novembre 2024
L M M G V S D
« Dic    
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930  

Ultimi articoli

Ultimi commenti

Rubriche

Pubblico dei lettori

 

rss

 

Notizie

18 Aprile 2016

News

Il bagno minimo: ultimi giorni per partecipare al concorso di Interior Design

Ancora pochi giorni per partecipare al concorso di interior design “IL BAGNO MINIMO: funzionalità ed estetica nel limite di 6 mq”. In palio 2.000 € e l’esposizione del progetto vincitore a Marmomacc 2016.
EERA soluzioni in pietra per l’architettura, atelier dedicato alla pietra con sede a Sega di Cavaion (VR), ha lanciato a febbraio la seconda edizione del concorso rivolto ad architetti e designer.
L’iniziativa, ideata con la collaborazione e il patrocinio dell’ Associazione per il Disegno Industriale (ADI) delegazione Veneto e Trentino Alto Adige, si propone di scoprire e valorizzare i talenti dell’architettura e dell’interior design.
Una giuria di esperti del settore decreterà il progetto vincitore, che verrà realizzato presso lo showroom EERA ed esposto in occasione della fiera leader del settore marmo Marmomacc (Verona, 28 settembre – 01 ottobre 2016).

Mancano pochi giorni alla scadenza del contest “IL BAGNO MINIMO: funzionalità ed estetica nel limite di 6 mq”, seconda edizione del concorso di interior design bandito da EERA soluzioni in pietra per l’architettura – unico atelier italiano dedicato alla pietra per il mondo wellness, Spa e bagno – con il patrocinio dell’ Associazione per il Disegno Industriale (ADI) delegazione Veneto e Trentino Alto Adige. La partecipazione è gratuita e c’è tempo fino al 3 maggio per aderire al concorso, che si rivolge a tutti gli architetti e designer.

I partecipanti sono invitati a ideare un ambiente bagno minimo dal punto di vista spaziale (6 metri quadri), ma non per questo privato della dimensione estetica e del confort. I progetti presentati dovranno quindi valorizzare la bellezza e il potenziale del marmo nell’architettura d’interni nell’ambito di un tipico appartamento residenziale cittadino.

A valutare i progetti e decretare il vincitore sarà una giuria di esperti, presieduta da Marco Zito, architetto e designer, professore associato di Design del Prodotto presso l’Università IUAV di Venezia, e composta da: Oscar Colli, co-fondatore e editorialista de Il Bagno Oggi e Domani, membro dell’Osservatorio Permanente del Design, presso ADI; Alessandro Lolli, direttore di Design Context; Michela Baldessari, designer, membro direttivo di ADI – delegazione Veneto e Trentino Alto Adige, docente di Storia del Design presso Libera Accademia di Belle Arti di Brescia; Laura de Stefano, architetto, consulente eventi culturali Marmomacc; Alberto Salvadori, art director EERA soluzioni in pietra per l’architettura.

Il progetto vincitore verrà realizzato da EERA in stretta collaborazione con il suo ideatore nei mesi di giugno e luglio 2016 e sarà installato presso lo showroom di Sega di Cavaion (Verona); il progetto verrà inoltre esposto in concomitanza con la fiera leader del settore marmo Marmomacc (28 settembre – 01 ottobre 2016). In seguito si terrà la proclamazione alla presenza dei media; in quell’occasione saranno presentati anche i disegni degli altri progetti pervenuti. Il vincitore del concorso avrà inoltre diritto ad un onorario forfettario di 2.000 € per lo sviluppo dettagliato del progetto.

L’iniziativa del contest nasce dalla volontà di EERA soluzioni in pietra per l’architettura di coinvolgere gli “addetti ai lavori” in un progetto che sia in linea con i propri valori. Lo showroom EERA è un luogo di incontro per architetti e designer, un vero e proprio laboratorio di conoscenze e progetti, dove la materia prima trova la sua massima espressione in creazioni uniche: qui sono presenti sei “ambienti bagno” e una zona wellness realizzati in pietra naturale, qui si possono scoprire le ultime novità del settore, con la possibilità di incontrare partner ideali per realizzare progetti insieme.

