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16 Febbraio 2008

Opere di Architettura

Piazza Catuma ad Andria (BAT) (2000-2006)
di Mauro Saito – Studio Saito

English version

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Vista notturna

L’area interessata, già Largo “Catuma”, è da sempre per la città di Andria la piazza più rappresentativa, dove i presidi del potere temporale e spirituale sono rappresentati dal Palazzo Ducale e dal Vescovado, e si estende per mq. 6.070. La vocazione pubblica della piazza, già sede di fiere di bestiame e di mercati, luogo di contrattazione bracciantile, è tutt’oggi confermata come luogo di riunioni civiche e politiche, teatro di feste patronali, sede di spettacoli all’aperto.
La piazza esigeva una ridefinizione morfologica nel rispetto dell’identità culturale del sito. Il tema per la sistemazione della piazza, ha assunto il fascino di una relazione produttiva da ricercare fra il progetto contemporaneo e la città storica. Allo stimolo proveniente dalla lettura del tessuto del centro storico e delle sue immediate espansioni, il progetto ha inteso rispondere con segni semplici e rifondativi che nel rispetto della peculiare connotazione di grande vuoto della piazza e delle necessità funzionali giornaliere e festive, conferiscono al luogo nuovi significati e pregnanti forme simboliche.
L’idea progettuale consiste nel restituire senso ed identità alla piazza, caratterizzata prima dei lavori, da una banale forma poligonale allineata ai palazzi circostanti, attraverso una forma primaria, l’ellisse orientata lungo l’asse Nord-Sud, trattenuta da una “zolla” esterna legata al sistema viario che la relaziona al resto della città. La “zolla”, in pietra calcarea nuova e di recupero, emerge dal sottosuolo e stacca l’ellisse, in pietra lavica, dal perimetro urbano conferendole un’autorevole leggerezza.
La parte ellittica centrale è costituita da basole di pietra lavica disposte lungo una trama fondata sull’asse di composizione con diverse ramificazioni. Intorno all’ellisse, si dispone una zolla, un poligono irregolare, pavimentato con basole di pietra calcarea (di recupero da quelle esistenti nella attuale sede stradale). La nuova fontana in sostituzione di quella esistente è costituita da una vasca e un muro di sfondo.

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Disegni esecutivi della piazza

Le opere artistiche, ad opera di Mauro Lovi, di finitura della fontana sono integrate nel disegno della stessa e concorrono a rifondare il luogo della piazza, utilizzando rispettivamente i temi di figure mitologiche propiziatrici e scene di cultura contadina. Per la pavimentazione delle strade intorno alla piazza, con i relativi marciapiedi, lungo i quali sono disposti altri lampioni di illuminazione, sono state previste basole di pietra lavica lavorate a mano alla punta grossa.
L’idea fondativa del progetto è quella di creare una piazza di pietra, che tramite un lato alberato, una fontana urbana e caratteristici elementi di arredo, rappresenti uno scenario di tradizione mediterranea di luogo aperto e invitante all’incontro, alla sosta, all’evento, perchè proprio il recupero delle basole tradizionali esistenti in loco (di origine vulcanica o calcarea) costituisce uno dei punti irrinunciabili del metodo progettuale.

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Dettaglio delle pavimentazioni

[photogallery]catuma_album[/photogallery]

L’utilizzazione di materiali lapidei ipotizzata dal progetto, intende continuare una tradizione di trasformazione del territorio, antichissima, di cui si vuole far parte. La pavimentazione prevista in pietra di Minervino Murge e in pietra lavica dell’Etna è stata scelta dopo accurate indagini su campioni e in cava. Le basole della pavimentazione della piazza sono in massello lavorato con vari trattamenti di superficie (alla punta grossa o media di piccone), così da offrire un’omogeneità di immagine con tutti i particolari di arredo urbano.

SCHEDA DELL’OPERA
denominazione / project title
piazza Catuma a Andria (BAT)
committente / client
Amministrazione Comunale di Andria
progetto / design period
2000/2004
realizzazione / construction period
2005/2006
progetto e direzione lavori / architects and site team
Mauro Sàito (capogruppo), Riccardo Calvano, Pietro Cupertino, Lorenzo Gerardi, Leopoldo Gigliobianco, Antonio Stragapede
collaboratori e consulenti / project team
opere artistiche / artistic works Mauro Lovi
impresa di costruzioni / building general contractor
Bepa s.r.l.|Melfi (Pz)
Alfa Costruzioni|Andria (BAT)
materiali lapidei utilizzati / stone materials employmed
pietra di Minervino Murge, pietra lavica dell’Etna
forniture materiali lapidei / stone supplier
Ditta F.lli Di Leo|Trani (BAT)
installazione materiali lapidei / stone placement
Bepa s.r.l.|Melfi (Pz)
Alfa Costruzioni|Andria (BAT)

L’AUTORE

Mauro Sàito è nato a Roma nel 1951. Ha studiato alla T.U. di Berlino e si è laureato negli anni settanta a Roma.

