardo di origine ma genovese di adozione ha realizzato l’opera dedicata ad Amelia Earhart ora esposta nella sala del check-in dell’aeroporto genovese Cristoforo Colombo.
Il nobile minimalismo di questo materiale assolutamente unico è inoltre sempre più spesso portavoce di un atteggiamento “green thinking”, veicolato da interessanti sperimentazioni di architettura e design.

di Anna Maria Ferrari

logo_tenax

I campioni di Ardesia utilizzati per l’analisi petrografica sono stati gentilmente forniti da ARDESIA MANGINI A. & D. (www.ardesiamangini.it)

Note
1 Numero accettazione campioni: 689
2 Metodo d’analisi secondo normativa europea EN 12407 Natural Stone Test Methods – Petrographic examination. e EN 12670 Natural Stone Terminology
Strumento: stereomicroscopio Olympus SZX – FOF 4J02049. Analisi effettuata su lastrine differenti di materiale tal quale. Operatore Dr. Anna Maria Ferrari
3 Metodo d’analisi secondo normativa europea EN 12407 Natural Stone Test Methods – Petrographic examination. e EN 12670 Natural Stone Terminology , in accordo con Recommendations by IUGS Subcommission on the Systematics of Metamorphic Rocks: Very low-to low-grade metamorphic rocks
Strumento: microscopio a luce polarizzata Olympus BX51TRF 4M23804. Analisi effettuata su 3 sezioni sottili di dimensioni standard. Operatore Dr. Anna Maria Ferrari
4 Analisi diffrattometrica a raggi X effettuata con Diffrattometro Panalytical X’PERT PRO presso la casa madre PANalytical srl., via Cadore 21, 20035 Lissone, MI

Bibliografia
A.A.V.V.- Carta Geologica d’Italia. Foglio 83 Rapallo.
A.A.V.V.- Note illustrative della Carta Geologica d’Italia. Foglio 83 Rapallo, Foglio 94 Chiavari.
A.A.V.V.-per I.C.E. (1982) – Marmi Italiani – F.lli Vallardi, Milano.
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A.A.V.V. (1989) – Manuale dei Marmi, Pietre e Graniti – 3 voll., F.lli Vallardi, Milano.
A.A.V.V. – (2006) Provincia di Genova Torrente Lavagna. Piano di bacino stralcio per la difesa idrogeologica, geomorfologica, per la salvaguardia della rete idrografica e per la compatibilità delle attività estrattive. Fascicolo 2. formato pdf scaricabile da internet.
A.A.V.V. – (2006) Provincia di Genova Torrente Lavagna. Piano di bacino stralcio per la difesa idrogeologica, geomorfologica, per la salvaguardia della rete idrografica e per la compatibilità delle attività estrattive. Fascicolo 3. formato pdf scaricabile da internet.
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Blanco G. (1993) – Le pietre ornamentali in architettura – La Nuova Italia Scientifica, Roma.
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Cortesogno L., Palenzona A. (1986) – Le nostre rocce. Le rocce della Liguria. Riconoscerle e capirne la storia. SAGEP Editrice, Genova.
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Greenstone Slate Guide to Roof Installation – (2002) formato pdf scaricabile da internet.
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Pandolfi D. e O. (1991) -La cava– Belforte Grafica, Livorno.
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Pieri M. (1964) – I marmi d’Italia – Hoepli, Milano.
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Pedemonte E., Princi E., Vicini S. – Ardesia, pietra di Liguria – la chimica & l’industria n.5 – Giugno ’07 formato pdf scaricabile da internet.
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Rodolico F. (1953) – Le pietre delle città d’Italia – Le Monnier, Firenze.
Santamaria R. – I colori del marmo: pietre policrome in Liguria tra i secoli XVI e XVIII – formato pdf scaricabile da internet.
Slate- An Architect’s Guide to working with Slate North Country Slate – formato pdf scaricabile da internet.
Tresoldi N. – Ardesia….non solo biliardo – Articolo pubblicato su “Genova Impresa” – Bimestrale di Assindustria Genova – n. 5/2005 formato pdf scaricabile da internet.
Vanossi M – (1994) Guide Geologiche Regionali – Alpi Liguri – a cura della Soc. Geol. It., pp 249, 1 pl, BE-MA, Milano.
Zanzucchi G. (2002) – Guide Geologiche Regionali -Appennino Ligure-Emiliano-, a cura della Soc. Geol. It., pp. 382, 1 pl, BE-MA, Milano.

