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18 Giugno 2008

Opere di Architettura

Casa Artusi, Forlinpopoli (FC)
N!Studio

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Due scorci interni della riabilizatione dell’ex convento

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Per i tipi di attività ospitate, tutte legate alla gastronomia ed all’arte culinaria, potremmo considerare ad ogni effetto Casa Artusi come una sorta di polo culturale specialistico, in cui le cucine e la scuola di cucina, il ristorante e la cantina – affiancati dagli archivi, le sale espositive e le biblioteche tematiche – sono spazi non di mera ristorazione, ma parti integranti del percorso proponente al fruitore il filo rosso del gusto. Come dichiara il sito istituzionale, è infatti aperta a tutti coloro che, appassionati e curiosi, donne e uomini di casa, professionisti e cultori, studiosi e ricercatori vogliano approfondire la cultura e la pratica della cucina domestica.
I circa 25.000 mc dei fabbricati, distribuiti su 2.800 mq di superficie, sono oggetto delle prime fasi preliminari del progetto nell’anno 2002. Seguono: il progetto esecutivo nel 2004, l’apertura del cantiere nell’anno 2005 e finalmente l’inaugurazione nell’anno scorso. La struttura si colloca nel centro cittadino di Forlimpopoli in Romagna, entro gli spazi di antiche fabbriche conventuali; il progetto di recupero e trasformazione, unitamente al disegno dei nuovi spazi, è affidato ad N!Studio di Roma. Tra le realtà progettuali italiane più interessanti, lo studio si distingue frequentemente per gli esiti concorsuali internazionali ed ha al suo attivo importanti realizzazioni, particolarmente nelle architetture a destinazione pubblica, quali il centro di quartiere a Ciampino, il deposito-laboratorio archeologico al Parco Archeologico della Villa dei Quintili in Roma, la nuova sede della facoltà di economia a Ferrara.
L’applicazione d’arenarie in Casa Artusi è eminentemente pavimentale. Ad essa è assegnato il fondamentale compito di legatura fra gli spazi del primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana, ai vari livelli cui si possa accedere camminando.

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L’ingresso a Casa Artusi: cortile e portico

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Il progetto di N!Studio propone un intervento in cui la ricchezza d’elementi ed installazioni d’arredo non pregiudica la fluidità del racconto, anzi ne è guida assieme al tappeto lapideo. Essa è accompagnata da scelte materiche in prevalente scala di grigio, con applicazioni graduanti in ritmo e posa le tonalità di base prescelte, stemperata dagli effetti liquidi e dai riflessi dei cristalli. Questi, animati dalle luci in parte naturali ed in parte artificiali, con l’aiuto delle serigrafie particolarmente al loggiato d’ingresso, sono per così dire tutti uniformemente assorbiti dal piano orizzontale, rispetto al quale risultano complanari. Esso accoglie i fruitori già dal cortile d’ingresso, anticipando qui motivi per fasce a casellario, con inserti ritmici ad effetto chiaro-scuro, conducenti ai pannelli espositivi appena oltre la soglia vetrata.
Il coinvolgimento della corte d’accesso al progetto, specialmente mediante il trattamento materico della superficie a terra, svela una delle strategie di nuova lettura della preesistenza da parte dei progettisti. La corte trova infatti nella quinta porticata di fondo una sua estensione coperta, ma come accidentalmente. Lo spazio è uno. Il divisorio vetrato in corrispondenza del portico quasi vorrebbe non esserci, poichè pur leggermente qualifica lo spazio coperto e chiuso rispetto a quello introduttivo a cielo aperto posto fra il primo e la strada. Ebbene il piano pavimentale decisamente riduce questa distanza estendendosi dall’interno fino a lambire il marciapiede pubblico, con disegno a stimolare interesse ed a suggerire intensità crescenti verso Casa Artusi. Elementi d’ombra ed inserti a pavimento completano il ricamo al calpestio, in cui le lastre alternano posa regolare a vertici allineati, posa a sormonto dei conci in mezzeria e posa più dinamica con sormonto ridotto tra i corsi d’alloggiamento del lastricato. Nell’accurata applicazione pavimentale inter-esterna emerge con chiarezza la natura duttile delle arenarie.
La scelta lapidea congiungente per colore l’ingresso e la libreria, il ristorante e lo spazio per le degustazioni, così come la scala principale di collegamento fra i piani, è la base rispetto alla quale i metalli cercano un lieve stacco, nel caso ad esempio delle mensole e dei punti lettura di biblioteca; viceversa è piano regolatore delle presenze dimensionali d’arredo per le zone deputate alla degustazione, trovanti nel disegno pavimentale la propria misura e la propria collocazione.
La proposta reiterata di cristallo o metallo in spessore minimo, in adiacenza alla lastra litica offre ai sensi del visitatore la tensione sottile corrente fra i due materiali, come ai due stati solido e liquido accostati. La scelta ferma del piano pavimentale lapideo riconduce alla solidità di base, al senso di stabilità e sicurezza portati dalla presenza fisica del materiale naturale. Nondimeno, il comune riscontro sonoro al calpestio è motivo per il fruitore, in ogni angolo della struttura, di confermata sensazione d’avvolgente unitarietà.
Il materiale lapideo, così come quello fotografico a corredo del testo, è fornito da Il Casone di Firenzuola.