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Negli anni ’80-’90, alterna alla professione l’insegnamento presso la Facoltà di Ingegneria di Potenza (1987-90) e la Facoltà di Architettura di Bari (1994-99). Dal 2002 apre un’altro studio a Bari. Partecipa con successo a concorsi nazionali e internazionali. Progetta e realizza edifici pubblici e privati, residenze sperimentali e turistiche, centri commerciali, sistemazioni di piazze, porti e lungomare in Puglia Basilicata, Molise, Campania, Calabria, Lazio ed Emilia Romagna. E’ stato invitato alla VI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia (1996), sezione italiana. Nel 2000 riceve la menzione speciale Premio Gubbio – ANCSA per la riqualificazione del Borgo La Martella a Matera e il restauro della Chiesa di Ludovico Quaroni. Suoi progetti e realizzazioni sono stati presentati su riviste italiane e straniere e su opere monografiche.


Note

* Il testo è tratto dal volume di Domenico Potenza, Puglia di Pietra, Regione Puglia, Claudio Grenzi editore, 2007, pp. 143. Dalla pubblicazione e dalla mostra evento di Marmomacc 2007 intitolata “Puglia di Pietre” e curata dall’arch. Domenico Potenza pubblichiamo in maniera più didascalica ed esplicativa, le opere e i progettisti che fanno parte di questa prima “selezione d’autore”, articolando la descrizione nella presentazione dell’architettura realizzata, del luogo e del contesto in cui l’opera si colloca, dell’idea che ha generato la soluzione progettuale e soprattutto della tecnica e dei materiali utilizzati per realizzare l’opera con indicazioni fornite direttamente dagli stessi progettisti. Infine, una scheda della realizzazione chiude in maniera tecnica e sintetica tutto quanto c’è ancora da sapere sul progetto e sugli autori di cui viene editata una breve biografia scientifica.

A cura del Laboratorio Progetto Cultura, responsabile della comunicazione Giuseppe Di Lullo.

(Vai al sito Mario Saito)

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14 Febbraio 2008

Eventi

Premio ARCHITETTURA ORIZZONTALE

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Il porfido del Trentino per la riqualificazione dello spazio pubblico contemporaneo attraverso un premio che sviluppa il confronto tra professionisti, pubbliche amministrazioni e università

La piazza nella città storica identifica ed ha identificato per secoli la struttura morfologica del tessuto urbano maggiormente espressiva del ruolo dello spazio pubblico. Nell’incessante procedere dello sviluppo edificato, nella città diffusa, nel modello contaminato ed ibrido dell’architettura oggi è forse più coerente la definizione di connettivo, di spazi di attesa e di relazione, in cui l’architettura orizzontale o a volume zero acquista un importante valore, spesso anche al di là del disegno di un vero proprio luogo. Con questo premessa l’Ente Sviluppo Porfido del Trentino, in collaborazione con la Facoltà di Architettura di Ferrara, propone ai tecnici delle amministrazioni pubbliche ed ai professionisti la terza edizione di un premio volto a valorizzare le migliori proposte progettuali e realizzate che interpretino il particolare valore che nella contemporaneità riveste l’architettura dello spazio non racchiuso.
Da questa edizione il premio apre ai giovani una sezione rivolta ad individuare progetti di Tesi di Laurea realizzate all’interno della Facoltà di Architettura e di Ingegneria, in modo da porre l’accento sulla complessità del progetto urbano e sull’importanza dell’insegnamento del disegno della città e della sua scena urbana, per valorizzare tutte le attività formative e didattiche, che anche ESPO contribuisce a stimolare con workshop e corsi integrativi a livello universitario.

BANDO

art. 1 – Identificazione del premio
Il premio “Architettura orizzontale. Il porfido del Trentino per la riqualificazione dello spazio pubblico contemporaneo”, ideato e promosso dall’Ente Sviluppo Porfido (E.S.PO.) in collaborazione con la Facoltà di Architettura di Ferrara nasce dalla volontà di premiare e far conoscere ad un ampio pubblico soluzioni progettuali e realizzazioni che hanno saputo impiegare in maniera appropriata e innovativa il porfido del Trentino.

art. 2 – Oggetto e finalità del premio
Il Premio ha la finalità di premiare progetti e nuove realizzazioni dove l’impiego del porfido del Trentino risulti significativo sul piano creativo, tecnologico e soprattutto innovativo in applicazioni che coinvolgono spazi urbani, sistemazioni esterne ed arredo urbano.
Il premio sarà diviso in due sezioni:
– una prima sezione relativa alle opere realizzate da professionisti e Pubbliche Amministrazioni;
– una seconda rivolta ai progetti elaborati come Tesi di Laurea.
Lo scopo del premio è duplice:
– valorizzare e divulgare le azioni progettuali che qualitativamente incidono nel contesto architettonico ed urbano delle città;
– valorizzare e divulgare le possibilità progettuali del porfido, le sue caratteristiche di affidabilità, di adattabilità e di versatilità;
Per la sezione opere realizzate il progetto non dovrà essere antecedente alla data del 1 giugno 2004.

