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19 Gennaio 2008

Progetti

La Ciudad del Medio Ambiente di Santomera
Adhocmsl, Best Before, Modostudio, Barbarela studio

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Alcune immagini di progetto vincitore

Nell’anno 2007 un raggruppamento di progettisti tra cui Modostudio con sede a Roma partecipa e vince il concorso di idee bandito dalla città di Santomera, nella Murcia in Spagna. Il bando ha per oggetto la realizzazione di una cittadella vocata alla sostenibilità, all’ecologia, all’ambiente. Per tale cittadella l’amministrazione locale presceglie il sito di un’area estrattiva non più in attività: è infatti la Murcia regione ricca di vene di graniti e marmi (di cui ci si è in parte già occupati all’interno del blog per i progetti di Campo Baeza e Sancho Madridejos). A seguire, alle immagini ed alla descrizione di progetto forniteci dagli studi lasciamo il racconto della proposta di concorso, certamente suscettibile d’opinioni varie di condivisione o di contrarietà. Interessante però ci pare la formula del concorso sul recupero d’area estrattiva, finalmente finalizzato quanto a destinazione d’uso e non genericamente aperto, come sovente capita a verificare i bandi nazionali, a raccogliere così idee dai progettisti non solo sul come fare ma sul cosa fare, estendendo la richiesta forse in modo poco controllabile dalla scala dell’architettura a quella della pianificazione territoriale.
Preliminarmente al progetto, sono esposti gli elementi d’analisi fondamentali, tra cui principalmente la mappatura dei fattori di rischio, al fine di regimentare a controllo antropico lo stato di totale naturalità a cui sono lasciate soprattutto le creste più alte dei fronti di cava, a prevenirne distacchi e smottamenti improvvisi che possano rovinare sulle nuove attrezzature, come già s’è visto per il progetto alla cava dismessa delle Rocce Rosse di Arbatax.
Poi la proposta del raggruppamento vincitore certamente sfrutta le possibilità suggestive dei fronti di cava e dei lasciti d’attività industriale come scenografia naturale-artificiale entro cui operare, ma anche tenta il superamento facendo propri i luoghi di scavo, per implementarne gli spazi e svelare nuove possibilità di fruizione: è così che i cunicoli compenetranti il fronte di cava non sono recuperati a soli musei di sè stessi, ma sono accessi ai nuovi spazi interni in cui sono allocate le principali attività didattiche e museali al coperto, con l’ovvia necessità d’esplorare la via di sistemi specifici d’aerazione ed illuminazione e di indagarne nuove tipologie.

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La mappa delle sorgenti di rischio

l concorso prevede il recupero di una cava di pietra nella regione della Murcia. Il progetto, oltre a generare un recupero ambientale di alta qualità, crea una serie di spazi all’interno dei quali verranno previste attività finalizzate all’approfondimento delle tematiche ambientali: una vera e propria città dell’ecologia.
L’area sarà suddivisa in diversi ambiti architettonicamente differenziati che ospiteranno rispettivamente:
1. Centro di formazione ecologica: obiettivo fondamentale sarà disegnare, sperimentare e diffondere programmi di sensibilizzazione, educazione e formazione ambientale che favoriscano uno sviluppo sostenibile. Ci saranno spazi come aule di formazione, sale di proiezione, sale per conferenze, aree residenziali, ristorante, parcheggi, aree verdi.
2. Scuola regionale di caccia e pesca: garantirà la formazione teorica e pratica per cacciatori e pescatori che richiedono la loro prima licenza annuale. Contiene una scuola di quattro aule con capacità per 40 persone ognuno: biblioteca, uffici, aula magna, ricezione e archivi.
3. Scuola di prevenzione ed estinzione incendi: la sua finalità principale sarà migliorare la formazione dei professionisti in materia di prevenzione ed estinzione d’incendi, oltre a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di questi fenomeni nella Regione della Murcia. Contiene un’aula magna e un’aula di formazione, uffici, magazzini, spogliatoi, parcheggi etc. Dispone inoltre di un campo di pratica di 600 mq, con idranti e serbatoi d’acqua.
4. Museo forestale: Si tratta di una istituzione nazionale con sede nella Regione della Murcia che ha lo scopo di acquisire, conservare, diffondere, ricercare ed esibire ogni elemento che abbia un rapporto diretto con l’ambito forestale spagnolo. È costituito da quattro grandi spazi per esposizioni permanenti sui boschi della Spagna, una sala dedicata all’utilizzazione dei beni forestali, un’altra dedicata alle azioni di conservazione del medio forestale e una terza sala dedicata alle professioni forestali in Spagna. Inoltre si prevede un’area per un workshop di restauro ambientale permanente e una sala per mostre itineranti.

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La planimetria generale di progetto

[photogallery]murcia_album[/photogallery]

Località: Santomera, Spagna
Committente: Città di Santomera
Tipologia: concorso internazionale di progettazione – progetto vincitore
Superficie: 130 Ha
Importo lavori: € 16.000.000,00
Anno: 2007
Design team: Adhocmsl (Juan Antonio Sánchez, Miguel Mesa del Castillo, Riccardo Crespi), Best Before (Enrique Nieto), Modostudio (Fabio Cibinel, Roberto Laurenti, Giorgio Martocchia), Barbarela studio (Juan Carlos Castro)
Ingegneria forestale: Victor Manuel Castillo Sánchez
Biologia: Dott.ssa Maria Dolores Martínez-Mena García
Strutture: Ing. Julián Pèrez Castillo

di Alberto Ferraresi

(Vai al sito della regione Murcia)
(Vai al sito di Modostudio)
(Vai al progetto di Campo Baeza)
(Vai al progetto di Sancho Madridejos)
(Vai al post delle Rocce Rosse)
(Vai al sito di Ad-hoc Studio)
(Vai al sito di Best before)
(Vai al sito di Barbarela Studio)

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17 Gennaio 2008

Principale

Otto Kapfinger

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17 Gennaio 2008

Principale

Documentare il contemporaneo

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16 Gennaio 2008

English

The S(3) house at Capurso, Bari (2003-2005)

Versione italiana

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The S(3) house is built on the western outskirts of the town of Capurso in the hinterland of Bari. The lot, trapezoidal in form, has two sides adjacent to public streets and two along private property lines: to the east in adherence with another residence and to the south next to the ramp of an underground parking structure.
Composition decisions, dictated by the small footprint given to the residence, guided the project: overlaying of levels of residential zones and an extroverted placement of the accessory parts of the house.

