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8 Aprile 2013

Design litico

Il design d’autore per la pietra di LITHEA


Lavabo Ciuri, design Marco Piva

Nasce nel 2008, da un’idea di Patrizia Furnari, il nuovo brand di interior design LITHEA, un progetto che prende vita da una collaborazione con l’azienda MGM FURNARI, realtà siciliana attiva dal 1960 nel campo della lavorazione dei materiali lapidei.
Il nuovo gruppo LITHEA sceglie la strada della sperimentazione all’insegna di un artigianato al servizio del progetto di design; un progetto d’autore che vede il dispiegarsi di una stretta collaborazione tra azienda e designer, capace di dare valore aggiunto al prodotto aziendale e di porre il design e il suo progettista come motore del progetto che spinge l’azienda a varare nuovi orizzonti formali, funzionali e tecnologici.
Il nome LITHEA si lega nel corso di questi anni ad abili designer attraverso i cui progetti l’azienda apre la realtà artigianale locale al panorama internazionale; è grazie a tale strategia progettuale e produttiva che LITHEA propone forme innovative sia per l’ambiente bagno che per gli altri spazi dell’abitazione, offrendo un’ulteriore dimostrazione che la pietra, negli ultimi anni, sta partecipando a pieno titolo all’evoluzione del design materico in chiave contemporanea.

Michele De Lucchi, Marco Piva e Fabio Fazio per nuovi rivestimenti lapidei


Rivestimento Petra, design Marco Piva

Il rivestimento parietale si rinnova attraverso l’utilizzo del materiale tradizionale per eccellenza, la pietra.
È il marmo, in particolare, la materia scelta da LITHEA per le piastre di rivestimento proposte alla sua clientela, un rivestimento parietale lapideo che si sostituisce al più tradizionale ceramico o marmoreo liscio per gli ambienti del bagno e della cucina. La nuova proposta nasce per avvolgere gli ambienti domestici in una nuova, suggestiva, atmosfera; le stanze della casa, dal salotto, alla sala da pranzo, alla stanza da bagno, vengono ridisegnate dalle nuove superfici parietali. Gli elementi di rivestimento, lavorati superficialmente, divengono allo stesso tempo nuovo complemento d’arredo, strato protettivo parietale e superficie facilmente lavabile.
I designer italiani Michele De Lucchi, rinomato progettista e professore presso il Politecnico di Milano, Marco Piva, fondatore, nel 2002, di “Atelier Design” e Fabio Fazio, responsabile del progetto di design dell’azienda, attraverso personalità e metodologie progettuali diverse, scelgono e studiano individualmente composizioni di cromia marmorea e texture di superficie avvalendosi dell’esperienza decennale derivante dall’azienda MGM FURNARI, capace di unire felicemente artigianalità dell’uomo e processi produttivi automatizzati.
Nel 2009 Michele De Lucchi sceglie la pietra lavica per disegnare sulla sua superficie nera un “decoro geologico” in forma di disegno geometrico composto da tre semplici moduli ripetibili che giocano sull’effetto della pietra dato dalla conformazione cristallina interna della lava, ormai indurita.


Decoro geologico, design Michele De Lucchi

[photogallery]lithea_album_1[/photogallery]

Nel 2010 Marco Piva progetta il rivestimento Petra, in marmo Grigio Billiemi; uno studiato gioco tra venature della pietra e disegno inciso che arricchisce le lastre di ondulazioni a contrasto, modulate dall’alternanza di effetti satinati o sabbiati, lucidi od opachi.
Due anni dopo, in occasione del Salone del Mobile, Piva progetta tre texturizzazioni superficiali per moduli quadrati in marmo bianco Carrara, bianco Fenice, pietra Lavica, marmo Nero, grigio Luna e crema Tunisi: Morse, Digital Flower e Quark, un affascinante e mutevole ritmo di contrasti tra luci ed ombre che arricchiscono l’ambiente domestico di nuovi linguaggi decorativi.
“Ho sempre considerato il marmo e la pietra non come materia inerte, ma come materia viva e reattiva, come volumi e superfici da modellare, incidere, texturizzare” dice lo stesso Piva. Così Morse riprende il ritmo dei codici QR, necessari ai nuovi processi di lettura digitale delle informazioni, Digital Flower compone delicati disegni floreali attraverso una serie di forature superficiali, Quark propone una superficie animata da tracce simili a quelle lasciate dalle particelle subatomiche.
Il rivestimento Round è invece un prodotto della creatività di Fabio Fazio che, attraverso la composizione di piccoli tasselli cilindrici che fuoriescono dalla superficie di marmo, crea tre moduli componibili caratterizzati, anch’essi, da una rinnovato ricamo superficiale. L’artificialità di quest’ultimo si oppone ad altre tre proposte, identificale dalle loro superfici avvolgenti e dall’effetto naturale: sono le texture Bolle, Trame e Dune.

L’innovazione del design per l’ambiente bagno


Ciottolo, design Fabio Fazio

[photogallery]lithea_album_2[/photogallery]

Il lavabo, uno dei due elementi d’arredo per eccellenza della stanza da bagno insieme alla vasca, nuovo simulacro della purificazione corporea, diviene scultura lapidea dal design ricercato e dalle forme sinuose e avvolgenti. Negli ultimi anni il progettista designer ne studia l’evoluzione formale, materica, cromatica associando il proprio nome a ciascun progetto oltre che a quello dell’azienda; si viene così a creare un trinomio identificativo di ciascun prodotto.
LITHEA decide di dedicare gran parte delle proprie produzioni a questo oggetto così ricco di modalità di utilizzo, di posizionamenti all’interno dell’ambiente che lo accoglie e, di conseguenza, di forme, materiali, colori.
Marco Piva per LITHEA propone tre progetti in cui il marmo bianco di Carrara e il grigio Billiemi sono protagonisti incontrastati. Sono i lavabi Unna, Naca e Ciuri, tre lavabi dalle forme sinuose scavate nel marmo e disegnate dalle sue venature che rendono ciascun pezzo unico e irripetibile. Unna è un pilastro modellato superiormente in forma ondulata, è un ripiano dalla superficie sinuosa, è un foglio ondulato di marmo; Naca richiama forme antiche, anch’esse lavorate secondo curvature differenziate; Ciuri, segnalato ADI Design Index nel 2011, è un nobile semicilindro in marmo sul quale poggia, a sbalzo, un fiore marmoreo (“ciuri” in dialetto siciliano) che riceve l’acqua da una colonna in acciaio.
La forma organica, la superficie levigata e le venature del marmo caratterizzano i Ciottoli disegnati da Fabio Fazio, delle grandi pietre morbide che accolgono l’acqua al loro interno; l’organicità dei Ciottoli si geometrizza nei lavabi le Dune e le Curve, la fonte è ancora una volta la natura, del materiale e dell’elemento di ispirazione, ma la loro forma si rinnova componendosi di singoli elementi piani nel caso delle Dune, di un unico concio scavato in un triangolo isoscele in quello delle Curve.
Lavabi, quelli di LITHEA, che si configurano come vere opere d’arte capaci di rinnovare in maniera non invasiva ma assolutamente incisiva gli ambienti che vanno ad accoglierli.

