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Casa suburbana a Giulianova, Teramo
Giovanni Vaccarini

vaccarini_giulianova_1.jpg
L’insieme

I patii ed in generale la gestione degli spazi inter-esterni in funzione del clima sono forse gli elementi unici riconducenti la presente realizzazione di Vaccarini a canoni d’italianità, diversamente celata nei tratti precisi e nella tecnologia sottile. Si tratta infatti di opera, pur nei margini ampi d’eccezionalità della tipologia “villa”, di respiro e rimandi internazionali, specialmente a realizzazioni koolhaasiane di fine secolo scorso, a partire dalle modalità di rappresentazione per giungere alla presenza fisica finale. La fascinosa superficie d’arenarie a spacco accostate, con simile esito proposta da Machado & Silvetti in ardesie alla biblioteca Allston Branch di Boston, conferisce dinamicità ad affacci netti e razionali. La soluzione dei rivestimenti costituisce per altro per noi anello di congiunzione all’ampliamento del cimitero di Ortona, progetto dello stesso Vaccarini, di cui ci si occuperà a breve.
L’arditezza delle sovrapposizioni distributive, così come la ricchezza delle scelte materiche accresce le sollecitazioni visive ed invita a percorrere l’opera. Proprio al movimento, parte ormai imprescindibile della progettazione sul ritmo della cinematografia in avanzamento alla fotografia, sono dedicati alcuni importanti passaggi dell’architetto nell’intervista epistolare riportata su Par@metro.it cui si rimanda. Le fotografie a corredo dei testi sono di Alessandro Ciampi.

vaccarini_giulianova_2.jpg
I due volumi principali sovrapposti

Riportiamo la descrizione breve attingendo alcuni brani dalla relazione di progetto.
(…) L’idea progettuale è quella di costruire un edificio con un orientamento completamente rivolta verso la collina, collina che viene vista come una sorta di “mare” verde su cui affacciarsi.
L’impianto è definito da uno sviluppo in sezione su tre livelli :
_ livello interrato completamente scavato nel terreno; un patio interno è l’elemento intorno al quale si organizzano gli spazi, costruendo un gioco di traguardi tra gli spazi interrati/il tetto giardino/l’area giorno(pt)/il volume sospeso del piano secondo.
_primo livello/piano terra; è la parte collettiva dell’edificio: una grossa vetrata scorrevole segna il confine tra il tetto giardino scoperto e l’area giorno coperta. Lo spazio ruota intorno ad una scala metallica lamellare che connette con il piano primo.
_Il piano primo accoglie le camere e gli spazi privati dell’edificio (bagno/sauna, palestra, studio).
(…) Il basamento in pietra è “tagliato” sul fronte ovest da una vetrata a tutta altezza, mentre il volume stereometrico sovrapposto al piano terra presenta una trama di bucature di forma libera e circolari.
(…) La luce è uno dei materiali del progetto. Il sistema di bucature ritagliate nella muratura e nel solaio di copertura disegna durante il giorno le ombre e le luci portate all’interno del volume del secondo piano; al piano terra la luce inonda tutti gli spazi. Di notte un sistema di illuminazione a led (gestiti da un controller) definisce una serie di “sfondi” che trasformano il fronte vetrato del piano primo in una parete luminosa/schermo.
Nel gioco dei contrari, sulla parete vetrata (luminosa) si appoggia a sbalzo il volume del piano primo.

vaccarini_giulianova_3.jpg
Le traforature degli affacci vetrati

Casa suburbana a Giulianova, Teramo

Giovanni Vaccarini
Collaborazioni: Laura Marini, Lucia Tomeo, Sabrina Romani

Progetto: 2003/2004
Realizzazione: 2004/2005

Impresa: Di Ferdinando costruzioni

Superficie mq 280
Volume mc 780

[photogallery]vaccarini_giulianova_album[/photogallery]

di Alberto Ferraresi

(Visita il sito di Giovanni Vaccarini)
(Visita il sito di Par@metro)

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18 Aprile 2007

Principale

Enolia Arte 2007

enolia.jpg

E’ vero che l’olio ha potenzialità afrodisiache? Sarà questo il filo conduttore dell’ottava edizione di Enolia, l’ormai nota kermesse dedicata all’olio di qualità e ai prodotti tipici che Sabato 21 e Domenica 22 Aprile sarà ospitata a Palazzo Mediceo di Seravezza (Lucca).à
La manifestazione, ideata da Gabriele Ghirlanda con la collaborazione del comune di Seravezza, promette di stuzzicare davvero la curiosità del pubblico che ogni anno premia sempre di più (lo scorso anno sono stati 10mila i visitatori) questa vetrina dedicata al gusto che riesce a calamitare i migliori produttori a livello nazionale che propongono varietà di olio ma non solo: non mancheranno infatti i salumi, salse, miele, fagioli, prodotti rigorosamente biologici e tipicità della terra versiliese.
“Olio ed eros” sarà dunque il tema attorno al quale verterà la tavola rotonda che domenica 22 aprile vedrà esperti del settore illustrare le poco conosciute potenzialità delle produzioni specificatamente liguri e pugliesi. Sempre lo stuzzicante abbinamento tra olio ed eros sarà l’ispirazione del consueto spazio di “Enolia Arte” e nei locali della Fondazione Arkad saranno visitabili le particolarissime installazioni, sculture e pitture a cura di 50 artisti internazionali.