The elements that identify the new building and have determined its appearance are:
The stairs placed against the North front, partly ‘concealed” from view by the independent wall that extends the main front and bends at the apex of the building;
The marquee, penetrated by a tree, placed at the corner between the two roads in continuity with the first floor balcony and the low boundary wall;
The regular system of the six French windows on the façade (three on the raised level as main entryways to the residence leading to the living and dining rooms and three on the first floor for each of the bedrooms);
The ‘trench’ along the south border which illuminates the basement floor that functions to contain an office open to the public;
The openings in the tall wall surrounding the terrace along the south and west building fronts.
These elements are placed along floor plan design lines and mark the facades of the building body which face the roads, retracted 4 meters from them in order to comply with a Town Plan building code requirement.
The house is developed over four levels, rendered independent by the external stairwell but connected by an elevator that functions as an axis for interior connections and distributions.
The basement level is accessed independently from the exterior staircase. The raised floor consists of an ample “nave” with living and dining room and adjacent kitchen and service rooms positioned, as on the other stories, in the irregular part of the house that adheres with the eastern border.
The first floor is accessed both by the external staircase, common to all levels, and by the elevator. The spaces on this level are occupied by bedrooms.
The attic story contains the guest rooms. A large terrace-garden, at the level of the first floor bedrooms, is surrounded by tall walls to enclose the volume of the entire building and protect the privacy of its inhabitants.
A cross section of the building illustrates the four levels and the measures taken to best articulate their functions, in particular:
The raised level which permits good natural illumination and ventilation of the basement floor in spite of the large wooden terrace that connects it to the roadside wall.
The hollow balcony with wood board extrados on the first floor permits passage and maintenance of mechanical systems and also solves problems regarding collection and drainage of rainwater coming from the roof.
The top level terrace-garden, with even substantially tall Mediterranean plants, naturally regulates the climate inside the bedrooms.
Elevations are characterized by the brilliant white lime wash and the whiteness of all metal components, opposed to the barely honed amber surfaces of the Trani stone (basement section, stairs and internal north elevation) and the landscaped zones.

Netti Architetti

Lorenzo Netti, born in Sammichele di Bari in 1957. graduated in architecture in Florence in 1981 and is currently professor of Design at the Politecnico of Bari.
Gloria A.Valente, born in Taranto in 1958 and graduated in Architecture in Florence in 1983 has taught interior architecture and design in private institutions.

In 1996 they were invited to the ‘6th International Architecture Exhibition’ at the Venice Biennial Exhibition. They received Special Mention at the ‘Luigi Cosenza 1996’ Award and were among the winners of the international ‘XXXIX’ competition organized by the Academy of Architecture, Art and Sciences di Los Angeles CA.
In 2002 they participated in Lonely living’ as part of the 8th International Exhibition of Architecture at the Venice Biennial Exhibition.
Their objects and projects have been published by Domus, Casabella, Abitare, Area, d’A, Modulo and have been exhibited, among other things, in the itinerant exhibitions on ‘Contemporary Italian Architecture’ (1994/95),and ‘New Italian Architecture'(1996/98).


*The re-edited essay has been taken out from the volume by Domenico Potenza, Puglia di Pietra, Regione Puglia, Claudio Grenzi editore, 2007, pp. 143.

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Casa S(3) a Capurso, Bari (2003-2005)
di NETTI ARCHITETTI (Lorenzo Netti e Gloria A. Valente)

English version

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Prospetto dell’abitazione

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La casa S(3) è costruita sul limitare Ovest dell’abitato di Capurso nell’hinterland di Bari. Il lotto, di forma trapezoidale ha due lati adiacenti strade pubbliche e due disposti lungo confini di proprietà private: ad Est in aderenza con un’altra abitazione e a Sud con la rampa di un’autorimessa interrata.
La ridotta superficie coperta dell’abitazione è all’origine delle scelte compositive che hanno guidato il progetto: la sovrapposizione per piani degli ambienti abitabili e la collocazione estroversa delle parti accessorie della casa.
Gli elementi che identificano il nuovo edificio e determinano il suo aspetto sono:
la scala addossata al fronte Nord in parte ‘coperta’ alla vista dalla parete libera che prolunga il fronte principale e piega all’apice del fabbricato;
la pensilina, attraversata da un albero, collocata all’angolo tra le due strade in continuità con il balcone del primo piano e con il muro basso della recinzione;
il sistema regolare dei sei vani porta-finestra della facciata (tre al piano rialzato per l’ingresso principale dell’abitazione, per il soggiorno e la sala pranzo e tre al primo piano per ognuna delle camere da letto);
la ‘trincea’ lungo il confine Sud illumina il piano seminterrato destinato ad ospitare un ufficio aperto al pubblico;
le aperture nell’alto muro d’ambito della terrazza lungo i fronti Sud e Ovest.
Questi elementi sono disposti lungo le linee di inviluppo della pianta e marcano i fronti del corpo di fabbrica prospicienti le strade e dalle quali si arretrano di 4 metri in osservanza di una norma del PRG.

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Assonometrie di progetto

La casa si sviluppa su quattro livelli resi indipendenti dalla scala esterna ma collegati da un ascensore, come asse dei collegamenti e delle distribuzioni interne.
Al piano seminterrato si accede in maniera indipendente dalla scala esterna. Il piano rialzato è costituito da un’ampia ‘navata’ con soggiorno e zona pranzo con annessi cucina e servizi collocati, come agli altri piani, nella parte irregolare della casa in aderenza con il confine Est. Al piano primo si accede anche dalla scala esterna comune a tutti i livelli e dall’ascensore. Gli ambienti di questo livello sono occupati dalle camere da letto.
L’attico è destinato agli ospiti. L’ampio terrazzo-giardino, corrispondente alle camere del primo piano, è perimetrato da alte pareti per serrare il volume dell’intero edificio e salvaguardare la privacy degli astanti. La sezione trasversale dell’edificio evidenzia i quattro livelli e gli accorgimenti adottati per meglio articolare le loro funzioni, in modo particolare:
Il livello rialzato consente una buona illuminazione naturale e l’aerazione del piano seminterrato nonostante l’ampia terrazza in legno che lo collega alla recinzione sulla strada.
Il balcone cavo con estradosso in doghe di legno al primo piano consente il passaggio e la manutenzione di parte degli impianti e risolve anche le questioni inerenti la raccolta delle acque meteoriche e del drenaggio provenienti dalla copertura.

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Visione parziale a livello del balcone-terrazza

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La terrazza-giardino all’ultimo livello, con piante di essenze mediterranee anche di notevole altezza, regola in modo naturale il clima interno delle camere da letto.
I prospetti sono caratterizzati dalla brillantezza della scialbatura di calce e dal colore bianco di tutte le parti metalliche, opposti alla superficie ambrata, appena levigata della pietra di Trani (parte basamentale, scale e intero fronte Nord) e alle zone vegetali.