di Sara Benzi

Vai a Lithea

Aggiornata la Lithospedia Interior Design con le collezioni in pietra di Lithea

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5 Aprile 2013

News

Earthquake 5.9
Design Patricia Urquiola

Salone Internazionale del Mobile
Milano, Rho
9 – 4 april 2013
hall 16 | stand d20
9.30 – 18.30

La nuova collezione Earthquake 5.9 rimanda al terremoto in Emilia del maggio 2012, che ha colpito numerose aziende della zona, compresa la nostra. È composta da complementi d’arredo e rivestimenti in marmo e onice, interamente realizzata con centinaia di frammenti di lastre ‘terremotate’, per creare qualcosa di bello, per ridare vita a ciò che è andato distrutto in pochi secondi.
Patricia Urquiola ha scelto per lo stand una struttura portante in legno, materiale caldo e accogliente, resistente e antisismico, quasi a voler mettere al sicuro l’azienda e le sue ricchezze di pietra costruendo un rifugio solido e protettivo.
All’interno il progetto Earthquake 5.9 prosegue in una stanza segreta dove frammenti di marmo, provenienti dalle lastre danneggiate dal sisma, rivestono un’intera parete che la generosità creativa di Patricia Urquiola trasforma in un esclusivo intarsio artistico.

Vai a Budri.com

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2 Aprile 2013

News

NATURESCAPE
di Kengo Kuma and Associates

English version

Dal 9 al 14 aprile 2013
Salone Internazionale del Mobile di Milano
Area Porta Nuova Varesine
Viale della Liberazione, angolo via Galilei
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 24.00
Press preview lunedì 8 aprile dalle 15.00 alle 20.00

Tra i nuovi grattacieli dell’area di Porta Nuova Varesine a Milano, in occasione della prossima edizione del Salone Internazionale del Mobile di Milano, prenderà vita Urban Stories, una serie di racconti sospesi tra design e architettura narrati da tre figure di assoluto rilievo nel panorama dell’architettura e del design: Michele De Lucchi, Diego Grandi e Kengo Kuma.

NATURESCAPE, questo il titolo del nuovo progetto a firma di Kengo Kuma sostenuto e voluto da Frassinagodiciotto e Il Casone insieme ad Agape, Pratic, Tribù, Vaselli, con la sponsorizzazione tecnica di Davide Groppi, che sarà ospitato al piano terra di uno degli edifici per uffici progettati dallo studio americano KPF – Kohn Pedersen Fox Architects.

Ancora una volta Kengo Kuma sa regalarci una suggestiva installazione nella quale il sapiente accostamento degli elementi naturali – pietra, verde, acqua, bambù, ghiaia – offre al visitatore l’immagine onirica di un japanese garden, un invito all’eleganza, alla calma e alla sapiente semplicità zen che il progetto evoca.

Le morbide linee degli elementi lapidei in Pietra Forte Fiorentina con finitura sabbiata de Il Casone, leader nel settore dell’estrazione e lavorazione delle arenarie, ospitano e delimitano insieme gli specchi d’acqua. Gli elementi in pietra, sagomata ad arte per seguire e accompagnare morbidamente le linee di livello pensate per NATURESCAPE dal maestro giapponese, si accostano alle superfici verdi sulle quali prende vita una vera e propria foresta di bambù, un bosco verticale, realizzato con maestria da Frassinagodiciotto che ha curato tutti gli aspetti legati al progetto e alla realizzazione del verde, ricoprendo anche il ruolo di project manager per tutto lo sviluppo dell’opera, dalle fasi di concept fino alla sua completa realizzazione. Come di consueto, Frassinagodiciotto ha qui avuto modo di esprimere la sua duplice vocazione di studio di progettazione di architettura del paesaggio e, al contempo, di impresa specializzata nel settore del giardinaggio e degli esterni, applicando sempre criteri di benessere, funzionalità e attenzione al dettaglio.

Dal manto erboso sorgerà la cucina in pietra di Vaselli – storica azienda per la lavorazione del travertino –, mentre dagli specchi d’acqua prederanno vita, quali sculture, gli elementi di Agape – punto di riferimento per il progetto della stanza da bagno nel mercato alto di gamma.
Numerosi elementi di arredo firmati Tribù (brand di origine belga per la fornitura di arredi esterni) troveranno spazio in vari punti dell’installazione, mentre le due zone esterne, allestite in continuità di elementi progettuali e materiali con l’interno, vedranno la presenza di due strutture per esterni in metallo di Pratic, dal 1960 azienda di riferimento nell’ambito delle protezioni solari. In particolare
Un altro elemento di suggestione sarà costituito dagli elementi illuminanti di Davide Groppi.

Un’ulteriore importante opportunità è legata alla possibilità di visitare, durante la Milan Design Week, alcuni appartamenti campione negli edifici residenziali della “nuova Milano”. Questa nuova area –adiacente a Brera, storica location per gli eventi del Fuorisalone – costituisce la naturale e logica prosecuzione spaziale degli eventi  che, già nell’edizione del 2012, si indirizzavano verso le nuove aree di sviluppo urbano.