Sabato 21 aprile
ore 16.00
inaugurazione
ore 16.30 apertura stand Palazzo Mediceo, Giardino Mediceo, Fondazione Arkad, Teatro de’Costanti
ore 17.00 Enolia un omaggio al Palio. Figuranti e tamburini in attesa del grande giorno.
Ore 21.00 Palazzo Mediceo “Quasi Liberi” spettacolo teatrale di e con Fabrizio Diolaiuti e Adriano Barghetti

Domenica 22 aprile
ore 9.30 apertura stand, Palazzo Mediceo, Giardino Mediceo, Fondazione Arkad, Teatro de’Costanti
Ore 10.30 Piazza Matteotti, Querceta. Pedalata fra gli ulivi. Raduno in bicicletta verso Seravezza attraversando gli uliveti della pianura quercetana con sosta nei frantoi
Ore 11.00 Palazzo Mediceo. Convegno: “L’olivo quercetano. Storia e futuro”. A cura dell’associazione Olivo quercetano
Ore 11.30 Biblioteca Medicea “La scuola dell’olio” minicorsi per imparare a degustare l’olio
Ore 13.00 Giardino Mediceo. “L’olio in tavola” i piatti del territorio in degustazione per i visitatori di Enolia
Ore 15.30 Cappella Medicea. “Goliosità” il gelato all’olio d’oliva
Ore 16.00 Biblioteca Medicea “La scuola dell’olio” minicorsi per imparare a degustare l’olio
Ore 17.00 Palazzo Mediceo. Tavola rotonda “Olio ed eros”: l’olio come sostanza afrodisiaca
Ore 18.00 Fondazione Arkad. “Non solo olio” musica jazz e blues nel pomeriggio di Enolia
Ore 19.30 Chiusura stand

ENOLIA FOLKLORE
Sabato 21 e domenica 22 aprile.
Seravezza centro. Pittura, artigianato, degustazioni nel centro storico di Seravezza.
Organizzazione Pro Loca Seravezza.

ENOLIA ARTE
Fondazione Arkad: arte ed eros.
Installazioni, sculture e pitture a cura di 50 artisti internazionali.

Le sedi degli eventi

Palazzo Mediceo
Gli oli d’Italia e della Versilia, mostre fotografiche, sede di dibattiti

Giardino Mediceo
I prodotti del territorio, assaggi gratuiti

Cappella Medicea
Goliosità, il gelato all’olio d’oliva

Fondazione Arkad
Enoliarte: arte ed eros

Teatro de’ Costanti
Il Palio ed i suoi costumi

Seravezza Centro storico
Pittori, mercanti e degustazioni in piazza

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Ampliamento del cimitero di Ortona, Chieti
Giovanni Vaccarini

cimitero
L’opera ed il paesaggio

La vena viva e la superficie ruvida delle lastre d’arenaria a spacco ci conducono dall’abitazione suburbana di Giulianova agli ampliamenti cimiteriali di Ortona. Qui la poesia della finitezza/in finitezza della vita s’affaccia sul mare, lasciandosi scolpire entro varchi preordinati dai tagli netti dei raggi solari, intervenenti sull’architettura con un duro gioco di chiaroscuri. A differenza dei volumi nitidi e casuali al suolo di Cèsar Portela a Finisterre sull’oceano antistante la Spagna occidentale, il confronto è più misurato con la maggiore pacatezza e solarità adriatica. Il rigore netto dei volumi cimiteriali di nuovo inserimento, dalla corteccia litica e dagli interni candidi, è affiancato da un setto di geometria incostante e fortemente caratterizzato cromaticamente. In modo quasi impensato, come magneti opposti che s’attraggono, i due elementi della composizione si caricano vicendevolmente con forte tensione ed energia, anche cineticamente trasmessa dal sole alla pietra. Questo forse in modo particolare, complessivamente, fa sì che l’opera di Vaccarini fronteggi il paesaggio a viso aperto, sostenendone lungamente lo sguardo.
Segue parte della relazione di progetto.

rivestimento
Il dettaglio del rivestimento litico

L’area di intervento è l’ultima porzione di suolo a disposizione per l’ampliamento del cimitero. Posizionata all’estremo nord del perimetro cimiteriale si trova sul crinale di un colle che guarda verso il mare; un panorama di straordinaria bellezza e suggestione. L’idea di progetto è quella di strutturare un sistema insediativo che si faccia carico di questa duplice condizione: terminale dell’impianto cimiteriale (una sorta di testata contrapposta all’ingresso principale), elemento del/sul paesaggio (che, dunque, dialoghi con questa presenza ambientale molto forte).
Il progetto tenta di dare risposta ai due enunciati principali attraverso alcuni dispositivi:
_la geometria; la struttura insediativa riprende le geometrie dell’impianto storico del cimitero, ne definisce un dialogo a distanza fatto di allineamenti, adiacenze, punti di collimazione.
Il risultato è un impianto sostanzialmente a pettine in cui delle “dita” (i corpi di fabbrica) utilizzano nel loro disporsi un graticcio di allineamenti (un codice a barre) che dialoga con l’impianto del cimitero.
_ il paesaggio; i corpi di fabbrica filiformi si aprono sul paesaggio scardinando anche uno dei componenti canonici del sistema cimiteriale: il recinto. La forza della presenza paesaggistica apre il muro di cinta in scaglie che inquadrano il paesaggio; il mare diventa uno degli elementi di dialogo dell’architettura, la muratura, tagliata, è alla costante ricerca di punti di vista, di affacci.
_il declivio; il sito in pendenza ha informato una organizzazione su due livelli raggiungibili alle due quote principali del progetto. I corpi di fabbrica si pongono come degli elementi di cucitura dei vari salti di quota.
_i materiali; i materiali del progetto sono essenzialmente due: il rivestimento in pietra e l’intonaco. I corpi di fabbrica sono pensati come dei volumi monolitici “tagliati” da geometrie che come traccianti invisibili producono tagli e lacerazioni; i volumi sono rivestiti in pietra, le sezioni lasciate scoperte dai “tagli” sono in intonaco bianco.
Il rivestimento è realizzato con una pietra grezza con forti variazioni cromatiche, l’idea è quella di una moltitudine di pixel. Il suo è un uso “scarno”, le fughe tra i vari ricorsi sono state lasciate aperte per rivelare la teoria di fili che si inseguono ed intrecciano e che talvolta creano delle fessure che governano le altezze degli elementi di chiusura disegnandone il partito architettonico.