art. 3 – Condizioni di partecipazione
Le candidature al Premio possono essere presentate:
per la sezione “opere realizzate da professionisti e Pubbliche Amministrazioni”
– da professionisti singoli o studi di architettura o ingegneria; ogni singolo candidato o gruppo potrà partecipare con un solo progetto realizzato;
– da amministrazioni locali in cui la progettualità è stata sviluppata all’interno dei propri uffici o strutture tecniche da personale abilitato.
per la sezione dei “progetti elaborati come Tesi di Laurea”
– da persone singole o gruppi che hanno discusso la Tesi di Laurea negli ultimi 2 anni, a partire dalla data di pubblicazione del bando e fino al periodo di consegna degli elaborati per la partecipazione al Premio, presso una Facoltà di Architettura o Ingegneria, o Istituti di Formazione equivalenti, ubicate in Europa (compresi i paesi non facenti parte della UE).
Nel caso di partecipazione di gruppo i componenti dovranno nominare il capogruppo che ne assumerà la rappresentanza e la responsabilità nei confronti dell’E.S.PO. La designazione del capogruppo sarà fatta mediante apposita delega in carta libera che lo autorizzi a rappresentare tutti i partecipanti del gruppo, senza autenticazione notarile, e costituirà parte integrante degli atti da presentare, pena l’esclusione dal concorso. Assieme alla delega tutti i partecipanti della sezione “opere realizzate da professionisti e Pubbliche Amministrazioni” dovranno presentare, pena l’esclusione dal concorso, una autocertificazione che attesti l’iscrizione all’ordine di appartenenza. I concorrenti dipendenti pubblici dovranno allegare il nulla-osta o l’autorizzazione alla partecipazione al concorso rilasciato dall’Ente da cui dipendono.

art. 4 – Modalità di partecipazione
I concorrenti afferenti alla sezione “opere realizzate da professionisti e Pubbliche Amministrazioni” dovranno indicare sugli elaborati le proprie generalità e la qualifica. La domanda di partecipazione, che accompagnerà gli elaborati, dovrà riportare:
nome e cognome, titolo di studio, iscrizione ad uno degli ordini professionali citati, domicilio dei partecipanti, dichiarazione liberatoria ai sensi del D. Lgs. 196/2003 (Privacy), e, nel caso di gruppo di lavoro, la designazione del capogruppo e le generalità di tutti i componenti designazione del committente e della località in cui l’opera sia stata realizzata e/o progettata. La domanda dovrà essere firmata da tutti i concorrenti.
Elaborati richiesti:
– breve curriculum (massimo 1500 battute di testo da produrre in italiano ed inglese) e foto del candidato o del gruppo;
– scheda con i dati di identificazione del progetto realizzato (committente, paternità dell’opera, collaboratori, cronologia dell’intervento);
– relazione generale descrittiva dell’intervento (massimo 6000 battute di testo);
– riassunto della relazione descrittiva dell’intervento, massimo 1500 battute di testo da produrre in italiano e in inglese che saranno utilizzate per le pubblicazione finale;
– per la sezione opere realizzate n. 20 immagini in formato digitale (di elevata qualità) di cui n. 5 degli elaborati progettuali;

I concorrenti afferenti alla sezione dei “progetti elaborati come Tesi di Laurea” dovranno indicare sugli elaborati le proprie generalità e la qualifica. La domanda di partecipazione, che accompagnerà gli elaborati, dovrà riportare:
nome e cognome, titolo di studio, domicilio dei partecipanti, dichiarazione liberatoria ai sensi del D. Lgs. 196/2003 (Privacy) e, nel caso di gruppo di lavoro, la designazione del capogruppo e le generalità di tutti i componenti. La domanda dovrà essere firmata da tutti i concorrenti.
Elaborati richiesti:
– breve curriculum (massimo 1500 battute di testo in italiano ed inglese) e foto del candidato o del gruppo di progettazione;
– scheda con i dati di identificazione del progetto di tesi (Università, Facoltà, relatori, correlatori, Anno Accademico);
– relazione generale e tecnica descrittiva del progetto (massimo 3000 battute di testo in italiano ed inglese), con particolare attenzione alla descrizione tecnica dei materiali scelti ed al loro rapporto con il progetto di riqualificazione dello spazio pubblico;
– n. 5 tavole (piante, sezioni, prospetti e schizzi di progetto, eventuali immagini fotografiche di plastici, immagini fotorealistiche, ecc.) nel formato cm. 100×70 in pannello rigido non vetrato di cui almeno n. 2 tavole di dettaglio. Le cinque tavole dovranno essere consegnate anche in formato digitale (di elevata qualità).

art. 5 – Termini e modalità di presentazione degli elaborati
I documenti e gli elaborati sopraelencati dovranno pervenire in involucro sigillato e protetto alla segreteria del Premio presso E.S.PO. Ente Sviluppo Porfido – via S. Antonio 36 – 38041 Albiano, entro il 15 dicembre 2008. Per gli elaborati spediti vale la data del timbro postale; gli stessi potranno essere consegnati a mano, nel qual caso, sarà rilasciata regolare ricevuta.
Il mancato rispetto dei tempi di consegna degli elaborati, l’assenza dei requisiti di partecipazione richiesti, la difformità degli elaborati rispetto a quanto previsto all’art. 4 del presente bando costituiscono motivo di esclusione dalla selezione da parte della Commissione giudicatrice.

art. 6 – Consistenza ripartizione dei premi
Per la sezione delle “opere realizzate da professionisti e Pubbliche Amministrazioni” il monte premi complessivo è di 10.000,00 Euro.
La giuria, se lo riterrà opportuno, potrà ridistribuire il monte premi in premi e menzioni speciali. Per la sezione dei “progetti elaborati come Tesi di Laurea” il monte premi complessivo è di 4.000,00 Euro.
La giuria, se lo riterrà opportuno, potrà ridistribuire il monte premi in premi e menzioni speciali.

art. 7 – Modalità di assegnazione dei premi
L’assegnazione dei premi è riservata al giudizio insindacabile della Commissione giudicatrice. Gli elaborati, con relativi allegati, non verranno restituiti e resteranno di proprietà dell’E.S.PO. che potrà utilizzarli a fini promozionali.