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Due assaggi di cantina e ristorante; il rimando è alle Photogallery per maggiori dettagli

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di Alberto Ferraresi

(Vai a Casa Artusi)
(Vai al sito Casone)

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16 Giugno 2008

News

La conferenza stampa alla Triennale di Milano di Marmomacc 2008.

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Si è svolta giovedì 5 giugno, nella prestigiosa cornice della Triennale di Milano, la conferenza stampa di presentazione della 43ª edizione di Marmomacc, la Mostra Internazionale di Marmi, Pietre, Design e Tecnologie che Veronafiere ospiterà dal 2 al 5 ottobre.
Fornire un contributo concreto all’economia: questo il consolidato obiettivo di Marmomacc, sottolineato da Gianfranco Castellani (Vice Presidente Vicario Verona Fiere), attraverso specifiche iniziative rivolte a progettisti, architetti e designer. Una vetrina internazionale, quindi, che conferma il ruolo di Marmomacc quale punto di riferimento mondiale per il comparto della pietra, grazie ad eventi che ruotano attorno al mondo della pietra naturale, come materiale di design in-outdoor.
Un obiettivo confermato e rilanciato nelle ultime edizioni, che hanno puntato con maggior forza sull’innovazione, sul design e sulla formazione: è lo spirito comune che emerge anche dagli interventi degli altri relatori (Luisa Bocchietto, Presidente ADI Associazione per il Disegno Industriale; Fulvio Irace, Storico e Critico dell’Architettura, Direttore Sezione Architettura della Triennale di Milano; Alberto Bartolomei, Amministratore Delegato IL CASONE S.p.A.).

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Stone Pavillon progettato da Kengo Kuma per IL CASONE nell’edizione MArmomacc 2007 (Foto: Peppe Maisto)

Tra le novità di grande successo della scorsa edizione, riproposte quindi in quella del 2008: il Premio BEST COMMUNICATOR AWARD, iniziativa rivolta agli espositori in fiera per sottolineare l’importanza dell’exhibit design nella comunicazione delle potenzialità costruttive e decorative dei materiali lapidei. Il progetto rientra nella più ampia iniziativa “Marmomacc Incontra il Design”: quattordici le aziende leader del settore lapideo collaborano con altrettanti progettisti di fama internazionale su un tema, che per il 2008 sarà “Pelle, Skin, Texture”; l’unicità del colore e delle venature della pietra, quindi, come elemento dalle forti potenzialità espressive.
“E’ stata un’esperienza importante, che grazie all’incontro con Kengo Kuma ha aperto una nuova prospettiva, sia sul piano progettuale sia su quello della comunicazione” ha commentato Alberto Bartolomei, Amministratore Delegato Il Casone Spa, tra i vincitori della scorsa edizione.
Un’esperienza che non si ferma a Verona, visto che il modulo realizzato da Kuma per il Casone sarà portato al XXIII Congresso Internazionale degli Architetti UIA (Torino 29 giugno-3 luglio) e utilizzato per allestire lo spazio di Marmomacc dedicato alla formazione, presso l’Oval.
Tra le altre iniziative previste a Marmomacc 2008:
– il convegno “COSTRUIRE NELLE TERRE ALTE” a cura di Vincenzo Pavan. Saranno messe a confronto alcune importanti esperienze compiute nelle aree alpine con l’uso di pietre e marmi della tradizione locale, ma anche di altra provenienza. In particolare, il convegno indagherà sulla produzione architettonica della confederazione elvetica che ha visto nell’ultimo decennio la crescita di “scuole” connotate da visioni concettuali diverse ma tutte contrassegnate da una impegnata ricerca e da una qualità straordinaria.
– la mostra GRAND HOTEL SALGARI: IL MONDO IN UNA STANZA, allestimento realizzato in collaborazione con Abitare il Tempo e con il contributo di Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Verona. L’iniziativa si rivolge al mondo del contract contemporaneo, puntando alla fascia più alta del mercato, con prodotti di alto livello, sia per la qualità sia per la varietà del disegno. Due suite, un home theatre, un’area fitness, un lounge bar, una reception, spazi articolati nei materiali e nel disegno mostrano le infinite capacità poliedriche produttive e le sfaccettature di una qualità territoriale che si può definire tale per estensione e quantità.
– la mostra PALLADIO E IL DESIGN LITICO, che proporrà oggetti di design litico ispirati al grande architetto. Mediante una sapiente ed originale ricerca, a cura del designer Raffaello Galiotto, e grazie al prezioso contributo del Centro Internazionale Studi Architettura Andrea Palladio (Cisa), sono state individuate e prese in esame alcune opere palladiane di “architettura minore”, riconducibili al concetto di design.