Accreditandosi presso i due infopoint gestiti da Hines Italia, sarà quindi possibile visitare il Bosco Verticale (arredi delle terrazze di Frassinagodiciotto), Corso Como Apartments (arredi e verde delle terrazze di Frassinagodiciotto), Tartufoli Villas (arredi delle terrazze e del giardino della villa di Frassinagodiciotto) e Solaria Apartments (materiale delle pavimentazioni e dei rivestimenti nei bagni delle torri de Il Casone).

Naturescape di Kengo Kuma and Associates
Realizzazione: Frassinagodiciotto
Fornitura materiale: Il Casone
Un progetto per: Agape, Frassinagodiciotto, Il Casone, Pratic, Tribu, Vaselli
Project lighting: Davide Groppi
Nell’ambito di: Urban Stories, un progetto di MoscaPartners, in collaborazione con Hines Italia e sotto la sponsorizzazione generale di Oikos

Ufficio Stampa NATURESCAPE
Lab MD | Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara
Giulia Pellegrini materialdesign@unife.it

Scarica l’invito a NaturEscape

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2 Aprile 2013

English

NATURESCAPE
by Kengo Kuma and Associates

Versione italiana

9th to 14th April 2013
Milan Salone Internazionale del Mobile
Porta Nuova Varesine Area
Corner of Viale della Liberazione and via Galilei
Every day from 10.00 to 24.00
Press preview Monday 8th April 15.00 to 20.00

The new skyscrapers of Milan’s Porta Nuova Varesine area, and the occasion of the forthcoming edition of the Milan International Furniture Fair, supply the setting for Urban Stories, a series of narratives suspended between design and architecture and recounted by three of the major players on the scene: Michele De Lucchi, Diego Grandi e Kengo Kuma.
NATURESCAPE is the title of the latest project signed by Kengo Kuma with the backing and enthusiasm of Frassinagodiciotto and Il Casone, together with Agape, Pratic, Tribù and Vaselli, and with technical support from Davide Groppi. The installation will occupy the ground floor of one of the office buildings designed by American studio KPF – Kohn Pedersen Fox Architects.
Once again Kengo Kuma regales us with a striking installation which cleverly uses combinations of natural elements – stone, plants, water, bamboo, gravel – to create dreamlike images of a Japanese garden, inviting the visitor to experience the elegance, tranquility and wisdom of Zen simplicity evoked by the space.
The mellow shapes of the stonework in Florentine Pietra Forte, finished with sandstone from leading quarry Il Casone, work together to outline and contain mirror-like pools of water. The elements in stone, artfully modelled to follow and gently echo the planes conceived for NATURESCAPE by the Japanese maestro, interface with green surfaces which play host to an authentic forest of bamboo, a vertical woodland skillfully created by Frassinagodiciotto, who have taken care of all aspects of the project as well as its green elements, acting as project manager throughout, from conception to finishing touches. In this project Frassinagodiciotto has once again been able to show its dual vocation as design studio for landscape architecture and, simultaneously, specialists in gardening and exteriors, always working to strict criteria dictated by well-being, functionality and attention to detail.
The lawn will be crowned by stone kitchen fittings from Vaselli – famous for its work in travertino -, while the water features will be brought to life by the sculpture-like elements of Agape – leaders in top of the range bathroom design.
Numerous items of furniture by Tribù (Belgian brand supplying exterior decor) will feature in the installation, while the two outdoor spaces, which complement the indoor area in design and materials, will showcase two metal exterior structures by Pratic, frontrunners since 1960 in solar protection. Details
Another stunning aspect of the installation will be the lighting by Davide Groppi.
During Milan Design Week visitors will also have an invaluable opportunity to see some of the show apartments in the “Nuova Milano” residential buildings. This brand new area – bordering Brera, the traditional venue for Fuorisalone events – represents a natural and logical progression in space for events which in 2012 were already looking toward new areas of urban development.

Visitors registering at the two information points run by Hines Italia will thus be able to see the Bosco Verticale (terraces by Frassinagodiciotto), Corso Como Apartments (plants and terraces by Frassinagodiciotto), Tartufoli Villas (terraces and villa gardens by Frassinagodiciotto) and Solaria Apartments (flooring and bathrooms in the towers by Il Casone).

Naturescape, by Kengo Kuma and Associates
Presentation: Frassinagodiciotto
Materials supplied by: Il Casone
A project for: Agape, Frassinagodiciotto, Il Casone, Pratic, Tribu, Vaselli
Project lighting: Davide Groppi
Setting: Urban Stories, a project by MoscaPartners in collaboration with Hines Italia and with overall sponsorship by Oikos

Press Office NATURESCAPE
Lab MD | Department of Architecture, University of Ferrara
Giulia Pellegrini materialdesign@unife.it

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29 Marzo 2013

News

La luce, le forme del progetto, il mondo minerale

English version

Con un movimento continuo e ritmato la macchina incide l’epidermide della lastra lapidea in forme sinuose, in pennellate artificiali di asportazione progressiva di materia, muovendosi con un tocco scultoreo a complemento dell’idea figurativa del designer. La superfice è il campo di azione dell’intenzionalità e del progetto. Il supporto, la materia litica, il regno della bellezza naturale.
L’opera di Raffaello Galiotto per Lithos Design che sarà presentata al Salone del Mobile 2013, torna a ragionare sul significato e sulle potenzialità innovative dell’incisione superficiale della pietra in fogli sottili, accrescendo il valore inedito dell’esperienza di progetto attraverso proprietà peculiari rese disponibili dalla stessa materia minerale.
Nella pietra, nei marmi cristallini prescelti per la nuova collezione, sono depositati da tempi lontanissimi segni, codici, originati dalla natura: geometrie fossili inscritte in forma di cristalli, linee, punti, vortici e nebulose, macchie cromatiche e figure minerali.
Custoditi e incapsulati nell’oscurità della massa litica possono essere portate alla luce. Un semplice taglio, un’incisione più o meno profonda, ne rivela l’intimità altrimenti inaccessibile, scoprendo frammenti di un universo più grande al quale l’elemento è appartenuto, parte di un tutto, indizi dell’energia creatrice presente in natura.
Pietre Luminose, la nuova collezione di Lithos Design, mette in scena la bellezza e irripetibilità delle pietre attingendo ad una sorgente luminosa esterna, per svelarne un’aggiunta qualità, la traslucenza.
La luce artificiale, misurata e addomesticata alle necessità del progetto, celata alle spalle della lastra modulare, modella la materia e permette alla capacità visiva dell’osservatore di penetrare la superficie trasformata in una magica, illusoria, sorgente luminosa. La luce attraversa il corpo litico, lo pervade e scopre il capolavoro involontario creato dalla natura.
Il disegno inscritto nella pietra è reinventato dal design contemporaneo che va a sovrascrivere la propria nuova geometria di linee e punti, figurazioni e motivi, ottenute grazie alla precisione delle contemporanee tecnologie di lavorazione, rileggendo e interpretando, quasi ricreando, l’immaginario minerale sottostante.
Gradazioni, sfumature di colori e spessori spaziali, sensazioni di movimento, composizioni illusorie che cambiano con l’incidenza e inclinazione della luce stessa, giocano sul limite della superficie litica e spingono l’immaginazione in un incanto contemplativo. L’osservatore partecipa ad una esperienza sensoriale ove la visione trasferisce vibrazioni agli altri sensi e l’illusione di leggerezza e immaterialità resa possibile dallo “splendere attraverso” della materia, invita a lambire le superfici con il tatto per averne prova di consistenza.
Il connubio innescato tra la conformazione segreta della materia e il progetto altamente industrializzato, seriale, fruibile nonché applicabile modularmente nello spazio d’interni, avviene grazie all’opera della luce.
La luce crea somiglianza tra l’eterogeneità imprevedibile dei supporti lapidei e il disegno tracciato con unitarietà e armonia su di essi assorbendone e valorizzandone la multiformità dimensionale.

