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Notizie

7 Febbraio 2005

Recensioni

Idee di pietra, fra carta e web


A partire da volume “L’architettura di pietra” di Alfonso Acocella, da poco editato, è avviato un esperimento innovativo nella comunicazione contemporanea di architettura editando in internet in forma dinamica ed interattiva, all’interno di un Blog_Forum, le recensioni critiche pubblicate sulle riviste cartacee e digitali, post scriptum inediti dell?autore sulla concezione dell?opera a stampa (e sullo Stile litico più in generale), commenti e posizioni esprimibili in self-publishing istantaneo da una Comunità scientifica (da ricercare e connettere in rete) che si mostri interessata all’argomento attraverso un Forum on line aperto a tutti.
Un modo di confrontarsi, con semplicità e libertà di espressione. Progressivamente, la discussione innescata dal volume potrebbe essere evoluta in forma più ampia, consolidare una rete di contatti e di competenze in materia, fare insomma cultura di progetto, di costruzione, di produzione.

(Visita il sito di Europa Concorsi)

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2 Febbraio 2005

Recensioni

La recensione di Professione Architetto

Blog Forum

Alfonso Acocella, docente della Facoltà di Architettura di Ferrara e impegnato autore di importanti volumi, dalla sua ultima opera “L’architettura di pietra. Antichi e nuovi magisteri costruttivi” avvia un esperimento di condivisione interattiva, un Blog Forum aperto a tutti coloro che desiderano confrontarsi, inserire recensioni, posizione e commenti sull’argomento.
Un ulteriore passo di rilevante qualità per ricercare e consolidare una rete di contatti e competenze in materia, e per costruire una politica di cultura del progetto, della costruzione e della produzione. Un’occasione importante per dar vita ad un dibattito culturale aperto e libero fra i componenti di una comunità scientifica allargata sui temi de “L’architettura di pietra”.

(Continua su Professione Architetto)

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31 Gennaio 2005

Recensioni

Il BLOG sulla PresS/Tletter

Idee di pietra, fra carta e web

A partire da volume “L’architettura di pietra” di Alfonso Acocella, da poco pubblicato, è avviato un esperimento innovativo nella comunicazione contemporanea di architettura editando in internet in forma dinamica ed interattiva, all’interno di un Blog_Forum, le recensioni critiche pubblicate sulle riviste cartacee e digitali, post scriptum inediti dell’autore sulla concezione dell’opera a stampa (e sullo Stile litico più in generale),commenti e posizioni esprimibili in self-publishing istantaneo da una Comunità scientifica (da ricercare e connettere in rete) che si mostri interessata all’argomento attraverso un Forum on line aperto a tutti. Un modo di confrontarsi, con semplicità e libertà di espressione. Progressivamente, la discussione innescata dal volume potrebbe essere evoluta in forma più ampia, consolidare una rete di contatti e di competenze in materia, fare insomma cultura di progetto, di costruzione, di produzione.

(Visita il sito Prestinenza)

