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31 Luglio 2015

Opere di Architettura

(Re)interpretazioni Lapidee: Parabolithic. Percorso morfologico-progettuale del nuovo portale d’ingresso agli uffici SNBR, Troyes.

Tradizione ed Innovazione della forma voltata
L’architettura voltata rappresenta una risorsa culturale fondamentale che contraddistingue gli edifici dell’intera area mediterranea sin dall’antichità, e costituisce l’emblema indentitario dei popoli e delle civiltà che lo hanno abitato nel corso della storia. Le tendenze architettoniche contemporanee sono caratterizzate da una ricerca formale che conduce il progettista verso geometrie innovative, in uno scenario compositivo che è profondamente influenzato dallo sviluppo delle nuove tecnologie e di nuovi performanti materiali. Molti esempi nel panorama architettonico moderno dimostrano come l’interazione efficace tra morfologia architettonica e strutturale dipendi dai criteri di scelta ed impiego del materiale: le esperienze del XX secolo hanno eletto il calcestruzzo armato come protagonista indiscusso, plasmato dal genio di Oscar Niemeyer, Emilio Perez Piñero e Felix Candela, che di fatto inaugurano la stagione architettonica dei gusci e delle superfici di rivoluzione sottili. L’architettura delle volte sembra oggi aver perso il suo legame con il sistema di elementi discreti del concio e dell’apparecchiatura: una sfida importante, nel solco di queste considerazioni, è rappresentata dalla possibilità di riappropriazione di queste forme da parte delle pratiche costruttive lapidee.

Parabolithic: la sfida architettonica e costruttiva
L’edificio, sede dell’azienda francese SNBR (Société Nouvelle Le Bâtiment Régional) sito a Troyes, in Francia, ed ultimato nel 2013 su progetto del Prof. Arch. Giuseppe Fallacara, rispecchia visivamente le attività e l’importanza nel settore lapideo della stessa: a sostenere la grande copertura sono presenti quattro archi in pietra calcarea di Beaulieu, con luce pari a 18 metri ed un’altezza in chiave di 6 metri. Gli archi si impostano su otto piedritti in cemento armato, che li sollevano dal piano di calpestio di circa 1,8 metri, rendendo così fruibile l’area sottostante.
L’idea per il progetto di un portale d’ingresso esterno nasce dalla volontà di guidare il visitatore in questa dimensione litica innovativa. La forma è stata modellata nell’intenzione di voler conferire alla struttura un carattere legato all’identità del luogo: il paraboloide iperbolico può essere inteso come una deformazione topologica del genius loci delle coperture a falda francesi e l’utilizzo della pietra enfatizza questa finalità connettendo innovazione e tradizione.

La sfida architettonica che ha intrapreso il gruppo di ricerca del Dipartimento ICAR del Politecnico di Bari guidato dal Prof. Arch. Giuseppe Fallacara, che da oltre dieci anni indaga in questo campo, consiste quindi nel reinterpretare in pietra una delle superfici rigate più legate all’uso del calcestruzzo armato, l’Hypar, per dimostrare come uno studio approfondito degli aspetti tecnici ed applicativi del materiale litico possa effettivamente promuovere una nuova dimensione dell’architettura voltata in pietra, che può declinarsi anche alle esigenze morfologiche odierne.

La volta iperbolica, in fase di realizzazione, copre uno area di circa 4x11mq ed è sostenuta da due spalle, in carpenteria metallica e pietra, inclinate di 38° che ne slanciano il profilo ribassato di altezza massima pari a 4,30 m all’estradosso. La superficie discreta, il cui bordo misura circa 5 m, è ottenuta mediante la suddivisione secondo una griglia di rette generatrici, lungo la quale si dispongono le armature da precompressione, che “rigano” la volta impostando la suddivisione in conci dello spessore di 16 cm. Questi ultimi sono dotati di cavità all’intradosso che permettono l’inserimento di dispositivi di illuminazione puntuale. La modellazione dei conci è stata effettuata mediante i più avanzati codici parametrici, che oltre a vantaggi di tipo compositivo consentono di interagire in modo immediato con le moderne macchine a controllo numerico per il taglio dei blocchi lapidei dettandone la geometria, nella fattispecie i robot con testa a filo diamantato.


Elaborazioni sviluppate con il Lab. Laurea Morfologia Strutturale I, DICAR Poliba Clicca per ingrandire

La collaborazione con l’azienda SNBR, tra le prime realtà professionali dotate di queste tecnologie, consente sperimentazioni applicative di assoluta avanguardia tecnica e scientifica. Il litotipo utilizzato è la pietra di Semond (Francia), un calcare compatto, che caratterizza molte delle costruzioni presenti nel panorama architettonico limitrofo e che viene spesso impiegato per restaurare ed integrare strutture litiche della zona. La pietra di Semond, insieme alla più nota pietra di Saint Maximin, deve la sua popolarità al largo uso che se ne fece in epoca Haussmaniana per riqualificare numerosi quartieri parigini: rappresenta, quindi, un riferimento visivo immediato alla cultura francese e mediterranea. Gli elementi di bordo della superficie sono realizzati con delle travi di acciaio con sezione a C, che hanno anche la funzione di trasferire alla pietra, sotto forma di compressione uniformemente distribuita, la post-tensione delle barre di acciaio.


