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20 Maggio 2008

Design litico

Il corpo, la pietra, l’ambiente bagno.

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Bagno con rivestimenti e sanitari in pietra naturale disegnati e realizzati da PIBA Marmi. Vasca Citrohan in Granada Beige, lavabo Jeanneret e panca Dominò in Nero Assoluto finitura velluto, divisorio doccia in Statuario Venato.

Le caratteristiche sensoriali della materia lapidea naturale, unitamente al complesso portato di valori intellettuali traslati che essa conserva per l’immaginario collettivo, suscitano oggi un rinnovato interesse per il design di oggetti e ambienti litici che assumono un particolare significato funzionale e simbolico per la società contemporanea.
Nell’analizzare tale fenomeno l’attenzione non deve tanto ricadere sul prodotto di design come processo, quanto piuttosto sul prodotto come elemento costitutivo fondamentale di un contesto spaziale, sociale, e in ultima analisi culturale; e tutto ciò in una prospettiva di osservazione condotta in parallelo tra i caratteri del progetto di design e la dimensione corporea dell’osservatore e del fruitore del terzo millennio.
Se da un lato si può infatti affermare che la contemporaneità si basa sulla smaterializzazione dei processi, dall’altro essa è quasi maniacalmente interessata alla dimensione corporea e materiale della vita umana e alle sue dinamiche espressive e sensoriali; si tratta di una condizione ben rappresentata dai flussi comunicativi dello scenario globale attuale (dalla stampa periodica ad alta tiratura all’informazione televisiva; dalle più raffinate politiche d’immagine dei marchi del lusso alle più sbrigative campagne pubblicitarie di massa) che tendono a plasmare pesantemente la sfera cognitiva del soggetto riferendosi con sempre maggior frequenza, e in modo sempre più capillare, agli ambiti della corporeità e del benessere fisico prima ancora che psichico.
Così i prodotti e le pratiche dedicati alla cura del corpo diventano i segni distintivi di un nuovo organicismo, capace di ridisegnare radicalmente le esperienze sensoriali ed emotive dell’uomo. Ecco allora che i luoghi deputati al “culto” del corpo assumono una nuova centralità e subiscono mutazioni sostanziali nella struttura e nell’immagine: primo fra tutti il bagno che sempre più spesso, sia nel contesto residenziale privato, che nei luoghi di frequentazione pubblica di SPA, wellness e fitness center, diventa lo spazio dedicato a pratiche di body care che superano le sole valenze igieniche per sconfinare in funzioni terapeutiche e di metamorfosi estetica del soggetto.

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Bagno con rivestimenti e sanitari in pietra naturale disegnati e realizzati da PIBA Marmi. Vasca Tinozza e lavabi Catino in Pietra Zen, piatto doccia Idro in Grigio Ash.

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Come già è accaduto in passato per altri ambienti funzionali, anche il bagno si apre e si espande, il concetto di soglia del vano di servizio cade, l’ambiente per la cura del corpo diventa sofisticato e complesso e si fonde ad esempio con la camera per il riposo; le sue partizioni tipologiche e funzionali si rarefanno, esso diventa luogo di entertainment destinatario di cure progettuali uguali a quelle tradizionalmente dedicate alle zone di soggiorno e rappresentanza, e se in passato il bagno era la parte della casa non visibile, oggi diviene ambiente di esposta visibilità. Anche gli oggetti al suo interno, i sanitari, si espandono: i lavabi diventano oggetti plastici; le vasche aumentano di dimensione e sono ibridi tra il normale contenitore dell’acqua per il bagno e la piscina; i piatti doccia si ampliano e pavimentare veri e propri vani abitabili. Il lavabo è così semplice dispositivo idraulico o complemento d’arredo? La vasca è attrezzatura igienica o scultura?
La qualità che si impone al nuovo design di tali elementi diventa quindi scarsamente misurabile, inscrivibile a fatica in una oggettivazione prestazionale, ma è una qualità di relazione tra soggetto e oggetto, articolata e composita.
Di fatto “dopo lo schema del bagno separato, si passa ad un bagno di tipo inclusivo, esperienziale, che assume la differenza come motore di una nuova ricerca tipologica e iconica. Il progetto supera la concezione di “good design” o di prodotto socialmente condivisibile grazie alla sua ergonomicità: con il supporto tecnologico può puntare su scenari creativi complessi e anticonvenzionali, risultato di una profonda manipolazione delle tipologie esistenti di prodotti e di ambienti. La qualità del prodotto-bagno dipende dalla sua capacità di suscitare emozioni: non è più una questione di ordine tecnico-funzionale, ma di magia dei contenuti e delle forme”.1

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Piatto doccia Idro in pietra naturale disegnato e realizzato da PIBA Marmi.