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29 Gennaio 2005

Recensioni

La recensione di Area

Vi sono (rare) opere a stampa che, mediante un radicale allargamento dell’orizzonte informativo, accompagnato da un ben fondato riposizionamento critico portatore di un originale criterio interpretativo, assumono in poco tempo un valore collettivo epocale, al pari di un bene culturale di vivo uso quotidiano. Possono essere fulminanti saggi individuali o ben costruiti libri a più voci oppure, addirittura, semplici ma intriganti album di immagini.
Con tali opere, che all’inizio presentano anche contenuti difficili e un poco inattesi, in breve tempo si entra in confidenza: si trovano conferme di opinioni già espresse, spiegazioni di quesiti dimenticati, profonde motivazioni sulle quali, superata la fase della prima lettura, si richiede di tornare più volte, ricavandone nuovi ammaestramenti e nuove scoperte. Da quel momento tali libri iniziano ad essere le fonti necessarie per comprendere, per frammenti, il mondo; da allora in poi, solo in essi e non altrove, si trovano le prove che giustificano le più generali interpretazioni culturali che accompagnano e accomunano un’intera generazione di studiosi e di lettori.
Il nuovo contributo di seicento pagine, voluto e coordinato da Alfonso Acocella, è uno di questi libri.
La tesi, sostenuta dal corposo ma piacevole tomo, è dimostrare l’effettiva presenza, in molta nuova architettura, della cultura della pietra, accompagnata non solo dal peso di domate leggi statiche, ma irrobustita dai mille risvolti sociali che comporta la rievocazione di molte tradizioni storiche e mitologiche. Ciò si riscontra, non solo nell’ovvia fase costruttiva, ma di proposito nella stessa, razionale, consapevole e alla fin fine anche educata, lunga fase ideativa.
Forse la tesi non è nuova, ma in essa c’è quello di cui ha bisogno l’attuale generazione di committenti, ideatori e costruttori. Come si sa, è sempre stata viva, e anche aspra, una forte dialettica tra "firmitas" e "venustas", ovvero tra principi costruttivi senza tempo e contingenti esigenze estetiche. Ma, da subito, con palesi contraddizioni. A proposito del rivestimento, già in Vitruvio, nei passi iniziali del secondo libro, quasi in opposizione alle rigorose certezze dell’edificare, si affermava che l’"opus reticolatum", anche se è più instabile e più costoso, va adottato perchè è più bello. Altrettanta volontà di alta esecuzione al servizio dell’idea si evoca negli aforismi di un Loos, o, con altri accenti, si trova oggi negli scritti sulla tettonica di un Kollhoff, quando si afferma che persino i modernisti più accesi dovrebbero trovare esagerato il desiderio di astrazione, quando si tratta di distinguere un viottolo da una facciata.
Il corposo libro, che è concepito quasi come un’enciclopedia di un sapere costruttivo collettivo che data migliaia di anni, tratta per grandi temi pratici l’avventura della costruzione in pietra, dall’iniziale tracciato di un muro alla conclusiva previsione di un piano di copertura, inclinato o voltato.
Il testo è il risultato di una grande cura editoriale e di un evidente dispiego di rilevanti mezzi economici, ottenuti con una partecipazione che fa onore alla comunità culturale e produttiva della città di Lucca. Ciascuno degli esempi dimostrativi documentati, da un arco romano a un atrio dell’Eur, da Renzo Piano a Peter Zumthor, invece di una sbrigativa e consumata icona evocativa, è accompagnato da decine di elaborazioni grafiche e da ottime immagini fotografiche, tutte molto convincenti, quasi si volesse uscire dal ricorrente saggio, seguito da una raccolta di esempi, per sperimentare, invece, una sorta di moderno trattato, dove immagini e testi concorrono assieme a perfezionare una forte volontà dimostratrice. L’autore, come lo ricordano i suoi precedenti studi in particolare sul mattone e sulle tecniche costruttive antiche e moderne, non è nuovo a tali sintesi. Nel nuovo libro, un alto risultato di una ben impostata ricerca scientifica, non solo si spazia con vari approcci in un settore dalle molte implicazioni culturali ed economiche, ma si indaga, nei fatti, su un antico primato della tradizione architettonica italiana. Al di là di fredde disamine di impronta bocconiana, proprio così, nell’architettura, dovrebbe essere concepita la politica governativa per il sostegno di una via italiana all’innovazione. Assicurando palesi sostegni a quei contributi di ricerca scientifica e a quelle effettive realizzazioni edilizie di iniziativa pubblica che riescono ad aprire nuove vie per il futuro, partendo da una tranquilla e dimostrata accettazione di un passato giudicato ancora vivo e necessario.

Aldo De Poli

(Visita il sito Area)

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28 Gennaio 2005

Recensioni

Il blog parte da Costruire.it

A partire dalla pubblicazione del volume “L’architettura di pietra. Antichi e nuovi magisteri costruttivi”, edito da Lucense-Alinea, l’autore, Alfonso Acocella, ha deciso di avviare una discussione online sui contenuti del libro attraverso la creazione di un blog-forum. All’interno del sito saranno raccolte recensioni critiche, post scriptum inediti, commenti sull’opera e i commenti di una comunità scientifica che si mostri interessata all’argomento e che si connetta in rete. L’obiettivo è confrontarsi in piena libertà di espressione, fino a consolidare una rete di contatti e competenze in materia.