Meccanica dell’hypar precompresso: sistema cavo-arco ed effetto delle barre longitudinali

Parabolithic: la sfida meccanica e strutturale
Le sperimentazioni in ambito architettonico e costruttivo presuppongono una profonda integrazione tra forma e struttura. A tal proposito è stato costituito un gruppo di ricerca sul tema, costituito dai Proff. Nicola Luigi Rizzi e Valerio Varano (Università degli Studi di Roma Tre, LaMS) e dall’Ing. Daniele Malomo (Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, DICEA). L’idea alla base della presente “reinterpretazione litica” del paraboloide iperbolico è quella di sostituire il calcestruzzo armato con la pietra precompressa. In questo caso, la pietra è perfettamente in grado di svolgere il compito degli “archi”, mentre alla precompressione è affidato il compito di eliminare le trazioni delle “funi”.


Meccanica dell’hypar precompresso: sistema cavo-arco ed effetto delle barre longitudinali

In una realizzazione in calcestruzzo armato la parte delle funi è assolta dall’armatura di acciaio, mentre quella degli archi è assolta dal calcestruzzo. La geometria utilizzata inoltre presenta un aspetto di notevole importanza dal punto di vista dell’analisi strutturale: il paraboloide iperbolico può essere facilmente descritto analiticamente come superficie parametrica. La descrizione analitica permette di calcolare in maniera diretta alcune grandezze che caratterizzano fortemente il comportamento strutturale, come l’andamento delle forze interne. La determinazione delle sollecitazioni agenti ed il confronto con le resistenze del materiale lapideo offrono in ogni fase le necessarie verifiche. La possibilità di inserire nel software di calcolo funzioni parametriche ha consentito di determinare con precisione la precompressione necessaria ad eliminare le tensioni di trazione residue: tale valore, modellato come una variabile, si attesta intorno agli 80kN/m.

La produzione di alcuni prototipi in scala reale ha consentito di testare l’affidabilità della struttura, che in effetti ha superato brillantemente le prove di carico a rottura. Nello specifico si è costruita una tranche della struttura in scala reale, previa realizzazione in scala ridotta tramite modello in ABS in prototipazione rapida, semplificandone la geometria al fine di testare le sollecitazioni e il comportamento statico della stessa.1


Individuazione della tranche da sottoporre a verifica

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Applicazioni ed estensioni dello studio
I sistemi costruttivi elaborati per la progettazione del “Parabolithic” ampliano le prospettive di sviluppo per l’architettura di pietra contemporanea, e permettono al materiale lapideo di riappropriarsi dello spazio voltato sperimentando forme innovative. La declinazione di questi dispositivi tecnici può presentarsi in varie forme e caratterizzarsi anche per diverse destinazioni d’uso: il prototipo studiato per testare l’efficacia meccanica della volta iperbolica, di cui rappresenta chiaramente una stringa diagonale, può essere dualmente interpretato come una seduta o una passerella armata. Il principio tecnico risulta il medesimo: in questo caso per adattare alla nuova funzione sono stati predisposti dei supporti laterali in cemento armato (in variante al concept di spalla litica per velocizzare la realizzazione) che tramite le barre filettate post-tese inducono uno stato di precompressione sulla pietra attraverso le piastre di ancoraggio esterne.

Le estensioni dello studio, che possiede una valenza rilevante dal punto di vista sia scientifico che compositivo, sono da ricercare nell’ulteriore ottimizzazione dell’uso materiale in relazione a spessori e lavorazioni, anche in relazione al crescente sviluppo tecnologico del settore industriale lapideo.

di Giuseppe Fallacara, Daniele Malomo


Immagine di sintesi, Tesi di Laurea D. Malomo, relatore prof. Ing. M. Ferrero, correlatore prof. Arch. G. Fallacara, Roma Università La Sapienza, A.A. 2014-2015

Note
1 La struttura, nella sua organicità è in fase di realizzazione e posa in opera e, sarà conclusa entro dicembre 2015.

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29 Luglio 2015

News

La Pietra come un vino Doc
A Verona nasce il Consorzio di tutela della Pietra della Lessinia

Sono 28 le aziende veronesi unite per certificare e promuovere la pietra di qualità delle cave sulle Prealpi venete. Il marchio d’eccellenza è rilasciato da un’apposita commissione. Il distretto lapideo di Verona si conferma capofila in Italia: nel primo trimestre 2015, export a 86,6 milioni di euro (+8,6%). A Marmomacc, il Consorzio è protagonista con due installazioni in Pietra della Lessinia.