Veronica Dal Buono

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29 Marzo 2013

English

Light, the project’s shapes, the mineral world: Le Pietre Luminose

Versione italiana

With a continuous and rhythmic movement, the machine slices into the outer skin of the stone slab in sinuous shapes, in artificial brush strokes that steadily remove the material, moving about as if carving wood in a way that picks up the figurative idea of the designer. The surface is the arena where the intentions of the project are expressed. The substance, stone material, is the realm of natural beauty.
The work of Raffaello Galiotto for Lithos Design that will be shown at the Salone del Mobile 2013 furniture show, Le Pietre Luminose, brings us a further reflection about the meaning and innovative potential applications of a surface-layer incision of stone into thin sheets, increasing the novelty value of the experience of the project through special properties that are provided by the very mineral material itself.
In the stone, in those crystalline marbles pre-selected for the new collection, were deposited centuries ago various signs and codes created by nature: fossilised geometries inscribed in the form of crystals, lines, spots, vortices and nebulae, coloured stains and mineral shapes.
Imprisoned and encapsulated in the darkness of the stony mass, all these features can be opened up to the light. A simple cut, a shallow or deeper incision, will reveal an intimacy which would otherwise be inaccessible, uncovering fragments of a greater universe to which the element itself belonged, as part of a whole – indications of the creative energy present in the natural world.
Pietre Luminose, the new collection from Lithos Design, exhibits the beauty and uniqueness of the stones by placing them next to an external source of light, in order to reveal a further quality in them, their translucence.

The artificial light source, which has been measured and subjugated to the requirements of the project, hidden behind the modular slab, is used to fashion the material and allows the visual ability of the observer to penetrate the surface which has been transformed into a magical, yet illusory, source of light. The light penetrates the stony mass, pervades it, and reveals the unintended masterpiece created by nature.
The design inscribed in the stone is reinvented by the modern design that has been created to overwrite it with its own new geometry of lines and spots, characters and shapes, that are obtained thanks to the precision of modern finishing technology, which re-reads and interprets, almost recreates, the imaginary underlying mineral.
Different grades and nuances of colours and spatial thicknesses, sensations of movement, illusory compositions that change depending on the angle and degree of illumination of the light itself, play across the expanse of the stony surface and drive the imagination into a state of spell-bound contemplation. The observer participates in a sensorial experience where vision transfers vibrations to the other senses, and the illusion of lightness and immateriality made possible by the “shine-through” qualities of the material, invites the viewer to tap the surfaces with a finger in order to obtain proof of their solidity.
The marriage arranged between the secret adaptation of the material and the project itself, which is highly industrialised, can be serially reproduced, can be enjoyed and indeed applied in modular fashion in interior spaces, happens thanks to the effect of light.
The light creates similarities between the unpredictable heterogeneity of the stone elements and the designs traced on them as harmonious single units, accommodating and emphasising the qualities of their multiform dimensions.

Veronica Dal Buono

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26 Marzo 2013

Progetti

Nuovo villaggio rupestre in una ex cava

Il progetto rappresenta una proposta per un nuovo complesso di abitazioni “rupestri”,scavato su una parete di una ex cava abbandonata di tufo,a Civita Castellana, nel Viterbese,paesaggio caratterizzato da “forre” ,dove evidenti sono le tracce della presenza di antichi insediamenti in grotta a carattere abitativo e religioso.
Un moderno villaggio per “cavernicoli dell’era cosmica” secondo la definizione dello scrittore Ermanno REA , che vuole recuperare la “grotta” archetipo abitativo, come valenza culturale ed antropologica del rapporto tra uomo e natura.
Una reinterpretazione in chiave contemporanea di una modalità abitativa e comportamentale,che risponde all’esigenza di estraneazione dall’intorno,di una nuova dimensione protetta e difesa ,di metaforico isolamento nascosto, dal vivere quotidiano.
Un modo diverso di affrontare il tema del recupero delle cave,attualmente aree residuali abbandonate, in contesti di grande valore paesaggistico e destinate spesso a discariche abusive o anonimi interventi a verde,in un nuovo rapporto tra natura e insediamento umano.

Un intervento in negativo, attuato per sottrazione,sulla grande parete tufacea, esposta a sud,traforata con aperture geometriche, a grandezza variabile, che lasciano filtrare la luce naturale negli ampi spazi a doppia altezza ,caratterizzati da nicchie e vani, scavati nel banco di roccia.
Una vasca d’acqua perimetrale ,sul fondo della cava, a riflettere la parete graffiata dalla sega, segna il limite e accentua il senso di isolamento e difesa ,lasciando a esili ponti in legno la funzione di collegamento con il mondo esterno.
Un sistema di rampe di scale contrapposte, d’ispirazione piranesiana anch’esse scavate nella roccia,collega le diverse abitazioni, attraverso un disegno volutamente disorientante, quale passaggio mediato tra esterno ed interno.