(Continua su Costruire.it)

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24 Gennaio 2005

Principale

Newsletter N.1

24 gennaio 2004 Newsletter 1l’architettura di pietra

progetto newsletter
Ha inizio con questa prima newsletter del 2005 l’evoluzione del Blog “L’architettura di pietra”:
la vita dell’opera a stampa fra post scriptum, recensioni critiche, link, immagini,
incontri e confronti in rete. L’invio delle newsletter sarà, nel tempo, non fisso assumendo
un duplice carattere: di informazione e di animazione dei contenuti di aggregazione on line.

informazione
L’informazione verterà principalmente sull’annuncio di nuovi postscriptum, di commenti significativi,
di documenti e materiali relativi al mondo dell’architettura di pietra, pubblicati progressivamente
nello speciale che il Blog dell’Edilizia dedica a “L’architettura di pietra”.

comunità
L’obiettivo esplicito del progetto newsletter è, al contempo, quello di promuovere una comunicazione
interattiva e dialogica all’interno di una comunità scientifica on line indirizzandola al dibattito sui contenuti
della cultura della progettazione e della costruzione litica attraverso la condivisione di informazioni, saperi,
posizioni esprimibili all’interno di discussioni, recensioni, dibattiti e nelle altre modalità che gli stessi
membri della comunità scientifica vorranno suggerire.

Post scriptum/La concezione grafica del libro
“Ogni libro è un “mondo”, un susseguirsi di idee, di immagini, di allusioni, di associazioni, di cose
rappresentate che hanno bisogno di spazio – sia pur bidimensionale – nel quale far entrare il lettore,
consentendogli di esplorare, di sostare, con minore o maggiore sorpresa e piacere…”

Alfonso Acocella

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24 Gennaio 2005

Principale

La newsletter

Le newsletter de “L’architettura di pietra”
Quando le newsletter arrivano nelle caselle di posta elettronica portano con sè informazioni, posizioni, idee a chi si è iscritto per riceverle, dopo un coinvolgimento lungo la navigazione di un sito, che si può anche avere smarrito, abbandonato, non più frequentato.
Le newsletter allora ricordano a loro – e anche a chi non ha smesso di essere presente e fruitore della comunicazione digitale – che si continua ad “esistere”, che si vuole assumere una posizione, sviluppare un’azione, interagire addirittura per coinvolgerli in una conversazione “on” ed “off line”.
Oltre ad informare ci auguriamo che il progetto delle newsletter, pur lentamente, serva ad instaurare un rapporto con quanti sono interessati al progetto culturale de “L’architettura di pietra”, appena avviato ma che si vorrebbe, nel tempo, evolvere, condividere in forma sempre più allargata.
Newsletter, quindi, anche come portatrici di nuovi argomenti di discussione, di valori culturali di una comunità scientifica “in costruzione”.

comunità
La parola comunità letteralmente sta ad esprimere condizione di “comunanza”. Semplificando possiamo indicare quali partecipi di ogni comunità l’insieme delle persone che sono (o entrano) in relazione di interessi culturali , di credo politico, di stili di vita, di obiettivi. Comunità, quindi, come “orizzonte” cosciente d’intenti delineato da una collettività che ha rapporti interpersonali ed interagisce al proprio interno.
I tratti che stanno ad esprimere ciò che è comune – pur nelle articolazioni e nelle dialetticità interne – rappresentano gli elementi coesivi, aggreganti: In genere tutti i saperi, tutti i magisteri, tutte le scienze sviluppano, lungo la loro lenta “costitutività” formativa, una evidente “colleganza” che tiene insieme il tutto, esprimendo un “dominio”, alla fine un sentire “collettivo”, un senso di “appartenenza”.