Biancon, Biancosel, Seciaron: sono nomi della tradizione per un prodotto che, da sempre, è espressione del territorio veronese. Si tratta di tipologie di pietra che, oltre alla provenienza geografica dalle Prealpi venete, ora, hanno in comune un nuovo sistema di certificazione della qualità. Nasce con questo obiettivo, infatti, il Consorzio Tutela Pietra della Lessinia, che oggi riunisce 28 aziende del settore lapideo che lavorano e commerciano materiali delle cave dell’alta Valpolicella e delle zone di Prun, Cortine, Monte Loffa, Masua, Gorgusello e Molina.
Una sorta di denominazione d’origine controllata, quindi, come accade per i vini della Valpolicella da 25 anni, certifica adesso anche la vera Pietra della Lessinia, estratta nei comuni di Negrar, Sant’Anna D’Alfaedo e Fumane. La stessa che pavimenta la storica piazza Erbe, una delle più suggestive di Verona e d’Italia, ed è stata scelta di recente per il progetto di riqualificazione della piazza di Sant’Anna D’Alfaedo.
casa-pietra-lessinia
Il Consorzio di Tutela ha predisposto tanto di rigido “disciplinare” – per restare nel paragone enologico – che prende in considerazione provenienza, profondità della falda e spessore del taglio della lastra.
A vigilare sul rispetto del protocollo, un’apposita commissione con il compito di individuare le pietre classiche e quelle superiori, classificandole secondo la destinazione d’utilizzo o scartandole se non idonee in termini di qualità. Solamente una volta superato questo esame, il materiale lapideo può fregiarsi del marchio “Pietra della Lessinia”.
«Con la creazione del Consorzio di Tutela Pietra della Lessinia – spiega il presidente Vincenzo Marconi – abbiamo voluto creare uno strumento di controllo della qualità per valorizzare al meglio il frutto di un’attività che costituisce una vocazione di questi territori, attestata già dal quinto secolo prima di Cristo. Per la prima volta 28 imprese della Lessinia fanno sistema per promuovere esclusivamente l’eccellenza del nostro marmo, salvaguardandone la storia e il futuro».

Si tratta di un’iniziativa importante per la provincia di Verona, dal momento che l’industria estrattiva, con quasi 500 aziende e 4mila addetti, rappresenta una voce fondamentale dell’economia locale. Il distretto, infatti, si classifica primo esportatore italiano di pietre lavorate, con una quota che supera il 25% del totale nazionale e che, nel primo trimestre del 2015, ha raggiunto gli 86,6 milioni di euro, in crescita dell’8,6% sui primi tre mesi del 2014.
“Consacrazione” ufficiale per le 28 aziende dei Lessini sarà la 50ª edizione di Marmomacc, il salone internazionale di riferimento per la filiera della pietra naturale, il design e le tecnologie di lavorazione, in programma a Veronafiere dal 30 settembre al 3 ottobre 2015.

Il Consorzio sarà presente allo stand del Centro Servizi Marmo di Volargne e protagonista nel corso della manifestazione grazie a due installazioni in Pietra della Lessinia realizzate per la mostra Lithic Vertigo, all’interno del padiglione “The Italian Stone Theatre”, e per la quarta edizione di Marmomacc and the City.

Vai a Marmomacc

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23 Luglio 2015

Opere di Architettura

LA PETITE | Cocktail-Restaurant
Deferrari+Modesti


La piccola insegna sulla parete litica (foto: Medisproject)

Progettazione di qualità per il centro storico di Firenze
Nel centro storico di Firenze, tra quelle strade che alla fine dell’Ottocento sono state protagoniste di aspre battaglie volte a salvaguardare l’antico cuore della città da sventramenti e ricostruzioni di interi settori edilizi nel nome di una “rinnovata e sana” urbanizzazione troviamo oggi, in via Pellicceria, un piccolo locale dall’apparenza discreta caratterizzato da una sottile eleganza studiata in ogni minimo dettaglio.
Si chiama “La Petite” questo cocktail-restaurant risultato della convergenza di quattro giovani menti: due committenti, imprenditori provenienti da una famiglia di ristoratori, due architetti, fondatori dello studio di progettazione DEFERRARI+MODESTI.
L’idea iniziale di unire in un unico organismo architettonico un fondo commerciale con un attiguo ristorante, già esistente, è stata l’occasione per restituire ad uno spazio diventato angusto e frammentato a causa della presenza di un soppalco e di una scala troppo grande e mal posizionata, le altezze tipiche del fabbricato ottocentesco e, di conseguenza, il volume e la profondità originali.


Piante (elaborazione grafica Deferrari+Modesti)

Gli architetti Javier Deferrari e Lavinia Modesti, ricevuto l’incarico nel 2012, considerate le esigenze dei committenti, dopo un’attenta analisi dell’esistente decidono di eliminare le vecchie sovrastrutture per rendere il locale, seppur sempre di dimensioni contenute, ricco di nuova luce e ariosità. Nell’arco di circa un anno rinnovano così ogni elemento, dal collegamento verticale ai rivestimenti parietali, all’arredo.
Il locale risulta oggi composto da due livelli resi comunicanti da una nuova scala che, posizionata vicino all’ingresso, diventa il fulcro spaziale dell’ambiente. Il suo sviluppo, in parte in linea in parte a ventaglio, consente di contenerne l’ingombro, mentre la struttura, in lame di acciaio alternate a originali fascette di pelle, rende permeabile il movimento dei clienti tra i due livelli. I sottili gradini, rivestiti in legno, accentuano l’idea di trasparenza e leggerezza che la caratterizza e il cordino in pelle chiara tesse e rende vibrante il parapetto, contribuendo a smaterializzarne visivamente la struttura metallica.