È facile comprendere come in tale scenario, basato su di una stimolazione plurisensoriale immediata o sulla gioia derivante dal ricordo prolungato di una percezione d’ambiente, i materiali naturali godano di un rinnovato favore a discapito di quei materiali industriali che “escludono il corpo, che non offrono nessuna occasione alla storia, non si arricchiscono con il passare del tempo, non concedono appigli alla memoria, risultando indifferenti, neutri, senza odori”.2
Ecco allora che la pietra può trovare un’applicazione privilegiata dispiegando le sue qualità a tutto campo, a livello visivo, ma anche tattile, sonoro e olfattivo. Se infatti di norma in architettura il senso coinvolto in una relazione privilegiata con i materiali è la vista, nel design contemporaneo dell’ambiente bagno si aprono inedite frontiere di interazione tra l’individuo e un universo materico sinestetico: rivestimenti o pavimenti lapidei da praticare con il corpo nudo nelle vasche, o ai bordi delle piscine, possono presentarsi scabri o lisci, caldi o gelidi, secchi e ruvidi o bagnati e scivolosi; pietre cave o massive possono risuonare diversamente a seconda che l’acqua le lambisca delicatamente, o le colpisca goccia a goccia, o a pioggia, o scrosciando a cascata; o ancora, in ambienti chiusi e raccolti, pietre arroventate, dilavate, o avvolte dal vapore acqueo, possono contribuire alla sollecitazione olfattiva.
La materia litica osservata, toccata, odorata, “ascoltata” negli effetti sonori che produce, è sempre più impiegata per attivare una vasta gamma di stimoli emozionali e percettivi e per indurre nel fruitore suggestioni di valori e memorie ancestrali, legati all’identità delle origini umane. E se i nuovi templi del benessere si configurano come habitat complessi, sempre più artificiali, multifunzionali e poliesperienziali, per contro la tipologia di prodotti quali lavabi, vasche e altri sanitari litici si adegua a linguaggi sempre più essenziali, rigorosi, a basso impatto visivo che non cedono mai all’esibizionismo impiantistico ma instaurano con il fruitore un rapporto friendly, coinvolgendolo in forme avvolgenti e sinuose, stereometriche e chiaramente leggibili, accogliendolo in superfici “morbide” e levigate, o proponendogli sensazioni tattili di stimolante rugosità.
Tali presenze scultoree sono perlopiù ottenute per scavo di interi monoliti attraverso asportazioni progressive di materia effettuate con macchine programmate a controllo numerico. La perfezione, la continuità e la fluidità dei tagli permettono di ottenere sanitari dai profili netti, corpi plastici puri e omogenei caratterizzati da contrapposizioni volumetriche di vuoti e di pieni, da contrasti di effetti chiaroscurali tra luci ed ombre. I litotipi maggiormente impiegati per declinare le forme del design litico contemporaneo sono le scure pietre laviche, le arenarie grigie, i calcari rossi o dorati, i travertini italiani chiari o bruni, i marmi venati di Carrara, il Verde Alpi, il Nero Assoluto.

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Vasca Tinozza in pietra naturale disegnata e realizzata da PIBA Marmi.

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Le sale da bagno del terzo millennio appaiono pervase da un’opulenza silenziosa e rarefatta nel cui segno cure igieniche, estetiche e meditative si realizzano abbandonando le rigide separazioni murarie dei bagni tradizionali in favore di spazi dilatati e filtranti, definiti da diaframmi traforati costruiti ancora una volta con la pietra o da schermi in materiali litici traslucidi.
La materia lapidea è presente nell’arcipelago di elementi tecnici, funzionali e simbolici che dà vita al sistema-bagno per materializzare idee di solidità, purezza, naturalità, durata ma, in un concetto di total design dello spazio, spesso ricopre anche le superfici che definiscono l’ambiente in forma di rivestimenti in cui può dispiegare le sue sgargianti e spettacolari caratteristiche cromatiche o può veicolare qualità di grana strutturale e tessitura superficiale, meno eclatanti e vistose, ma non per questo meno potenti dal punto di vista sensoriale: è anzi forse quest’ultima capacità di trasferire all’individuo una serie di sottili e penetranti sensazioni fisiche e psichiche – di poter insomma diventare medium materico per l’esplorazione di nuovi orizzonti estetici ed emotivi – che colloca la pietra nella sfera di un nuovo luxury design non fatto per apparire ma pensato per innalzare effettivamente la qualità della vita di chi lo possiede e lo pratica.
Se nella storia la materia litica ha incarnato i valori di prestigio, ricchezza, splendore, di uno sfarzo antico, esibito e vistoso, oggi è spesso chiamata a dar corpo alle qualità di un lusso contemporaneo fondato sui valori alternativi del benessere, della fruizione sensoriale, del piacere reale fisico e mentale, in un assioma che si regge sul concetto di naturalezza e semplicità esaltate dalla tecnologia. L’oggetto “prezioso” in pietra del terzo millennio deve trasmettere un’idea di avvicinamento ai desideri più intimi di chi lo acquista, deve, in ultima analisi, soddisfare il soggetto in termini percettivi e introspettivi.3

di Davide Turrini

Note
1 Gianluca Sgalippa, Post-bagno. Corpo, ambiente e design nell’età delle mutazioni tipologiche, Milano, Tecniche Nuove, 2006, p. 65.
2 David Le Breton, Antropologia del corpo e modernità, Milano, Giuffrè, 2007, p. 120, (tit. or. Antropologie du corps et modernitè, 2000).
3 Si vedano in proposito le considerazioni su meriti, limiti e metamorfosi del lusso contemporaneo contenute in Giovanni Cutolo, Lusso e Design. Etica, estetica e mercato del gusto, Milano, Abitare Segesta, 2003, pp. 130.

Vai a: PIBA Marmi

Parallelamente alla editazione di questo post la sezione Lithospedia del progetto architetturadipietra.it si arricchisce di una nuova virtual gallery dedicata all’Interior Design. Tale archivio di immagini e schede tecniche nasce come spazio di conoscenza e informazione selezionata rivolto a progettisti e studenti interessati al mondo del design litico contemporaneo.
Vai alla virtual gallery dedicata all’Interior Design

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19 Maggio 2008

Principale

Pietra Serena, materia della città

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17 Maggio 2008

Principale

Nuove Ecologie

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17 Maggio 2008

Eventi

International Summer Design Studio

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International Summer Design Studio
Urban Design, Architecture, Materials
Digital Design & Fabrication Laboratory

Texas Tech University
College of Architecture
Lubbock, Texas, USA

Latenze Litiche / Il sovvertimento della sostanza
La casa / Abitare oggi in Lessinia