comunità in rete
Oggi spinti, come siamo, da una tecnologia di rete a vivere, sempre di più, fra realtà e virtualità, fra “on line” e “off line”, ci troviamo di fronte a forme di nuova socialità; forme ibride di interazione; “comunità virtuali”, come sono state definite e rese popolari da Howard Rheingold.
Le comunità virtuali individuano gruppi che si “incontrano” sulla rete, si scambiano informazioni, opinioni su problematiche ed argomenti più vari.
Nascono più o meno spontaneamente ma anche, spesso, possono essere strategicamente “progettate” e “costruite” a partire da interessi (materiali o immateriali poco importa), da avvenimenti, da condizioni particolari aggreganti.
Il luogo, lo spazio d’incontro e di scambio, è spesso costituito, in questi casi, da un sito web di taglio tematico specifico, piuttosto che un portale di carattere generalista. È questa anche la nuova frontiera di internet in avvio del nuovo millennio.

comunicare
Rivolgendosi al presente è sempre più evidente per chi fa cultura come sia necessario – in un mutato quadro di socialità – identificare, raggiungere, avvicinare ed, infine, riverberare il sapere. È inoltre evidente come oggi la produzione di comunicazione non si concentri più – almeno potenzialmente – solo intorno ai poli economici forti ed egemoni o a cittadelle culturali insediate in una geografia spaziale (e temporale) stabile e duratura.
Sulla stessa rete telematica informazionale a comunicazione aperta di internet – innervata dall’accumulo onnivoro di archivi e banche dati, dispositivi di messaggeria elettronica, di chat room, newgroup, blog e forum on line – possono sorgere (anzi sono sorte da almeno un quindicennio) nuovi modelli di interazione intellettuale e sociale, nuove aree di espressione.
In tale rete interconnettiva, depositaria di saperi e culture in trasformazione, vorremmo muoverci per far sorgere un dibattito culturale aperto e libero fra i componenti di una comunità scientifica allargata sui temi de “L’architettura di pietra”
Tutti ne sono invitati a partecipare.

di Alfonso Acocella

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17 Gennaio 2005

Recensioni

La recensione di Costruire

COSTRUIRE N. 26 GENNAIO 2005

Una pubblicazione concepita come un’architettura complessa e imponente: i capitoli prendono il nome dagli elementi architettonici, archi e architravi, pavimentazioni e coperture, superfici, muri e colonne. Una struttura articolata che permette di capire fino in fondo il fascino del materiale che per eccellenza rappresenta lo strumento dell’architettura: la pietra. Quale architetto non vorrebbe affidare alla pietra la testimonianza del proprio lavoro? Questo materiale naturale è riuscito nel tempo a mantenere la sua attualità rinnovandosi ogni volta nei tagli e negli accostamenti, mettendo in luce di volta in volta le caratteristiche di durabilità, stabilità, bellezza e naturalezza.
Ieri veniva scelto per la sua solidità e durevolezza, oggi che dilagano le discipline orientali per la sua bellezza suggestiva ma anche per l’energia che trasmette. I nove capitoli che compongono il volume ripercorrono la storia dell’architettura di pietra e analizzano tecniche di realizzazione e applicazione in progetti del passato e contemporanei. Il volume si apre con la storia delle prime pietre d’Egitto: "Risulta sbalorditivo pensare come dal nulla sia stato concepito e raggiunto un livello tecnologico così evoluto". Il capitolo dedicato ai muri è introdotto dalla spiegazione dei vari metodi: "opus incertum", "quadratum" e altre utilizzate dai romani fino ai giorni nostri, con la presentazione, tra gli altri, del Cimitero di guerra tedesco al passo della Futa di Dieter Oesterlen: monumentale il suo sperone murario culmine di un unico muro che con la sua spirale "rimodella le pendici di un rilevo naturale, dando vita a terrazzamenti". Capolavoro linguistico e compositivo è la Casa Alessi sul lago Maggiore disegnata da Aldo Rossi, con una singolare copertura ad arco ribassato contenuta da due setti in pietra del luogo e il fonte sul lago in cotto. Ma gli esempi di architettura sono molti: per le superfici, il padiglione della facoltà di Medicina dell’ospedale di Arrixaca a Murcia, di Sancho-Madridejios architecture office, in cui il rivestimento in pietra rende incisiva "l’eleganza compositiva di questo edificio" che "traspare dalla sua apparente elementarità"; oppure gli uffici del presidente progettati da Gruber e Kleine Kraneburg a Berlino con la sua superficie esterna di granito sudafricano Nero Impala di 4 cm di spessore, "sobria e preziosa, allo stesso tempo". La piazza di Palmanova è invece un esempio completo e ben equilibrato di composizione di superfici per il capitolo intitolato Suolo, con particolari sia disegnati, sia fotografati. Una pubblicazione ricca di fotografie e disegni, ma anche di descrizioni per fornire un panorama completo sull’architettura di pietra che vanta meraviglie storiche ben descritte, come il Pantheon e il Partenone.