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Palladio e il design litico. Mostra a cura di Raffaello Galiotto

Marmomac incontra il Design. I partecipanti dell’edizione 2008
Mario Bellini con Mineranorge
Riccardo Blumer con Scalvini Marmi
Roberto Canovaro con Marmo Arredo
Aldo Cibic con Quarella
Michele De Lucchi con Pibamarmi
Stefano Giovannoni con Grassi Pietre
Massimo Iosa Ghini con Budri
James Irvine con Marsotto
Simone Micheli con Odorizzi Porfidi
Paola Navone con Citco
Perbellini Pongratz Architects con Testigroup
Marco Piva con Lasa Marmo
Luca Scacchetti con Santa Margherita
Claudio Silvestrin con Il Casone

di Laura Della Badia

Vai a Marmomacc

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15 Giugno 2008

Principale

EXHIBITING THE LIGHTNESS OF MARBLE – Set-up cordinated by Cibic Workshop

Versione italiana

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43rd Marmomacc – Verona 2/5 October 2008
Thursday 5 June at 18.30, alongside the annual Press Conference at the Milan Triennial, Marmomacc inaugurates the exhibition “The lightness of marble”, where the protagonists until 13 July in the spaces at Material ConneXion set up by Cibic Workshop are the nine prototypes that made their debut at the 2007 edition of Marmomacc Meets Design.
Developed by nine internationally famous designers for nine leading companies in the natural stone sector, the projects are the first step towards the creation of an “anthology” which, with different themes year by year, aims to investigate the multiple potential that a material such as stone, generally associated with the concept of stability and gravity, offers to contemporary creativity that, on the other hand, seems to be increasingly attracted by themes such as dynamism, levity, transparency, tactile value and bright surfaces.
In this context, Marmomacc Meets Design aims to open new interpretative scenarios by involving renowned designers in an experiment that offers sector companies the opportunity to measure up to new technological and linguistic frontiers. With the objective of presenting to a wider audience the results of the last edition, “The lightness of marble” exhibition brings together in a single set-up – which Cibic Workshop has designed as fluctuating in a theatrically dark space – highlighting the plastic and sculptural impact of these objects. Following the Milan event, the exhibition will be on show again in October during the 43rd edition of the Veronese exhibition, alongside the second edition of Marmomacc Meets Design this year having “Skin, Texture” as its theme.
This complex context emphasises the desire to create precise synergies even with realities such as Material ConneXion, the largest International Centre for Documentation and Research into innovative materials which, founded in the USA in 1997, currently has centres in Bangkok, Cologne, Milan and New York.
It prestigious library, which contains a selection of more than 4,000 materials and production processes, will be expanded over time by the research conducted by companies and designers within the scope of Marmomacc, with which it shares the precise intention of standing as a permanent observatory of the world of innovation and design culture.
The lightness of marble” exhibition will be open Thursday 5 June to Sunday 13 July 2008 in the Material ConneXion area at the Milan Triennial.

Designers and companies
Riccardo Blumer with Cedal Granites
Aldo Cibic + Cibic&Partners with Grassi Pietre
Michele de Lucchi + Philippe Nigro with Piba Marmi
Kengo Kuma with Il Casone
Alberto Meda with Campolonghi
Simone Micheli with Pietra della Lessinia
Marco Piva with Santa Margherita
Denis Santachiara with Testi Fratelli
Tobia Scarpa with Agglonord

Press Office Veronafiere
tel.: +39.045.829.82.42
82.85 – 82.90 – 83.78
Fax: +39.045.829.81.13
pressoffice@veronafiere.it
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evelina.bazzo@umbrella.it
tel. 39 0422 319536
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15 Giugno 2008