La scala (foto: Medisproject)

Al piano terra si trova il cocktail-bar, uno spazio del movimento permeabile al passaggio diretto tra esterno e interno e quindi adatto ad un cocktail o a un pranzo veloce. Al primo piano si trova il ristorante, una sala luminosa dall’atmosfera raccolta, intima e accogliente, dove è piacevole intrattenersi pasteggiando con calma.

Una parete litica, luminosa e vibrante
Al piano terra, gli elementi d’arredo funzionali al locale sono fronteggiati da una parete nella quale convergono architettura, scultura e design. Si tratta di una vera e propria scultura parietale in travertino chiaro che rischiara l’ambiente divenendone punto focale.


Vista della sala al piano terreno (foto: Medisproject)

“Molteplici sono le suggestioni che hanno corroborato l’idea attorno alla quale la parete ha preso forma”, raccontano gli architetti, “i paramenti murari e i lastricati di Firenze costituiscono un primo riferimento: pietre lisce giustapposte a rugose, superfici levigate accanto a scalpellate, rigate, bocciardate; la geometria, la tridimensionalità delle bugne. Ma non solo il contesto più autentico e genuino è stato fonte di ispirazione. Questi interessi sono stati intercettati con una suggestione che deriva dall’arte. Così le sculture parietali di Costantino Nivola hanno anch’esse lasciato la loro traccia nel disegno della parete”.
Quella plastica decorativa legata all’architettura che tanto celebre ha reso Nivola tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta del Novecento, viene filtrata attraverso uno studio sulla lavorazione superficiale delle facciate litiche fiorentine e reinterpretata attraverso una composizione di elementi lapidei prismatici dalla sezione triangolare che, posti l’uno accanto all’altro con inclinazioni diverse, creano un effetto vibrante e cangiante, mutevole con la luce e variabile grazie al disegno delle ombre.


Sezioni (elaborazione grafica Deferrari+Modesti)


La scultura parietale (foto: Medisproject)

“Per raggiungere questo risultato”, riportano ancora gli architetti, “la nostra ricerca si è indirizzata nella progettazione di un unico elemento in grado, a seconda della sua rotazione e della giustapposizione degli elementi tra loro, di creare infinite configurazione variabili nella loro geometria. Non potendo però attendere il processo di industrializzazione dell’elemento, la parete è stata poi realizzata, come fosse la prototipazione di questo studio, scomponendo l’elemento in lastre triangolari di travertino, di spessore variabile, incollate ciascuna su supporti diversi. Per ottenere la complessità geometrica ed il gioco di ombre ricercato, è stato studiata la posizione e la rotazione di ogni singolo pezzo”.

Interni studiati in ogni dettaglio
Entrambi i livelli del locale risultano caratterizzati da una minuzioso studio della forma, della scelta materica, del colore, della collocazione e illuminazione di ciascun elemento di arredo.
A piano terra i tavolini alti da bar rispondono a due diverse necessità: accoppiati, divengono tavoli per pasteggiare in compagnia, addossati in linea alla parete, costituiscono un piano di appoggio.


Viste della sala al primo piano (foto: Medisproject)

Al piano superiore la saletta offre un ambiente raccolto, quasi un salotto domestico: una grande panca ricoperta di cuscini sottolinea la parete di fondo, opposta alle due grandi finestre, affaccio sulla strada e fonte di luce naturale. Le pareti laterali ospitano un sistema di mensole all’altezza dei tavoli accompagnate da corpi illuminanti versatili nel loro utilizzo perché orientabili verso i tavoli per un’illuminazione diretta o contro la parete, per un effetto di luce più diffusa.
A terra, un pavimento in vinile intrecciato dà la sensazione di un grande e unico tappeto scuro che sembra volersi rendere anonimo e neutro per lasciare spazio all’importante soffitto affrescato dove una quadratura neoclassica circonda la superficie che si apre illusionisticamente verso il cielo.

di Sara Benzi

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21 Luglio 2015

News

Annunciata la giuria del Best Communicator Award 2015

Torna anche per l’edizione 2015 di Marmomacc e Abitare il Tempo il Best Communicator Award, il premio dedicato all’exhibit design. Nato per dare lustro alle aziende che si sono distinte per l’originalità dell’allestimento in fiera, il Best Communicator Award ha accresciuto negli anni la propria autorevolezza diventando un’occasione di prestigio e visibilità a livello internazionale al punto che – novità di quest’anno – saranno premiate un’azienda italiana e un’azienda estera per ciascuna delle cinque categorie: Stone, Machinery, Tools, Design, Abitare il Tempo.