Verona Italy 2008
26 Maggio – 29 Giugno

Il Summer Design Studio in Verona, promosso dalla Texas Tech University in collaborazione con Marmomacc, sviluppa una ricerca intensiva di progettazione e un laboratorio di sperimentazione sui materiali. Il corso, che include studenti dell’università texana ma aperto anche a studenti di altra provenienza, intende esplorare la ricca tradizione della produzione lapidea e le abilità “artigianali” nelle costruzioni dell’area veronese. Oggetto della ricerca saranno le antiche costruzioni in pietra, ancora intatte, che popolano il territorio montuoso della Lessinia, a nord di Verona. In tali esempi di costruzioni si possono riscontrare non solo l’affascinante e semplice modo in cui l’architettura è sopravvissuta nei secoli, ma anche l’armoniosa pianificazione del territorio e la sua integrazione nel paesaggio circostante, fattori che catturano uno spirito unico. Il tema di progettazione è mirato alla residenza, un settore in espansione nel territorio della Lessinia che necessita di un approccio capace di interpretare in modo nuovo i materiali litici locali.
Il Summer Design Studio, strutturato in forma residenziale per la durata di cinque settimane, avrà due sedi – una in Lessinia a Sant’Anna d’Alfaedo e una a Verona presso Villa Francescatti- e sarà incentrato sulla progettazione digitale più innovativa e su procedure basate sul sistema informatico, collegate alle contemporanee tecnologie di lavorazione dei materiali lapidei. Si prevede inoltre un laboratorio in cui gli studenti parteciperanno attivamente a un’esperienza di modellazione in 3D, di tecniche della produzione, di forme selezionate di emissione dei dati in 3D, sino alla fresatura con macchine CNC.
Il corso sarà inoltre integrato da lezioni specifiche di critici e storici dell’architettura e da visite agli studi di noti architetti, designers e artisti. Saranno anche programmate escursioni in diverse città e siti architettonici per studiarne le caratteristiche urbane; infine avranno luogo visite specifiche a ditte e aziende del settore della pietra e del marmo.

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Organizzazione:
Director: Prof. Christian R Pongratz
Co-Director: Prof. Vincenzo Pavan

Docenti:
Alfonso Acocella, Università di Ferrara; Harald Kloft, Technical University of Graz; Vincenzo Pavan, Università di Ferrara; Christian R Pongratz, Texas Tech University.

Visite:
città: Verona, Venezia, Vicenza, Asolo, Mantova, Sabbioneta, Como, Lugano, Lessinia
aziende: Laboratorio Morseletto, Testi Fratelli, Antolini Luigi, Pietra della Lessinia, Grein Italia
istituzioni: Centro Servizi Videomarmoteca, Scuola del Marmo di Sant’Ambrogio di Valpolicella

Collaborazione:
Veronafiere, Marmomacc
Comunità Montana della Lessinia
Comune di Sant’Anna d’Alfaedo

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15 Maggio 2008

Distretti lapidei

Sogno e fierezza economica *

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Alpi Apuane. Cava di marmo con sviluppo a pozzo d’ambito montano. (Foto: Alfonso Acocella)

L’industria italiana si caratterizza per un numero esiguo di grandi aziende sul versante manifatturiero e sul versante dei servizi di rete: tra le prime 500 società del mondo censite da “Fortune” figurano solo 8 gruppi italiani (di cui uno solo manifatturiero, la Fiat). Ciononostante l’Italia, con i suoi 57 milioni di abitanti, è nella UE di 25 membri la seconda economia per numero di addetti nell’industria manifatturiera (4,8 milioni) dopo la Germania (7,3 milioni) che conta però più di 82 milioni di abitanti; l’Italia è il paese con il maggior numero di imprese manifatturiere, poco più di 524.000 che rappresenta una cifra da sola superiore a quella corrispondente di Germania, Francia, Svezia e Olanda assieme. Viene da domandarsi come ciò sia possibile.
Negli anni recenti sono state proposte tesi secondo le quali l’industria italiana non sarebbe stata più in condizione di competere sui mercati mondiali e sarebbe stata destinata al tramonto. Una delle possibili risposte a questo fatto, apparentemente paradossale, risiede nello straordinario numero di imprese piccole e medie che caratterizzano l’economia del nostro Paese. Dunque l’economia italiana si caratterizza, da una parte, per il rilevante peso dell’industria manifatturiera e dall’altra, per la particolare modalità organizzativa – il distretto industriale – in cui sono organizzate gran parte delle piccole e medie imprese italiane. Si è molto discusso sui distretti industriali e su come essi possano ergersi a punti di forza di un sistema competitivo, ma ciò che pare indubitabile è che un Paese con così pochi grandi gruppi sia ancora ad oggi, pur con tutte le contraddizioni, una delle prime economie del mondo.
I primi dati economici del 2007 confermano la vitalità imprenditoriale del nostro Paese e dopo un anno 2006 caratterizzato da un significativa ripresa della produzione industriale si registra il buon andamento delle esportazioni – anche nei confronti dei paesi asiatici – che sono cresciute sia in valore, sia in quantità grazie anche al contributo delle piccole e medie imprese, molte delle quali inserite in sistemi distrettuali.