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22 Settembre 2011

News

PROGRAMMA FORUM DEL MARMO
Marmomacc 2011

Verona fiere 21-24 Settembre 2011
SPAZIO FORUM – PADIGLIONE 7

Coordinamento generale: Vincenzo Pavan

CONVEGNI – LECTURES – PRESENTAZIONI – PREMIAZIONI

MERCOLEDÌ 21 SETTEMBRE
ore 14.15 – Master Progettazione Pietra, Politecnico di Milano
Lecture: Barbara Boni

ore 15.00 – Premiazione Concorso Marmodesign ‘10
Consorzio Marmisti Bresciani

ore 18.00 – Premiazione Best Communicator Award 2011

GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE
ore 10.30 – Tavola Rotonda
Strategie di progettazione litica nelle Università
Coordinamento:
Massimiliano Caviasca
Interventi:
Giorgio Cacciaguerra, Andrea Ciotti, Claudio D’Amato, Marco Ferrero, Francesco Girasante, Marina Molon, Vincenzo Pavan, Domenico Potenza, Piero Primavori

ore 12.30 – Presentazione del volume “I tesori della Provincia di Trapani”:
Giuseppe De Giovanni, Facoltà di Architettura di Palermo

ore 13.00 rinfresco

ore 14.15 – Master Progettazione Pietra, Politecnico di Milano
Lecture: Massimiliano Nocchi

ore 15.00 Lecture:
Giuseppe Fallacara, Facoltà di Architettura di Bari
Christian Pongratz, Texas Tech University

ore 16.00 – Mario Botta
Premio Le Donne del Marmo 2011

ore 17.00Lecture:
Setsu e Shinobu Ito, Studio ITO Design, Milano

VENERDÌ 23 SETTEMBRE
ore 10.30 –
Master Progettazione Pietra, Politecnico di Milano
Lecture: Stefano Poli

ore 11.30 – Presentazione del volume:
“Manuel Aires Mateus, Un Tempio per gli Dei di Pietra” Libria Editrice
Federico Bucci, Politecnico di Milano

ore 12.00 Lecture:
Kjetil Thorsen (Snøhetta), Oslo
in collaborazione con Facoltà di Architettura di Ferrara

ore 13.00 rinfresco

ore 15.00 – Convegno:
L’Aquila. Le pietre della ricostruzione
Coordinamento:
Carlo Pozzi
Interventi:
Paolo Marconi, Facoltà di Architettura Roma Tre
Roberto Collovà, Facoltà di Architettura di Palermo
Maurizio D’Antonio, Provveditorato ai LL.PP. per la Ricostruzione
Claudio Varagnoli, Facoltà di Architettura di Pescara
Vincenzo Latina, Facoltà di Architettura di Siracusa

SABATO 24 SETTEMBRE
Museo di Castelvecchio, Verona – Sala Boggian

ore 10.00 – Cerimonia di premiazione:
International Award Architecture in Stone – 12th Edition
Coordinamento:
Vincenzo Pavan
Interventi:
Thomas Herzog, Monaco
Max Dudler, Berlino
Victor López Cotelo, Madrid
Zhang Ke, standardarchitecture, Pechino
Manuel Aires Mateus, Lisbona
Sameep Padora, Mumbai
Dimitri Konstantinidis, Atene
Lodovico Sella, Fondazione Sella, Biella

MOSTRE
Premio Internazionale Architetture di Pietra – 12a Edizione
L’Aquila. Le pietre della ricostruzione
Il progetto litico nella Didattica e nella Formazione
Decowall / Giuseppe Fallacara
Caldia Cube
Luce e Materia / Raffaello Galiotto
Paolo Ulian
Thinking about the History
Progettare e costruire con la pietra / Casabella

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19 Settembre 2011

XfafX

Snøhetta
lectio magistralis


Oslo Opera House, Oslo, 2008

lectio magistralis
Sincretismo

23 settembre 2011 ore 17.30
Palazzo Tassoni Estense
Salone d’Onore
Via della Ghiara 36, Ferrara

Iscriviti alla Lectio magistralis
(fino ad esaurimento posti)