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Dati
luogo: Civita Castellana (VT)
Anno: 2013
Progettista: arch.Romano Adolini coll. arch.Chiara Ercolini

Vai a Romano Adolini Architetto

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25 Marzo 2013

News

È italiano il polo fieristico mondiale del settore marmo lapideo

Con SIMEST e SACE la Fiera di Verona dà vita alla prima aggregazione fieristica al mondo per le imprese del settore della pietra naturale, attraverso Marmomacc in Italia e Veronafiere do Brasil nella cabina di controllo delle due manifestazioni brasiliane di riferimento per tutto il comparto lapideo dell’America Latina. Nel mirino i forti investimenti infrastrutturali in vista dei Mondiali di Calcio 2014 e delle Olimpiadi 2016. Ed ora si guarda ad altri settori, da quello agricolo alle fonti rinnovabili sino a quello delle produzioni alimentari.
Verona, 19 marzo 2013. Parla italiano il primo polo fieristico mondiale del settore della pietra naturale, grazie a Marmomacc in Italia ed all’accordo tra Veronafiere, Simest e Sace per il mercato del Sud America, attraverso il quale la Fiera di Verona con Veronafiere do Brasil entra nella cabina di controllo di Vitória Stone Fair e Cachoeiro Stone Fair, nello Stato di Espirito Santo, le due manifestazioni brasiliane di riferimento per tutto il comparto lapideo dell’America Latina. Nel mirino i forti investimenti infrastrutturali in vista dei Mondiali di Calcio 2014 e delle Olimpiadi 2016. Ed ora si guarda già ad altri settori, da quello agricolo alle fonti rinnovabili sino a quello delle produzioni alimentari.
«Con questa iniziativa la Fiera di Verona prosegue nel favorire lo sviluppo di una politica industriale del sistema Paese in cui le fiere possano essere utilizzate quali strumento di promozione all’estero per le aziende e le eccellenze del made in Italy. La partnership con Sace e Simest è un esempio concreto e positivo di cosa significhi lavorare veramente al servizio delle imprese», ha sottolineato il Presidente di Veronafiere, Ettore Riello, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Progetto Brasile Stone Fairs, svoltasi oggi a Veronafiere con la presenza del Direttore Generale dell’Ente, Giovanni Mantovani, dell’Amministratore Delegato di Simest, Massimo D’Aiuto e di Simonetta Acri, Direttore Rete Italia di Sace.
«Veronafiere – ha evidenziato il Direttore Generale dell’Ente, Giovanni Mantovani – è stata pioniera nel mettere a punto un programma di sviluppo internazionale e mantiene costantemente alta l’attenzione verso le opportunità offerte da nuovi mercati e settori strategici. Attualmente, l’Italia è il secondo partner commerciale del Brasile in Europa e l’ottavo nel mondo. Il Progetto presentato oggi è fondamentale per la nostra crescita e per quella dei nostri clienti, ma la sua forte valenza strategica va ben oltre, perché apre una piattaforma operativa e di distribuzione in Brasile e in tutto il Sud America. Lo schema di questa operazione è ora replicabile anche per altri settori e mercati.»
«La nostra partecipazione a questo progetto di internazionalizzazione – ha commentato Massimo D’Aiuto, Amministratore Delegato di SIMEST – risponde all’esigenza di favorire lo sviluppo di una politica industriale del “Sistema Paese”, in cui le Fiere rappresentano un veicolo di promozione all’estero delle “eccellenze” del Made in Italy. Il Brasile costituisce una meta importante per le imprese italiane e in questo paese – prosegue D’Aiuto – abbiamo già sostenuto numerose aziende, sia attraverso partecipazioni che con finanziamenti per export credit e sviluppo commerciale. I progetti di partecipazione sono 75 per oltre 1 miliardo di euro di investimenti complessivi, con un impegno di SIMEST e del Fondo di Venture Capital nel capitale di rischio di 146 milioni di euro.»
«Secondo le previsioni del Rapporto Export di SACE, la guida ai mercati a più alto potenziale che presenteremo proprio a Veronafiere il prossimo 8 aprile, il Brasile sarà uno dei top-market per l’Italia nei prossimi quattro anni, con tassi di crescita medi annui attesi all’11,3% per il nostro export – ha spiegato Simonetta Acri, Direttore Rete Italia di SACE – . Per intercettare queste opportunità, la presenza di Veronafiere in loco costituirà un presidio importante per l’eccellenza italiana, facilitando la penetrazione delle nostre imprese in un mercato strategico per il business. L’investimento di Veronafiere è un esempio concreto di ciò che chiamiamo ‘far sistema’, e non poteva che trovare il nostro pieno sostegno, consapevoli che oggi come non mai la scelta di adeguati strumenti-assicurativo finanziari possa fare la differenza per il successo del Made in Italy nel mondo.»
Il Brasile costituisce uno degli scenari più promettenti per il comparto legato al building: è la quinta nazione al mondo per estensione, nona potenza economica mondiale e nei prossimi anni sarà oggetto di forti investimenti infrastrutturali, come paese ospitante dei Mondiali di Calcio e delle Olimpiadi.
Settore marmo-lapideo in Brasile. Per quanto riguarda il settore lapideo, questo rappresenta l’8 per cento del Pil verdeoro. Con oltre 43.000 tonnellate annue di materiale grezzo e lavorato, il Brasile è il terzo esportatore mondiale di granito. Il 50 per cento della produzione nazionale si concentra nel piccolo Stato brasiliano di Espirito Santo che realizza anche il 65 per cento dell’export, con 1,5 milioni di tonnellate di blocchi e lastre (con il 40% del totale delle cave presenti in Brasile): la stessa regione in cui si svolgono Vitória Stone Fair e Cachoeiro Stone Fair.
Secondo i dati di Confindustria Marmomacchine, il Brasile è la prima meta dell’export per le macchine e attrezzature made in Italy con 56,6 milioni di euro nei primi 9 mesi del 2012, in crescita del 43% sul 2011.
I dati Istat elaborati dell’Osservatorio Marmomacc-Veronafiere indicano inoltre che nel 2012, complessivamente, l’Italia ha esportato nel mondo prodotti lapidei grezzi, semilavorati e finiti per un valore di 1,7 miliardi di euro, in crescita del 9,7% sul 2011, con una forte prevalenza dei prodotti finiti e semilavorati che hanno superato quota 1,4 miliardi di euro (+11% sull’anno precedente).
Dati accordo. L’operazione da 2,7 milioni di euro prevede l’acquisizione da parte della Fiera di Verona del 60 per cento (con opzione fino al 100%) di Milanez&Milaneze, società brasiliana che gestisce i due maggiori eventi fieristici locali sul marmo e sul granito: Vitória Stone Fair e Cachoeiro Stone Fair, le cui ultime edizioni hanno visto, rispettivamente, 420 e 220 espositori, con un totale di 50mila visitatori da 66 Nazioni. Acquisendo la quota di controllo di Milanez&Milaneze, Veronafiere assume un ruolo rilevante anche nell’ambito di Mec Show, fiera giunta alla sua quinta edizione e focalizzata su metalmeccanica, automazione ed energie.