News

ESPORRE LA LEGGEREZZA DEL MARMO – Allestimento a cura di Cibic Workshop

English version

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43ª Marmomacc – Verona 2/5 ottobre 2008
Giovedì 5 giugno alle ore 18.30, in concomitanza dell’annuale conferenza stampa alla Triennale di Milano, Marmomacc inaugura la mostra “La Leggerezza del Marmo”, che vede protagonisti fino al 13 luglio, negli spazi di Material ConneXion allestiti da Cibic Workshop, i nove prototipi che hanno debuttato all’edizione 2007 di Marmomacc Incontra il Design.
Sviluppati da nove designers di fama internazionale per nove aziende leader nel settore lapideo, questi progetti costituiscono il primo passo nella creazione di una “antologia” che, con tema di anno in anno differente, si propone d’indagare le molteplici potenzialità che un materiale come la pietra, da sempre associato al concetto di stabilità e gravità, offre a una creatività contemporanea che appare invece sempre più attratta da temi come il dinamismo, la levità, la trasparenza, il valore tattile e cangiante delle superfici.
In questo contesto Marmomacc Incontra il Design si prefigge di aprire nuovi scenari interpretativi, coinvolgendo progettisti di chiara fama in una sperimentazione che offra alle aziende di settore l’opportunità di misurarsi con nuove frontiere tecnologiche e lingustiche. Con l’obiettivo di allargare a un pubblico più vasto i risultati della scorsa edizione, la mostra “La Leggerezza del Marmo” ne raccoglie gli esiti in un unico allestimento, che Cibic Workshop ha scelto di lasciar fluttuare in uno spazio teatralmente oscuro, che assegna alla luce il compito di evidenziare le valenze plastiche e scultoree degli oggetti. Dopo le date milanesi la mostra sarà riproposta, in ottobre, alla 43ª edizione della fiera veronese, in contemporanea con la seconda edizione di Marmomacc Incontra il Design che avrà per tema “Pelle, Skin, Texture”.
Questo complesso contesto chiarisce la volontà di creare precise sinergie anche con una realtà come Material ConneXion, il più grande centro internazionale di documentazione e ricerca sui materiali innovativi che, fondato negli USA nel 1997, ha attualmente sedi a Bangkok, Colonia, Milano e New York.
La sua prestigiosa library, che contiene una selezione di oltre 4.000 materiali e processi produttivi, si arricchirà infatti nel tempo delle ricerche compiute da aziende e progettisti nell’ambito di Marmomacc, con cui condivide la precisa volontà di porsi come osservatorio permanente sul mondo dell’innovazione e della cultura del progetto.
La mostra “La Leggerezza del Marmo” sarà aperta da giovedì 5 giugno a domenica 13 luglio 2008 negli spazi di Material ConneXion presso la Triennale di Milano.

Progettisti e aziende
Riccardo Blumer con Cedal Graniti
Aldo Cibic + Cibic&Partners con Grassi Pietre
Michele de Lucchi + Philippe Nigro con Piba Marmi
Kengo Kuma con Il Casone
Alberto Meda con Campolonghi
Simone Micheli con Pietra della Lessinia
Marco Piva con Santa Margherita
Denis Santachiara con Testi Fratelli
Tobia Scarpa con Agglonord

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15 Giugno 2008

Principale

Londra-Roma: Work in Process

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London-Rome: Work in ProcessMa0/emmeazero
Borderlines26 giugno – 15 luglio 2008
Inaugurazione: giovedì 26 giugno 2008
h 18.00 Conferenza presentata da Gabriele Mastrigli
British School at Rome, Via Gramsci 61
h 19.30 Inaugurazione mostra

Quest’estate l’Accademia Britannica comincerà un nuovo ciclo di mostre e conferenze sul tema “Londra-Roma: Work in Process“.
Obiettivo dei prossimi due anni è quello di lanciare una discussione su influenze, esperienze e aspettative degli architetti più giovani nelle due capitali, individuando e mettendo a confronto metodi e approcci di lavoro. L’invito è stato rivolto a 4 studi romani e 4 studi londinesi rappresentativi di diversi modi di affrontare la ricerca e la pratica dell’architettura nelle due città.
Lo studio Ma0 inauguerà questo nuovo ciclo il 26 giugno, seguito da AOC, 6a architects, N! Studio, Andrea Stipa, Watson Witherford Mann, Carmody Groarke e IaN+.