a cura di Angelo Bugatti

(Vai a Costruire)

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14 Gennaio 2005

PostScriptum

Alfonso Acocella Post Scriptum

La concezione grafica del libro

Ogni libro è un "mondo", un susseguirsi di idee, di immagini, di allusioni, di associazioni, di cose rappresentate che hanno bisogno di spazio – sia pur bidimensionale – nel quale far entrare il lettore, consentendogli di esplorare, di sostare, con minore o maggiore sorpresa e piacere.
Dobbiamo molto a Jost Hochuli, e a Sergio Polano che ce lo ha fatto conoscere sulle pagine di "Casabella" per averci consegnato il seme dell’idea da cui sono nati la "misura"e il "ritmo" dello "spazio" del nostro libro. La sua originale e ostinata ricerca di una "terza via" rispetto alla bipolarità espressa dalle tendenze principali nel progetto contemporaneo di libri ci ha fornito una ipotesi di lavoro del tutto coerente e funzionale con i contenuti de L’architettura di pietra sviluppata in chiave di progetto grafico da Massimo Pucci.
Alla rigida e antitetica opposizione fra composizione simmetrica (di matrice "classica") e composizione libera a griglia (di definizione contemporanea) Jost Hochuli si sottrae sviluppando una personale ricerca indirizzata a far coesistere il pensiero di tipo centrale ed assiale con quello più libero, articolato, di tipo asimmetrico.
Superare, all’interno dell’architettura del libro, l’antinomia espressa dalla coppia simmetria-asimmetria, accettando e valorizzando reciprocamente le due concezioni di impaginazione, ha consentito di interpretare con grande libertà i variegati contenuti testuali ed iconografici del volume articolati fra fondamenti teorici, sezioni a carattere manualistico e letture critiche di opere contemporane.
All’interno di questo quadro concettuale l’inedito progetto grafico di Massimo Pucci ha dischiuso un campo di composizione estremamente ricco di opportunità, di nessi additivi, di gerarchie interne, di "varietas" combiantoria.

Gli assi ordinatori
La struttura spaziale del libro elegge tre assi principali di composizione: due verticali, in posizione centrale rispetto ad ogni singola pagina, ed uno orizzontale che taglia in mezzeria le due pagine contigue.
Questi tre assi di natura simmetrica – opportunamente usati – consentono di ordinare, orientare e declinare in modo estremamente non convenzionale il racconto visivo dell’opera, "sottolineando", "mitigando" o "negando" simmetria e asimmetria.
L’affermazione della simmetria è affidata alle colonne del testo principale, posizionate nell’area baricentrica delle pagine, che ne ricevono ordine e chiara leggibilità.
L’asse mediano orizzontale è meno enfatizzato, sia pur sempre riconoscibile, con un ruolo prevalentemente funzionale all’interno della struttura spaziale del libro. Il suo compito è quello di raccogliere e ordinare i singoli elementi iconografici (o gruppi di elementi) lungo la linea che ‘taglia" (ma anche "riunifica") pagine contigue.