SIMEST S.p.A. è la finanziaria pubblico – privata che dal 1991 sostiene lo sviluppo delle imprese italiane impegnate a realizzare progetti di internazionalizzazione. Il 76% del suo capitale è detenuto da Cassa Depositi e Prestiti, mentre il 24% è in mano alle principali banche italiane (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Montepaschi, BNL, ecc) ed associazioni imprenditoriali. Può acquisire partecipazioni nelle imprese all’estero, fuori dell’UE, fino al 49% del capitale sociale, sia investendo direttamente che attraverso il fondo di Venture Capital. Dal 2011 può acquisire, a condizioni di mercato e senza agevolazioni, partecipazioni fino al 49% del capitale sociale di imprese italiane o loro controllate nell’Unione Europea (inclusa l’Italia), che sviluppino investimenti produttivi e di innovazione e ricerca (sono esclusi i salvataggi). Gestisce inoltre incentivi per le attività di internazionalizzazione e fornisce servizi di assistenza tecnica e consulenza professionale alle aziende italiane che attuano processi di internazionalizzazione. www.simest.it

SACE offre servizi di export credit, assicurazione del credito, protezione degli investimenti all’estero, garanzie finanziarie, cauzioni e factoring. Con € 70 miliardi di operazioni assicurate in 189 paesi, il gruppo SACE sostiene la competitività delle imprese in Italia e all’estero, garantendo flussi di cassa più stabili e trasformando i rischi di insolvenza delle imprese in opportunità di sviluppo. SACE è vicina alle Pmi con una rete di uffici in tutta Italia (a Bari, Brescia, Firenze, Lucca, Milano, Modena, Monza, Pesaro, Roma, Torino, Venezia, Verona) in grado di gestire autonomamente l’intero processo di domanda, valutazione ed emissione delle coperture assicurative. È presente nei mercati esteri ad alto potenziale attraverso una rete di uffici di rappresentanza (a Bucarest, Hong Kong, Istanbul, Johannesburg, Mosca, Mumbai, San Paolo), guidati da manager con solida conoscenza del contesto locale. www.sace.it

VERONAFIERE è il primo organizzatore diretto di manifestazioni in Italia, secondo per fatturato e ai vertici in Europa, grazie ad oltre cent’anni di esperienza nel settore e alla posizione geografica strategica, al centro della maggiori direttrici intermodali europee. La mission dell’Ente è quella di rappresentare un hub naturale per la promozione internazionale del sistema industriale del Paese e dell’eccellenza made in Italy, fornendo strutture e servizi ad alto valore aggiunto ai propri clienti, sia visitatori che espositori. E’ leader nel settore agricolo e agroalimentare, con una quota delle manifestazioni fieristiche relative al comparto pari al 45 per cento. Nel corso degli anni ha sviluppato nuove aree di interesse quali l’edilizia, le costruzioni e i trasporti, l’arredamento, lo sport, il turismo, senza dimenticare la formazione universitaria e professionale. Il fatturato di Veronafiere è generato per oltre l’87% da fiere di proprietà ed organizzate direttamente. www.veronafiere.it

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21 Marzo 2013

Interviste

Il valore del contesto e della materia nell’architettura dei Grafton Architects


Grafton Architects, vista progettuale per la Scuola di economia dell’Università di Tolosa, 2012.

Davide Turrini intervista Shelley McNamara e Yvonne Farrel, fondatrici dello studio irlandese Grafton Architects. Nelle parole degli architetti emerge chiara la visione di un progetto come risposta ad istanze sociali specifiche e di un’architettura responsabilmente legata al contesto ambientale e alla cultura materiale del luogo in cui sorge.

Davide Turrini: riferendovi al padiglione The Burren, che avete progettato per Pibamarmi alla scorsa edizione di Marmomacc, avete parlato di architettura come nuova geografia. Potete spiegare perché?
Shelley McNamara: quando Pibamarmi ci ha chiesto di progettare questo allestimento abbiamo scelto di sviluppare, anche a questa scala e in questo contesto particolare, il tema principale del nostro lavoro, cioè il rapporto tra architettura e geografia, o meglio il concetto di architettura come astrazione del paesaggio. Con questo padiglione abbiamo voluto inserire nella fiera un brano del Burren, un altopiano calcareo dell’Irlanda occidentale.
Accanto alla suggestione del paesaggio, l’opera porta con se la lezione della scalinata di Casa Malaparte a Capri – che è come uno spezzone di roccia costruito dall’uomo e proiettato nel mare – e della bellissima scala del negozio Olivetti di Carlo Scarpa. Il padiglione doveva poi valorizzare alcune collezioni di elementi in marmo per l’ambiente bagno; quindi un tema specifico del design espositivo è stato quello del dialogo tra due pietre molto diverse, il marmo levigato degli oggetti e l’ardesia, con differenti trattamenti superficiali, per i volumi dell’allestimento.


Grafton Architects, padiglione The Burren, Verona, 2012.