_________________________

Programma
17.15 Registrazione invitati

17.30 Introduzione
Alfonso Acocella
Facoltà di Architettura di Ferrara

17.45 Presentazione critica
Davide Turrini
Facoltà di Architettura di Ferrara

18.00 Lectio magistralis
Sincretismo
Kjetil Trædal Thorsen

PROMOTORI
Università degli Studi di Ferrara
Facoltà di Architettura di Ferrara

SOSTENITORI GENERALI XFAFX
AHEC American Hardwood Export Council
Casalgrande Padana
Il Casone
Lithos Design
Pibamarmi
Giuseppe Rivadossi
Viabizzuno

Lectio in collaborazione con
Marmomacc

PATROCINI E COLLABORAZIONI
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Emilia Romagna / Provincia di Ferrara
Comune di Ferrara
ADI / SITdA / CNA
Ordini Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori
Province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena,
Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Verona

PARTNER
Fassa Bortolo
Libria
Nardi
Sannini

Canali istituzionali
www.xfafx.it
www.unife.it/facolta/architettura
www.materialdesign.it

Contatti
ufficiostampafaf@unife.it

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19 Settembre 2011

XfafX

Max Dudler
Lectio magistralis


“Jacob-Und-Wilhelm-Grimm Zentrum”
Biblioteca centrale della Humboldt-Universität zu Berlin. Rivestimento pareti in legno di ciliegio americano.
Berlino, 2004-2009, foto Stefan Müller

lectio magistralis
Continuità

22 settembre 2011 ore 17.30
Palazzo Tassoni Estense
Salone d’Onore
via della Ghiara 36, Ferrara

Iscriviti alla Lectio magistralis
(fino ad esaurimento posti)

_________________________

Programma
17.15 Registrazione invitati

17.30 Introduzione
Daniele Pini
Facoltà di Architettura di Ferrara

17.45 Presentazione critica
Andrea Rinaldi
Facoltà di Architettura di Ferrara

18.00 Lectio magistralis
Continuità
Max Dudler

PROMOTORI
Università degli Studi di Ferrara
Facoltà di Architettura di Ferrara

SOSTENITORI GENERALI XFAFX
AHEC American Hardwood Export Council
Casalgrande Padana
Il Casone
Lithos Design
Pibamarmi
Giuseppe Rivadossi
Viabizzuno

 

Lectio in collaborazione con
Marmomacc

PATROCINI E COLLABORAZIONI
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Emilia Romagna / Provincia di Ferrara
Comune di Ferrara
ADI / SITdA / CNA
Ordini Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori
Province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena,
Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Verona

PARTNER
Fassa Bortolo
Libria
Nardi
Sannini

Canali istituzionali
www.xfafx.it
www.unife.it/facolta/architettura
www.materialdesign.it

Contatti
ufficiostampafaf@unife.it

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16 Settembre 2011

News

L’Aquila
Le Pietre della ricostruzione

L’Aquila
Le Pietre della ricostruzione

a cura di Domenico Potenza e Carlo Pozzi

LA MOSTRA
L’allestimento della mostra documenta il patrimonio storico delle “pietre” aquilane cosi come erano prima degli eventi disastrosi del 06 aprile 2009 e come si presentarono immediatamente dopo il terremoto, attraverso un allestimento fotografico con i materiali prodotti da CARSA per la pubblicazione “L’Aquila una citta d’arte da salvare¡”.
Una piccola sezione della mostra e dedicata anche all’approfondimento didattico di alcuni progetti elaborati dalla Facolta di Architettura di Pescara per il centro storico di Poggio Picenze, borgo aquilano con una forte identita legata alla lavorazione della pietra.
– il patrimonio storico da recuperare (materiali fotografici CARSA)
– restauro della fontana delle 99 cannelle (materiali iconografici del FAI)
– attivita di rilevo ed indagine dello stato di degrado dell’architettura di pietra e suoi aspetti specifici (studi e ricerche elaborati dal Dipartimento di Storia e Restauro della Facolta di Architettura di Pescara)
– attivita di ricerca e sperimentazione progettuale sulle ipotesi di ricostruzione dell’architettura lapidea (coinvolgimento dei Dipartimenti di Progettazione IDEA-DART), esperienze significative, caso di studio_ Poggio Picenze.
– Litoteca dei materiali con 1_allestimento di alcuni frammenti lapidei recuperati durante i lavori di messa in sicurezza dei monumenti 2_allestimento di materiali lapidei locali disponibili per il restauro di pezzi e frammenti significativi 3_allestimenti di materiali lapidei (provenienti da altre localita) che si offrono alla ricostruzione diffusa degli edifici