prospettiva
La prospettiva dell’insieme

Ampliamento del cimitero di Ortona, Chieti
Giovanni Vaccarini
Collaborazioni: Berardo Matalucci, Cosimino Casterini
concessionario ed esecutore: consorzio Progetti & Finanza
Progetto: gennaio-maggio 2005
Inizio lavori : giugno 2005
Ultimazione : marzo 2006
280 loculi – 109 cappelle (1090 loculi laterali)

[photogallery]cimitero_vaccarini_album[/photogallery]

di Alberto Ferraresi

(Visita il sito di Giovanni Vaccarini)
(Visita la pagina sul cimitero di Portela)

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11 Aprile 2007

News

Diciottesima edizione Premio Internazionale Carlo Scarpa

Disegno

Alla sua diciottesima edizione, il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino designa per il 2007, il Complesso Memoriale di Jasenovac in Croazia.

Il simbolico sigillo di Carlo Scarpa è dedicato quest’anno al Complesso Memoriale di Jasenovac e viene consegnato ai responsabili.
Un vasto spazio aperto, appoggiato alla riva della Sava presso il villaggio di Jasenovac, in Croazia, fino al 1941 area di una fornace di mattoni, dal 1941 al 1945 campo di concentramento, gestito dal regime ustascia, e da allora sito memoriale. Jasenovac ci mostra come la salvaguardia e la valorizzazione della memoria possano trovare proprio nell’invenzione artistica un potente alleato. E come la memoria possa farsi essa stessa luogo. Qui, all’inizio degli anni sessanta del Novecento è stato compiuto, da un architetto serbo, Bogdan Bogdanović, un gesto sorprendente di arte del paesaggio. Nell’assenza totale di reperti fisici della fornace e del campo di concentramento, eliminati già alla fine della guerra, l’inventore ha definito, con minuscoli movimenti di terra, toccanti segni contestuali che rinviano analogicamente alle baracche e alle attrezzature del campo di concentramento. E nel punto in cui un paleoalveo del fiume offre lo specchio dell’acqua, ha fatto scaturire dalle viscere della terra, qualcosa che appare come una forma organica letteralmente sublime, una creatura enorme e fantastica, venuta finalmente a respirare, a captare la luce, un monumentum incaricato di definire il centro gravitazionale del complesso organismo spaziale memoriale. Alla qualità rara di una elaborazione di memoria sub specie paesaggistica contribuiscono, a Jasenovac, anche una esposizione museale, una raccolta documentaria e un centro educativo. È un lavoro che continua con semplicità implacabile a dare nome, cognome, data e luogo di nascita e data di morte a singole persone, fin ora 69.842 individui, deportati e vittime nel periodo 1941-1945.

Scarpa

Il Premio
Intitolato non a caso a Carlo Scarpa (1906-1978), uno dei maestri del Novecento nell’arte del paesaggio, di cui nel 2006 è ricorso il centenario della nascita, il Premio è stato istituito dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche con l’intento di diffondere le scienze e le arti del “governo del paesaggio”.
La giuria internazionale del Premio, presieduta dallo storico dell’arte Lionello Puppi e coordinata dall’architetto Domenico Luciani, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche, promuove ogni anno una campagna di attenzioni verso un luogo particolarmente denso di valori di natura e di memoria, esemplare per la sua concezione, per il suo governo e per la sua forma e vita in continua modificazione.
Il riconoscimento non è attribuito tanto a inventori o committenti, rifugge fenomeni effimeri e ricerche d’effetto. Segnala, piuttosto, la sapienza nel governo del luogo, la responsabilità e la continuità che consentono di far vivere un paesaggio, di ritrovarlo rinnovato, in un equilibrio tra innovazione e conservazione.
Il Premio consiste anche nella pubblicazione di un dossier curato e realizzato dalla Fondazione, che annualmente testimonia la storia, la geografia, le condizioni del luogo premiato, e nella raccolta dei relativi materiali bibliografici e cartografici, messi a disposizione per la consultazione pubblica.
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10 Aprile 2007

Principale

‘Carceri d’invenzione’: Incisioni di G.B. Piranesi

piranesi

“Le Carceri”
Incisioni di Giovan Battista Piranesi

15 aprile – 20 maggio 2007
Inaugurazione domenica 15 aprile ore 11 – intervento di Giorgio Celli
Bocciodromo di Ponteranica – Bg – via Valbona

Dal 14 aprile al 20 maggio 2007 il Bopo di Ponteranica (Bg) ospiterà la mostra “Le Carceri” di Giovan Battista Piranesi, considerato una delle figure più importanti e, per molti aspetti, rivoluzionarie del panorama culturale del Settecento. In occasione della mostra saranno organizzate per le scuole visite guidate e un laboratorio di incisione.

