Il Muro del pianto a Gerusalemme ph. Wayne McLean
Il tema della memoria, nella sua accezione storica, collettiva, piuttosto che nella sua declinazione individuale, psicologica, sembra oramai fugàto dalla moltitudine di opere di architettura contemporanea, la cui genesi avviene attorno a questioni più o meno nuove (ricerca formale e/o materico-tecnologica, sostenibilità ambientale e/o economica, affermazione narcisista della committenza e/o dell’architetto), ma che sempre più raramente è alimentato dal confronto con esempi architettonici omologhi, vicini o lontani nel tempo.
Tale riflessione diventa invece imprenscindibile nella progettazione delle sinagoghe, per la stessa natura da loro assunta all’interno della religione ebraica: questa non considera come “luoghi sacri”, i santuari eretti successivamente alla distruzione del primo (416 a.C.) e del secondo tempio (70 d.C.) di Gerusalemme, ma affida loro l’unico ruolo di “sostituti”; di “temporanei” luoghi della Parola in attesa della futura e definitiva re-installazione del tempio nel suo luogo originario, il Monte Moriah.
Nella casistica geograficamente circoscritta alla Germania e temporalmente al secondo dopoguerra, si evidenzia un ulteriore accadimento storico con cui le nuove sinagoghe devono necessariamente relazionarsi. Nella notte tra il 9 ed il 10 Novembre del 1938, meglio nota come Reichskristallnacht, viene distrutta – assieme a diverse migliaia di negozi – la quasi totalità dei luoghi di culto ebrei in Germania, Austria e Polonia, sotto al fuoco o a seguito di atti vandalici.
Le nuove sinagoghe di Dresda, Monaco ed Ulm, le prime due a firma dello studio Wandel Hoefer Lorch + Hirsch Architekten, la terza dell’ufficio KSG Architekten, presentano emblematiche similitudini nella prassi dialogica instaurata con i suddetti eventi cronologici drammatici, ovvero la atavica distruzione dei primi due templi di Gerusalemme, e la relativamente recente devastazione dei santuari locali di mano nazista. Se da un lato, infatti, quest’ultima viene evocata, in tutti e tre i casi, collocando il nuovo tempio nelle immediate vicinanze del precedente, ri-centrando così la comunità ebraica in un luogo di radicamento storico, dall’altro si àncora l’immagine dei nuovi templi, attraverso l’utilizzo prevalente della murature (rivestite) in pietra, a quella dei modelli gerosolimitani, in particolare alle cromìe sui toni del giallo della pietra calcarea con cui vennero realizzate le loro opere murarie, oggi evidenti nell’unico elemento rimasto integro, meglio noto come “Muro del pianto”.
Sinagoga di Dresda
La Sinagoga nuova di Dresda ph. Cheryl Hammond
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La nuova sinagoga e centro comunitario di Dresda occupano un sito di forma allungata di 110 x 26 m, appena fuori dal centro storico, declinati in due volumi geometrici astratti tenuti assieme da una corte recintata da basse murature. Il vuoto tra i due oggetti stereometrici è teso ad enfatizzare l’assenza della precedente sinagoga di Semper del 1837, distrutta dal fuoco nazista, la cui impronta viene segnata a terra da schegge di vetro inserite nella pavimentazione.
Il carattere introverso del tempio cela la dicòtomia presente tra la sua visione interna, smaterializzata nell’immagine della tenda, prima “casa di Dio” dei Giudei, e la sua apparenza esterna, segnata da un involucro completamente opaco, il cui andamento tortile è utile per orientare la sala di preghiera ad Est, come da tradizione. La scatola muraria è realizzata attraverso la sovrapposizione di 41 ricorsi, all’angolo dei quali un offset di 55 mm restituisce l’effetto complessivo di un cubo in torsione. “Concio stereotomico”, protagonista dell’intera opera muraria, è un elemento di 120x60x60 cm in cemento pre-gettato, il cui mix materico (cemento bianco e grigio, arenaria gialla, sabbia, granulati di quarzo e pigmento Bayer giallo 940) sottoposto a processo di acidazione in stampo metallico intendono fa assumere al blocco l’apparenza di una pietra naturale, del calcare isrealiano ma anche dell’arenaria del vicino Elba, inutilizzabile – quest’ultimo litotipo – per motivi strutturali e per il marcato scurimento a causa dell’inquinamento atmosferico, ritenuto inappropriato da parte della committenza.
Scheda tecnica
Progetto: Sinagoga e Centro Comunitario
Localizzazione: Dresda (Germania)
Progetto architettonico: Wandel Hoefer Lorch + Hirsch Architekten
Progetto strutturale: Schweitzer Ingenieure
Progetto impiantistico: Zibell Willner & Partner
Acustica: Müller BBM
Committente: Comunità ebraica di Dresda
Dati dimensionali: 2.690 mq superficie area; 1.285 mq superficie costruita; 21.639 mc volume complessivo
Posti: 236 per uomini; 60 per donne
Cronologia: 1997, progetto di concorso; 2001, realizzazione
Sinagoga di Monaco
La Sinagoga nuova di Monaco ph. Verpichselt
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Nel caso della nuova sinagoga, centro comunitario e museo di Monaco, i tre volumi si distendono sulla St. Jacobs Platz a formare una composizione dinamica tra le parti, unificate dall’utilizzo del rivestimento lapideo in travertino. La differente lavorazione delle pietre, a taglio sega per gli edifici complementari, a spacco per la sinagoga, enfatizza il ruolo di quest’ultima legando la sua immagine a quella del Tempio di Salomone.