Best Communication Award 2014 – Stand Grassi Pietre

A valutare gli stand di Marmomacc e Abitare il Tempo sarà chiamata una giuria d’eccezione, presieduta da Giorgio Tartaro (giornalista e conduttore televisivo) con Michela Baldessari (designer), Fulvio Bonavia (fotografo), Silvia Botti (direttore del mensile Abitare), Andrea Castrignano (interior designer).


Best Communication Award 2014 – Stand Itlas

Lo stand rappresenta oggi uno strumento efficace per valorizzare le potenzialità costruttive e decorative della pietra e le aziende hanno imparato a comprenderne il significato come mezzo per presentarsi al pubblico in modo diretto e immediato, mostrando all’interno dello spazio espositivo non solo prodotti e materiali, ma anche valori ed abilità attraverso l’impatto visivo di un allestimento sapiente ed emozionale.


Best Communication Award 2014 – Stand Stone Group

La giuria visiterà i padiglioni il primo giorno di fiera e procederà alla selezione dei vincitori che saranno resi noti nel corso di una cerimonia di premiazione presso l’Italian Stone Theatre (padiglione 1) al termine della giornata stessa.


Best Communication Award 2014 – Stand MB

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14 Luglio 2015

Opere di Architettura

Carl Fredrik Svenstedt
Stone House
Lubéron, Francia, 2011

La casa per vacanze di Carl Fredrik Svenstedt si trova nel Parco Naturale del Lubéron presso il piccolo centro di Villars. È costruita attigua a una vecchia casa colonica in rovina, di cui ha inglobato le vestigia dei muri di pietra a conci irregolari. I materiali usati sono il cemento, il legno di larice, ma principalmente la Pierre du Pont du Gard, una pietra calcarea sedimentaria un po’ arenosa, ricca di residui fossili di colore biondo miele che risale all’era terziaria, ovvero a 15 milioni di anni fa. Il suo bacino di estrazione è situato a una ventina di chilometri da Nîmes e le cave principali sono localizzate nei territori di Vers e Castillon. Impiegata in edilizia fin dall’antichità deve la sua notorietà al celebre acquedotto romano di Pont du Gard.


Il patio

Il principale problema costruttivo dell’edificio è stato causato dalle fondazioni. La casa infatti si trova su un terreno argilloso che tende a dilatarsi o contrarsi a seconda dei periodi piovosi o secchi, rendendo instabili le murature; ciò che spiegherebbe lo stato di degrado dell’edificio preesistente. Per ovviare a questo grave inconveniente si è provveduto a portare le fondazioni del nuovo edificio fino a tre metri di profondità per appoggiarlo con setti murari e pilastri in cemento agli strati solidi di terreno. Le pareti del nuovo edificio sono state realizzate con blocchi della pietra sopra descritta di 50×50×200 cm impilati orizzontalmente. Poiché l’edificio si trova in zona sismica i tecnici degli uffici competenti hanno imposto che per rendere solidali i blocchi impilati venissero rinforzati con pilastri di cemento.


La parete massiva che delimita la zona notte

Questa misura, pur considerata inutile dalle maestranze di cantiere, ha portato a praticare dei fori nei blocchi di pietra dentro i quali è stato colato cemento rinforzato da ferri, rendendo in tal modo i pilastri così ottenuti all’interno del muro solidali con le fondazioni. Le murature di pietra dello spessore descritto sono lasciate a vista sia all’esterno che all’interno in quanto risultano in grado di esercitare inerzia termica sufficiente all’equilibrio climatico all’interno dell’edificio nelle stagioni calde e fredde, senza ricorso a rivestimenti di materiali isolanti. Per i muri pericolanti del vecchio edificio si è provveduto alla loro stabilizzazione grazie al sistema di vasche di cemento approntate per la realizzazione della piscina.


Pianta e sezione A-A’ Clicca per ingrandire

Scheda tecnica
Titolo dell’opera: Stone House
Indirizzo: Saint-Philibert, Villars, Francia
Data di progettazione: 2010
Data di realizzazione: 2011
Committente: Privato
Progettazione: Carl Fredrik Svenstedt
Design team: Tae In Kim
Direzione lavori: Carl Fredrik Svenstedt
Strutture: Beccamel Mallard, Francia
Impresa di costruzione: Les compagnons du Barroux, Francia
Materiali lapidei utilizzati: Pietra di Pont du Gard
Fornitura pietre: Pro’Roch, Francia

Per una documentazione completa dell’opera Download PDF

Rieditazione tratta da Re-Load Stone, a cura di Vincenzo Pavan pubblicato da Marmomacc

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10 Luglio 2015

News

Proyectissimo 2015 ha già i suoi vincitori

Spagna e Italia vincono il concorso internazionale organizzato da habitissimo per premiare i progetti di costruzione e ristrutturazione


CASA BF di Adi Escura Arquitectos

Palma di Maiorca – Giugno 2015. I premi Proyectissimo 2015 sono già stati aggiudicati.
Dopo la deliberazione della giuria composta da professionisti del settore dell’architettura, del disegno, e della decorazione, sono stati assegnati i premi internazionali che habitissimo offre ai progetti relazionati con il settore della costruzione e della ristrutturazione.
Il progetto spagnolo di CASA BF di Adi Escura Arquitectos è stato il vincitore del primo premio, mentre NERO SU BIANCO di Giuseppe Piovacari si è aggiudicato il secondo posto. Il terzo premio è andato a REFORMA SEVILLA di CM4 Arquitectos.