La mostra, organizzata dal Comune di Ponteranica, presenterà al pubblico la più nota serie di incisioni realizzate da Giovan Battista Piranesi (Mojano di Mestre 1720 – Roma 1778): “Le Carceri”.
Giovan Battista Piranesi è considerato l’ultimo grande esponente dell’incisione veneta del Settecento. In gioventù si definì “architetto veneziano”- per via di una formazione andata poi delusa – ma una volta trasferitosi a Roma diventò famoso per le incisioni rappresentanti ruderi classici e monumenti antichi. Ispirato inizialmente dalle intuizioni rovinistiche di Marco Ricci e assimilata la lezione di Tiepolo e Canaletto, Piranesi trasformò progressivamente il suo stile.
Antichi anfiteatri romani disgregati dal tempo, obelischi inghiottiti dal verde, mascheroni fantastici e grotteschi, palazzi aristocratici inondati dalla luce, visioni allucinate di carceri buie e terribili, rovine di terme, ponti e rive del Tevere, costituiscono gli inesauribili temi della sua straordinaria produzione acquafortistica. Dopo la sua morte, l’attività editoriale fu ereditata dai figli che, in Francia, nel 1792 pubblicarono il fondamentale catalogo sull’opera completa del padre. Le lastre di Piranesi, utilizzate fino al 1835, si trovano custodite attualmente a Roma presso la Calcografia Nazionale.
Nella mostra ospitata al Bopo di Ponteranica saranno presentate 16 vedute fantastiche di Piranesi pubblicate, nella sua edizione finale nel 1761, col titolo “Carceri d’invenzione”. Sono immagini di architetture irreali con scale che salgono verso l’infinito, strumenti di tortura, ruote dentate, ponti levatoi, catene, corde e verricelli. Immagini in cui si materializzano gli incubi dell’artista attraverso un linguaggio grafico inconfondibile, denso di luci e ombre e ben distante dalla solarità e dai temi della sua prima produzione di acqueforti in cui l’attenzione era focalizzata su ruderi classici e monumenti antichi di Roma.

Per informazioni:
Scarica il Programma
Visita il sito www.comune.ponteranica.bg.it o biblioteca di Ponteranica tel. 035.577.302

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9 Aprile 2007

Principale

L’altra modernità. Città e architettura

invito

XXVI Congresso di Storia dell’Architettura
Roma 11-12-13 aprile 2007

Facoltà di Architettura “Valle Giulia” – Via Gramsci, 53
Facoltà di Architettura “Ludovico Quaroni” – Piazza Borghese, 9

Il Centro di Studi per la Storia dell’Architettura ha organizzato il Congresso del 2007 dedicandolo a “L’altra modernità. Città e architettura”, tema suggerito da una consapevolezza critica che vede la necessità di superare visioni del tutto parziali nella ricostruzione delle vicende storiche che hanno animato la prima metà del secolo appena trascorso.
Da una visione più ampia e meno ideologica del concetto di “moderno” scaturisce il tema della cosiddetta “altra modernità”, orientata a studiare l’esperienza di personaggi e opere architettoniche che volutamente si collocano in una posizione intermedia fra le radici della tradizione e la teoria e prassi del “movimento moderno”. Non si tratta quindi di un “antimodernismo” o del permanere dell’accademismo – del resto rifiutati da più architetti dell’epoca – ma di un altro tipo di modernità: una modernità che si distingue – è quindi “altro” – dal “movimento moderno”, una modernità, o meglio ancora, un modo di costruire in sintonia con lo spirito del tempo, fuori dall’adesione agli estremismi del “movimento moderno”.
Ne dovrebbe emergere un quadro il più possibile esaustivo di una qualificata produzione architettonica italiana di oltre un ventennio, caratterizzante l’architettura delle città. Il limite temporale sul quale si dibatte è quello compreso tra gli anni Venti e la fine degli anni Quaranta del Novecento. I temi sono incentrati su figure emergenti di progettisti e su opere che hanno avuto risonanza nazionale o che hanno rappresentato casi emblematici, privilegiando in tal modo la qualità piuttosto che la quantità, essendo la qualità la prima fonte d’ispirazione di molte architetture italiane, o da queste derivate (architettura delle colonie), mentre i temi del “costruire” sono trattati solo se connessi alla realizzazione di un nuovo linguaggio architettonico.

Il Congresso, che si svolgerà nei giorni 11-12-13 aprile 2007 nelle due sedi delle Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “La Sapienza”, è articolato in quattro sezioni tematiche: Aspetti generali (presiede Vincenzo Fontana), Rapporti europei (presiede Micaela Viglino), Aree italiane (presiedono: Sandro Benedetti, Santino Langè, Alfonso Gambardella,, Paolo Fancelli), Diffusione mediterranea (presiede Corrado Bozzoni). A questi contributi seguirà una Tavola rotonda dedicata alle Conclusioni.

Comitato Scientifico: Sandro Benedetti, Gaetana Cantone, Aldo Castellano, Vincenzo Fontana, Alfonso Gambardella, Maria Giuffrè, Giuliano Gresleri, Santino Langè, Laura Marcucci, Francesco Moschini, Tommaso Scalesse, Gianfranco Spagnesi, Micaela Viglino.
Coordinatori per aree regionali: Micaela Viglino (Piemonte), Aldo Castellano e Maria Antonietta Crippa (Lombardia), Santino Langè (Lombardia e rapporti con l’architettura del centro Europa), Vincenzo Fontana (Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia), Giorgio Pigafetta (Liguria), Ezio Godoli e Giuliano Gresleri (Emilia Romagna, Toscana e località del Dodecaneso), Maria Luisa Neri (Umbria, Marche e Sardegna), Sandro Benedetti (Lazio), Tommaso Scalesse (Abruzzo, Molise e Puglia), Gaetana Cantone e Alfonso Gambardella (Campania, Basilicata e Calabria), Maria Giuffrè (Sicilia).