PRESENTAZIONE DELLA PUBBLICAZIONE E DEL VIDEO
– pubblicazione_

L’AQUILA_una citta d’arte da salvare, AAVV, CARSA edizioni 2009 con testi di
Claudia Conforti, Maurizio D’Antonio, Marialuce Latini, Pierluigi Prosperi, Francesco Sabatini, Elpidio Valeri
– Video proiezione_
n.2 due video animazioni delle immagini prodotte dal Commissariato Governativo per la Ricostruzione

IL CONVEGNO e L’APPROFONDIMENTO SCIENTIFICO
Veronafiere 23 settembre 2011 ¡V ore 15.00

Il tema e quello della ¡§ricostruzione tra conservazione ed innovazione¡¨ nella declinazione di aspetti diversi e contenuti plurali dell’intervento litico.
La conservazione non puo essere disgiunta dalla innovazione come la storia non puo fare a meno dell’identita

INTERVENTI
– Maurizio D’Antonio (Provveditorato ai LL.PP. per la Ricostruzione)
La dimensione tecnica del problema con particolare riferimento ai monumenti ed al tessuto edilizio diffuso che, nel caso dell’Aquila, e molto esteso intendendo quell’ampia parte di citta antica ma non necessariamente storica.
– Paolo Marconi (Facolta di Architettura di Roma)
sui temi della conservazione e del restauro a partire dalla necessita di operare attraverso una profonda conoscenza della storia, intorno alla quale proporre modi, materiali, tecniche e forme del recupero.
– Roberto Collova (Facolta di Architettura di Palermo)
sui temi della ricostruzione operata a partire dalla necessita di stabilire un dialogo a distanza con la storia (laddove non esistono piu possibilita di un racconto filologico delle strutture distrutte)
– Claudio Varagnoli (Facolta di Architettura di Pescara)
studi_ricerche_esperienze di progetto_
– Vincenzo Latina (Facolta di Architettura di Siracusa)
studi_ricerche_esperienze di progetto_
coordina l’incontro Carlo Pozzi (Facolta di Architettura di Pescara)

Scarica l’invito

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12 Settembre 2011

Design litico

G Club Fitness & spa a Vimercate
Stefano Fumagalli


L’articolazione dei piani orizzontali; le differenti caratterizzazioni degli spazi per il relax.

I numerosi grandi interventi a destinazione commerciale e per il terziario nelle periferie metropolitane spesso si avvalgono dell’impiego di sistemi di prefabbricazione pesante, a creare in tempi ridotti contenitori edilizi di grandi volumetrie. Ciò induce ad una progettazione degli interni successiva al completamento dei fabbricati, che deve fare i conti con caratteristiche dimensionali immodificabili. Non pare questo del tutto il caso del G Club Fitness & spa a Vimercate: situato ai piani bassi di un edificio multipiano, si dota infatti sia di una vasca parzialmente rialzata rispetto ai calpestii circostanti, sia di una piscina le cui profondità devono essere note già in fase di progetto.
Allo scavo operato al suolo per la vasca principale, affiancato ad occasioni puntuali di sopraelevazione rispetto al piano di calpestio, risponde superiormente un’alternanza di sfondati e lucernari. Da questi ultimi proviene una buona dose di luce naturale. La ricchezza di luce interna è accresciuta artificialmente dall’inserimento di linee luminose a sorgente nascosta, poi da corpi lampada a vista sia a luce calda sia a luce fredda, quindi dal gioco di riflessi sull’acqua delle vasche e sulle vetrate laterali. La sfumatura calda o fredda della luce contribuisce a dare corpo ai dettami cromoterapici applicati lungo lo specifico percorso a cui sono chiamati i fruitori degli spazi: gli attraversamenti segnati dalla luce accentuano infatti quanto con coerenza pure proposto con le temperature dell’acqua, con le atmosfere dei materiali, con le attività assegnate a ciascun ambiente. Questo centro propone attrezzature per il relax quali idromassaggio, sauna, biosauna, bagno turco, vasca e docce tropicali; propone parallelamente attività faticanti: nella piscina da 25 metri a 4 corsie oltre al nuoto libero si svolgono corsi di acquagym e idrobike.
A maggior ragione in un centro benessere al chiuso, ove non ci si possa avvantaggiare della visuale panoramica sul paesaggio, la ricerca del benessere sensoriale ed il riscatto dell’artificialità del mondo all’esterno è perseguito mediante la naturalità dei materiali: pietra, acqua e legno conferiscono tranquillità ed armonia sensoriale, aiutando l’ospite a conciliare corpo e mente.