NERO SU BIANCO di Giuseppe Piovacari

In questa seconda edizione dei premi Proyectissimo 2015, Habitissimo ha voluto premiare i migliori progetti di costruzione e ristrutturazione che hanno avuto luogo in Spagna, Italia, Brasile, Portogallo, Messico, Cile, Argentina e Colombia. In questo concorso online hanno partecipato più di un mezzo centinaio di progetti provenienti da tutti i paesi dove habitisimo opera. Le tipologie di progetto presentati sono state suddivise in costruzione, ristrutturazione, decorazione ed efficienza energetica.


REFORMA SEVILLA di CM4 Arquitectos

I professionisti presentarono i progetti durante il mese di maggio attenendosi alla base del concorso.
Proyectissimo 2015 è stato affidato ad una giuria interna composta da professionisti dell’azienda e da un gruppo esterno composto dai vincitori dell’edizione passata, tra cui professionisti dell’architettura e del disegno di interni come Sergi Pons (Grup de Reformes), Ana Andrés (La Reina Obrera), Mike Alleg (Hr Madrid). Hanno fatto parte della giuria anche gli editori dei blog di architettura e decorazione Tomás Fernández (Cosas de Arquitectos) e Raquel Veira (Decoesfera).

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7 Luglio 2015

News

IBRIDAZIONI CREATIVE
Un semestre di progettazione e ricerca sull’uso di pietra e legno nel prodotto di design

È stato un semestre di lavoro intenso e proficuo quello degli studenti del corso di laurea in Design del Prodotto Industriale che hanno partecipato al corso di LPD1. A questo breve articolo, con cui si desidera fare il punto sulle attività di studio, ricerca e progetto svoltesi all’interno del laboratorio tenuto dai docenti Galiotto, Pavan, Zanotto e dallo scrivente, ne seguiranno altri quattro, introdotti da un breve testo e volti a presentare, in maniera congrua agli ottimi risultati raggiunti, i singoli progetti sviluppati nel corso del semestre dagli studenti.


Gli studenti del corso, con i docenti Galiotto e Pavan, in visita presso la sede del partner Grassi Pietre.

l vincolo progettuale scelto per questa edizione del laboratorio, tradizionalmente legato al tema litico, è quello dell’abbinamento di pietra e legno nel prodotto di design. Per gli studenti si è trattato dunque di progettare con due materiali legati da una millenaria storia di applicazione congiunta, ma quasi sempre in ambito architettonico. Ed è stato proprio muovendo dallo studio delle applicazioni architettoniche che si sono trasmesse le ragioni dell’utilizzo combinato di questi due materiali, con caratteristiche chimiche, morfologiche e statiche così diverse tra loro e pertanto spesso usati in maniera complementare, proprio in ragione delle disparità di peso, di resistenza a compressione e flessione, di reperibilità, di lavorabilità eccetera.
La fase iniziale del corso è stata interessata da uno studio simultaneo delle caratteristiche chimico-fisiche dei singoli materiali, guidato dalla professoressa Zanotto, e dall’analisi critica di un vasto repertorio di applicazioni pratiche, proposte dai professori Pavan e Galiotto, tanto in ambito architettonico quanto in ambito product.
Ulteriori e importanti momenti di apprendimento sono stati quelli legati alle più recenti tecniche di lavorazione del materiale lapideo, che gli hanno consentito in questi ultimi anni di espandere le proprie potenzialità applicative, ora non più limitate ad un uso di carattere “architettonico”, quello di blocchi, conci e lastrame, ma estese alla progettazione di oggetti d’uso come alternativa ai materiali ceramici, o addirittura al vetro e alle plastiche. Per la comprensione di queste tecnologie e del loro utilizzo sono stati fondamentali gli apporti dei partner tecnici, in particolare Grassi Pietre e Budri. Relativamente al legno è stata invece ottenuta una importante partnership con Corà legnami.


Un video realizzato dalla studentessa Alizée Vauquelin racconta le visite presso le sedi operative delle aziende che hanno patrocinato il corso.

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Prodotti di design sviluppati dall’azienda Budri sono stati mostrati agli studenti. Tra essi i rivestimenti disegnati da Patricia Urquiola ed i primi occhiali in marmo mai realizzati.