Ulteriori informazioni su Valle Giulia

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L’ipogeo dei Volumni di Perugia e il rilievo morfometrico del DIAPReM *

Atrium
Vista dall’atrium dell’ambiente principale e del tablinum.

Una delle più straordinarie tombe etrusche di età ellenistica, inserita in un contesto ambientale complesso e compromesso per le intersezioni infrastrutturali che generano dissesti e difficoltà conservative, attraverso un rilievo morfometrico viene studiata ed interpretata nell’architettura, nelle tecniche costruttive e nella qualità delle materiali. L’ipogeo, interamente scavato nella roccia arenaria a sottrazione in un banco di roccia, simula la carpenteria lignea etrusca di una casa italica.
Il rilievo quantitativo laser scanner 3D ne ha permesso una efficace ricostruzione digitale.

Una casa italica scavata nella roccia
L’Ipogeo dei Volumni è uno degli esempi più significativi dell’architettura funeraria etrusca di età ellenistica.
Appartenente alla famiglia Velimna o Volumni la tomba gentilizia è architettonicamente articolata in un lungo dromos, un atrium (360 x 730 cm per un’altezza di 440 cm circa) con copertura a due falde con columen e modanatura complessa, due alae e tablinum con soffitti a lacunari e sei camerette coperte a due falde semplici con e senza columen di probabile esecuzione posteriore. Tutti i soffitti simulano delle strutture lignee. Scoperto casualmente il 5 febbraio 1840 sono rinvenute sette urne funerarie ed oggetti vari di grande importanza artistica per la storia antica di Perugia. Tuttora assai discussa la datazione della tomba attualmente attribuibile al III secolo a. C.
Oggi la tomba è situata nei pressi della località Ponte San Giovanni a sud-est di Perugia. E’ una zona di media collina che scende, ad est, verso la valle del fiume Tevere e sale verso l’alta collina del capoluogo.
Il contesto archeologico del sito risulta fortemente compromesso dall’incrocio di una serie di intersezioni infrastrutturali. Infatti, sul lato sud-ovest, direttamente davanti all’edificio del vestibolo ottocentesco passa la strada extraurbana via Assisana (strada statale 75bis), sul lato sud-est il binario unico ferroviario della linea Perugia-Foligno e sul lato nord-est il raccordo autostradale sopraelevato del tratto Perugia-Bettolle del raccordo A1-E45. Questa condizione, non certo proporzionata al valore della memoria sepolta che ancora si protegge, è fonte tuttavia di progressivi dissesti e pone seri problemi conservativi.
L’etrusco Ipogeo dei Volumni è interamente scavato a sottrazione in un banco di roccia arenaria. Un soffitto a due falde e tre soffitti lacunari simulano gli intradossi di carpenterie lignee in scala reale.
Il rilievo è stato eseguito nell’ottobre del 2004 con finalità di studio del sistema strutturale in pietra che simula dei soffitti lignei. Il primo obiettivo era l’esatta documentazione dimensionale e spaziale dello status quo dell’intero monumento che si trova in continuo degrado. L’impianto spaziale della tomba, riproducendo la pianta canonica di una casa romana articolata in dieci ambienti e soffitti lignei fedelmente modellati, consente di individuare un metodo di analisi e di ricostruzione ideale delle strutture lignee di copertura usate dal modello di riferimento.
E’ stato sviluppato un percorso di elaborazione, visualizzazione e confronto tra tre modelli diversi: partendo dalla banca dati morfometrica 3D ottenuta dalla nuvola di punti dopo il rilievo con laser scanner e stazione totale, al modello triangolato, fino ad un modello di sintesi dei soffitti principali.

Trave lapidea di colmo
Trave lapidea di colmo e attacco dei falsi puntoni. Soffitto a due spioventi nell’atrium

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Analisi del degrado e delle deformazioni
La ricerca condotta tratta diverse sperimentazioni per ottenere informazioni geometriche e dimensionali dal rilievo archeologico digitale sviluppando una metodologia per l’elaborazione di immagini con scala cromatica per l’identificazione di deformazioni globali dell’antica struttura degradata, focalizzando sulla visualizzazione della distribuzione spaziale, geometria e morfologia, e concludendo con lo studio tipologico delle strutture lignee simulate.
Solo a seguito della misurazione con laser scanner risulta possibile il controllo delle deformazioni locali degli elementi strutturali, dovute al sovraccarico di esercizio della struttura modello. In fase di rilievo la difficoltà di collegamento tra le scansioni degli ambienti periferici a quello centrale era dovuta ai passaggi strettissimi ed è stata risolta tramite l’integrazione del rilievo per mezzo di una stazione totale.
I valori di riflettanza ottenuti dal rilievo sono risultati poco leggibili poichè molto omogenei a causa della onnipresente condensa sulle superfici e la conseguente presenza di microflora. In fase di modellazione il problema di base è stato il trovarsi di fronte ad una scultura a dimensione architettonica e quindi di superfici modellate con deformazioni puntuali, locali e globali; informazioni non rinunciabili per la documentazione del monumento. Il software RapidForm2004 della INUS Tech è stato scelto per le elaborazioni perchè in grado di rispondere all’esigenza di modellazione organica, arrivando ad elaborare una quantità dati molto superiore a quella normalmente prevista dal software.
L’acquisizione della nuvola di punti a maglia centimetrica si è svolta in circa quattordici ore negli ambienti sotterranei ad una umidità relativa del 97%, senza comunque interferire con l’afflusso delle visite turistiche. Accanto al Laser Scanner HDS 3000 è stata utilizzata una stazione totale Leica TCR 1101 che ha consentito di utilizzare le battute topografiche di 19 target per la registrazione delle singole scansioni altrimenti resa difficoltosa dalla ridottissima luce netta dei passaggi tra gli ambienti (52 cm).
Al termine della registrazione la nuvola di punti, a causa delle fitte sovrapposizioni tra singole scansioni, è stata filtrata a raggio minimo di 0,5 cm tra punti adiacenti per eliminare i punti ridondanti, dopodichè è stata privata delle installazioni moderne utilizzando il software Leica Cyclone 5.1.
Successivamente si è proceduto all’elaborazione di un modello tridimensionale coerente e triangolato con il software RapidForm2004; il modello, inizialmente suddiviso in undici database distinti, era costituito complessivamente da 6,2 milioni triangoli, successivamente si è effettuata la decimazione al 60% per poi riunire le parti ed effettuare un’ulteriore decimazione al 48%.