SCHEDA DELL’OPERA

denominazione / project title
casa S(3) a Capurso (BA)
committente / client
Silvia Di Tardo e Nicola Sicolo
progetto / design period
2003/2004
realizzazione / construction period
2005
progetto e direzione lavori / architects and site team
Lorenzo Netti e Gloria A. Valente (Netti Architetti)
collaboratori e consulenti / project team
Iolanda Bavaro, Mara Catani, Maria Cirulli
progetto delle strutture / structural engineers
Michele Colasuonno
progetto degli impianti / plan of systems
Studio Magnanimo
impresa di costruzioni / building general contractor
Filippo Chironna|Capurso (Ba)
materiali lapidei utilizzati / stone materials employmed
pietra di Trani
forniture materiali lapidei / stone supplier
Bombacigno Giovanni & Figli srl
installazione materiali lapidei / stone placement
Rocco De Santis|Pasquale Di Fronzo

GLI AUTORI: NETTI ARCHITETTI

Lorenzo Netti, nato a Sammichele di Bari nel 1957, laureato in Architettura a Firenze nel 1981, è docente di Disegno presso il Politecnico di Bari.

Gloria A.Valente,nata a Taranto nel 1958, laureata in Architettura a Firenze nel 1983. Ha insegnato design e architettura degli interni in istituzioni private.

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Nel 1996 sono stati invitati alla ‘VI Mostra Internazionale di Architettura’ della Biennale di Venezia. Hanno ricevuto una Menzione Speciale al Premio ‘Luigi Cosenza 1996’ e sono stati tra i vincitori del concorso internazionale ‘XXXIX’ organizzato dalla Academy of Architecture, Art and Sciences di Los Angeles CA. Nel 2002 hanno partecipato a ‘Lonely living’, nell’ambito della VIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. I loro oggetti e progetti sono stati pubblicati da Domus, Casabella, Abitare, Area, d’A, Modulo e sono stati esposti, tra l’altro, nelle mostre itineranti ‘Architettura Italiana Contemporanea’ (1994/95), e ‘Nuova Architettura Italiana’(1996/98).

Note
*Il testo è tratto dal volume di Domenico Potenza, Puglia di Pietra, Regione Puglia, Claudio Grenzi editore, 2007, pp. 143.
Dalla pubblicazione e dalla mostra evento di Marmomacc 2007 intitolata “Puglia di Pietre” e curata dall’arch. Domenico Potenza pubblichiamo in maniera più didascalica ed esplicativa, le opere e i progettisti che fanno parte di questa prima “selezione d’autore”, articolando la descrizione nella presentazione dell’architettura realizzata, del luogo e del contesto in cui l’opera si colloca, dell’idea che ha generato la soluzione progettuale e soprattutto della tecnica e dei materiali utilizzati per realizzare l’opera con indicazioni fornite direttamente dagli stessi progettisti.
Infine, una scheda della realizzazione chiude in maniera tecnica e sintetica tutto quanto c’è ancora da sapere sul progetto e sugli autori di cui viene editata una breve biografia scientifica.
A cura del Laboratorio progetto cultura, responsabile della comunicazione Guseppe Di Lullo.

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14 Gennaio 2008

Letture

La Regola dell’arte. Manuale di legislazione urbanistica ed edilizia

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Roberto Gallia
La Regola dell’arte
Manuale di legislazione urbanistica ed edilizia

Roma, 2007 (2° ed.) Edizioni di Legislazione Tecnica,
pp. 223 + CD-Rom (euro 36)

A pochi mesi dall’uscita del manuale, viene proposta la seconda edizione aggiornata e, soprattutto, ampliata nei contenuti e negli orizzonti di conoscenza della pluralità di norme e di tematiche che sovrintendono al governo del territorio, alla gestione delle procedure urbanistiche, alla realizzazione delle costruzioni. Insieme al manuale cartaceo il CD-Rom, allegato al libro, costituisce una ricca banca dati di norme, nazionali e regionali, in materia di urbanistica ed edilizia; completa ben oltre la fascia di prezzo nella quale il volume si colloca.
Il manuale, che non è un testo di diritto in quanto l’attenzione è rivolta prevalentemente alla normativa tecnica, è nato in relazione al Corso che l’Autore ha svolto presso la facoltà di architettura “Ludovico Quaroni” dell’Università La Sapienza di Roma tenuto nell’A.A. 2005-2006 – con un duplice obiettivo. Obiettivi che dovrebbero essere condivisi sia da chi nel mondo delle professioni tecniche già opera, sia da chi in questo mondo aspira ad entrare.
Da una parte, orientare alla comprensione ed all’applicazione delle norme e delle procedure che regolano la gestione del territorio (inteso anche quale fattore della competitività), con riferimento non solo alla finalità della norma ma anche al contesto nel quale la medesima è stata definita ed attuata. Tenendo sempre presente, inoltre, che la legislazione italiana in materia, definita in relazione al principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione ed al principio della legittimità ed efficacia dell’azione amministrativa, deve comunque essere armonizzata con la normativa comunitaria, fondata sul principio della tutela della concorrenza.
Dall’altra, individuare le responsabilità professionali all’interno di una società che già oggi, ma sempre di più in futuro, contempla la libera circolazione sia delle merci sia delle persone, e quindi la liberalizzazione del mercato dei servizi anche professionali, creando una concorrenza che non potrà essere regolata solo dai costi, ma dovrà inevitabilmente fondarsi sulla qualità dei servizi prestati. Qualità misurabile in riferimento alla “regola dell’arte” nella realizzazione di un’opera e nella prestazione di un servizio, definita in relazione ai “requisiti di qualità” che la medesima opera e il medesimo servizio devono offrire; requisiti determinati dalla norma (regola), individuata da una fonte giuridica (usi – diritto).
La conoscenza delle norme e delle procedure che regolano il governo del territorio è indispensabile per misurare la qualità della progettazione urbanistica ed edilizia e delle conseguenti realizzazioni fisiche.
La pubblicazione non è (e non vuole essere) un testo di diritto, nè costituire commento alle norme di riferimento proponendosi come un orientamento alla lettura, alla comprensione ed all’applicazione della regolamentazione urbanistica ed edilizia, e la presentazione delle relative norme tecniche; orientamento riferito non solo alla finalità della norma ma anche al contesto nel quale la medesima è stata definita ed attuata. Tenendo sempre presente che la legislazione italiana in materia, definita in relazione al principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione ed al principio della legittimità ed efficacia dell’azione amministrativa, deve comunque essere armonizzata con la normativa comunitaria, fondata sul principio della tutela della concorrenza.
La seconda edizione aggiorna e rielabora i temi trattati, tenendo anche conto delle nuove norme regionali.