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Alpia Apuane. Cava di marmo a cielo aperto. (Foto: Alfonso Acocella)

Nello scenario internazionale è cruciale l’attenzione alla competitività: da una parte essa dipende dalle condizioni sociali ed infrastrutturali di paese e, dall’altra, essa è in stretta dipendenza con la gestione delle variabili sulle quali le singole aziende possono intervenire in sede di formulazione delle strategie, pur nella piena consapevolezza delle interrelazioni fra variabili interne ed esterne.
In Italia vi sono 156 distretti censiti dall’Istat che generano occupazione manifatturiera per poco meno di 2 milioni di addetti, di fatto più di quanti ne abbiano le industrie manifatturiere di Olanda e Svezia considerate insieme. Qualche numero ancora per comprendere la dimensione del fenomeno: i primi quattro distretti del tessile abbigliamento hanno insieme un numero di addetti superiore a BMW; i primi dieci distretti del mobile occupano più persone della Coca Cola; i primi sette distretti delle pelli e delle calzature hanno insieme più addetti di Nokia e vicino a quelli di Motorola.
Il sistema economico produttivo della Toscana si caratterizza da un lato per il forte peso delle imprese di piccole dimensioni spesso organizzate in distretti e, dall’altro, da una forte specializzazione in settori maturi.
La Toscana è regione a forte vocazione manifatturiera e ha ruolo di rilievo nell’ambito distrettuale italiano in quanto annovera alcune delle realtà fra le più significative: il distretto tessile di Prato, quello conciario di Santa Croce sull’Arno, il distretto orafo di Arezzo e per l’appunto quello lapideo.
Il distretto lapideo apuoversiliese è “industriale” e “naturale” insieme in quanto caratterizzato dalla presenza di numerose aziende di escavazione, lavorazione e commercializzazione dei materiali lapidei e dall’esistenza fisica delle cave-miniere.
La consapevolezza di detto aspetto è fondamentale nella fase di approccio ai temi più prettamente specifici dell’industria lapidea: comporta problematiche più complesse ma anche maggiori opportunità; il saperle risolvere e cogliere fa parte del lavoro che siamo chiamati a svolgere.
Il distretto lapideo “apuoversiliese” è stato istituito nel 2000 (con la delibera consigliare 69/2000 della Regione Toscana ai sensi delle leggi nazionali 317/1991 e 140/1999) e concerne l’area compresa tra i comuni di Fivizzano a nord, Pietrasanta a sud, Carrara a ovest e Stazzema e Piazza al Serchio a est; nel luglio del 2003 si è insediato il precedente Comitato di distretto che si è dato un regolamento, avendo a riferimento l’esperienza lucchese del settore cartario.
Il Distretto è sprovvisto di personalità giuridica propria – su questo aspetto avrò modo di tornare – ma rappresenta a mio avviso un importante traguardo soprattutto in ragione del ruolo di coordinamento delle politiche di sostegno alla competitività dell’impresa lapidea ad esso attribuito.
Occorrono radici locali per uno sviluppo internazionale, occorre l’orgoglio di appartenenza ad una terra ricca di storia e creatività che ha con le proprie risorse naturali un rapporto particolare, occorre la certezza delle risorse, certo non vi è dubbio; ma occorrono anche sogni capaci di risvegliare quel sentimento di fierezza economica che è alla base del progresso sociale.
Sono varie le modalità di “governance” dei distretti in Italia e che dipendono da molte condizioni; quello apuoversiliese prevede un “Comitato di distretto” con a capo un ufficio di Presidenza, la cui funzione mi onoro di rivestire ed interpretare con orgoglio.
Appena insediato, ho preso visione di quanto fatto in precedenza, dello “stato attuale”, ho contattato il Dr. Vando D’Angiolo, Presidente uscente, per poter raccogliere il testimone, ho incontrato singolarmente i 20 membri del Comitato. Mi sono presentato a detti incontri con la massima disponibilità all’ascolto per capire e poter formulare poi concrete proposte di lavoro da sottoporre in tempi brevi al Comitato.
Nel corso di questi incontri ho notato un’attenzione ed un accordo generalizzato sul Piano Integrato Marmo 2004, che prevede temi quali: favorire lo sviluppo e la proiezione internazionale delle imprese; favorire l’innovazione tecnologica e la competitività; promuovere la caratterizzazione dei materiali; aumentare il livello di sicurezza nel comparto dell’attività lapidea ed altro ancora.
Come non essere d’accordo su queste linee portanti!
Il problema, mi pare, sia quello di passare in tempi brevi dalla fase della enunciazione a quella della realizzazione individuando strategie di azione.

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Alpi Apuane. Paesaggi di cave di marmo. (Foto: Alfonso Acocella)

E’ opportuno ricordare che il distretto apuoversiliese è riconosciuto dalla regione Toscana, ma non ha personalità giuridica; può creare condizioni favorevoli affinchè i processi decisionali si dispieghino su terreni più fertili, ma non ha potere giuridico; in altre parole può essere solo autorevole e questa autorevolezza deve essere conquistata sul campo attraverso mediazioni convincenti ed azioni concrete e mirate.
Per poter dare attuazione a quanto sinora esposto, è indispensabile, da subito: dotare il distretto lapideo apuoversiliese di una struttura fisica, di un minimo di risorse proprie, sia umane, sia finanziarie, dopodichè vanno precisate le modalità di funzionamento e di organica interazione con le altre iniziative/realtà operanti nel settore, definendo ambito ed aree di specifica competenza, soprattutto per quanto concerne osservatorio economico, innovazione tecnologica, internazionalizzazione, promozione del marmo e biennalizzazione Carraramarmotec, con conseguente aggiornamento del Piano Integrato Marmo 2004. Se nel momento in cui mi sono insediato vi fu un impegno ad operare lungo le tre direttrici sicurezza (sui luoghi di lavoro come delle regole), soldi (risorse umane e finanziarie) e strategie (comprensione delle esigenze e degli obiettivi aziendali) mi congedo dalla Vostra attenzione con orgoglio e creatività, proteso alla ricerca di quelle risorse che costituiscono inderogabile presupposto per la realizzazione di qualsiasi sogno.