arenaria_ipogeo_3.jpg
Il modello complessivo dopo la registrazione della nuvola di punti
Sezione verticale dell’atrio e visualizzazione del modello 3D della nuvola di punti
Sezione orizzontale del database nella parte ipogea
Nuvola di punti: vista dall’atrium verso il tablinum
Nuvola di punti: vista dal tablinum verso il dromos

[photogallery]arenaria_album_2[/photogallery]

Analisi del sistema costruttivo etrusco
Il modello tridimensionale ottenuto costituisce la base per diverse elaborazioni. L’analisi principale riguarda l’indagine sul sistema costruttivo ligneo etrusco di riferimento e l’elaborazione di una proposta di modello delle coperture, articolato tridimensionalmente con superfici piane, ed il confronto tra le membrature idealizzate linearmente e le deformazioni locali probabilmente indotte volutamente dagli esecutori della tomba. Tale elaborazione avviene tramite la sovrapposizione del modello organico con quello lineare in RapidForm2004, immettendoli in un ciclo di calcolo, il controllo delle deviazioni, generalmente usato per il riverse engineering.
Riportando i risultati su scala cromatica per tutto il modello diventano leggibili gli andamenti morfologici globali dei componenti della struttura, in base ai quali si può procedere alla scelta locale di sezioni di andamento rappresentativo per l’elemento scelto.

Simulazione
Simulazione di ricostruzione ideale dei sistemi di copertura.
(Sinistra: soffitto a lacunare con sistema “a travi rientranti” con figura a rilievo; centro: soffitto a lacunare con sistema “a travi rientranti in diagonale” con figura a rilievo; destra: soffitto a doppio spiovente con columen.)

[photogallery]arenaria_album_3[/photogallery]

Ricostruzione simulata
Un altro aspetto interessante di indagine è la possibilità di ricostruire, tramite i modelli, dei punti teorici di convergenza, ad esempio dell’asse centrale delle coppie di puntoni; punti che in realtà si troverebbero al di sopra della trave di colmo, ma i quali nella presente simulazione rimangono teorici. In una struttura reale questi punti risultano importanti per il posizionamento dei puntoni e quindi, avendone ricostruito nel modello delle serie possono essere immessi nei calcoli di distribuzione statistica e dare informazione di confronto con unità di misura e misure di elementi simili provenienti da altri scavi.
Infine il modello lineare a superfici piane risulta essere una piattaforma versatile come supporto di base per l’elaborazione di una teorica ricostruzione virtuale dei diversi sistemi di carpenteria lignea. Operando direttamente in tre dimensioni con misure reali ed integrando le informazioni precedentemente elaborate su andamenti, curvature e distinzione degli elementi si possono modellare diverse ipotesi di soluzione anche alternative tra loro.

Scanner Stazioni Scansioni Space Grid Punti Operatori Ore lavoro
HDS 3000 13 23 1×1 cm 10.732.153 2 7

Osservazioni sulle irregolarità geometriche rilevate nell’atrium
La rotazione dei piani assiali dell’orditura primaria.Già nel 1942 Armin von Gerkan aveva osservato che i piani assiali delle coppie di prima orditura non sono verticali, ma inclinati e variano tra loro. Secondo von Gerkan la forte deformazione del timpano sul lato del tablinum risultava da un cedimento della roccia oppure da un errore, durante l’esecuzione della tomba. Così le costole di contatto con il timpano prendevano forme irregolari e fuori dall’asse verticale. Questa rotazione rispetto al piano verticale si è cercata di ridurre mano a mano eseguendo il soffitto verso il timpano dell’ingresso arrivando con l’ultima coppia in un piano verticale. A causa degli spazi ristretti dell’Ipogeo dei Volumni l’andamento reale di queste costole è difficilmente giudicabile. Dal rilievo eseguito con 3D-Laser Scanner risulta che la sequenza dei piani assiali delle coppie di prima orditura non presenta una riduzione di rotazione graduale e lineare, ma – dal tablinum verso l’ingresso – un aumento (da 1,3° a 4,7°) fino al centro con una successiva riduzione (da 4,7° a 3,4°), non arrivando mai ad un azzeramento della rotazione rispetto al piano verticale.
La rastremazione del columen. La larghezza della sezione trasversale del columen cambia da 33,6cm alla mensola dell’ingresso a 31,8cm alla mensola di fondo su una lunghezza di 670cm di luce libera (più 36+38cm su mensola).
L’abbassamento del columen. La quota altimetrica dell’appoggio sulla mensola del lato tablinum si trova a 1,4cm più in basso rispetto alla quota di partenza sull’altra mensola su una lunghezza di 670cm di luce libera (più 36+38cm su mensola).
L’innalzamento del piano di calpestio. Il piano di calpestio dell’Ipogeo dei Volumni si sviluppa in forma irregolare con il punto più basso davanti all’ingresso (a quota – 5,59 m dal piano zero di riferimento del rilievo) e sale da lì, sia in direzione trasversale sia in direzione longitudinale, per arrivare ad una differenza di quota di ca. 30cm davanti alla panca delle urne nel tablinum. Il piano di calpestio è intagliato nella roccia arenaria e presenta uno strato di deposito sabbioso non quantificabile. Quindi i valori sono approssimativi.