Forse è proprio quest’ultima immagine degli occhiali sviluppati da Budri sotto l’art direction di Patricia Urquiola, a rendere meglio l’idea della vastità dei possibili campi applicativi che è possibile approcciare oggi misurandosi con il design litico. Si tratta di un progetto ingegnerizzato in maniera molto sofisticata e di altrettanto sofisticata realizzazione: uno spessore di marmo di appena 3 decimi di millimetro riveste una struttura in carbonio col risultato di un prodotto estremamente innovativo, resistente e non più pesante di un comune paio di occhiali in celluloide.
Pertanto la scelta del tema di progetto è stata molto attentamente ragionata da parte degli studenti del corso: è inusuale ricevere un briefing che non specifica quale prodotto si richiede di sviluppare, ma d’altra parte questa prospettiva è condivisa con la realtà del mercato: le aziende che si è scelto di prendere a modello come immaginari clienti non sono infatti legate a un settore merceologico, ma solo al materiale. E’ poi fondamentale comprendere quale sia il core business dell’azienda presa come riferimento perché non tutte le aziende sono uguali: alcune hanno cave di proprietà e dispongono di grandi quantità di materiale, altre sono specializzate nella trasformazione e necessitano di progetti che richiedano meno materiale, ma che permettano di esprimere al massimo le potenzialità dei loro macchinari, di norma più sofisticati rispetto a quelli di chi ha concentrato i propri investimenti sull’estrazione. Allo stesso modo è stato necessario ragionare sulle parti in legno dei propri progetti, anche esse da far produrre industrialmente.
I progetti hanno quindi dovuto superare un triplice esame: quello della correttezza nell’uso dei due materiali, quello di una “appetibilità” per l’azienda realizzatrice di riferimento e non ultimo l’aspetto della commerciabilità dell’oggetto.
Per uno sguardo approfondito sugli esiti delle attività di progettazione si rimanda ai quattro articoli titolati “IBRIDAZIONI CREATIVE, progetti in mostra” in uscita su Material Design nelle prossime settimane.


Una foto della mostra dei lavori del corso allestita a Palazzo Tassoni.

Con il sostegno di

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2 Luglio 2015

News

LITHIC VERTIGO

Lithic Vertigo è una mostra di sperimentazione e creatività sull’uso della pietra, finalizzata a promuovere il “Made in Italy” litico attraverso l’interpretazione di prestigiosi progettisti internazionali.
L’atto del salire, nell’architettura come negli spazi urbani, ha sempre costituito una sfida intrigante per gli architetti, talvolta una prova di abilità per dimostrare le capacità tecniche e creative del progettista.
Sia nel passato che in epoca contemporanea la pietra, più di altri materiali, si è rivelata particolarmente adatta a sperimentazioni su questo tema. Con materiali litici si sono infatti realizzate le scale più ingegnose e ricche di espressività plastica, dal barocco al liberty, dal classico al moderno. Allo stesso modo questo materiale si presta a modellare rampe, percorsi e superfici inclinate, strutturalmente complesse e visivamente “vertiginose”.
La mostra, curata dall’architetto Vincenzo Pavan, intende produrre nuove esperienze progettuali e inedite interpretazioni dei materiali lapidei con l’apporto di architetti e designer di notorietà internazionale, stimolati a cercare forme e soluzioni creative per alcuni elementi fondamentali della costruzione e a scoprire le qualità tecnico-­?espressive insospettabili di un materiale di così antica tradizione.
Le installazioni, prodotte dalla collaborazione tra architetti-­?designer e aziende del settore lapideo, saranno allestite in un layout unitario nella Hall 1 assieme ad altre mostre culturali di Marmomacc. I documenti progettuali e i processi lavorativi utilizzati nella realizzazione saranno oggetto di una mostra parallela e di videointerviste dei protagonisti che hanno lavorato a questa sperimentazione.

Abbinamenti designer-­azienda:
Max Dudler per Henraux
Giuseppe Fallacara per MGI – Marmi e Graniti d’Italia
Kengo Kuma per Franchi Group
Luca Scacchetti per Consorzio Tutela Pietra della Lessinia
Tobia Scarpa per Laboratorio Morseletto
Patricia Urquiola per Budri
Cino Zucchi per Grassi Pietre

Vai a Marmomacc

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1 Luglio 2015

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Ideare e progettare locali pubblici e spazi innovativi

Ideate e progettate locali pubblici e spazi innovativi
Partecipate al nuovo corso breve di POLI.design – Consorzio del Politecnico di Milano

I locali e gli spazi per la ristorazione, il food retail e l’ospitalità chiedono nuove idee e soluzioni progettuali che rispondano ai nuovi stili di vita e di consumo, alle esigenze dei committenti e alle tendenze internazionali di questo ampio settore.

HoReCa Design è l’unico corso breve che permette di:
• aggiornare le competenze sui diversi aspetti dell’interior design, come illuminazione, materiali, colore e sostenibilità.
• approfondire i nuovi linguaggi della progettazione per l’HoReCa (Hotel Restaurant Cafè)
• analizzare l’evoluzione internazionale del settore

Si svolge dal 13 al 17 luglio 2015, a Milano durante EXPO 2015.