art. 8 – Commissione giudicatrice
La Commissione sarà composta da sei membri:
– dal Presidente dell’Ente Sviluppo Porfido o suo delegato
– da un docente universitario individuato dalla Facoltà di Architettura di Ferrara;
– da un architetto libero professionista designato dal Ordine degli Architetti di Trento;
– da un ingegnere libero professionista designato dall’Ordine degli Ingegneri di Trento;
– dal segretario designato dall’E.S.PO.
Il giudizio della Commissione giudicatrice, che si riunirà presso la sede dell’Ente Sviluppo Porfido, sarà inappellabile e insindacabile.

art. 9 – Comunicazione degli esiti
Gli esiti della selezione con l’individuazione del vincitore e l’assegnazione degli eventuali riconoscimenti speciali saranno comunicati a tutti i partecipanti entro il 31 marzo 2009; il verbale dell’aggiudicazione e la motivazione del premio e dei riconoscimenti assegnati saranno inoltre divulgati attraverso i siti internet XFAF della Facoltà di Architettura di Ferrara, dell’E.S.PO. nonchè sulla stampa specializzata.
Tutti gli elaborati inviati non verranno restituiti e resteranno di proprietà dell’E.S.PO.

art. 10 – Pubblicazione dell’opera premiata
I progetti vincitori e tutti quelli ritenuti onorevoli di menzione saranno pubblicati in un volume dedicato all’edizione del Premio. Sarà prevista inoltre la diffusione dell’esito sulla rete web attraverso il sito internet XFAF della Facoltà di Architettura di Ferrara e dell’E.S.PO..

art. 11 – Premiazione
I vincitori saranno premiati durante una manifestazione a cui verranno invitati tutti i concorrenti, nonchè tutte le componenti Pubbliche interessate.

art. 12 – Accettazione delle clausole
La partecipazione al premio implica, da parte di ogni concorrente e di ogni gruppo di concorrenti, l’accettazione incondizionata di tutte le clausole del presente Bando. Per quanto riguarda non espressamente stabilito nel presente Bando, si fa riferimento alle norme di legge e regolamenti vigenti.

art. 13 – Pubblicazione del bando
Il presente bando viene pubblicato per estratto, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, su internet, su quotidiani e/o riviste a tiratura nazionale e di divulgazione europea ed inviato agli Ordini professionali degli architetti, degli ingegneri e alle Facoltà Universitarie di Architettura e di Ingegneria.

Presentare la domanda di partecipazione entro il 15 Dicembre 2008
Per info www.porfido.itwww.xfaf.it

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13 Febbraio 2008

Principale

Italiani in vacanza

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ITALIANI IN VACANZA
A cura di Pier Luigi Tazzi

Antonio Rovaldi, Sabrina Mezzaqui, Giovanni Ozzola, Michelangelo Consani, Robert Pettena

Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno
16 febbraio – 30 marzo 2008
Inaugurazione sabato 16 febbraio 2008 ore 18.00

Riapre l’attività espositiva di Casa Masaccio, centro per l’Arte Contemporanea, con la mostra ITALIANI IN VACANZA, curata da Pier Luigi Tazzi. L’esposizione presenta i lavori di cinque artisti italiani: Antonio Rovaldi, Sabrina Mezzaqui, Giovanni Ozzola, Michelangelo Consani e Robert Pettena.
Italiani in Vacanza nasce come fast show – un’occasione, una necessità, un’idea – e si sviluppa come uno slow project – accorpamento di opere che si sono venute concretizzando al di fuori di ogni programma in tempi diversi. Si è trattato, infatti, di incontri fortuiti che si danno ogni volta che l’artista, italiano in questo caso e non a caso, rilascia l’assillo della progettazione e dell’elaborazione, svuota la mente, va in vacanza. Da questo svuotamento, da questa vacanza, da questa caduta dell’attenzione, da questo sonno vigile, sorgono le apparizioni, le visioni incontrollate, gli incontri”.
Le opere dei cinque artisti, non sono frutto di una ricerca specifica e predeterminata, ma visioni materializzatesi in forme fluide, come quelle offerte dalla fotografia, dal disegno e dal video, svincolate da qualsiasi programma operativo e scaturite dal vuoto e dall’altrove. L’artista le ha come messe a dimora nell’opera avendo abbassato la soglia del giudizio selettivo. L’opera così realizzata da conto di un incontro e di una meraviglia, ed è allo stesso tempo un riconoscimento, una rammemorazione, che riconduce ciascun artista a se stesso, alla propria più profonda e segreta sostanza. Il mondo nella sua estensione e nella sua apertura, e il viaggio fantastico o reale dentro di esso, sono l’occasione che permette l’emergenza della visione e la pratica di un’esperienza. La sensibilità dell’artista è la materia molle pronta a ricevere l’impronta di quelle. La Thailandia di Antonio Rovaldi, le tavole di iscrizione di Sabrina Mezzaqui, il deserto e la notte di Giovanni Ozzola, il Peloponneso di Michelangelo Consani, la spiaggia atlantica di Robert Pettena, sono regioni dell’anima più che entità geografiche.
La storia è quella di ognuno, come lo sono la memoria e la capacità di formalizzazione sollecitate a restituire nell’immediato dell’opera – fast -, nel momentum che ciascuna opera è e che tuttavia si inscrive nell’onda lunga – slow – della reciproca coscienza di essere al mondo e nel mondo.
All’interno dello spazio espositivo la dislocazione delle opere tende a riprodurre e restituire l’esperienza iniziale che le ha rispettivamente generate.