Piani
Piani di sezioni assiali della prima orditura e piano di intersezione centrale

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Mappatura con fotografie raddrizzate dei soffitti
Nell’ambito dell’intervento di rilevamento sono state riprese 244 fotografie a 2560×1920 pixel, ortogonali alle superfici dei soffitti come materiale per la texturizzazione manuale impiegando una macchina fotografica digitale Sony F-717 da cavalletto ed a lunga esposizione.
Tramite il modello rettificato è stato possibile elaborare la pianta e le sezioni dei soffitti del nucleo principale della tomba, cioè dell’atrium, del tablinum e delle alae. Inoltre ha permesso di eseguire le proiezioni in direzione ortogonale alla superficie delle falde dell’atrium per estrapolarne le piante senza viste in scorcio degli elementi principali.
Per gli spazi ristretti nell’ipogeo, soprattutto nelle alae, le viste dei soffitti erano da comporre da una serie di fotografie con elevata distorsione ottica, causata dalle brevi distanze dall’oggetto alla lente. La base dei disegni a filo di ferro risultava indispensabile per arrivare al risultato. Sono state campite le parti non fotografabili per l’ostruzione della vista, soprattutto nelle zone di collegamento della trave di colmo e delle travi longitudinali d’imposta.

Proiezioni
Sezione e proiezione orizzontale rototraslata con texture fotografica applicata

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Marcello Balzani, Daniel Blersch

* L’articolo è stato pubblicato su Paesaggio Urbano n. 2, 2007.
Il rilievo è stato realizzato, previa autorizzazione della Soprintenza per i Beni Archeologici di Perugia, dal DIAPReM – Centro Dipartimentale per lo Sviluppo di Procedure Integrate per il Restauro dei Monumenti, Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara: Claudio Alessandri, Marcello Balzani, Daniel Blersch, Nicola Zaltron, Guido Galvani, Federico Ferrari; e dal DIRES – Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici dell’Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Architettura: Gennaro Tampone.
I dati acquisiti hanno permesso, inoltre di elaborare un caso studio, che è stato realizzato all’interno della Ricerca Nazionale PRIN 2004 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca “Metodi e tecniche integrate di rilevamento per la costruzione e fruizione di modelli virtuali 3D dell’architettura e della città”, coordinatore scientifico del programma di ricerca Mario Docci; titolo dell’Unità di ricerca dell’Università di Ferrara “Tecniche di rilievo con laser scanner 3D per la creazione di banche dati integrate per l’architettura e il paesaggio”, responsabile scientifico Marcello Balzani (direttore del DIAPReM).

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Marcello Balzani. Professore Associato di Rilievo Architettonico ed Urbano. Direttore del Centro DIAPReM, Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara
marcello.balzani@unife.it

Daniel Blersch. Architetto, Assegnista di ricerca presso il Centro DIAPReM, Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara. Settore rilievo tridimensionale architettonico ed archeologico
daniel.blersch@unife.it

Bibliografia
Blersch. D, Balzani M., Tampone G., The Simulated Timber Structure of the Volumnis’ Hypogeum in Perugia, Italy, in Proceedings of the 5th International Conference on Structural Analysis of Historical Constructions: Possibilities of Numerical and Experimental Techniques. 6-8 November 2006. New Delhi; a cura di P.B. Lourenço, P. Roca, C. Modena, S. Agrawal, 6-8 novembre 2006, vol. I, New Delhi, Macmillan India Ltd, pp. 327-334.
Blersch. D, Balzani M., Tampone G., The Volumnis’ Hypogeum in Perugia, Italy. Application of 3D survey and modelling in archaeological sites for the analysis of deviances and deformations. In: From Space to Place: 2nd International Conference on Remote Sensing in Archaeology. Proceedings of the 2nd International Workshop. 2nd International Conference on Remote Sensing in Archaeology, Proceedings of the 2nd International. 4-7 dicembre 2006, Oxford, Archeopress, pp. 389-394.