Nicola Lattanzi

* Tratto da “VersiliaProduce”
ANNO XIV 2007 n. 59 – Dicembre 2007

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13 Maggio 2008

Eventi

DEEP SURFACE

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Panchina Hi-Lo realizzata in Pietra di Vicenza, Pongratz Perbellini Architects
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DEEP SURFACE
Lecture di CHRISTIAN PONGRATZ | Pongratz Perbellini Architects

14 MAGGIO 2008 ORE 16.30 AULA A4
IN COLLABORAZIONE CON VERONAFIERE MARMOMACC
CORSO DI COSTRUZIONI IN PIETRA A.A. 2007/2008
PROF. ALFONSO ACOCELLA PROF. VINCENZO PAVAN

Pongratz Perbellini Architects
VroooMstudio
www.pongratz-perbellini.com

Nel 2002 Christian R. Pongratz e Maria R. Perbellini fondano lo studio Pongratz Perbellini Architects, dedicandosi alla ricerca ed alla sperimentazione di tecniche digitali applicate alla concezione e alla realizzazione di una varietà di progetti pubblici e privati, nonchè a concorsi internazionali e oggetti di design. L’interesse dello studio si rivolge verso un'”architettura dell’esperienza”, con il disegno di nuove superfici dalle qualità tattili (hyper-surfaces), di involucri dai materiali e dalle textures insoliti ed innovativi.
Tra i lavori più recenti si ricordano: la proposta di un LifeStyle Center con spazi dedicati allo sport, al benessere, all’intrattenimento e allo shopping nei pressi della nuova Stazione Centrale di Berlino, per la Deutsche Bahn (DB); il progetto “La Grotta” per il riuso di una cava dismessa a Verona, che ha ottenuto riconoscimenti e pubblicazioni in varie riviste ed in libri come “Digital Design and Manufacturing”, edito dal GSD di Harvard; il progetto per la costruzione di una villa unifamiliare a Verona e lavori di Store Design per vari concept showrooms.
Entrambi sono impegnati nell’insegnamento in diverse università e partecipano a lectures, conferenze e seminari in varie sedi in Europa, negli Stati Uniti e in Asia.
Oltre ad una serie di testi ed articoli, hanno pubblicato i libri Natural Born CaaDesigners per la Birkhaeuser Verlag (in italiano Nati con il computer. Giovani architetti americani, Testo & Immagine) e la monografia Peter Eisenman per Korean Architects. È in corso di pubblicazione il testo Cyberstone per Edilstampa.

CHRISTIAN R. PONGRATZ
(Deggendorf, Germania, 1962) ha studiato in Germania Computer Science presso l’Universität di Passau e Architettura presso la Technische Universität di München. Ha conseguito il MasterARCH presso lo Sci-ARC (Southern California Institute of Architecture) di Los Angeles, con relatore Peter Eisenman.
Ha lavorato in numerosi studi in Germania e negli Stati Uniti, tra i quali si ricordano John Reimnitz Architect a New York e Amphibian Arc a Los Angeles. Per Peter Eisenman ha collaborato in prestigiosi progetti quali la Chiesa dell’anno 2000 a Roma, il BFL Building in Bangalore, il Jewish Museum of San Francisco, la Library IUHEI, Place Des Nations a Ginevra.
Ha insegnato presso la School of Architecture della University of Texas ad Austin, è stato Visiting Professor al Yeungjin Jr. College di Taegu in Corea del Sud, al Busan International Architectural Design Seminar tenutosi a Busan in Corea del Sud e Visiting Professor presso la AA di Londra.
Da gennaio 2007 è Associate Professor alla Texas Tech University a Lubbock.

MARIA R. PERBELLINI
(Verona, 1965) si è laureata all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1991, dove ha svolto attività didattica presso il Dipartimento di Progettazione Architettonica fino al 1994. Nel 1996 ha conseguito il MasterARCH al Pratt Institute di New York ed ha collaborato con la Regional Plan Association.
Ha lavorato per Peter Eisenman in prestigiosi progetti quali la Chiesa dell’anno 2000 a Roma, il BFL Building in Bangalore, il Jewish Museum of San Francisco, la Library IUHEI, Place Des Nations a Ginevra. Sempre a New York, con John Reimnitz Architects è stata progettista responsabile, tra gli altri, delle residenze della rock-star Lou Reed e del regista Tim Burton.
Maria R. Perbellini è stata Visiting Professor alla AA di Londra, allo Yeungjin Jr. College di Taegu in Corea del Sud, Adjunct Professor alla University of Texas di Austin ed ha tenuto lezioni e conferenze in Italia ed all’estero.
Attualmente insegna alla Texas Tech University di Lubbock.

Programma del Corso
Lectures
Brand Partners
Atelier di progettazione

In collaborazione con
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13 Maggio 2008

Principale

Pensare la materia

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Come Se Architectural Gallery
presenta
Pensare la Materia
mostra di architettura
n!studio
Pensare la Materia
dal 15 maggio al 5 giugno
Orari di apertura al pubblico: Ore 17.30-21.00
Curatori: prof. Antonino Saggio, arch. Rosetta Angelini
Curatori allestimento: n!studio

inaugurazione 15 maggio 2008 ore 19,30
Come Se Architectural Gallery, via dei Bruzi 4/6, Roma

“E’ strano come noi non assomigliamo a noi stessi”
L’origine del loro nome, n! fattoriale, rimanda al calcolo combinatorio, all’azione quindi del combinare e non dell’addizionare, del moltiplicare in maniera esponenziale le molteplici “idee” alla ricerca di quella speciale combinazione progettuale che emerge solo dopo aver sperimentato ed elaborato tutte le possibili configurazioni.
Questa speciale combinazione progettuale dove per progetto n!studio intende “l’opera collettiva” e quindi la ricerca di un significato collettivo, non è la risoluzione di un “problema di forma delle cose”, quanto piuttosto di percezione delle cose e della materia stessa osservate nella loro mutabilità” in cui, ricerca e realizzazione sono inscindibili.
Nel loro lavoro centrale è il rapporto con la materia, o meglio, “con ciò che pensa la materia, perchè, la materia a differenza del materiale, contiene ancora in sè il senso delle possibili configurazioni. In questo modo, il progetto si trasforma nel tempo ed il processo che porta alla sua modificazione è reso leggibile, la forma diventa instabile, ma l’idea, l’origine della perturbazione introdotta nella realtà sarà sempre percepibile”.