D.T.: qual è quindi, a vostro avviso, il rapporto tra costruzione e paesaggio, tra architettura e contesto?
Yvonne Farrel: se siamo pienamente consapevoli del fenomeno di crescita esponenziale della popolazione mondiale, del fatto che oggi la maggior parte delle persone vive in un contesto urbano densamente costruito, capiamo che ogni progetto, ogni edificio, deve essere prima di tutto un nuovo spazio di vita e di benessere per l’umanità.
Quindi, quando parliamo di architettura come nuova geografia, non pensiamo soltanto ad aspetti formali, ad un disegno tracciato astraendo le linee di un paesaggio, ma intendiamo anche includere il concetto di sostenibilità di un progetto in relazione agli aspetti ambientali, climatici, culturali, sociali di un luogo specifico; dobbiamo considerare tutte queste cose in maniera interconnessa per dare risposte appropriate in termini di vocazione, spazialità e configurazione materiale di ogni singola architettura.


Paulo Mendes Da Rocha, schizzo per la baia di Montevideo, 1998.

D.T.: anche Mendes Da Rocha, architetto brasiliano con cui avete stabilito un dialogo ideale all’ultima edizione della Biennale di Venezia, ha focalizzato la sua attenzione sul rapporto tra architettura e natura; egli ha affermato ad esempio che la geografia è la prima architettura, che è una sorta di costruzione primordiale…
S.McN.: per noi il lavoro di Mendes Da Rocha è una notevole fonte di ispirazione; ecco perché abbiamo scelto di presentare la sue opere accanto alle nostre alla Biennale. Molte sue affermazioni sono di estremo interesse; prima tra tutte quella secondo cui l’architetto non ha soltanto la possibilità di costruire strutture, ma ha il potere di trasformare la natura.
Il modo con cui Da Rocha parla di Venezia, ci permette di comprendere meglio questo concetto; egli infatti non si sofferma tanto sulla tradizionale immagine pittoresca di questa città, piuttosto ne sottolinea il valore di capitale di un “mondo immaginato”; per lui la bellezza di Venezia sta nell’idea di costruzione di un nuovo territorio. Con Da Rocha vogliamo quindi condividere la consapevolezza del ruolo dell’architettura nel modificare il paesaggio, investendo anche gli aspetti culturali e sociali di un territorio e di una comunità; tale consapevolezza anima in noi un grande senso di responsabilità nell’occupare e nel trasformare il mondo.


Grafton Architects, gli interni relazionali e aperti al contesto dell’Università Bocconi a Milano, 2008.

D.T.: l’ampliamento dell’Università Bocconi di Milano ha segnato un passaggio importante nella vostra opera. Si tratta di un edificio emblematico dell’architettura dei Grafton Architects….
S.McN.: certo, è un’opera rappresentativa nel modo con cui cerchiamo di rispondere ogni volta, in modo nuovo e specifico, alle esigenze di un luogo. Si tratta di un’architettura ideata per Milano e crediamo che ora appartenga totalmente alla città; un edificio così non avrebbe avuto senso in nessun altro posto.
Abbiamo imparato tanto da questa esperienza. Probabilmente tutto ciò che sappiamo sul concetto di città lo abbiamo imparato in Italia, in termini di storia e di contemporaneità; Milano del resto possiede una tradizione “eroica” di architetture contemporanee che ha influenzato notevolmente il progetto per l’Università Bocconi.

D.T.: in questi mesi state lavorando a due ulteriori progetti per istituzioni formative e culturali: la scuola di economia dell’Università di Tolosa e il campus UTEC dell’Università di Lima. Quali saranno i caratteri salienti di queste due opere?
Y.F.: crediamo che le istituzioni universitarie possano contribuire in maniera determinante alla costruzione dell’identità pubblica delle città; è straordinario poter concepire spazi in cui professori e studenti, ogni giorno, si riuniscono per elaborare concetti e per fare ricerca.
Vorremmo che entrambe le architetture, a Tolosa e a Lima, si configurassero come “piattaforme di connessione”, favorendo le relazioni tra i fruitori all’interno e facendo sì che docenti e allievi acquisiscano una piena consapevolezza dei caratteri del contesto all’esterno. Ad esempio a Lima l’edificio è pensato per ricordare costantemente a chi sta dentro che l’oceano Pacifico è là, in fondo alla valle, e che la città, con i suoi dieci milioni di abitanti, si estende tutta intorno.


Grafton Architects, schizzo e modello progettuale per il campus UTEC dell’Università di Lima, 2012.

D.T.: parliamo ora ai materiali della vostra architettura. Avete impiegato il laterizio, il cemento, la pietra; in modo semplice e coerente. Come li scegliete?
Y.F.: la scelta dei materiali è fondamentale e tale selezione deve avvenire, ancora una volta, in relazione alla storia costruttiva e ai processi di fabbricazione peculiari del luogo in cui operiamo. Ci vogliamo legare costantemente alla cultura materiale del contesto.
A Milano, alla Bocconi, abbiamo impiegato il Ceppo di Grè per il rivestimento esterno e il marmo Bianco Lasa per gli interni, due pietre estremamente presenti nella tradizione costruttiva lombarda. A Tolosa stiamo utilizzando un mattone locale, in continuità con la tradizione del laterizio romano.
Dall’interesse per come un materiale si produce e si mette in opera passiamo poi alla massima valorizzazione dei suoi aspetti sensoriali. Ciò che è veramente importante è la materialità dell’architettura, ciò che vediamo, ciò che tocchiamo.


Grafton Architects, modello progettuale per il campus UTEC dell’Università di Lima, 2012.

D.T.: veniamo in chiusura ancora una volta al vostro rapporto con l’Italia. Siete stati spesso presenti alla Biennale di Venezia, all’ultima edizione avete vinto il Leone d’Argento; avete lavorato a Milano; avete visitato molte altre città e regioni. Cosa rappresenta per voi il nostro paese? Le città, l’architettura, il paesaggio…
S.McN.: da molti anni, ogni anno, veniamo in Italia; per lavoro e per visitare tanti luoghi diversi. Roma, Milano, Venezia, la Puglia: in ogni posto c’è qualcosa di straordinario da imparare. La scorsa estate sono stata a Siracusa; è stata una lezione che non dimenticherò mai in termini di stratificazione dell’architettura. Dalle rovine greche al barocco, in uno stesso palinsesto urbano, a volte in uno stesso edificio, si mescolano innumerevoli tracce di storie diverse.
Ieri siamo stati a Mantova: ricorderò per sempre lo spazio interno del San Sebastiano di Leon Battista Alberti e la facciata di questa chiesa costruita come un brano musicale. Direi che tutti gli architetti hanno un grande debito verso l’Italia. Poi, nei nostri confronti, questo paese è stato molto generoso in termini di opportunità di lavoro; spesso quando parliamo in studio dell’esperienza della Bocconi la definiamo davvero come un “Miracolo a Milano”.

a cura di Davide Turrini

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Architettura come nuova geografia
The Burren

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18 Marzo 2013

Design litico

Due esperienze tra tridimensionalità e spessore*

English version

Materia litica


Raffello Galiotto per Lithos Design, Materia Litica.