ORARI: feriali 16/19 festivi 10/12-16/19, lunedì chiuso
INGRESSO: gratuito
Casa Masaccio Centro per l’Arte Contemporanea
Corso Italia, 83
52027 San Giovanni Valdarno
Tel. 055 91.26.283
www.casamasaccio.it

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13 Febbraio 2008

Ri_editazioni

RACCONTI DI PIETRA*
Madre, Abbraccio, Casa, Forza, Silenzio, Rispetto, Bellezza, Architettura, Unicità, Patrimonio non rinnovabile

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Foto di Palmalisa Zantedeschi

Forza
Alle sorgenti del Grande Fiume l’energia naturale inscritta nei geni della terra reagisce con quella degli uomini e delle loro cerimonie. Gli arrivi, le partenze, le celebrazioni dei pellegrini producono una forza magnetica, un campo elettrico, un’impronta che ancora oggi può essere sentita, avvertita e veduta in ogni cosa.
L’energia del passaggio è ancora qui, nel silenzio delle pietre riempito dallo scorrere perenne dell’acqua, nelle ceneri, nelle rocce sul fiume, nelle ultime infreddolite presenze.
“Ajey, a cosa pensi quando guardi le montagne?
“Ascolto la dea Natura, che mi parla della mia vita. Lei ha potere su di me. Tutto quello che ho viene da lei e se medito con il suo nome sulle labbra lei mi dà altro potere. Forza. La montagna mi tranquillizza quando sono agitato, mi calma quando ho l’ansia e mi infonde coraggio quando ho paura. Ascolto anche i boschi, i fiumi e le colline. Anche loro mi danno grande forza.”
Om namah Shivaya, diciamo. Gloria a Shiva. E ricordati che Lord Shiva, il dio delle montagne, è molto vicino al nostro umile spirito”.1

Nicoletta Gemignani

Note
* Racconti di pietra, testi di Alfonso Acocella e Nicoletta Gemignani, foto di Palmalisa Zantedeschi
1 Giuseppe Cederna, Il grande viaggio, Milano, Feltrinelli, 2004, p. 133.

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9 Febbraio 2008

Principale

Premio ANDIL – ICERS 2008

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Anche quest’anno il Premio ANDIL-ICERS “Studi e Ricerche sul Laterizio”, alla sua XII edizione, seguiterà a promuovere e sostenere gli studi del settore del laterizio.

Il concorso è rivolto a tutti coloro che abbiano discusso tesi di laurea o tesi di dottorato, abbiano completato l’elaborato finale di una borsa di studio o svolto attività di ricerca dedicata allo sviluppo dell’industria del laterizio, all’innovazione di prodotto e/o di processo, all’impatto ambientale, ad analisi di mercato, ecc..
La Commissione giudicatrice del concorso valuterà l’opera maggiormente meritevole per il contributo apportato ed assegnerà un premio in denaro di € 3.000,00.
I risultati del lavoro premiato verranno, inoltre, divulgati mediante pubblicazione sulle riviste: L’industria dei laterizi e Costruire in Laterizio.

La scadenza per l’invio delle domande di partecipazione è prevista per il giorno 23 giugno 2008.
I partecipanti ammessi dovranno, in seguito, consegnare l’elaborato originale, in duplice copia su supporto cartaceo e informatico, entro il 1° settembre 2008.

Scarica il bando
Per maggiori informazioni www.laterizio.it

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9 Febbraio 2008

Opere di Architettura

Nuovo fornice per l’Alta Velocità, Firenzuola (Fi)
Fabrizio Rossi Prodi

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Alcune viste panoramiche del fornice

Brevi richiami al passato recente
Il tema del progetto architettonico per le infrastrutture ha vissuto in Italia il passaggio fondamentale della realizzazione dell’Autostrada del Sole a metà degli anni ’50, appassionante per le scuole di pensiero scese in campo anche per chi non sia addetto ai lavori. Molto sintetizzando e rimandando anche ad un breve fascicolo riassuntivo disponibile sugli archivi dell’Università degli Studi di Firenze in rete, ricordiamo i soli momenti salienti dell’inizio delle opere cantieristiche nel 1956 ed il pronto commento di Bruno Zevi dal suo seguìto periodico osservatorio sulle pagine dell’Espresso. “(…) Basta esaminare una decina di ponti e di viadotti per accorgersi che i progetti sono stati fatti a caso, con risultati naturalmente difformi e stridenti.
Vicino ad esempi pregevoli, troviamo una serie di strutture mediocri: il Viadotto Quercia-Setta, quello sul Rio della Serra, il viadotto Castellare, il ponte sul torrente Lora. Bruttissimi sono poi Case Olmi, Corzanello, la Cassina, Formicaio e Podere Vicchio che, per le inerti sequenze di arcate, sembrano appartenere a una civiltà ingegneresca remota, di cinquanta o cento anni fa. Nessuno si è preoccupato di garantire un minimo di coerenza figurativa e tecnica tra le varie opere d’arte. Le gallerie sono, quasi senza eccezioni, orrende, con testate mal disegnate anzi non disegnate affatto.
Le carreggiate, i ponti, i viadotti, s’imbattono in queste gallerie senza alcun raccordo formale o strutturale. Tutto ciò rivela un metodo che è insieme architettonicamente deplorevole e anti-economico (…)”
Tanto bastò a far sì che il Canton Ticino, nell’imminenza delle opere per le proprie autostrade, decidesse d’istituire la figura del consulente estetico a sorvegliare l’ottemperanza delle esigenze non meramente tecnico-funzionali nel corso delle realizzazioni delle nuove infrastrutture. Emerge così la figura di Rino Tami, già in luce per i meriti accademici e per le realizzazioni importanti in area ticinese. Egli, con i vari progettisti incaricati ai vari tratti e nelle varie fasi, s’accompagna ormai indissolubilmente al nome del ramo autostratadale N2 Chiasso-San Gottardo ponendo un precedente inevitabile, per la durata del suo impegno – dal 1963 al 1983 – e per gli assunti di base, strategicamente fissati nelle tipologia costante e nell’unico materiale.
A riprova dell’ampiezza di vedute, asseriva Tami ne L’autostrada come opera d’arte: “Questa gigantesca rete che attraversa pianure e zone montuose, frutto di un’enorme somma di sforzi tecnici, finanziari e umani, è pertanto un’opera esclusiva dei nostri tempi e, come tale, avrebbe dovuto costituire un valido imponente segno della nostra epoca, una positiva testimonianza della nostra sensibilità estetica, di rispetto del paesaggio, in una parola, della nostra effettiva maturità culturale di fronte alla prosperità”.