Il ritmo visivo del libro
I titoli sintetici in nero dei nove capitoli di cui è composto il volume – inizi, muri, colonne, architravi, archi, superifici, suolo, copertura, materia – emergono dal bianco avvolgente in cui sono calati. Queste pagine di suddivisione tematica segnano una cesura, una pausa visiva all’interno del ritmo narrativo fitto del libro.
Alla monograficità diafana di apertura di ogni capitolo segue l’incipit argomentativo unicamente testuale impaginato in colonna verticale centrale; nel proseguimento le pagine – ordinate sempre dal testo centrale – accolgono sperimentazioni compositive, soluzioni calibratissme di disegni e foto; il tutto è "arricchito" graficamente dalle "finezze tipografiche" dei font delle didascalie, dalle numerazioni delle illustrazioni, al fine di mitigare l’effetto statico che ne deriverebbe dalla ripetizione insistita di un’impostazione rigidamente simmetrica della colonna centrale di testo.
Rintracciare e distinguere, sulle superfici delle pagine del libro, zone centrali e periferiche, bordi e confini; stabilire continuità e discontinuità, ritmi e sequenze; associare o disgiungere; uniformare o gerarchizzare; occupare tutta la superficie o introdurre ampie campiture bianche, rappresentano le mosse, il "tocco", del "gioco" compositivo di Massimo Pucci.

Associazioni e fusioni
Uno degli schemi ricorrenti per "mettere in pagina" le illustrazioni sugli spazi bianchi del libro è quello che le associa, le avvicina e spesso le "salda" in adiacenza (secondo un peso visivo equivalente, o più frequentemente, gerarchizzandole dimensionalmente) assumendo come linee ordinatrici gli assi di simmetria fondamentali del progetto grafico.
Queste combinazioni multiple di foto, ma anche composizioni di foto e disegni, sono poste ad interrompere ed illustrare con precisione di rimandi le parti testuali, alimentando una struttura narrativa dinamica dei contenuti estesa a tutto lo sviluppo del volume; mai banale e scontata, sempre ricercata e faticosamente discussa fra autore del libro ed autore del progetto grafico. I tempi lunghi e lenti dell’impaginazione, quindi, come il "cantiere", lo spazio della "costruzione" dell’opera a stampa.
È compito del lettore focalizzare, seguire, cogliere i diversi ritmi di cui si compone la stuttura visiva, oltre che testuale, de "L’architettura di pietra".
L’esercizio richiesto al fruitore del libro è una sorta di ginnastica visiva, di adattamento alla visione, a volte ferma e puntuale altre volte dinamica e sequenziale, delle immagini impaginate per cogliere il messaggio delle associazioni proposte, o per focalizzare il "punctum" significativo del tema in analisi, prima di ricostruire mentalmente i tratti e il senso delle connessioni del racconto generale.


di Alfonso Acocella

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12 Gennaio 2005

Recensioni

La recensione di Italia Oggi

Viaggio negli stili litici di pietra

Valore della progettazione e innovazione nei materiali: Alfonso Acocella, docente all’ateneo di Ferrara, ha indagato gli archetipi costruttivi e rimesso a fuoco numerose proposte di attualizzazione e di sperimentazione innovativa, che hanno investito un ambito significativo della cultura progettuale contemporanea. Una ricerca pubblicata nel volume "L’architettura di pietra. Antichi e e nuovi magisteri costruttivi", per rilanciare i valori della progettazione e dell’adeguato utilizzo dei materiali.


(Nella Foto: Alfonso Acocella)