Prevede:
• lezioni di docenti del Politecnico di Milano e progettisti di esperienza internazionale
• aggiornamento concreto da utilizzare nella propria attività
• orientamento al mercato di questi settori in trasformazione

Disponibili riduzioni per voi per frequentare il corso al costo di soli Euro 800+ Iva.
Programma, iscrizioni, foto e commenti partecipanti: www.designhoreca.it
INFO: POLI.design, Daiana Bossi formazione@polidesign.net – Tel 02 23997275

Quando: da lunedì 13 a venerdì 17 luglio
Dove: a Milano, POLI.design – Politecnico di Milano
Durata: 40 ore di specializzazione + educational tour
Costo ridotto per gli utenti di ARCHITETTURA DI PIETRA 800 Euro

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29 Giugno 2015

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Firenze e le avanguardie Radicali. Progetti, azioni, super-visioni, oggetti extra

Seminario di Storia dell’architettura contemporanea
Firenze e le avanguardie Radicali. Progetti, azioni, super-visioni, oggetti extra
Riflessioni e nuove questioni

docente: Patrizia Mello

studenti: Elisa Abluton, Giulia Adoni, Lavinia Antichi, Matilde Bambini, Beatrice Bartali, Sara Bitossi, Francesco Bronzetti, Martina Calcinai, Federica Cerbai, Valerio Cerri, Eleonora Ciarpaglini, Federico Coricelli, Giuseppe Cosentino, Giacomo Cozzi, Antonella Ferrini, Alessandro Galastri, Alessandro Ghiara, Federica Linardi, Massimo Mariani, Giulia Mondini, Elisa Pardini, Leonardo Pilati, Gloria Serafini, Dario Tripponcini

Presentazione
Il seminario Firenze e le avanguardie Radicali. Progetti, azioni, super-visioni, oggetti extra ha come obiettivo lo studio approfondito delle esperienze radicali sviluppate a Firenze in ambito progettuale a partire dalla metà degli anni Sessanta fino alla metà degli anni Settanta.
A tutti gli effetti si può parlare di avanguardia radical, ossia di un pensiero che pone questioni fondamentali sul futuro dell’ambiente costruito, facendo i conti con l’ingombrante eredità dei pensatori del Movimento Moderno e con la portata storica dei contributi forniti in campo politico e sociale, a suo tempo una vera e propria rivoluzione degli stili di vita che però aveva già ampiamente mostrato i propri limiti.
I lavori qui presentati, nel migliore dei casi, ricostruiscono vicende storiche – attraverso ricerche, plastici di studio, elaborati grafici, video intervist – e ne amplificano la portata fino alla situazione contemporanea, utilizzando la forza delle idee prodotta all’epoca per animare situazioni bloccate del presente (soprattutto per quanto riguarda Firenze, i concorsi di architettura, le occasioni perse), per sondarne legami con la cultura progettuale contemporanea: in una parola, per valutarne l’eredità.
Esperienze che hanno avuto origine all’interno della Facoltà di Architettura negli anni Sessanta a partire dal carattere sperimentale delle tesi di laurea presentate da alcuni studenti, poi diventati i principali animatori del periodo storico preso in esame (Archizoom, Superstudio, UFO, 9999, Zziggurat, Gianni Pettena, Remo Buti).
Il movimento dei Radical ha, dunque, una doppia matrice universitaria e fiorentina; esso ha avuto un nucleo fondante nell’università, all’epoca attraversata dalla carica di contestazione generale del sistema sociale e dei suoi assetti, che ha portato alla valorizzazione del lavoro di gruppo, della coesione e della condivisione delle idee, fino ad intaccare le logiche più stantie dello stesso sistema e a profetizzarne, in molti casi, la dissoluzione definitiva.
Incursioni pubbliche nello spazio urbano, provocazioni, elaborazioni visive poco sentimentali sulla città, ambienti domestici liberatori, promozione di modi di vivere alternativi, sono stati strumenti che hanno dato un volto al movimento dei Radical fino a consacrarne l’affermazione a livello internazionale.
Da Firenze, città della storia per eccellenza, le idee dei Radical si sono diffuse a livello globale attraverso le più note riviste di architettura, design, arte, letteratura, toccando tutti i più importanti nodi di riflessione sul futuro di una società perennemente in bilico tra democrazia e burocrazia.
Con questo seminario e questa mostra il pensiero degli architetti radical fiorentini torna nelle stanze dell’Università, riecheggia negli spazi della città.

Patrizia Mello

Seminario di Storia dell’architettura contemporanea
Firenze e le avanguardie Radicali. Progetti, azioni, super-visioni, oggetti extra
Riflessioni e nuove questioni

docente: Patrizia Mello

in mostra una selezione dei lavori prodotti dagli studenti (a.a. 2012-2013/a.a. 2013-2014)
inaugurazione 9 luglio 2015, ore 18 – spazio espositivo “Le Murate. Progetti Arte Contemporanea”.
Apertura al pubblico: dal martedì al sabato: 14.00-20.00
Fino al 30 luglio.
Mostra a cura di Patrizia Mello
con Giacomo Cozzi, Federico Coricelli, Alessandro Galastri, Leonardo Pilati

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