ma0/emmeazero nasce nel 1996 a Roma come studio di architettura.
Nel corso degli anni, il campo d’azione di ma0 si è ampliato fino agli allestimenti, alle installazioni multimediali e ai siti web, nella convinzione che l’architettura sia un sapere di mezzo, etimologicamente un media tra diverse discipline e geografie del territorio. Da qui il titolo della mostra, ” Borderlines”.
Dal muro fino all’interfaccia video, lo studio porta avanti una riflessione sull’architettura come sistema di regole spaziali – un playground – capace di produrre e modificare le relazioni tra spazi e abitanti, tra pubblico e privato, tra interno ed esterno, tra artificiale e naturale, tra reale e virtuale.
L’obiettivo del percorso di ricerca e sperimentazione di ma0 è restituire il potere di plasmare lo spazio al suo utente/abitante, dalla leggerezza immateriale delle installazioni multimediali, fino alla massa concreta dell’architettura. Inoltre, altro proposito dello studio è quello di restituire alla città contemporanea quella intensità d’uso, molteplicità delle relazioni, sedimentazione dell’identità, in altre parole, quella ricchezza che è propria della città storica.
L’allestimento della mostra alla British School at Rome sarà realizzato con una serie di pannelli ad interattività semplice ed intuitiva. I progetti potranno essere visti seguendo un ordine cronologico o tematico “inside-outside” (progetti all’esterno – progetti all’interno). Il pavimento diverrà un grande playground pubblico color asfalto, dove i links tra i vari progetti saranno segnati con parole chiave e il visitatore sarà chiamato a lasciare, come in un guest book, una riflessione, un proprio segno.
Alcuni dei progetti presentati sono: (Outside); La Biblioteca della Scuola Media Statale “Lombardi”, ( in corso di realizzazione; progetto definitivo ed esecutivo) a Bari, per il comune di Bari; Un giardino pubblico a Bari per il comune di Bari, realizzato nel 2006; Almere Hout, a city that is a wood, masterplan e strategie insediative per Almere Hout, consultazione ristretta per il comune di Almere Olanda 2007. (Inside); Touch Screen, installazione interattiva per le mostre a Firenze, Palermo e Losanna 2002-05; “Prospects” Contemporary art from India, progetto e realizzazione dello allestimento della mostra all’Auditorium della Musica di Roma, 2007; Progettazione esecutiva e realizzazione degli allestimento delle librerie Vivalibri, 2006-7.
Nella sala conferenze sarà proiettato il video Architecture on a thin line, realizzato dallo studio ma0.

L’evento alla British School at Rome, a cura di Marina Engel e di Gabriele Mastrigli, è realizzata in collaborazione con l’Architecture Foundation di Londra e la PARC- Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di Roma. Con il sostegno della John S. Cohen Foundation, Londra e INARCH e
Sp Systema, Roma.

Ma0/emmeazero – Borderlines
Giovedì 26 giugno 2008 h 18.OO
Conferenza presentata da Gabriele Mastrigli
British School at Rome, Via Gramsci 61

ore 19.30
Inaugurazione

26 giugno-15 luglio 2008
Orari: dal lunedi al venerdì dalle 17 alle 19.30
Info: tel. 06. 3264939

Curatore: Marina Engel, Gabriele Mastrigli
Ufficio Stampa: Rosanna Tripaldi
email: pressoffice@bsrome.it;
mob: 338.1965487

Partners:
Architecture Foundation, Londra
PARC- Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma

Con il sostegno di:
John S.Cohen Foundation, Londra
INARCH
Sp Systema, Roma

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13 Giugno 2008

Ri_editazioni

RACCONTI DI PIETRA*
Madre, Abbraccio, Casa, Forza, Silenzio, Rispetto, Bellezza, Architettura, Unicità, Patrimonio non rinnovabile

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Foto Palmalisa Zantedeschi

Architettura
Pressochè ubiquitaria, onnipresente è la roccia intorno a noi in quanto crosta terrestre e ossatura del mondo intero. Emergendo a formare rilievi montuosi, stabilizzandosi sotto le pianure, inabissandosi a creare scoscendimenti e faglie, tiene insieme ogni cosa e conferisce alla terra il suo profilo generale.
Per capire la pietra nel suo millenario rapporto con l’architettura dobbiamo innanzitutto chiederci cos’è la pietra in quanto materia della natura, e cos’è la pietra che diventa materiale per l’architettura. In particolare è importante riflettere su come ha preso avvio l’utilizzazione della pietra per le esigenze della costruzione e – soprattutto – quando le rocce, staccate dal banco di cava e sagomate secondo nette configurazioni geometriche, sono passate dall’informalità della natura agli artifici dell’Arte e dell’Architettura.
L’uomo, indubbiamente, ha iniziato a confrontarsi con l’universo litico sin dal suo primordiale essere sulla terra facendone arma, monile, strumento di lavoro, ricovero, recinto, monumento.
Sono in molti a sostenere che le origini dell’uso della pietra nelle costruzioni sia da collegare alla semplice e intuitiva pratica della raccolta dei frammenti staccatisi naturalmente dalle masse rocciose dei monti. Selezione e impiego, quindi, di pietre erratiche: macigni, massi, pietre stratificate, schegge informi a spigoli vivi, ma anche grandi e piccoli ciottoli, superfici morbide e levigate.
È la primitiva ricerca e valorizzazione delle pietre come queste si trovano sulla crosta terrestre: “brutali”, non raffinate, non configurate geometricamente dall’uomo, e tuttavia già inscritte all’interno di un progetto, di una logica costruttiva. Questi elementi litici, di dimensione e forma eterogenea, permettono la costruzione di opere rudimentali.
Siamo spesso, a partire dall’alba dell’Occidente, di fronte all’archetipo del tumulo la cui massa litica è spesso “erosa” al suo interno con grande difficoltà, per la creazione di uno spazio esistenziale di anguste dimensioni, oppositivo e contrapposto a quello offerto dalla capanna lignea.
Il permanere della pietra nella lunga durata temporale indurrà ben presto l’uomo a compiere delle valutazioni non attinenti unicamente alla sfera del funzionale, dell’utilitario. Se ogni manufatto in materiale vegetale o in argilla cruda si caratterizzerà come opera effimera, dando vita a una sorta di “installazione”, di sovrastruttura rispetto al terreno su cui sorge, la costruzione in pietra incarnerà sin dalle origini l’idea della permanenza, in stretta continuità con il suolo che l’accoglie. Si farà così apprezzare per una serie di caratteristiche derivate dal materiale stesso (massa, volume, solidità, durata), che diventeranno in architettura fattori “simbolo” della stessa idea di monumentalità.
Assistiamo allora, per la prima volta, alla Metamorfosi della materia che ci annuncia una doppia vita. Si consuma, per dirla con Henri Focillon, il divorzio tra le materie della natura e le materie dell’arte. La pietra tagliata e messa in opera è, oramai, senza rapporto con la roccia della cava. La vita stessa della materia s’e rigenerata; le superfici hanno assunto un’epidermide, una grana; il colore incapsulato nella roccia venendo alla luce si è modificato e intensificato.
La pietra è diventata Architettura.