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10 Gennaio 2008

Principale

Il piacere della città – Progetti manifesto di Italo Rota

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Il piacere della città
Progetti manifesto di Italo Rota

a cura di Luca Molinari

Spazio FMG per l’Architettura
Via Bergognone 27, Milano
23 gennaio – 23 febbraio 2008
martedì – sabato h. 15:00-20:00
Ingresso Libero
Informazioni: 02-89410320

22 gennaio 2008 – riprende il calendario di mostre presso lo Spazio FMG per l’Architettura, voluto da FMG Fabbrica Marmi e Graniti per sviluppare il concept “trasmitting architecture” del XXIII Congresso Mondiale dell’Unione Internazionale Architetti, di cui l’azienda italiana è main sponsor. Attraverso una serie di iniziative, la galleria vuole evidenziare la dimensione umana e sociale dell’architettura, patrimonio decodificabile, fruibile e godibile da tutti.
L’appuntamento è in via Borgognone 27 con la mostra Il piacere della città. Progetti manifesto di Italo Rota a cura dell’architetto e critico Luca Molinari, realizzata in collaborazione con il Corriere della Sera e con il patrocinio del Comune di Milano.
Spazio FMG per l’Architettura di FMG Fabbrica Marmi e Graniti ospita la prima vera mostra italiana dedicata al lavoro recente di uno degli architetti più innovativi e stimolanti della scena contemporanea nazionale e internazionale, che da sempre considera il piacere dell’individuo in rapporto con lo spazio architettonico un valore fondamentale della progettazione.
Protagonisti presso Spazio FMG per l’Architettura sono i progetti per nuovi spazi pubblici e gli allestimenti temporanei realizzati negli ultimi anni da Italo Rota e costruiti in Italia, Francia e India.
L’esperienza all’estero diventa un viaggio unico in cui creatività, tradizione, simboli e ipercontemporaneità si mescolano per generare nuove forme e spazi inediti; un viaggio sorprendente che racconta lo sguardo su futuri possibili e visionari per la città del domani.
In mostra un punto di vista interessante e piacevolmente spiazzante, una filosofia di lavoro e allo stesso tempo una provocazione per stimolare una discussione su come stia cambiando la città contemporanea e su che strumenti progettuali possano essere messi in gioco.
Commenta Luca Molinari curatore di Spazio FMGper l’Architettura: “Da che elementi e fenomeni misuriamo il grado di qualità e miglioramento di una città? Quando un cittadino prova benessere in rapporto a un progetto d’architettura contemporanea? Il piacere e la felicità sono ormai considerati come un indicatore economico al pari del reddito pro capite o dei capitali investiti dalle amministrazioni lungo l’intero anno solare. Il piacere e la felicità sono alla base di una relazione nuova tra qualità del progetto e miglioramento degli spazi pubblici nella città”.
Tra le opere di maggiore interesse in esposizione:
· Il progetto vincitore di un concorso internazionale per la riconversione dell’Arengario a Milano per il più grande museo di arte contemporanea di Milano.
· La Biblioteca Multimediale Sandro Penna a San Sisto (Perugia), nuovo centro urbano intitolato al poeta perugino per un area di periferia, l’edificio è un disco completamente vetrato che si illumina di notte che si estende su tre piani, tutti forniti di postazioni multimediali.
· La Mediateca di Anzola dell’Emilia (Bologna): pensata in termini di funzionalità e accoglienza è divisa in piccole sale di lettura che hanno la stessa struttura di un soggiorno privato, importante per la sezione di lettura per l’infanzia che conta ben 8.000 volumi.
· Il primo progetto sul lungomare di Palermo per il recupero e riuso del Foro Italico: uno spazio suggestivo, che oggi invita ad essere vissuto di giorno come di notte grazie ad un intervento di bonifica che ha portato alla realizzazione di grandi aree verdi.
Da alcuni anni Italo Rota è inoltre impegnato nella realizzazione di un tempio Hindu e nella bonifica del terreno di una fabbrica siderurgica per la realizzazione di un parco a Mumbai, in India. In mostra anche il disegno degli spazi urbani di Rouen in Francia.
(Vai a Spazio FMG)

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10 Gennaio 2008

Principale

Soleritown – Visioni di un’utopia concreta

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Soleritown
Visioni di un’utopia concreta

Fotografie di Emanuele Piccardo, Filippo Romanoa cura di Plug_in – Laboratorio di architettura e arti multimediali

CASARTARC
La Giardinera | via Italia, 90 bis – Settimo Torinese
dal 22 gennaio al 17 febbraio 2008
Ingresso gratuito

Inaugurazione 22 gennaio 2008 ore 18,30

120 fotografie e un video raccontano Paolo Soleri, uno dei protagonisti più interessanti dell’architettura contemporanea e del Novecento. Paolo Soleri è architetto torinese, teorico, filosofo, urbanista noto soprattutto per uno dei suoi progetti più ambiziosi: la costruzione di Arcosanti, nuova città per 5000 abitanti nel deserto dell’Arizona. Per Soleri il significato dell’architettura è “dare un tetto all’umanità”, privilegiando il rapporto tra uomo e ambiente, pensato come inclusivo, in una logica di appartenenza alla terra.
Nasce da questi presupposti l’idea di raccontare “l’utopia concreta” di Soleri attraverso la fotografia e il video, strumenti per spiegare, comprendere e verificare, seguendo le sensibilità personali dei fotografi, le teorie soleriane. Una duplice lettura fotografica che indaga dall’interno le architetture realizzate a Cosanti ed Arcosanti: Filippo Romano si concentra sul rapporto tra lo spazio architettonico e la presenza dell’uomo, Emanuele Piccardo esplora i dettagli, operando una scelta rigorosa delle sequenze fotografiche che vanno formando un racconto unitario. Entrambi ragionano sul rapporto con il deserto, scenario paesaggistico estremo, in cui la luce esalta la plasticità degli oggetti architettonici.
La mostra è accompagnata da un libro fotografico edito da Plug_in, prima pubblicazione di una collana dedicata alle arti visive contemporanee (architettura, arte, fotografia).
Parallelamente alla mostra sono organizzati laboratori sperimentali con i bambini delle scuole elementari di Settimo Torinese sul tema della visione della città.
L’evento fa parte del calendario di Torino 2008 World Design Capital.

Il progetto Soleritown è realizzato con il sostegno di:
Provincia di Torino, Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Torino, Fondazione Ordine Architetti Torino, CASARTARC, Fondazione ECM e Archphoto.it rivista digitale di architettura.

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Arabescato Corchia

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Cava di marmo Arabescato. Comprensorio del Monte Corchia.