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Scatti sempre panoramici delle sponde contro terra

Alta velocità
La nuova occasione infrastrutturale italiana è costituita dal complesso d’opere legate all’alta velocità ferroviaria, di cui gli eventi progettuali più noti toccano le stazioni cittadine, anche assegnate a studi di risonanza internazionale. Sorte meno illuminata dai riflettori è finora toccata ai fornici delle gallerie in area montana, soggetto invece tra i caratterizzanti l’opera di Tami. Tentiamo allora un minimo risarcimento dando conto della realizzazione importante dello studio Rossi Prodi di Firenze allo snodo di Firenzuola.
Esso – vasto, esteso – gode della collocazione fortunata all’apertura di vallata ampia fra rilievi appenninici d’area toscana, in punto nodale per la rete ferroviaria non solo quale perforazione dei rialzi montuosi, ma come area strategica all’infrastruttura tutta.
L’intervento è visto qui come integrazione delle opere ingegneristiche, per le quali i cementi armati risultano ancora materia prima imprescindibile. La funzione di quest’ultimi e le loro attitudini plastiche permangono inalterate, decidendo però di ricorrervi per le porzioni d’inevitabile prestazione strutturale. Visivamente la presenza cementizia è mitigata fortemente dalla scelta d’applicazione lapidea: una selezionata gamma d’arenarie pressochè locali è deputata ad assecondare le curve in parte di scavo ed in parte naturali offerte dal sito, a mediare sia concettualmente sia fisicamente i caratteri entrambi dominanti delle presenze naturali e di quelle antropiche. La pietra quale linea di confine tra i due ambiti è dunque tema non di mero rivestimento. S’affrontano infatti dal punto di vista tecnico l’attitudine alla modellazione tridimensionale e fluida tipica dell’impasto cementizio con quella più rigidamente stereotomica dei lapidei; così come l’attitudine alla dinamica varietà ed irripetibilità esatta del mondo naturale con la necessità della produzione industriale.
Frapporre dunque tra occhio e muro di contenimento cementizio il diaframma in arenaria grigia pare riassumere la volontà d’offrire all’intervento umano, così deciso nei suoi tratti di sottrazione all’area montuosa, la possibilità d’essere percepito come meno invasivo ed anche, nella vera sostanza, più naturale. L’opera litica prende forma per posa di ordinati corsi orizzontali di conci sovrapposti a sormonto. Tali corsi orizzontali presentano un ritmo mai costante nel loro susseguirsi dal basso all’alto: essi differiscono infatti per dimensione dei conci rettangolari e quadrati, per colore dalle tonalità del grigio al bianco, per finitura superficiale liscia ed a rilievo, ed anche in alcuni tratti per lunghezza, con riferimento a quella di progetto e non già a quella obbligata dall’orografia del terreno, ora estesa teoricamente all’infinito ed ora scientemente interrotta. Pure si interviene sulle scelte di superficie quanto ad eccezionale non esatta complanarità fra conci sovrapposti, così come nella non costante profondità dei giunti fra i corsi di posa. E’ in questa ricca varietà di progetto che si coglie l’interpretazione di quella naturale del luogo, nella direzione dell’articolazione dinamica della preesistenza paesaggistica.
Stringendo di molto il campo visivo alla dimensione del dettaglio, si nota in alcune riseghe originate dai muri di contenimento e quasi impercettibili nello sguardo complessivo, come il risultato della varietà è ottenuto in spessore costante delle lastre d’arenaria. Anche si nota il preciso disegno d’elementi tecnici quali sfiati e scarichi d’acque piovane a riprova della coerenza di regia estesa anche agli elementi minuti di pura presenza funzionale.