(Testo tratto dal libro “Pensare la Materia” di n!studio, edito da Edilstampa)

Seminario mercoledì 28 maggio 2008

“Il progetto dell’allestimento museale. Il processo ideativo e la sua realizzazione”
Ore 17.30-20.30 (ingresso/free)

Curatori: n!studio
contact: www.comese.me.it
email: info@comese.me.it

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12 Maggio 2008

Opere di Architettura

Mela nella Mela. New Apple retail store in NY
Bohlin, Cywinski, Jackson

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Lo schema del negozio nella 5th Avenue (immagine tratta dalla rete)

L’interpretazione dell’evoluto spirito aziendale di casa Apple trova sulla quinta strada la sua sede più visitata al mondo. Come specificamente approfondito da Rem Koolhaas in Delirious New York, è facilmente l’altezza la chiave dell’architettura di Manhattan. Ebbene in altezza i progettisti sviluppano il loro disegno, ma annullando quella tipica dei grattacieli ricercanti il primato in quota per scendere nel sottosuolo newyorkese con gli ampi spazi per l’esposizione e la vendita. Ne deriva, con uno scatto deciso oltre l’arretramento del Seagram building di Mies Van der Rohe, la sorpresa del vuoto urbano entro la maglia densa di parallelepipedi orientati al cielo, questa volta per tutta la dimensione del lotto. Rettangolare, con lato lungo rivolto in parallelo alla strada, esso si caratterizza per il contenuto distacco verso l’alto rispetto ai camminamenti della quinta strada a farne il piedistallo per il cubo trasparente d’accesso al negozio. Questo, il cubo trasparente, risulta esserne l’elemento di maggiore visibilità esterna; si compone sulla piattaforma lapidea assieme ad elementi tutti di geometria regolare, con riferimento specialmente a due ribassamenti sempre quadrati d’ugual misura posti in modo simmetrico al cubo in vetro sul piano pavimentale. In essi elementi d’arredo e giochi di luce ed acqua catturano l’attenzione del passante. Alle loro spalle, prima dell’incombente New York verticale, il filtro cercato con la sobria presenza di verde. Anche i conci posti al calpestio ripropongono la misura quadrata di lato, oltre ad un colore tortora che si sposa con i camminamenti e con gli asfalti circostanti.
Si rinnova anche in questo brano di Manhattan l’attenzione ai materiali lapidei di provenienza italiana. Sono essi tutti forniti da Il Casone di Firenzuola.

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Lo scorcio del cubo in cristallo da strada

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Fragile-solido, traguardabile-impenetrabile, lucido-ruvido, materico-etereo, plastico-rigido, sono solo alcuni degli accostamenti ossimorici che trasferiti dal parlato all’architettura stimolano nel visitatore dell’opera che descriviamo un’energia sottile. La piacevolezza di chi ne fruisce risiede nel cogliere quest’energia avendone esperienza sensibile nei luoghi.
E’ quanto accade nello showroom Apple di New York, laddove la scala in cristallo, così come l’odierna comunicazione via computer, abbandona la gravità elevandosi con movenza elicoidale dal piano appositamente litico alla volta di una consistenza immateriale. Nella metafora di progetto accade come se la pietra fosse trattenuta al suolo per peso ponderale, assegnando a tutto il resto nuova dimensione leggera. La scelta netta del conferimento cromatico grigio-litico ai piani orizzontali ipogei accentua ordinatamente la voluta emozione bianco-ascensionale. E’ questa già in parte suggerita dalle sospensioni rispetto al piano di calpestio di montanti strutturali e sedute, in definitiva snelliti nel voluto distacco dal suolo.
La finitura levigata permette alla pietra serena d’essere solido velluto ai piedi di tavoli in essenza lignea naturale e di pubblico entrante con modi e numeri d’alta affluenza. I progettisti, Bohlin Cywinski e Jackson autori della buona parte degli showrooms Apple, hanno preferito in questo caso la posa regolare senza sfalsatura alcuna delle lastre e con annullamento in colore e spessore di fuga. L’idea conseguente è di controllo e di piano continuo. Parallelamente il risultato percettivo è di sfondo neutro e ordinato, le cui doti di forza e carattere sono come addensate nella raffinatezza dei millimetri superficiali senza mai interferire con la lettura dei luoghi, con i significati d’avanguardia tecnologica racchiusi in metalli cromati e vetro, nè mai infine con il rapporto tra cliente e prodotto. L’approccio minimale trasferito al disegno di posa si concede puntuali deformazioni al raggiungimento delle presenze architettoniche più significative di scala ed ascensore, dove il taglio ortogonale delle lastre lascia spazio a geometrie di segno curvilineo, particolarmente accentuate dall’emergere della seduta attorno all’elica in cristallo.