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Ci si avvicina con una sorta di timore reverenziale ai materiali apuani….
La bellezza del materiale da sempre scelto nel tempo da popoli e uomini con grandi tradizioni e conoscenze scultoree….
La bellezza dei bacini estrattivi, così violentemente e autoritariamente unici…in nessun luogo al mondo – basti pensare alla triste malinconia che incute Potosì, in Bolivia – la ferita dell’estrazione si autoalimenta ad amplifica la selvaggia bellezza di queste montagne uniche, nella loro perfezione, dalle quali fin dai tempi più antichi si è estratto “il” marmo, da sempre genericamente conosciuto come “Marmo di Carrara” anche se, sull’intero massiccio apuano, sono svariate le varietà commerciali estratte, differenti a seconda del loro bacino di provenienza. Ecco allora i materiali di Colonnata, dei Fantiscritti, di Torano, di Orto di Donna, di Vagli del monte Altissimo e del monte Corchia….
E proprio da questo splendido bacino estrattivo riprendiamo il nostro lavoro sulle pietre d’Italia, con l’Arabescato Corchia.

Descrizione macroscopica
L’arabescato Corchia è un materiale lapideo metamorfico, olocristallino a grana fine, con colore di fondo bianco caratterizzato da venature di color grigio-azzurro che ci permette di descriverlo quale una breccia a fondo bianco con venature irregolari grigie. I costituenti bianchi tendono ad avere un andamento più o meno sottile ed allungato secondo un piano definito “verso”: quasi una tramatura che delimita e racchiude i bianchi elementi di marmo.
Il materiale ha grana fine e le venature, che tendono ad anastomizzarsi, hanno dimensioni variabili tra millimetriche e centimetriche.

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Immagini dell’Arabescato Corchia allo stereomicroscopio: in alto il marmo fotografato a 7 ingrandimenti; in basso, aumentando gli ingrandimenti fino a 40, diventa possibile apprezzare alcuni dei costituenti delle venature del marmo. Per esempio i cristalli di forma cubica e di colore giallino sono costituiti da pirite.

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Descrizione microscopica
L’arabescato Corchia è un litotipo metamorfico grano – eteroblastico viste le differenti dimensioni dei blasti che lo costituiscono.
La tessitura è scistoso lineata e zonata in quanto caratterizzata da venature che tendono ad anastomizzarsi e da una variabilità del materiale strettamente collegata al variare delle dimensioni dei suoi costituenti.
Dal punto di vista dimensionale, infatti, la roccia è definibile eterogenea poichè gli individui che la costituiscono possono variare da 20 micron a circa 1 mm.I costituenti della roccia sono dati da Calcite, minerali opachi, Quarzo, Muscovite, Feldspati e Zirconi.
Calcite: (circa il 95 % dei costituenti la sezione sottile secondo stima visiva). Durezza 3 della scala di Mohs.
È il costituente fondamentale della roccia e presenta localmente condizioni strutturali tra esse particolarmente differenti. Si presenta quasi sempre in individui tendenzialmente allungati che sono sempre isoorientati
In coincidenza di quelli che sono macroscopicamente i clasti di colore bianco, essa è di colore bianco e raggiunge le sue dimensioni massime che possono essere pari a 900 – 1000 micron (0.9 ÷ 1 mm). In queste porzioni di roccia i cristalli sono perfettamente limpidi e quasi completamente privi di inclusi, con microstruttura granoblastica tendente all’allungato e con interfacce rettilinee. Attorno a questi clasti con costituenti limpidi ed isoorientati, si osservano ancora cristalli calcitici, ma caratterizzati da dimensioni nettamente minori (solitamente pari a 20 ÷ 40 micron), sempre allungati ed isoorientati, con microstruttura peciloblastica in quanto solitamente intorbiditi da abbondanti opachi di pirite. Il loro aspetto tende a presentarsi spesso indistinto e con interfacce non rettilinee. In queste parti del lapideo, che coincidono macroscopicamente alle venature della roccia, gli individui cristallini risultano essere generalmente deformati ed associati a pirite, muscovite zirconi e quarzo. Tali venature possono localmente presentare ulteriori deformazioni e pieghettature.
Spesso in mezzo a venature tra esse ravvicinate si può notare la presenza di mosaici calcitici costituiti da cristalli di calcite pecilitici con dimensioni medie pari a qualche centinaio di micron, ma caratterizzati da interfacce lobate se non ameboidali. Anche le altre tipologie di cristalli qui associati alla calcite sono generalmente anedrali (privi cioè di forma propria) e deformati.
All’interno di queste porzioni di roccia è inoltre possibile rinvenire frammenti di marmo che hanno subito una apparente rotazione rispetto l’evento deformativo;

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Aspetto dell’Arabescato al microscopio a luce polarizzata a 20 ingrandimenti e a Nicols incrociati. Un cristallo di quarzo euedrale è di formazione sin o post cinematica, esso infatti ha forma propria e non presenta tracce di deformazione.

[photogallery]corchia_album_3[/photogallery]

Minerali opachi: (circa il 2 % dei costituenti la sezione sottile secondo stima visiva). Durezza 6 ÷ 6,5 della scala di Mohs.
Sono presenti quale minuta granulazione prevalentemente costituita da pirite. Essi sono solitamente associati ai microcristalli di calcite con la quale formano quelle che macroscopicamente sono le venature assieme anche a minuscole lacinie di Muscovite isoorientate e agli Zirconi. Hanno dimensioni solitamente micrometriche;
Quarzo: (circa il 2 % dei costituenti la sezione sottile secondo stima visiva). Durezza 7 della scala di Mohs.
Anche esso presenta abito e microstrutture differente a seconda della sua posizione all’interno del litotipo: se è assieme alla calcite limpida all’interno dei clasti, ha forme euedrali o subeuedrali con interfacce più o meno rettilinee, è solitamente non deformato e con inclusi. In coincidenza delle venature, invece, è anedrale, con bordi lobati, deformato e con estinzione ondulata;
Muscovite: (circa l’1 % dei costituenti la sezione sottile secondo stima visiva). Durezza 2,5 ÷ 3 della scala di Mohs.
È presente esclusivamente all’interno delle venature come minute lacinie talora deformate e con andamento generalmente sub parallelo alle venature medesime.
La rimanente parte dei costituenti la roccia è data da Zirconi (durezza 7,5 della scala di Mohs) sempre associati ai costituenti le venature, ed in special modo a quelle con più alto tenore di opachi, e da Feldspati (durezza 5,5 ÷ 6 della scala di Mohs), abbastanza rari ma perfettamente riconoscibili per le loro tipiche geminazioni. Il fatto che non siano deformati, fa ipotizzare che siano di origine sin o post cinematica.
Discontinuità: non si apprezza la presenza di pori (“taroli”) superficiali, mentre le discontinuità presenti sono caratterizzate dalle venature ben apprezzabili anche macroscopicamente. Tali venature, che interessano tutto l’ammasso roccioso, sono costituite da associazione di minerali opachi piritici, individui calcitici con dimensioni solitamente pari a 20 ÷40 micron, lacinie muscovitiche, quarzo euedrale e zirconi. Tali venature hanno andamento irregolare ed isoorientato.
Alterazione: assente