Alcuni dettagli di posa delle lastre lapidee; la vasca per l’idromassaggio.

La pietra è applicata orizzontale e verticale. La posa orizzontale assolve al tema fondamentale per i centri benessere di fornire una soluzione altamente tecnica ed al contempo altamente funzionale ai camminamenti, linee guida dei fruitori nell’attraversamento degli spazi. La posa verticale costituisce lo sfondo di ogni scenario interno ed il primo contatto offerto alle mani di ciascuno.
L’arenaria Giallo Girasole fornita da Il Casone lega tutti gli spazi, accompagna il visitatore attraverso le sale come a voler creare ulteriore percorso dei sensi, ora nel calpestio ora nelle pareti rivestite o nelle stesse piscine. La scelta ricaduta sulla pietra anche per lo spazio centrale occupato primariamente dall’acqua e dai riflessi del grande lucernario, la rende definitiva protagonista del progetto. La vasca, con l’idromassaggio ed i gradini che accompagnano l’ospite ad immergersi, pare il risultato dell’intaglio nell’unico monolite: è in realtà rivestita con lastre lapidee dello spessore di 4 cm; sul perimetro la pavimentazione si ribassa rispetto al resto del calpestio ad alloggiare le raccolte dell’acqua. Precisi intagli negli spessori della materia mitigano l’impatto delle integrazioni impiantistiche.
La superficie lapidea, sabbiata e resa così ruvida per le necessità antiscivolo nelle zone più prossime alla piscina, è levigata nel resto della pavimentazione; la stessa pietra, in grandi formati, è pure utilizzata per vestire le paraste, che alternandosi a porzioni d’involucro tinteggiate e ad ampie vetrate, creano quinte suggestive nelle pareti perimetrali. Le lastre, dello spessore di 2 cm e tagliate secondo le misure definite a casellario, sono sabbiate e posate sfalsate a suggerire una sorta di movimento visivo nella parete del corridoio, oltre i divisori in cristallo. La medesima pietra si estende inoltre alle docce secondo i modi applicativi del mosaico: accompagna così la sinuosità delle pareti curve, evidenziando ancora una volta la molteplicità di declinazioni di cui il materiale lapideo è capace.
Le fotografie sono di Giovanni De Sandre.


Il gioco di riflessi sull’acqua; una doccia con rivestimento a mosaico.

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di Alberto Ferraresi

Vai al sito di G Club Fitness & spa
Vai al sito Casone
Vai al sito di Giovanni De Sandre

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9 Settembre 2011

News

Forum del Marmo
IDEE, OPERE E PROSPETTIVE DEL PROGETTO LITICO

46a Marmomacc – Verona 21/24 settembre 2011
Dopo il successo dell’edizione dello scorso anno il Forum del Marmo si conferma fisicamente e idealmente come luogo di Marmomacc dedicato a mostrare, discutere, approfondire contenuti teorici, opere e realizzazioni architettoniche e paesaggistiche, esperienze didattiche legate al mondo della pietra.
La sua localizzazione nel cuore dell’area dedicata alle mostre di architettura e design nel Pad. 7B lo identifica come punto di incontro della cultura della pietra.
Anche per la 46a Marmomacc il Forum del Marmo raccoglierà mostre, convegni, conferenze, lezioni universitarie, seminari e incontri organizzati in modo continuativo in uno spazio speciale dove si alterneranno architetti e designer, professori di vari rami della tecnologia e della ricerca litica provenienti da varie sedi universitarie, tecnici ed esperti di progettazione digitale, geologi e ambientalisti, gruppi di ricerca di Facoltà di architettura, ingegneria e design.
Per i quattro giorni della durata di Marmomacc, dal 21 al 24 settembre, il Forum del Marmo sarà quindi luogo di incontro di diversi saperi e discipline aperto, oltre che ad architetti, ingegneri, designer, studenti e tecnici, anche ad operatori, produttori e visitatori interessati all’approfondimento dei temi litici.
Sarà soprattutto l’occasione per mondo universitario e giovani architetti di incontro e di conoscenza, di scambio di esperienze, di ricerca e di nuova progettualità all’interno di una manifestazione fieristica che offre il meglio dei materiali lapidei e della ricerca sulla loro lavorazione e applicazione.