Come a Dresda, i progettisti WHL + H Architekten tematizzano la dualità tra la permanenza e la temporaneità, nella religione ebraica rappresentata dalle figure del beit a-donai (tempio) e dell’ohel (tenda). Al primo fa riferimento il basamento lapideo di 8 metri, completamente cieco ad eccezione del portale d’ingresso, inciso in 10 grafèmi simboleggianti i 10 comandamenti; al secondo allude la lanterna, un prisma rettangolare vetrato, internamente sostenuto da una struttura metallica a maglie triangolari isosceli, la cui ripetizione dà luogo a configurazione geometriche riproducenti la stella di David, ed esternamente involucrato da una maglia metallica posta a filtrare nell’interno la luce naturale.
Nella sala di preghiera, l’assenza di immagini figurative e l’apparenza disadorna, conferiscono particolare risalto ai rivestimenti materici, risolti nella bicromia dovuta all’impiego del legno di cedro e del travertino lucidato. Le panche, atte ad ospitare circa 300 posti per uomini (alle donne spettano circa 200 posti nei matronei laterali), sono rivolte verso la parete orientale, dove viene riposta la Torah.
Scheda tecnica
Progetto: Sinagoga, Centro Comunitario e Museo
Localizzazione: Monaco (Germania)
Progetto architettonico: Wandel Hoefer Lorch + Hirsch Architekten
Progetto strutturale: Sailer Stepan und Partners GmbH
Progetto impiantistico: MEP Engineering firm
Acustica: Möhler + Partner
Committente: Comunità israelita di Monaco e della Baviera
Dati dimensionali: 1.200 mq superficie Sinagoga; 11.890 mq superficie Centro Comunitario; 1.520 mq superficie Museo
Posti: circa 300 uomini; circa 200 donne
Cronologia: 2001, progetto; 2007, realizzazione
Sinagoga di Ulm
La Sinagoga nuova di Ulm ph. Dierk Schaefer
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L’edificio che ospita la nuova sinagoga e centro ebraico di Ulm, come nei casi di Monaco e Dresda, domina lo spazio urbano circostante, isolandosi dal tessuto edilizio con cui pur sempre si armonizza. Tale configurazione assume un significato simbolico, volendo dare solenne risalto alle nuove strutture, rammemorando così la vergognosa distruzione delle precedenti, integrate spesso nel tessuto urbano e meno riconoscibili.
Lo studio KSG Architekten risolve in un unico volume cubico di 16x17x24 m il programma funzionale piuttosto complesso, comprendente oltre al santuario anche centro comunitario, sale studio, mikveh, bilbioteca e cucina kosher. Le sale vengono disposte secondo una distribuzione perpendicolare, ad eccezione del luogo di culto, orientato a sud-est verso Gerusalemme, per specifica volontà del rabbino.
Asse focale dello spazio di preghiera, atto ad ospitare circa 125 posti per uomini e 40 per donne, è la soluzione d’angolo, risolta con un grande traforo. Il motivo geometrico alla base di tale diaframma, ottenuto attraverso sottrazione materica sulle lastre di rivestimento per mezzo di getto d’acqua ad alta pressione, è ancora una volta la stella di David: tale trama realizza particolari effetti luministici sulle pareti interne, rivestite in legno di cedro, oltre a proiettare – in direzione opposta – sul Weinhof, nelle ore serali, una luce soffusa che evidenzia ancor di più la presenza del tempio all’interno della piazza.
Il rivestimento lapideo, involucro esterno della struttura portante cementizia, si compone di lastre di pietra calcarea tedesca, il “Dietfurt limestone”, estratto nei pressi di Dietfurt in Baviera, a circa 110 km da Ulm: la scelta di questo litotipo si motiva nella somiglianza con il calcare della tradizione israelitica, risultato quest’ultimo però non direttamente utilizzabile nella costruzione tedesca in esame per la scarsa resistenza al gelo che esso offre, che lo rende non propriamente adatto al clima mitteleuropeo.
Scheda tecnica
Progetto: Sinagoga e Centro Ebraico
Localizzazione: Ulm (Germania)
Progetto architettonico: Kister Scheithauer Gross Architekten
Progetto strutturale: Dr.-Ing. W.Naumann & Partner
Progetto impiantistico: ZWP AG
Acustica: ISRW Dr.-Ing. Klapdor GmbH
Committente: Comunità ebraica di Wu?rttemberg
Dati dimensionali: 1.980 mq superficie totale
Posti: 125 posti complessivi
Cronologia: 2009, progetto di concorso; 2010-12, realizzazione
di Antonio Acocella