Definizione petrografica* (secondo EN12670): MARMO (Metamorphic Rocks Classification Charts)

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Carta geologica d’Italia . Foglio 96 Massa.
Clikka sull’immagine per ingrandirla

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Arabescato Corchia. Geologia
La situazione geologica apuana è sicuramente alquanto complicata in quanto le formazioni che vi affiorano appartengono a differenti unità a struttura complessa che hanno subito una altrettanto complessa evoluzione tettonica che si è sviluppata durante l’Era Cenozoica, nell’Oligocene superiore, in una età stimata pari a 34 -27 milioni di anni quando, dopo un primo evento compressivo collisionale che generò le prime condizioni di deformazione e metamorfismo con un “raddoppio” della successione toscana, seguì una seconda fase sempre deformativa ma a questo punto collegata ad una condizione tettonico – distensiva che provocò il sollevamento di unità strutturali profonde a quel punto già metamorfosate.
Le Alpi Apuane possono essere considerate un bell’esempio di “finestra tettonica”, con l’affioramento dell’Autoctono Apuano, metamorfico, circondato dai terreni non metamorfici della Falda Toscana, ad essa sovrascorsa. Tra il nucleo autoctono metamorfico e l’unità sovra scorsa si trovano due complessi di scaglie tettoniche con caratteri di metamorfismo intermedio, mentre tettonicamente sovrapposte alla falda toscana si trovano unità anche esse alloctone che provengono dal dominio ligure.
In termini molto semplici, quindi, se sui vuole cercare di ricostruire la condizione di formazione dell’area Apuana, possiamo verosimilmente ipotizzare che fino al Terziario fossero ancora presenti in condizione pressochè indisturbata, la Falda Toscana e, direttamente ad est, l’Autoctono Apuano, entrambe simili come condizione di sedimentazione in ambiente marino. Nell’oligocene superiore, però, si sono impostate condizioni compressive che hanno agito in maniera differenziata sulle varie falde di sedimentazione. A questo punto, quindi, nell’olocene superiore la Falda Toscana si è scollata dal basamento e, scorrendo sulle evaporiti del Norico , si è sovrapposta sull’Autoctono Apuano assieme, per parte, all’Unità di Massa che però affiora solo nella zona occidentale della finestra tettonica e all’Unità Ligure che rimane però a contorno della finestra tettonica toscana.
Successivamente, dopo questa prima fase compressiva si è instaurata una fase distensiva che ha provocato l’esposizione della zona metamorfica per denudazione e sollevamento connessi con ulteriore assottigliamento crostale (Pliocene –Pleistocene) in quella che alcuni interpretano come una “pop-up structure”. Durante tutto questo periodo che va dall’ Oligocene superiore (27 MA) fino al Tortoniano (10 MA) che durante l’orogenesi ha provocato sul nucleo Apuano un metamorfismo di bassa pressione e bassa temperatura (facies di Scisti Verdi), si sono sovrapposti almeno due eventi deformativi, dei quali uno ha generato strutture Adriatico-vergenti, mentre il secondo ha impostato strutture Tirreno-vergenti. La più recente tettonica distensiva con direzione appenninica (NW-SE) ha dissezionato la struttura di sovrascorrimento secondo l’attuale direzione di allungamento della finestra tettonica Apuana e sovrimponendosi agli assi di deformazione precedenti complicando in maniera ancor maggiore la storia evolutiva e conoscitiva di tutta la zona.

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Arabescato Corchia levigato e lucidato.

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Le caratteristiche fisico-meccaniche dell’Arabescato Corchia
Nella tabella si riportano dati tecnici di bibliografia riguardanti l’Arabescato Corchia

Massa volumica apparente (kg/m3) 2700
Coefficiente di imbibizione (%) 0,18
Resistenza alla Compressione (kg/cm2) 1.033 kg/cm2
Resistenza alla Compressione dopo gelo (kg/cm2) 940 kg/cm3
Resistenza alla Flessione (kg/cm2) 135 kg/cm2
Coefficiente di dilatazione lineare termica (x 10-6 x°C-1) 5,4
Resistenza all’urto (cm) 51
Resistenza all’usura per attrito radente 0,55

Tratto da A.A.V.V. per I.C.E. (1982)– Marmi Italiani – F.lli Vallardi ed., Milano

di Anna Maria Ferrari
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I campioni di Arabescato Corchia utilizzati per l’analisi petrografica sono stati gentilmente forniti da SAVEMA S.p.A.
Vai a: Savema.com

Note
* Numero accettazione campioni 204.
(1) Metodo d’analisi: EN 12407:2007 Natural stone test methods – Petrographic examination. Strumento: Stereo microscopio Olympus SZX-FOF 4J02049). Analisi effettuata su lastrine differenti di materiale tal quale. Operatore: Dr. Anna Maria Ferrari.
(2) Metodo d’analisi: EN 12407:2007 Natural stone test methods – Petrographic examination. Strumento. Microscopio a luce polarizzata Olympus BX51TRF 4M23804. Analisi effettuata su 2 sezioni sottili di dimensione standard. Operatore: Dr. Anna Maria Ferrari.