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La scala elicoidale, cuore dello spazio interno

di Alberto Ferraresi

(Vai al sito Casone)
(Vai al sito di Bohlin, Cywinski, Jackson)
(Vai al sito dell’Apple retail store nella 5th Avenue)

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10 Maggio 2008

Eventi

Rossoitaliano Orvieto

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Clikka sull’immagine per scaricare il programma

L’Organizzazione di Volontariato “L’altro Castello”
in collaborazione con il Museo Dinamico del Laterizio di MarscianopresentanoROSSO ITALIANO | ORVIETO

DAL 09 AL 18 MAGGIO 2008
ORVIETO PALAZZO DEL GUSTO

Durante l’intera manifestazione, presso i locali del Chiostro di S. Giovanni, sarà esposta la mostra ROSSO ITALIANO | Pavimentazioni in Cotto dall’Antico al Contemporaneoprogetto scientifico di Alfonso Acocella
Iniziative correlate
Mostra di Pittura a cura di Romano Ballerini “Divertissment sul tema del rosso”
Mostra di Scultura a cura di Franco Tiberi “Terrecotte e metalli della terra”

CALENDARIO EVENTI

Giovedì 8 maggio
h.11.30 CONFERENZA STAMPA di presentazione della manifestazione
“ROSSO ITALIANO A ORVIETO”

Venerdì 9 maggio
h. 10:00 CONVEGNO Cave d’Argilla
interverranno:
Lamberto Bottini, Assessore all’Ambiente della Regione Umbria
Fabio Paparelli, Assessore all’Ambiente Provincia di Terni
Massimo Tiracorrendo, Sindaco del Comune di Castel Viscardo
Enrico Cipiccia Assindustria di Terni

Sabato 10 maggio
h. 10.00 CONFERENZA
“Valorizzare il Laterizio”
Interverranno:
Prof. Alfonso Acocella, Presidente Comitato scientifico Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte di Marsciano
Sergio Spadoni, Associazione degli Industriali di Orvieto
Stefano Cimicchi, Azienda Promozione Turistica della Regione Umbria
Daniele Longaroni, Vice Sindaco di Castel Viscardo
Fausto Prosperini, Presidente GAL Trasimeno Orvietano

h. 21.00 Concerto di beneficenza pro Sezione AVIS di Castel Viscardo
INTERIOR……MENTE – Concerto spettacolo del Maestro Ivana D’Addona
Una miscela di emozioni travolgenti, coinvolgenti, intriganti comunicate con le note.

Venerdì 16 maggio
h. 10.00 CONVEGNO: “L’archeologia industriale e il risparmio energetico nell’uso del laterizio”
Interverranno:
Dott. Gianni Bovini, Direttore ICSIM di Terni
Ing. Catervo Cangiotti, Presidente ANDIL
Architetto Cristina Neri, “Il regionalismo architettonico ed il risparmio energetico”

h. 15.00 Assemblea ANCL – Associazione Nazionale Città del Laterizio
Saranno invitati ad aderire all’Associazione i Comuni di Orvieto, Bagnoregio e Allerona
Interverranno:
Gianfranco Chiacchieroni, Presidente dell’ ANCL, Sindaco Comune di Marsciano
Stefano Mocio, Sindaco del Comune di Orvieto

h. 20.30 “Cena dei Vizi”
Quando l’enogastronomia incontra l’arte del recitare.
Con la partecipazione del Gruppo Teatrale di Castel Viscardo.
E’ necessario prenotare entro mercoledì 14 maggio, presso la segreteria della manifestazione oppure al numero: 3358392740.

Sabato 17 maggio
h. 10.00 CONVEGNO: “Le fornaci della valle del Tevere da Orvieto a Roma”
a cura di Giorgio Filippi, archeologo dei Musei Vaticani .
interverranno:
Architetto Alberto Satolli
Archeologo Giuseppe Maria Della Fina Ass. ai Beni Culturali del Comune di Orvieto

h. 15.00 CONVEGNO: “Utilizzo del laterizio nel recupero dei centri storici”
Interverranno:
Assessore per lo Sviluppo Economico del Comune di Orvieto Pier Paolo Vincenzi
Architetto Rocco Olivadese, Ufficio PRG Comune di Orvieto
Professoressa Manuela Ricci, Responsabile Master ACT sui Centri Storici Minori

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9 Maggio 2008

Principale

Paesaggi piemontesi

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agend_aa – agenzia internazionale d’architettura per l’ambiente

dedica una mostra al paesaggio piemontese e a una delle firme più singolari della cultura italiana

Paesaggi Piemontesi
Gabetti & Isola + Isolarchitetti + 9 architetture “minori”

[Biella, 2008 – New York, 2009]

25 maggio – 6 luglio 2008
Cittadellarte-Fondazione Michelangelo Pistoletto, Biella
via Serralunga, 27 – Biella

Inaugurazione
24 maggio 2008 ore 16,30

Architettura e paesaggio sono i temi della mostra che muove da Biella e approda a New York. L’idea è di rappresentare una specificità che ha preso corpo in un territorio unico, il Piemonte. A Cittadellarte-Fondazione Michelangelo Pistoletto si mettono in mostra alcuni frammenti di architettura e di paesaggio, d’arte e di tecnica che oscillano tra la necessità di radicarsi e il desiderio di sradicarsi nel e dall’ambiente circostante. Si tratta di frammenti che non esprimono il “regionalismo di provincia”, nè la tendenza universale che vuole enfatizzare lo smarrimento delle identità locali e amplificarne l’omologazione. Sono parti di un tutto, semmai, che vogliono comunicare che per essere cittadini del mondo è necessario “conoscere bene la porta di casa propria”. La mostra veicola architetture d’autore, quelle di Gabetti & Isola + Isolarchitetti e architetture “minori”, quelle di una nuova generazione di progettisti, veicola una sorta di affresco, un puzzle che tiene insieme brandelli di paesaggi differenti.