Alfonso Acocella

Note
* Racconti di pietra, testi di Alfonso Acocella e Nicoletta Gemignani, foto di Palmalisa Zantedeschi

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10 Giugno 2008

Letture

Dalla pietra all’architettura

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I materiali raccolti in questa pubblicazione presentano alcuni dei contributi prodotti in occasione di un seminario di studi e ricerche sui materiali lapidei, tra tradizione e nuove tecnologie di trasformazione.
Il seminario, organizzato all’interno dei corsi coordinati di Materiali e Progettazione di Elementi Costruttivi tenuti presso la Facoltà di Architettura di Pescara e delle attività i ricerche del DiTAC (Dipartimento di Tecnologie per l’Ambiente Costruito) dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio”, è stato curato dal Laboratorio Progetto Cultura di Apricena, in collaborazione con la stessa Amministrazione Comunale e con il contributo della CCIAA e della Amministrazione Provinciale di Foggia.
Il programma si è articolato in tre cicli di lezioni in ognuno dei quali sono stati trattati aspetti peculiari della ricerca sui materiali, tra questi:
1) la presentazione dei materiali lapidei (con particolare riferimento alle pietre di Puglia) con alcuni approfondimenti sui processi produttivi legati alle attività di estrazione e di lavorazione degli stessi, tra tradizioni artigiane e sistemi tecnologici avanzati;
2) le problematiche maggiormente legate ad alcuni aspetti di natura teorica relative alla trasformazione e all’uso dei materiali lapidei in generale, con una particolare attenzione all’evoluzione storica dell’intero sviluppo del settore;
3) l’attenzione all’uso dei materiali legata ad alcune esperienze progettuali significative, presentate dagli stessi progettisti, che hanno sottolineato lo stretto rapporto tra tecnologie e processi costruttivi nella utilizzazione di marmi e pietre per l’architettura.
Il volume è presentato da Luigi Cavallari e Paolo Desideri, docenti presso la Facoltà di Architettura di Pescara “G. d’Annunzio”. L’introduzione è prodotta dai curatori dello stesso, Francesco Girasante e Domenico Potenza, docenti presso la medesima Università.

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Muraglia Nazarì nell’Alto Albaicìn (Granada, Spagna).
Progetto: Antonio Jimenèz Torrecillas. Foto: Vicente del Amo.

Ecco in dettaglio le tre parti:
“Tra materia e progetto. La pietra in architettura”, con interventi di Giorgio Blanco (Storia, simboli ed espressioni della pietra), Francesco Defilippis e Michele Montemurro (L’architettura in pietra concia), Vincenzo Pavan (I linguaggi dell’architettura contemporanea) e Marcantonio Ragone (Tecnologie e nuove tendenze);

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Atene. Dimitris Pikionis: tratto della pavimentazione del percorso che conduce all’Acropoli.

“Tecniche e tecnologie tra innovazione e tradizione”, in cui si susseguono interventi di Domenico Potenza (Marmi e pietre, i materiali dello spazio pubblico), Antonio Tenaglia (Il ruolo dei materiali lapidei in architettura), Francesco Girasante (Materiali e sistemi di facciata), Michele Di Sivo (L’Architettura dei paramenti in pietra).

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Chiesa di Padre Pio (San Giovanni Rotondo, FG) Foto: Michel Denancè

Terza e ultima parte: “Materiali e nuovi linguaggi espressivi”. Sono presenti contributi di Laila Marcotullio e Paola Marcucci (Il linguaggio dell’architettura in superficie), Carlo Pozzi (Cavare, modellare, tagliare), Jurij Kobe (L’Architettura tra materia e progetto), Giovanni Di Capua (La cura del dettaglio).