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4 Aprile 2007

Principale

La pietra naurale nell’architettura contemporanea

pietranaturale

Sabato 14 aprile (dalle ore 09.00 alle ore 11.40) presso la sala conferenze del Mart di Rovereto si terrà il convegno “La pietra naturale nell’architettura contemporanea“.
Si tratta di un convegno che la Odorizzi Porfidi Spa si propone di organizzare con la volontà di creare un momento di condivisione di esperienze tra professionisti (architetti, ingegneri e geometri) sul tema dell’impiego della pietra naturale nell’architettura.
L’iniziativa prende spunto dalla recente pubblicazione del libro “The stone comes to life – architetture d’esterni“, edito dal Gruppo Odorizzi ed a cura dall’arch. Fiorino Filippi. Le realizzazioni illustrate nel volume sono state interpretate dall’autore secondo l’ottica del progettista, declinando l’utilizzo della pietra naturale nei diversi contesti progettuali. Si tratta di un volume pensato per chi ama la pietra naturale e sa cogliere e apprezzarne le sue affascinanti peculiarità e che, al contempo, consente all’azienda di ricordare e condividere con il lettore una parte dei lavori più belli eseguiti in questi anni di attività.
In occasione del convegno il libro verrà presentato ufficialmente dall’autore ed interverranno in qualità di relatori alcuni dei professionisti che hanno partecipato alla progettazione delle opere descritte nel libro, come l’arch. Renzo Truffelli dello Studio Atelier di architettura di Genova per quanto concerne il progetto di recupero dell’area Barilla a Parma, l’arch. trentino Ugo Bazzanella per la progettazione del Laboratorio chimico dell’Agenzia Provinciale per la Protezione Ambiente di Trento e gli architetti Edoardo Astegiano e Daniela Casalino dello Studio A.S. Associati di Torino per l’intervento di riqualificazione che ha portato alla creazione del nuovo centro ricerche della Ferrero ad Alba di Cuneo. Progetti importanti quindi all’interno dei quali l’impiego della pietra naturale ha giocato un ruolo molto importante per l’armonizzazione delle diverse esigenze progettuali.
Ospite d’onore dell’evento sarà l’arch. Jordi Bonet, direttore dei lavori del Tempio della Sagrada Familia di Barcellona, che porterà la sua testimonianza sull’utilizzo della pietra naturale all’interno di questa splendida opera ancora incompiuta.
(Per informazioni visitate il sito Odorizzi Porfidi Spa)

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2 Aprile 2007

Principale

Eladio Dieste, un’architettura rivoluzionaria in Uruguay

Locandina

Mostra-Convegno Eladio Dieste, un’architettura rivoluzionaria in Uruguay
17 aprile – 13 maggio 2007

Casa dell’Architettura di Roma
Piazza Manfredo Fanti, 47
Inaugurazione: martedì 17 aprile, ore 17.00

L’Istituto Italo-Latino Americano, nel programma delle iniziative culturali promosse per gli anni 2006 – 2007 e di concerto con il MIT-Massachusetts Institute of Technology, in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Orientale dell’Uruguay, rende omaggio al maestro uruguaiano Eladio Dieste con questa mostra – convegno, organizzata in collaborazione con la Casa dell’Architettura di Roma e già presentata parzialmente in anteprima nel Padiglione dell’Uruguay, nell’ambito della 10. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia.
L’iniziativa prende le mosse dalla mostra Eladio Dieste, a principled builder, illustrata da 40 fotografie di Yoshihiro Asada e curata da Stanford Anderson, Capo del Dipartimento di Architettura del MIT.
In una tavola rotonda storici, esperti in tecnologia, professori universitari e rappresentanti diplomatici della Repubblica Orientale dell’Uruguay dibatteranno della tecnica, dello spirito e del ruolo sociale dell’architettura di Dieste, della produzione architettonica, dello stato conservativo delle opere facendo cenno all’architettura moderna del continente latinoamericano di Eladio Dieste, di Oscar Niemeyer, di Lina Bo Bardi, di Lucio Costa e di molti altri.
Eladio Dieste (1917 – 2000), ingegnere, architetto e costruttore di talento, si è formato all’Ecole des Ponts et Chassèes in Uruguay nella prima metà del 1900, in un ambiente liberale aperto alle tendenze estere, soprattutto europee. Al di là di questo, però, egli rimane ancorato al senso del luogo dettato dal suo paese d’origine: l’Uruguay. Dieste plasma memorabili architetture con il laterizio armato, realizzando una tecnologia innovativa che conferisce al materiale, icona della massa per antonomasia, una levità inedita. Grazie al suo intuito strutturale e alla sua grande conoscenza del management del costruire Dieste ha realizzato opere memorabili che saranno presentate in questa mostra per la prima volta in Italia.

La manifestazione è organizzata da:
– IILA Istituto Italo-Latino Americano
– Ambasciata della Repubblica Orientale dell’Uruguay
– MIT Massachusetts Institute of Technology

in collaborazione con
– Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e Provincia
– Casa dell’Architettura di Roma
– Comune di Roma

con il patrocinio di
– Facultad de Arquitectura Universidad de la República – Uruguay
– Ordine degli Ingegneri di Roma e Provincia
– Facoltà di Ingegneria Università di Salerno
– Facoltà di Architettura Università di Pescara
– SAIE – Bologna fiere

con il contributo della
– Sezione “Produttori Laterizi Faccia a Vista” dell’ANDIL Assolaterizi

Per informazioni:
Istituto Italo-Latino Americano: 06 68492.224/246
Casa dell’Architettura: 06 97604598

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2 Aprile 2007

Principale

L’invenzione del quotidiano

invenzione_quotidiano.jpg
a cura di Lorenzo IMBESI
L’Invenzione del Quotidiano quest’anno diventa InteractiveObject 1.0 ed approfondisce il tema dell’interazione delle nuove tecnologie con gli oggetti e gli ambienti della vita quotidiana.
Una rassegna di lecture, nel coniugare cultura creativa ed innovazione tecnologica, raccoglierà testimonianze e riflessioni progettuali sugli scenari comportamentali e cognitivi interattivi del prossimo futuro, tra prodotto e servizio.

secondo incontro:
giovedì 5 aprile ore 17
ENRICO AZZIMONTI
(designer – Milano)
aula F1 sede di via Flaminia 70

Università di Roma Sapienza
Corso di Laurea in Disegno Industriale
Atelier di Product Design 2
INFO: lorenzo.imbesi@uniroma1.it

ad una produzione razionalizzata, espansionista e al tempo stesso centralizzata, chiassosa e spettacolare, ne corrisponde un’altra, definita “consumo”: un’attività astuta, dispersa, che però s’insinua ovunque, silenziosa e quasi invisibile, poichè non si segnala con prodotti propri, ma attraverso modi di usare quelli imposti da un ordine economico dominante.” (M. De Certau)

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