Gabetti & Isola era una firma che è sempre stata considerata anomala rispetto alle mode e agli slogans ricorrenti del tempo, fuori dalle retoriche dello stile internazionale e a disagio se accostati linearmente al neo-liberty. Era una premiata ditta composta da due architetti e intellettuali Roberto Gabetti (1925-2000) e Aimaro Isola (1928), che hanno re-inventato nuove forme di modernità, tessendo colloqui critici con lembi di paesaggio, dalle opere di Alessandro Antonelli e di Giovanni Battista Schellino ai collages di Carol Rama, dagli scritti di Italo Cremona alle frivolezze di Carlo Mollino e di Elio Luzi. Due architetti che praticavano il mestiere intrecciando conoscenze delle prassi con le idee appartenenti a mondi più vasti. Il loro mondo architettonico, allora, si manifesta ai nostri occhi privo di nostalgia, con un valore universale, perchè in grado di tenere insieme concetti opposti. Tra i loro capolavori vanno segnalati la Bottega d’Erasmo (1953-1956) che si integra nel paesaggio torinese, la Residenziale Ovest (1968- 1971) che instaura un dialogo unico con il landscape, il Palazzo di Giustizia (1981-1987) che rappresenta l’impiego sapiente dei materiali e l’uso originale delle forme. Oggi, dopo la scomparsa di Roberto Gabetti, Aimaro, insieme a Saverio Isola, con Isolarchitetti, è un architetto che continua a lavorare guardando ostinatamente in avanti, dialogando criticamente con il suo passato. Tra le loro opere deve essere ricordato il Nuovo centro direzionale IBM (2001-2004).

Il mondo oscuro dei paesaggi de-forma l’architettura. Simultaneamente le architetture modificano il paesaggio. Tra architettura e paesaggio vi sono corrispondenze biunivoche e mobili che la mostra vuole rappresentare. E siccome non esiste il paesaggio, ma una pluralità, o meglio, un palinsesto filtrato da una visione soggettiva, si è scelto 18 frammenti che esprimono sinteticamente il Piemonte. Si tratta di un paesaggio “parziale” rappresentato – attraverso 5 finestre tematiche – da oggetti di arte, per esempio una scultura di Michelangelo Pistoletto, da libri, Una questione privata (1963) di Beppe Fenoglio, da quadri, da immagini, tra le quali nove fotografie di Sisto Giriodi, da architetture, la Slittovia (1946-1947) di Carlo Mollino, da tecniche, il Padiglione B (1948-1949) del Palazzo delle Esposizioni di Pier Luigi Nervi, da un film-documentario, appositamente girato dal regista Alberto Momo. E da altro ancora. Gli oggetti, o meglio le parti sono importanti in quanto frammenti capaci di promettere un tutto; sono importanti soprattutto per le corrispondenze originali che potrebbero generare tra loro. E tra loro e le architetture di Gabetti & Isola. E tra loro e i possibili fruitori.

Sparse in Piemonte vi sono architetture “minori” di qualità realizzate da una nuova generazione di architetti che tessono singolarmente dialoghi con il paesaggio, che cercano rinnovate forme di corrispondenze con i multiformi territori regionali. Si tratta di architetture realizzate da una generazione scompaginata, in cerca di autore, che opera in un contesto professionale intricato, che decodifica alcuni pezzi di Piemonte e alcune opere di Gabetti & Isola con disincanto e volontà. Tra le opere in mostra vanno segnalate il Collegio universitario San Paolo (2004-2006) di Torino e la Cantina vinicola la Brunella (2004-2006) a Castiglione Falletto (Cn).

Le opere sono raccolte nel catalogo della mostra, in edizione italiano e inglese, curato da Cesare Piva, con illustrazioni a colori, contributi critici di Werner Oechslin, Daniele Vitale, Diane Lewis e altri autorevoli studiosi del lavoro di Gabetti & Isola e del paesaggio piemontese.


cura e direzione scientifica della mostra
Cesare Piva
cura e coordinamento
Francesco Campidonico, Francesco Carpano, Federica Fiorina, Damiano Gardiman
segreteria organizzativa
agend_aa, Biella

MOSTRA
25 maggio – 6 luglio 2008
Cittadellarte – Fondazione Pistoletto
via Serralunga, 27 – Biella

Orario:
mar-ven 12,30-14,30 / 16,30-19,30
sab-dom 11,00-13,00 / 13,30-19,30
tutti i giovedì apertura serale fino alle 22,00

INAUGURAZIONE
24 maggio 2008 ore 16,30 saluto istituzionale e presentazione
ore 18,00 apertura della mostra
seguirà rinfresco

CATALOGO
Paesaggi Piemontesi
Gabetti & Isola + Isolarchitetti + 9 architetture “minori”

a cura di Cesare Piva
Formato 24×24, pp. 288, a colori
Lingua italiano inglese
Aión edizioni, Firenze

INCONTRI
Costruire nell’ambiente. Materia e paesaggi
Tavola rotonda, dialogo tra 9 architetti “minori”
Biella, 5 giugno 2008, ore 14.30

Proiezione del video “Passeggiata con architetture”
Il regista Alberto Momo racconta il suo lavoro
Interviene Bruno Boveri, presidente Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta. Segue degustazione
Biella, 12 giugno 2008, ore 17,00

Gabetti & Isola + Isolarchitetti. Tra testi e con-testi
Tavola rotonda con Sisto Giriodi, Aimaro Isola, Diane Lewis, Werner Oechslin, Michelangelo Pistoletto, Daniele Vitale. Introduce: Cesare Piva
Biella, 24 giugno 2008, ore 14.30

PER INFORMAZIONI:
www.agend-aa.com
e-mail: info@agend-aa.com

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