Bibliografia
AA.VV. – Carta Geologica d’Italia Foglio 96 MASSA ;
AA.VV. – Guida Generale Marmi Graniti Pietre – Editoriale Globo s.r.l.. Milano;
AA.VV. per I.C.E. (1982)– Marmi Italiani – F.lli Vallardi ed., Milano;
AA.VV. (1982) – Natural Stones – Studio Marmo s.r.l. Querceta, Lucca;
AA.VV. (1989) – Manuale dei Marmi, pietre, graniti – 3° Voll. – F.lli Vallardi ed., Milano;
AA.VV. (1971) – Note illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000 – (Roma Nuova Tecnica Grafica Carta Geologica d’Italia;-
AA.VV. (2005) – Ante et post Lunam. Reimpiego e ripresa estrattiva dei marmi apuani
AA.VV. (2005) – Carta Geologica Regionale – Regione Toscana , Università Toscane e CNR-IGG, scala 1:10.000, tvv. Varie;
Angeli O. (2006) – Lavorare liberi. L’avventura della Cooperativa Condomini di Levigliani dalle origini al cinquantesimo di fondazione – 173 pp. Soc. Cooperativa Condomini di Levigliani, Levigliani;
Bartelletti A., Amorfini A (a cura di) per l’istituzione del “Parco Archeologico delle Alpi Apuane” convegno di studi tenutosi a Marina di Carrara il 04 /06/2005;
Blanco G. (1991)- Pavimenti e rivestimenti lapidei – 295 pp. La Nuova Italia Scientifica, Roma;
Carmignani L. (1997) – Carta Geologica delle Alpi Apuane – Dip.to di Scienze della Terra dell’Università di Siena, scala 1:25.000, tvv.8;
Carmignani L. et alia (2000) – Carta Geologica del Parco delle Alpi Apuane – Parco Alpi Apuane e Dip.to di Scienze della Terra dell’Università di Siena, scala 1:50.000, tvv.2;
Dolci E. (1980) – “Carrara Cave Antiche” Materiali Archeologici, Comune di Carrara, dei residui recuperabili. Documento Preliminare – Allegato F Settore II- Materiali Storici;
ERTAG (1980) – Schede merceologiche – Regione Toscana, Firenze;
Matteoli S. (2005) – I marmi arabescati della Versilia – archÆdilia n° 10, febbraio 2005;
Pieri Mario (1954) – La scala delle qualità e le varietà nei marmi italiani – Hoepli ed., Milano;
Pieri Mario (1964) – I marmi d’Italia – Hoepli ed., Milano;
Pieri Mario (1966) – Marmologia. Dizionario di marmi e graniti italiani ed esteri – Hoepli ed., Milano;
Rodolico F.(1965) – Le pietre delle città d’Italia – Le Monnier, Firenze
Vianelli M., Sivelli M. (1982) – Abissi delle Alpi Apuane. Guida Speleologica – SSI, Litografia Lorenzini – Bologna.

www.geotecnologie.unisi.it
www.marmiapuane.info
www.unipg.it/denz/gloria/Ipert/APUANE-descrizione.html

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Giorgio Bianchini a capo di IMM e Carrarafiere*
Le mie idee

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Stefano De Franceschi: Presidente, carenze del passato hanno determinato una progressiva perdita di interesse nei confronti della fiera. La dirigenza in tempi recenti ha compiuto grandi sforzi per ridare all’evento un nuovo impulso, ma di strada ancora ce n’è ancora da fare. Di recente è stato deciso di fare un passo storico, ovvero procedere alla biennalizzazione della fiera.

Giorgio Bianchini: “Più che di carenze penso che si debba parlare di cambiamenti importanti avvenuti sui mercati mondiali ed anche nel panorama fieristico internazionale che hanno fatto sì che un evento che si svolge da ben 28 anni abbia bisogno di una revisione profonda.
Il proliferare di manifestazioni nel mondo nell’ultimo decennio ha drenato visitatori ed espositori. Oggi noi siamo collocati, a livello di calendario fieristico, in situazione di debolezza rispetto ad altri eventi internazionali di settore. Il grande lavoro svolto da IMM e dagli amministratori che mi hanno preceduto, sia in termini organizzativi che strutturali, si è dimostrato purtroppo insufficiente per il rilancio della manifestazione. Per queste ragioni abbiamo lavorato di concerto con le aziende del Distretto lapideo Apuo-Versiliese e ci siamo confrontati sulle possibili strategie future. Da questo confronto è scaturita la decisione di biennalizzare l’evento Marmotec, una decisione molto sofferta ma che tutti dobbiamo vivere in senso positivo. Riteniamo infatti che, concentrando gli sforzi sull’evento biennale, rivedendo alcune impostazioni di fondi, unendo le forze con il territorio e le istituzioni sia locali che regionali, si possa dar vita ad una fiera che, nel periodo di svolgimento, concentri su Carrara l’attenzione del settore lapideo e dei macchinari a livello internazionale.

SDF: Altre iniziative suggerite sono il “Club degli espositori” (ovvero il caso in cui è IMM che acquista lo spazio in una altra fiera, ridistribuendolo poi alle aziende del comprensorio che partecipano), ed un accordo strategico con la Fiera di Milano. Cosa ne pensa?
G.B: La domanda pone problemi che sono alla nostra attenzione, come appena detto. Anzi mi preme evidenziare come rispetto al problema delle alleanze con altri poli fieristici italiani abbiamo agito in questo senso, ove possibile, anche negli anni passati, non solo per il settore lapideo ma in generale come strategia complessiva per lo sviluppo del sistema della nostra fiera. La presenza di CarraraFiere all’interno degli organi di direzione dell’Associazione Enti Fieristici Italiani va proprio in questa direzione. Rispetto a quello che voi chiamate “Club degli espositori” suppongo che vi riferiate in sostanza al ruolo operativo e propositivo che potrebbe svolgere CarraraFiere nell’accomunare in un’area espositiva unica il Sistema Toscano del settore lapideo in occasione di eventi fieristici all’estero. E’ una proposta interessante che va analizzata anche in relazione al rapporto che abbiamo con la Regione Toscana e Toscana Promozione. Certamente la biennalizzazione apre possibilità di collaborazione con la Fiera di Norimberga che si svolgerà nell’anno in cui non si svolgerà Marmotec. Abbiamo gi preso contatto con i responsabili di Norimberga e a brevissimo ci incontreremo per analizzare le possibilità di collaborazione. Ci ha fatto molto piacere anche il nuovo approccio collaborativo che abbiamo percepito, e che è stato anche espresso in un’intervista, da parte del Presidente e del Direttore Generale della Fiera di Verona. Anche con loro cercheremo punti di contatto che possano far crescere entrambe le manifestazioni del lapideo e che potrebbero anche allargarsi ad altre fiere di settori diversi. Per quanto riguarda la Fiera di Milano in specifico, penso che le dimensioni e le problematiche di quell’ente siano tali da rendere piuttosto difficile una collaborazione. Vedremo magari più in là nel tempo.

SDF: Internet, foto digitale e tv hanno rivoluzionato il sistema commercio. Che significato ha l’evento “fiera” inteso come esposizione.
G.B: Nel recente passato sono stato frequentatore assiduo di fiere, come imprenditore, espositore, visitatore specialistico e semplice curioso. L’esperienza diretta mi ha sempre confortato sul fatto che da una fiera, sempre che si parli di eventi di livello accettabile, si porta sempre a casa qualche spunto interessante e, a volte, contatti estremamente importanti. Le nuove tecnologie aiutano a ridurre i tempi e a volte anche gli spazi, ma non potranno mai sostituire la percezione diretta degli eventi, delle persone e delle cose. Per questa ragione non ritengo che il prodotto ‘fiera’ sia alla fine del proprio ciclo di vita, tutt’altro. E’ chiaro però che anche questo prodotto deve fare i conti con la concorrenza e con i cambiamenti avvenuti nel commercio mondiale e quindi deve sempre rinnovarsi e stare al passo coi tempi.