MOSTRE
Tra le mostre che formano il nucleo centrale del Forum del Marmo si ricordano:

1) Premio Internazionale Architetture di Pietra
XII Edizione della mostra, a cadenza biennale, dei progetti premiati dalla Giuria internazionale.
Le cinque opere contemporanee selezionate, insieme al premio “ad memoriam” e al premio “architettura vernacolare”, saranno documentati da disegni, foto, plastici e video, mentre i materiali litici utilizzati saranno raccolti in una apposita “marmoteca”.

2) Il progetto litico nelle università
Una serie di mostre dei migliori elaborati dei corsi di “Progettazione con la Pietra” convenzionati o promossi da Marmomacc in collaborazione con varie sedi universitarie: Politecnico di Milano, Polo Universitario di Mantova, Facoltà di Architettura di Ferrara, Facoltà di Ingegneria di Trento, Facoltà di Architettura di Pescara, Facoltà di Ingegneria di Roma, Politecnico di Bari, Facoltà di Ingegneria di Catania, École Nationale Supérieure d’Architecture Paris-Malaquais, Facoltà di Architettura di Budapest, Texas Tech University.

3) Luce e Materia di Raffaello Galiotto per Solubema
Un affascinante gioco di specchi per indagare il rapporto tra luce e materia litica.
Ideato e realizzato da Raffaello Galiotto con i preziosi materiali litici delle aziende Solubema (Portogallo) e Merbes-Sprimont (Belgio), la mostra, come in un divertente gioco di specchi, dialoga con superfici opache ed assorbenti o lucide e riflettenti che, in funzione della luce, si comportano come gli specchi deformanti, creano anamorfosi e fenomeni di traslucenza.
Ponte fra sapienza antica e sperimentazioni tecnologiche all’avanguardia, questa mostra è il connubio di un lungo e puntuale percorso di ricerca storica e creativa del designer e dell’abilità nella lavorazione dei materiali lapidei effettuati con sofisticati software, macchinari a controllo numerico e lavorazione artistica artigianale. Litotipi: Nero del Belgio e Vigaria del Portogallo

4) Il marmo tra classicità e contemporaneità di Paolo Ulian per Le Fablier
(testo di Marco Romanelli)
«E queste idee, come ben possiamo vedere analizzando gli straordinari oggetti disegnati per Le Fablier, sono in realtà di due tipi. Pur partendo dallo stesso principio metodologico, credo testimonino due distinti approcci di Paolo al progetto. Da un lato ci sono gli oggetti “estroversi”, dall’altro quelli “introversi”. I primi accettano l’espressività, i secondi declinano il silenzio. I primi conoscono il barocco e l’effetto trascinante dato dalla sovrapposizione, nonché la poesia della curva. I secondi testimoniano di come il marmo sia di per sé una superficie decorata e quindi non abbia bisogno di null’altro che non sia la sua grana e la sua vena».

PREMI, CONVEGNI, LECTURES, INCONTRI
Fra i principali eventi e attività convegnistiche, a cui si aggiungeranno altri in fase di programmazione, si annoverano:
1) Best Communicator Award Cerimonia di premiazione
2) Premio “Le Donne del Marmo” Cerimonia di premiazione
3) L’Aquila. Le pietre della ricostruzione
Convegno su metodologie ed esperienze di restauro e ricostruzione di edifici in pietra in zone sismiche.
4) Designer in Fiera
Interventi di autori delle installazioni e delle opere esposte nelle mostre di “Marmomacc Meets Design”, distribuite nei padiglioni della Fiera.
5) Master Politecnico di Milano
Lectures collegate ai programmi didattici del Master di Progettazione in Pietra del Politecnico di Milano distribuite durante le giornate di Marmomacc.
6) Territori della ricerca litica
Conferenze, lectures, incontri proposti da università italiane ed estere
7) Corsi Formativi AIA – RIBA – RAIC
Lectures specifiche sui temi programmati nel corso formativo per professionisti organizzato da Marmomacc nel 2011.

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