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Uno scorcio del fianco contro l’Appennino

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Su progetto dello studio Rossi Prodi, il paramento lapideo è dunque realizzato da Il Casone di Firenzuola. La varietà dei conci che si è brevemente descritta è frutto della commistione di pietra serena e pietra di Trani, entrambe fornite in spessori di 8 cm ed in lunghezze ed altezze definite ma distinte. La superficie è parte fiammata e parte lavorata a filo sega; i bordi a loro volta sono per la metà dei pezzi sagomati con leggero smusso.

di Alberto Ferraresi

(Vai alla scheda sull’Autostrada N2 Chiasso – San Gottardo)
(Vai al sito di Fabrizio Rossi Prodi)
(Vai al sito Casone)

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6 Febbraio 2008

Principale

La lezione di Aldo Rossi

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6 Febbraio 2008

English

House on Lake Orta (1991-1997)
Mauro Galantino*

Versione italiana

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“Upon commission of the project, the building, which occupied a Gothic lot, presented the almost completely intact vertical prism of the residential area, one of the two walls which marked the boundaries and parts of the wet dock. The floors and roof were largely dilapidated. (…) Research enabled us to historically place the different parts of the building, ascribable to the 14th century (…). Much simpler was the reconstruction of the original model, a productive-residential microcosm of which there are no longer examples: the domestic quarters were organised vertically in the “tower”, with the stables underneath, while a chicken coop, vegetable garden, boat house and wet dock occupied the spaces looking out across the lake”.1
Mauro Galantino tackles the complex theme of restoration, the recomposition of volume and the re-use of an ancient ruin, wedged between the lake shore and heart of the dense building fabric of Orta San Giulio. The project, though respectful of the tight restrictions concerning historical and environmental protection, involves a critical reinterpretation of the nucleus of medieval buildings. Galantino transforms a row of constructions, of juxtaposed functional areas, into an attractive sequence of elements and architectural spaces destined to house a one-family residence.
The house on the lake is characterised by the quality of the rough beola. With its lead-grey hue and rough grain, the local stone gives shape to the load-bearing walls, rebuilt using the ruins as an open-air quarry and subsequently left unfaced or only partially plastered; structures whose plastic force of motionless and suggestive pre-existences is heightened in the internal spaces, with the opening of niches and windows, revealing the ample thickness of the heavy masonry. It is again the split beola, in the form of irregular 3-4 cm-thick slabs, to form the covering of the saddle roof with a structure of Polonceau trusses. To emphasise the protective appearance so typical of the thick, heavy rustic roof, is the very accentuated projection of the eaves, on top of which the stone is stratified, sustained by chestnut rafter ends. Although a traditional roof, result of sapient craftsmanship, it is enhanced by some innovative features such as an insulating layer of rock wool and a novel slab-fixing system. In historical rustic-alpine roofs, the lines of stone elements generously overlapping one another rest on the planking purely by gravity. However, in the house on the lake they are fixed to timber lists. This device prevents the slabs from sliding and ensures that the roof covering is watertight, avoiding the heavy overlapping of lines and therefore lightening the structures beneath. The informal outer stone roof covering contrasts with the rational structural logic of the trusses inside. Formed by struts of durmast, and chains and jaws of steel, the Polonceaus generate a rhythmic architectural sequence, which passes from the watery space of the wet dock to the nave of the living room, terminating in the solid vertical element which protects the more intimate, nocturnal life of the house.

Alfonso Acocella

* The re-edited essay has been taken out from the volume by Alfonso Acocella, Stone architecture. Ancient and modern constructive skills, Milano, Skira-Lucense, 2006, pp. 624.
1Mauro Galantino, “Casa sul Lago d’Orta”, Casabella n.656, 1998, p.48.

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6 Febbraio 2008

Opere di Architettura

Casa sul Lago d’Orta (1991-1997)
di Mauro Galantino*

English version

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La copertura litica della casa in beola grezza

“Al momento dell’incarico, l’edificio, che occupa un lotto gotico, presentava quasi intatto il prisma verticale della zona residenziale, uno dei due muri che definivano i confini e parti della darsena. I solai erano diruti, le coperture in buona parte crollate. (…) Dalle ricerche d’archivio si è potuta parzialmente ricostruire la datazione delle diverse parti della costruzione, ascrivibili al XIV secolo (…). Più facile è stata la ricostruzione del tipo d’origine, un microcosmo produttivo-residenziale del quale si sono persi tutti gli esempi: la zona domestica era organizzata in verticale nella “torre”, sotto la quale erano disposte le stalle, mentre un pollaio, un orto, una rimessa per la barca e una darsena organizzavano gli spazi verso il lago”1.
Mauro Galantino affronta il tema complesso del restauro, della ricomposizione volumetrica e della rifunzionalizzazione di un rudere antico, incastonato tra la riva del lago ed il cuore del fitto tessuto edilizio di Orta San Giulio. La linea d’intervento, pur rispettosa dei rigidi vincoli di tutela storico-ambientale, opera una rilettura critica, propositiva, del nucleo di edifici medievali. Un’infilata di fabbricati, di zone funzionali giustapposte, trasformata dal progetto di Galantino in attraente sequenza di volumi e spazi architettonici destinati ad ospitare una residenza monofamiliare.