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Mezzi al lavoro in una cava di Apricena (FG) Archivio LPC – Foto: Giuseppe Di Lullo

La pubblicazione è stata realizzata con la collaborazione dell’Amministrazione Provinciale di Foggia e dalla Camera di Commercio di Foggia, con il contributo di Canali Industria Marmi di Apricena e Franco Dell’Erba Marmi di Apricena. Il coordinamento didattico è stato affidato al prof. arch. Michele Di Sivo, al prof. arch. Francesco Girasante ed al prof. arch. Antonio Tenaglia, il coordinamento scientifico è dell’arch. Domenico Potenza, quello generale delle attività è del Laboratorio Progetto Cultura di Apricena, quello editoriale di Damiano De Candia e di Vincenzo Ferreri. La struttura organizzativa è a cura del DiTac – Dipartimento di Tecnologie per l’Ambiente Costruito, Università degli Studi “G. D’Annunzio” Facoltà di Architettura di Pescara insieme all’Amministrazione Comunale di Apricena. La pubblicazione è edita da Claudio Grenzi Editore di Foggia, editore dei precedenti volumi cui “La Pietra Armata” e “Puglia di Pietre” pubblicate sempre a cura dell’arch. Domenico Potenza.

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A cura del:laboratorio progetto cultura
Responsabile della comunicazione: Giuseppe Di Lullo
Coordinamento redazionale: Maria Tiziana Di Sipio

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9 Giugno 2008

Principale

Costruire l’innovazione

Clikka sull’immagine per scaricare il bando

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7 Giugno 2008

Elementi di Pietra

Elementi modulari in pietra precompressa.
I prodotti della ditta Ongaro & Co SA di Cresciano, Cantone Ticino, Svizzera.

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Il prototipo di elemento precompresso per impalcati: cinque metri di lunghezza per soli 10 cm di spessore (fotografia: Ongaro & Co SA Cresciano)

L’azienda Ongaro & Co SA è attiva a Cresciano, Cantone Ticino, Svizzera, dal 1930. Attualmente è diretta da Chiara Ongaro e da suo fratello Giuseppe, due giovani e dinamici imprenditori, che hanno saputo rilanciare l’azienda famigliare valorizzando sia la materia prima estratta nella cava di Cresciano, il pregiato gneiss tipo Cresciano sia la produzione di elementi finiti. In questo secondo settore, l’azienda si distingue per la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche che permettano l’utilizzo della pietra naturale massiccia sia per strutture portanti sia sottoforma di rivestimento. Ciò permette all’azienda di svilupparsi occupando nicchie specifiche del mercato lapideo sia nazionale che internazionale.
A fianco di rivestimenti carrozzabili di grande formato e spessore, di scalini massicci, di elementi per l’arredo urbano, di colonne e pilastri, troviamo oggi una nuova serie di elementi modulari precompressi realizzati con lo gneiss estratto dalla azienda stessa.
La scelta di realizzare elementi prefabbricati di grandi dimensioni in pietra precompressa permette alla pietra naturale di concorrere con gli elementi in calcestruzzo armato in ambiti tecnicamente ed economicamente preclusi da decenni al materiale naturale. In cantiere questa soluzione, inoltre, riduce ogni operazione al semplice montaggio.
La volontà dell’azienda di Cresciano è di poter allargare i campi d’applicazione di questa tecnica, sino ad oggi riservata alle grande opere, in favore della costruzione corrente. Forme tradizionali d’utilizzo, come le mensole e le grandi lastre per balconi, si affiancano alla realizzazione, per esempio, di impalcati per passerelle pedonali o di interi solai. La pietra naturale si svincola del ruolo di rivestimento attraverso un’ibridazione che le permette di soddisfare i requisiti di sicurezza oggi richiesti.
Lo sviluppo di questi elementi portanti precompressi è il risultato della collaborazione con Ernst Gehri, ingegnere e già professore presso il Politecnico Federale di Zurigo, con Gianfranco Sciarini, ingegnere, e con la ditta Neue Holzbau AG di Lungern, attiva nella produzione di elementi lignei precompressi. Esso si è avvalso del sostegno delle regioni “Tre Valli” e “Locarnese e Valle Maggia”.
La tecnologia della pietra precompressa sfrutta le possibili analogie esistenti tra il calcestruzzo e la pietra naturale. Il primo prodotto non è altro che un composto costituito da aggregati lapidei e legante cementizio. Il calcestruzzo, rispetto alla pietra naturale, presenta una struttura omogenea e delle caratteristiche costanti, ma anche una resistenza a compressione inferiore ad alcuni tipi litici, accoppiata ad alti valori di ritiro idraulico e scorrimento viscoso.