SDF: Due mesi di lavoro alla Presidenza bastano per individuare le difficoltà da superare e gli aspetti positivi da coltivare e sviluppare. Quali gli uni e quali gli altri.
G.B: Credo sia necessario più tempo per avere un quadro completo. Stiamo parlando di un Gruppo (Internazionale Marmo Macchine, Carrara Fiere e Carrara Congressi) che agisce in un mercato, quello delle fiere, che ha caratteristiche quantomeno speciali. L’attività di promozione del settore lapideo svolta da IMM è anch’essa particolare per sua natura, per non parlare della congressistica. A tutto questo aggiungiamo che gli azionisti principali sono la Regione Toscana, le Province di Massa Carrara e Lucca, i Comuni di Carrara e Massa, e la Cassa di Risparmio di Carrara. Gli argomenti sul tavolo, anche scottanti, sono diversi e per alcuni dobbiamo fornire risposte rapide. La struttura aziendale è di livello elevato e questo mi dà molta fiducia per il lavoro da svolgere, mentre il centro fieristico, per le sue dimensioni e la sua qualità, è un punto di forza che dobbiamo utilizzare al meglio. In sintesi posso dire che vi sono molte difficoltà e molti argomenti caldi nel breve periodo ma guardo al futuro con ottimismo.

SDF: La sua tesi alla Bocconi era sull’internazionalizzazione. Se ne fa un gran parlare, ma le aziende hanno le idee confuse sul vero significato, specialmente le piccole.
G.B: La mia tesi risale a 22 anni fa. Il tema dello sviluppo internazionale era già focale allora ed oggi è diventato una necessità assoluta. E’ più facile attaccare nuovi mercati anche lontani ma certamente vi sono dimensioni di impresa per cui questa attività risulta, nonostante internet e voli low cost, estremamente costosa. Purtroppo vi sono settori industriali dove una dimensione minima è una condizione necessaria e sufficiente per poter stare
nel mercato. I processi di aggregazione di cui tanto si parla sono a volte l’unico modo per poter competere con concorrenti, spesso esteri, più grandi e più strutturati di noi. In Italia abbiamo un approccio molto individualistico all’azienda che a lungo termine ci renderà subalterni a molti altri paesi se non prendiamo rapide contromisure e soprattutto se non cambiamo questo atteggiamento di fondo.

SDF: Ha lavorato anche nella moda. Quali insegnamenti le ha trasmesso questo mondo tutto particolare, ma che è una delle massime espressioni del “Made in Italy”?
G.B: Gli insegnamenti che rimangono molto radicati dalle mie esperienze con Valentino e con Ferragamo sono innanzitutto l’importanza del ‘brand’, il marchio. Le aziende del lusso (non solo della moda) investono cifre da capogiro per nutrire il mito del marchio e, nel lungo termine, questo investimento si rivela sempre il più corretto. Il marketing sul prodotto è importantissimo, ma viene dopo il ‘brand’ che non deve essere solo apparenza, ma tanta sostanza. L’azienda è tutta tesa all’esaltazione del marchio ancora prima che del prodotto. Si arriva a situazioni dove chi lavora in azienda si sente parte del marchio e lo fa suo anche come comportamenti all’esterno. Altro aspetto che mi è sembrato essenziale è l’attenzione ai dettagli in tutte le attività aziendali, la ricerca della perfezione ed il gusto infinito per il bello che certi creativi hanno innato. Da ultimo un grande insegnamento è stata le gestione dei rapporti con azionisti non facili, coi quali aspetti tecnici e aspetti di relazione interpersonale si equivalevano in importanza.

SDF: Dal 1987 al 1990 è stato a Los Angeles per realizzare studi di mercato e della concorrenza ed e strategie competitive per produttori italiani negli USA. Che caratteristiche ha oggi il mercato USA che resta nel bene o nel male quello di riferimento per le economie mondiali?
G.B: Ho frequentato di recente il mercato americano e ne ho tratto la sensazione di un mercato sempre molto interessante e aperto. Rimane però ancora un mercato difficile, con alti e bassi imprevedibili e controparti non certo facili da trattare. Torniamo al concetto già espresso di dimensione minima: per trarre il massimo vantaggio da un mercato come quello avere le ‘spalle larghe’ è certamente un vantaggio non indifferente.


Giorgio Bianchini, nasce nel 1962 a Carrara; è sposato con due figli. Si laurea nel 1985 in Economia e Finanza Aziendale alla Bocconi di Milano con una tesi sulle strategie d’internazionalizzazione. Dal 2005 è socio e amministratore delle società del Gruppo Benetti (Benetti Impianti, Benetti Macchine, Bendiam e Bencore).
Fra i principali incarichi ricoperti: Direttore finanziario del gruppo Nautors’ Swan Firenze (Gruppo Ferragamo) che produce e vende barche a vela di lusso, Direttore finanziario di Astaldi Spa, impresa di costruzioni di Roma, Direttore finanza e controllo di Valentino Spa, Roma, Consulente di direzione aziendale Gruppo CAST, Consulenza di direzione. Nel 1987-98 è stato consulente presso l’ufficio CAST di Los Angeles per la realizzazione di studi di mercato, concorrenza ed elaborazione di strategie competitive per produttori italiani negli Stati Uniti, e Co-ordinator of international operations alla Perfect Data Corporation di Los Angeles, azienda specializzata in accessori per computer.
È stato eletto nel luglio 2007 Presidente dell’Internazionale Marmi e Macchine Carrara Spa e successivamente Presidente di CarraraFiere la società totalmente controllata da IMM che gestisce il complesso fieristico e le manifestazioni.
L’assemblea dei soci IMM ha nominato il CDA che, per i prossimi tre anni, sarà composto da Giorgio Bianchini e Aldo Canali in rappresentanza del Comune di Carrara, da Patrizia Vianello e Giorgio Carletti (nominati dalla Regione Toscana), da Giancarlo Bernieri (in rappresentanza della Provincia di Ms Carrara) da Loris Barsi (CCIAA Lucca) e da Andrea Valsega nominato dalla CR di Carrara come principale socio privato della società. Il numero dei consiglieri passa da ventitrè a sette, con una larga presenza di imprenditori. Su proposta del sindaco di Carrara, Angelo Zubbani, l’assemblea ha nominato anche Loris Barsi come vice presidente. Forte riduzione per i compensi degli amministratori che passano, per il presidente da 32.000 a 12.000 euro annui (lordi). Non previsti compensi per la vicepresidenza vice presidente. Gettone presenza dei consiglieri da 130 a 100 euro a seduta.

* L’intervista è stata pubblicata su Versilia Produce Ottobre 2007. Si ringrazia Cosmave e Stefano De Franceschi, autore dell’intervista, per la disponibilità alla rieditazione

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