[photogallery]materia_litica_album[/photogallery]

“Materia litica” esplora il tema, attualmente in forte rivalutazione e aggiornamento linguistico, delle strutture autoportanti monomateriche a forte spessore. È una muraglia composita, un’aggregazione di blocchi conformati secondo le pieghe curvilinee della materia. Le variazioni dimensionali prefissate – il blocco tipo è 70 centimetri di altezza e ugualmente di spessore, per 180 di estensione che possono modificarsi in funzione del progetto – sono sufficienti a comporre assemblage coordinati di elementi per risolvere opere murarie, angoli e aperture, architravi. “Piegando”, questa volta, l’intera composizione, elevando muri paralleli o perpendicolari, si realizza una forma chiusa che isola lo spazio, sia esso interno o esterno, dando vita all’architettura.
Le superfici concave e convesse, le ondulanti pareti che fanno sistema nell’avvolgere ambienti e rivolgersi a spazi esterni, si flettono virtualmente senza inizio né fine e fanno palpitare lo spazio.


Raffello Galiotto per Lithos Design, Materia Litica, schizzi configurativi degli elementi costruttivi.

I conci di “Materia Litica” considerati singolarmente nella precisione stereotomica, anche avvicinati in brevi tratti, determinano sempre intelleggibili identità formali che preludono alla costruzione di un muro.
“Materia Litica” è la riscrittura formale, possibile nella contemporaneità, del tema del “concio” e della sua sintassi combinatoria. È materia naturale “separata” e quindi ricomponibile secondo un preciso disegno. Dal blocco di pietra, attraverso sagomatori progettati appositamente per il taglio dei complessi pezzi special-moulded, si ottengono elementi modellati perfettamente su ogni lato e ciò avviene senza produrre scarto. Il profilo superiore del concio coincide con quello inferiore e, specularmente, combacia per ricongiungersi perfettamente alla propria replica. La forma del singolo elemento è progettata affinché per ogni faccia non vi sia abrasione e consumo di materia ma solo il netto, sinuoso, taglio. La morbida flessuosità del profilo deriva dal vincolo, dalla necessità che da ogni blocco nasca il suo opposto e funzioni sia planarmente nella continuità muraria che nelle soluzioni angolari. Escludendo lo scarto di materiale litico, al pari si riducono costi e tempi di produzione; i blocchi sono – inoltre – certamente riutilizzabili, proprio come i componenti degli edifici antichi.

Drappi di Pietra


Raffello Galiotto per Lithos Design, Drappi di Pietra, Tulle

La collezione “Drappi di Pietra” ancor più esplicitamente svela l’intenzionale riferimento del progettista alla metafora “tessile” del rivestimento architettonico. La piega si sviluppa e avviluppa sulla superficie, si moltiplica e nasconde, complica e amplifica l’effetto della materia litica.
Non è la prima volta che il marmo viene “piegato” artificialmente. Il movimento plastico parte dal disegno per prefigurare una realtà immaginata e diviene traiettoria, realtà estensiva, andando ad occupare una quantità di spazio e di tempo tra un inizio e una fine. Così, attraverso la dinamica della linea, si profila il concetto di forma.
Tornando ai molteplici “barocchi” della storia, come le pieghe degli abiti nella pittura invadono le intere superfici delle tele, sbuffi e panneggi escono dai confini delle cornici, egualmente nella scultura sono le pieghe dei tessuti lavorate nel marmo a non “congelare” il corpo delle strutture, evolvendo nello spazio, anelando a qualcosa di “oltre”.
Galiotto dal disegno “tessile” delle superfici di pietra rinvenibile ne “Le Pietre incise”, ha fatto molti passi raggiungendo la plasticità attraverso innovazioni fondamentali di processo sia creativo che produttivo, sottomettendo incisione e taglio a una volontà “morfogenetica”.
Ai sei modelli di “Drappi” il designer infonde estensione planare. Sinuosi e palpitanti i panneggi di pietra componibili evocano, intenzionalmente, la percezione tattile e oggettiva del tessuto. Ciascun elemento, in fase di produzione, è generato nel blocco di pietra dalle perfette curve del foglio soprastante in una serie di strati che si replicano con precisione assoluta e differiscono l’uno dall’altro solo nella decoratività intrinseca del materiale naturale.
Sono prodotti di industrial design ma che presentano, ad estenderne e arricchirne il valore, i caratteri di unicità della materia litica, corroborati dall’estrema qualità realizzativa e dall’indiscutibile durata nel tempo. L’aspetto estetico-espressivo reso possibile dall’utilizzo intelligente e creativo delle macchine di ultimissima generazione, si offre al presente come potenzialità da cogliersi per sottrarre il prodotto dai tecnicismi della sola ingegneria e dai dictat dell’oggetto seriale, aprendo con innovazione radicale nuovi rami di espansione al mondo delle pietre e del design nel mercato globale.
Il “decoro” eseguito industrialmente dall’elaborazione complessa di forme non planari, nasce con il supporto, con la stessa pietra, non in modo indipendente e separato da essa; nella moderna officina di Lithos Design, il progettista di forme, l’artefice delle “decorazioni” e il “gestore” delle macchine si incontrano in un’unica figura, ricongiungendo mondi ritenuti sinora disgiunti.

Veronica Dal Buono

* Il presente saggio è tratto dal volume Veronica Dal Buono, Raffaello Galiotto. Design digitale e materialità litica, Melfi, Librìa, 2012.
Sempre su Architetturadipietra.it, verrà ri-editato l’intero volume in forma progressiva nel corso delle prossime settimane.

Vai al saggio precedente.

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