Domanda. Professor Acocella, l’architettura moderna non si serve più della pietra come elemento e materiale primario, neppure come mezzo di definizione dell’eleganza e della rappresentatività. Vanno di più i materiali tecnologici, anche se il suo impiego è sempre fondamentale soprattutto per le opere di finitura. Dunque, qual è l’attualità della sua ricerca ?
Risposta. Nelle regioni dell’Europa mediterranea è ancora evidente la permanenza di una tradizione legata ad una concezione costruttiva di tipo litico. La ricerca è incentrata su questa permanenza di tecnica e si configura come un’indagine sulla cultura architettonica, con informazioni, suggestioni, indicazioni trasferibili nell’operatività professionale.
Domanda. È uno spunto di approfondimento culturale, un manuale di consultazione per affrontare problemi tecnici e compositivi; è una finestra sulle più attuali opere di architettura, alla luce dell’impiego tecnologico e strutturale delle pietre.
Risposta. L’obiettivo principale è approfondire e sistematizzare attraverso un volume unitario, assenza di un manuale tecnico ed architettonico sulla tecnologia lapidea nella recente produzione editoriale nazionale ed internazionale, le grandi potenzialità della pietra (dove per pietra si intende l’insieme di tutte le famiglie commerciali dei litoidi: marmi, graniti, travertini, pietre in senso stretto), enfatizzandone i variegati ed inesauribili valori culturali, costruttivi, espressivi, cromatici, ambientali, di durata.
Domanda. Il libro fa una storia dell’uso della pietra, rivelando come essa sia stata il materiale e il mezzo strutturale che ha determinato lo sviluppo delle tipologie architettoniche, dei sistemi costruttivi, degli stili. Questi principi, che sono alla base di ogni insegnamento disciplinare, come si possono tradurre in strumenti operativi per la progettazione contemporanea e per lo sviluppo della modernità?
Risposta. Il volume è costruito, dialetticamente, sulla contrapposizione/continuità dei motivi di origine (gli archetipi), rispetto ai temi del presente (gli aggiornamenti o le innovazioni) dell’impiego della pietra, all’interno dell’odierno panorama dell’architettura, sia nazionale che internazionale.
I nove capitoli del libro (inizi, muri, colonne, architravi, archi, superfici, coperture, suolo, materia) sviluppano il senso progettuale degli elementi costruttivi fondamentali dell’architettura. In ogni capitolo vengono presentate su più pagine recenti opere, di particolare significato architettonico e tecnologico. In questo modo il ritmo dell’esposizione letteraria cambia e la recensione esemplifica e attualizza la trattazione.
Domanda. Questa imponente opera tecnico letteraria è costata cinque anni di ricerche e di lavoro; offre un’accurata selezione di immagini, di disegni, di repertori; una grafica editoriale accurata e ideata con lo scopo di condurre contemporaneamente il lettore a una piacevole lettura di testi e immagini.
Risposta. È anche un mio viaggio nel cuore della disciplina, sulle orme dell’architettura di pietra e del suo statuto ineguagliato. La lettura, la fruizione diretta delle opere, la produzione di foto hanno sempre scandito le tappe di tale viaggio. Redigendo questo libro, ci siamo accorti di quante volte abbiamo ripetuto quel gesto semplice (apparentemente passivo, per certi versi distrattivo) di guardare l’architettura attraverso l’obiettivo di una reflex per scattare una foto e portare a casa con sè un frammento, più o meno significativo, del mondo che osservavamo. È strutturato come in una sequenza filmica, come racconto di molteplici e concatenate immagini che delineano una sorta di stenografia visiva del tema; un libro che si offre anche come album, da sfogliare con lentezza, per il piacere della visione. Un libro sul guardare.
Domanda. È un’impegnativa ricerca storica; una raccolta anche personale d’immagini, di un’impostazione grafico-editoriale accurata.
Risposta. L’inedito progetto grafico formulato da Massimo Pucci si è sottratto alla rigida e antitetica scelta fra composizione simmetrica (di matrice "classica") e composizione asimmetrica (di definizione contemporanea) e ha sviluppato una personale ricerca compositiva, ricca di opportunità, di variazioni, di nessi combinatori, di gerarchie interne.
La sua struttura spaziale elegge, sulle due pagine di ogni apertura del libro, tre assi principali di composizione: due verticali centrali (rispetto ad ogni singola pagina) ed uno orizzontale, che taglia in mezzeria le due pagine contigue. Questi tre assi di natura simmetrica consentono di ordinare, orientare e declinare in modo estremamente variato il progetto grafico del libro, marcando, mediando o negando simmetria (o asimmetria) impaginativa.

Roberto Gamba

(Tratto da Italia oggi 12.01.2005)

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