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Due elementi accoppiati (fotografia: Ongaro & Co SA Cresciano)

Come nel caso della pietra naturale, il calcestruzzo non può essere sottoposto a sollecitazioni di flessione. Per ovviare a questo problema si è fatto ricorso all’armatura metallica producendo così il calcestruzzo armato. Questo materiale presenta in ogni caso un rischio di fessurazione elevato, rischio ridotto dall’introduzione d’armature metalliche precompresse, in grado di aumentare la sicurezza strutturale e le prestazioni del materiale rendendo però obbligatorio l’utilizzo di calcestruzzi ad alta resistenza.
Nel caso della pietra naturale i principali problemi sono la variabilità delle caratteristiche, tipica di ogni materiale naturale, e la fragilità. Nel caso dello gneiss ticinese, viste le sue elevate prestazioni meccaniche, si è potuto ridurre l’incidenza di questi due fattori considerando il campo di applicazione delle strutture e le prestazioni richieste. In effetti, le sollecitazioni alle quali la pietra naturale è sottoposta in opera sono inferiori a quelle utilizzate per il calcolo dei valori sperimentali.
Una prima serie di provini, effettuati su elementi di dimensioni ridotte, ha permesso di osservare e quantificare il comportamento dello gneiss ticinese sottoposto a flessione. Un elemento in gneiss sottoposto ad una sollecitazione in flessione presenta una resistenza ridotta e una rottura improvvisa, ciò denota un comportamento fragile del materiale.
Il rinforzo tramite un’armatura metallica incollata all’elemento lapideo, permette di ridurre la fessurazione dello stesso in condizioni d’impiego, di aumentare la resistenza a flessione, che è almeno raddoppiata, e di ridurre il rischio di rottura fragile avvicinandosi ad un comportamento duttile. Questa tecnica è simile quella della precompressione per cavi pre-tesi. Introducendo i cavi metallici all’interno di fori praticati nei conci la resistenza a flessione è quadruplicata1.
La realizzazione di elementi modulari avviene tramite l’assemblaggio di elementi lapidei con giunti incollati con resine bicomponente. Gli elementi di rinforzo in acciaio inossidabile sono sia barre d’armatura sia veri e propri cavi. Sino ad oggi sono stati prodotti due tipi differenti di elementi modulari: lastre di grandi dimensioni per la realizzazione di solai, impalcati o lastre per balconi oppure delle travi e degli archi. In entrambi i casi, gli elementi d’armatura sono messi in tensione prima dell’iniezione della resina bicomponente. Per le lastre, le barre di acciaio inossidabile sono alloggiate in scanalature fresate nella parte inferiore dell’elemento, mentre nel caso delle travi e degli archi, i conci vengono forati per permettere il passaggio dei cavi. I fori sono in seguito riempiti sottopressione con la resina, ciò permette una migliore adesione e anche la protezione dell’acciaio inossidabile. Il prodotto finito si avvicina, per comportamento statico, ad un unico elemento di grandi dimensioni.
Nel caso delle lastre per solai, il prototipo realizzato ha una lunghezza di 5 m, una larghezza di 1,25m e uno spessore di soli 10cm, ciò significa una snellezza pari a 1/50.

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I prototipi di una trave e di un arco precompressi realizzati a partire da conci (fotografia: Stefano Zerbi)

Questa ricerca nel campo delle strutture lapidee precompresse dell’azienda Ongaro & Co SA ha ricevuto nel 2006 il riconoscimento attribuito annualmente dal “Gruppo svizzero per le regioni di montagna” (SAB), per la sua azione di valorizzazione di una risorsa locale e di investimento tecnologico in una regione periferica.
Ora gli elementi modulari precompressi attendono solamente di poter essere valorizzati dai progettisti sia in campo architettonico sia nelle opere di ingegneria civile.
Attualmente è allo studio la realizzazione di una passerella pedonale la cui struttura sarà formata da due archi precompressi.

Stefano Zerbi

Note
1 Ernst Gehri, “Il ponte in pietra-Sogno di un ingegnere”, relazione tenuta al Simposio Internazionale “La Via della Pietra“, Biasca, Cantone Ticino, 14 marzo 2008.

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5 Giugno 2008

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Cibo per la Mente 2008

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“Bioimitazione: studiare la natura per imparare ad applicarne i principi”
Il 13-14 e 15 giugno 2008, a Sommacampagna (VR).

Mostra mercato di prodotti dell’agricoltura biologica e dell’artigianato ecocompatibile. Tecnologie eco-sostenibili, bioedilizia. Associazioni no-profit e di volontariato. Una tre giorni di musica, cultura, cucina, conferenze, esposizioni, mercatini, laboratori per bambini…nella splendida cornice del parco di Villa Venier.
L’ingresso è gratuito per tutta la durata della manifestazione.

Programma dettagliato, informazioni e news su: www.lucignolo-lab.it

Vi aspettiamo,
APS Lucignolo e Associazione Moscacieca
con il patrocinio del Comune di Sommacampagna

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