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Sezione trasversale e sezione longitudinale della casa

A caratterizzare l’architettura della casa sul lago è la qualità della beola grezza. Con il suo colore grigio plumbeo e la sua grana ruvida, la pietra locale dà forma alle murature portanti, ricostruite utilizzando i ruderi come cava a cielo aperto e, successivamente, lasciate a vista o solo parzialmente intonacate; strutture la cui forza plastica di preesistenze immote e suggestive è accresciuta negli spazi interni dall’apertura di nicchie e finestre che rendono percepibili spessori generosi e masse murarie possenti.
È ancora la beola a spacco, in forma di lastre irregolari spesse 3-4 centimetri, a costituire il manto della copertura a falde con struttura a capriate Polonceau. Ad enfatizzare l’immagine protettiva, tipica del tetto rustico spesso e pesante, è uno sporto di gronda molto accentuato sul quale la pietra si stratifica sostenuta da “passafuori” in castagno. Un coperto tradizionale, frutto di una consolidata sapienza artigiana, che qui si arricchisce di alcuni caratteri innovativi: uno strato coibente in lana di roccia e un inedito sistema di fissaggio delle lastre. Mentre nei tetti rustico-montani storici i filari di elementi litici, abbondantemente sovrapposti gli uni su gli altri, sono appoggiati all’impalcato soltanto per gravità, nella casa sul lago sono vincolati a regoli lignei. Questo accorgimento consente di eliminare il pericolo di scivolamento delle lastre e di garantire la tenuta del coperto evitando gravose sovrapposizioni dei filari ed alleggerendo quindi le strutture sottostanti.

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Lo spazio sottotetto con le capriate Polonceau

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di Alfonso Acocella

Note
*Il saggio è tratto dal volume di Alfonso Acocella, L’architettura di pietra, Firenze, Lucense-Alinea, 2004, pp. 624.
1Mauro Galantino, “Casa sul Lago d’Orta”, Casabella n.656, 1998, p.48.

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4 Febbraio 2008

Eventi

L’invenzione del futuro

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Napoli 7-8 marzo 2008
Centro Congressi Federico II

Programma del Convegno

Venerdi 7.3.2008

ore 9.30
Apertura dei lavori

Introduce
Claudio Claudi de Saint Mihiel, Università di Napoli “Federico II”

Saluti ai partecipanti da parte dei rappresentanti di Istituzioni ed Enti

ore 10.00
Presentazione della Società SITdA
Paolo Felli, Università di Firenze

ore 10.30
La Tecnologia dell’architettura e il governo dei Progetti complessi
“Quattro sfide”

GESTIONE DEGLI APPALTI E PROGETTAZIONE ESECUTIVA
Romano Del Nord, Università di Firenze
Domenico Crocco, Direttore Generale per la Regolazione dei Lavori Pubblici, Ministero delle Infrastrutture
Modera il dibattito: Luca Gibello, Caporedattore de “Il Giornale dell’Architettura”

INNOVAZIONE TECNOLOGICA E COMPETITIVITA’
Fabrizio Schiaffonati, Politecnico di Milano
Ambrogio Prezioso, Presidente ACEN – Associazione Costruttori Edili Napoletani
Modera il dibattito: Giuseppe Biondo, Direttore della rivista “Modulo”

ore 13.30
Colazione-buffet

ore 15.00
SOSTENIBILITA’ E CONSUMO DELLE RISORSE
Salvatore Dierna, Università di Roma “La Sapienza”
Luciano Tortoioli, Direttore Politiche Territoriali Ambiente e Infrastrutture Regione Umbria, Coordinatore del Coordinamento tra le Regioni
Modera il dibattito: Maurizio Favalli, Direttore della rivista “Costruire”

DOMANDA DI MANAGEMENT DEL PROCESSO EDILIZIO E NUOVI MODELLI DI OFFERTA
Aldo Norsa, Università IUAV di Venezia
Rita Finzi, Direttore Progetti Speciali del C.C.C. – Consorzio Cooperative Costruzioni Soc. Coop.
Modera il dibattito: Livia Randaccio, Direttore della rivista “Il Nuovo Cantiere”

Sabato 8.3.2008

ore 9.30
FORUM: La qualità dell’ambiente costruito: gli scenari della ricerca europea e il ruolo della Società Italiana di Tecnologia dell’Architettura

Da Virginia Gangemi, Università di Napoli “Federico II” e Roberto Palumbo, Università di Roma “La Sapienza”:

“10 domande a”
Luigi Nicolais, Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione
Alfonso Andria, Parlamentare Europeo, Membro Commissione Europea Sviluppo Regionale
Ezio Andreta, Presidente APRE – Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea
Fulvio Obici, MIUR – Responsabile del Servizio Informativo, Direzione Generale per il coordinamento e lo sviluppo della Ricerca Ufficio programmi operativi comunitari
Riccardo Giustino, Vicepresidente ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili
Ennio Cascetta, Assessore ai Trasporti della Regione Campania
Franco Martini, Segretario Generale Fillea – CGIL
Antonello De Risi, Direttore Tecnico M.N. Metropolitana di Napoli S.p.A.
Gianfranco Dioguardi, Politecnico di Bari

ore 12.30
Conclusioni
Gabriella Caterina, Università di Napoli “Federico II”

ore 13.30
Colazione-buffet

ore 15.00
Assemblea dei Soci
Conferimento nomina Socio Onorario a Eduardo Vittoria
Elezione del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Tecnologia dell’Architettura
Approvazione del Regolamento

Contatti
convegnositda2008@gmail.com
telefono: +39 081 2538743 +39 081 2538444
fax: +39 081 2538717

Segreteria organizzativa
Paola Ascione, Serena Viola (coordinamento), Vincenzo Caroniti, Valeria D’Ambrosio, Alessia Guarnaccia, Valentina La Gioia, Teresa Napolitano, Sara Scapicchio.

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Sede del Convegno. Centro Congressi Federico II (Via Partenope 36, Napoli)

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