Spiega Andrea Crescini, direttore commerciale di EERA ed esponente di terza generazione della famiglia fondatrice: «Con questo bando, che premierà il progetto di una stanza da bagno contemporanea e possibile, ci proponiamo di trasmettere tutta la potenzialità e i vantaggi dati dall’utilizzo della pietra, coinvolgendo i creativi in un’iniziativa che non è solo un concorso, ma anche un’occasione di confronto e di collaborazione attraverso un tema originale e di grande stimolo».
«Il tema del bando, “Il bagno minimo: funzionalità ed estetica nei limiti di 6 mq”, è nato ispirandoci ai valori che guidano l’azienda Cev e il suo showroom EERA» spiega Marco Zito, presidente di giuria. «Una stanza bagno di 6 mq è infatti rappresentativa delle abitazioni residenziali contemporanee, dove il progettista è chiamato ad una sfida: misurarsi con spazi limitati e valorizzare al tempo stesso la bellezza degli ambienti tramite l’utilizzo della pietra e del design».

Il bando del concorso è disponibile sul sito di EERA al seguente link: http://goo.gl/14Eryc

commenti ( 0 )

13 Aprile 2016

News

POP Lab

Il 15 aprile 2016 alle 17 inaugura ufficialmente PoPlab – Performance Oriented Prototyping Fabrication Laboratory – laboratorio di manifattura digitale orientato alla sostenibilità.

PoPlab nasce da un’idea di Enrico Di Munno e Valentina Temporin in collaborazione con un team multidisciplinare di professionisti e docenti che collabora da anni seguendo un metodo progettuale su base parametrica (PED – Parametric Environmental Design). Il laboratorio si occupa di manifattura digitale, di alta formazione, della consulenza alle aziende, in particolar modo della filiera dell’edilizia.

PoPlab è punto di incontro tra progettazione parametrica ambientale e macchine per la fabbricazione. Banco digitale e costruttivo si affiancano per attivare un processo progettuale completo che comprende modello virtuale – test di ottimizzazione – prototipo.

PoPlab è anche FabLab, e dà spazio e supporto a tutti coloro che abbiano voglia di passare da un’idea alla sua realizzazione ed imparare a costruire (quasi) qualunque cosa.

Durante l’inaugurazione Enrico e Valentina racconteranno nel dettaglio le attività in corso e i progetti in via di definizione, affiancati da alcuni dei partner del laboratorio.

Vai a POPLab

commenti ( 0 )

6 Aprile 2016

Design litico

MARMO 2.0 – Digital design evolution

Un’esposizione curata dal designer Raffaello Galiotto noto per le sue ricerche in campo lapideo, che segna una svolta epocale nella lavorazione del marmo

Cinque opere sperimentali in marmo di altissimo livello, progettate con software parametrici e realizzate esclusivamente con macchine a controllo numerico, per dimostrare che oggi è possibile emozionare con la pietra e spingersi a livelli inimmaginabili anche senza la mano diretta dell’uomo.
Non manca lo stupore e la poesia davanti a lavorazioni di altissima precisione e
complessità, virtuosismi tridimensionali e soprattutto recupero e riduzione dello scarto che è uno dei principali obiettivi perseguiti. L’impiego inedito della tecnologia – da considerare come una sorta di scalpello digitale – apre un nuovo scenario e segna un momento di svolta rispetto alla millenaria tradizione della lavorazione del marmo.
Un’esposizione costituita da artefatti in marmo realizzati da alcune aziende italiane di eccellenza (Citco, Helios Automazioni, Intermac, Lithos Design, Marmi Strada), coinvolgenti video esplicativi dei processi di produzione e un’infografica estremamente intuitiva che consentono ad un pubblico anche non esperto di comprendere ed apprezzare il contenuto rivoluzionario e sperimentale di ogni progetto.
Con queste opere continua l’instancabile lavoro di innovativa ricerca in campo lapideo del designer Raffaello Galiotto, lavoro condotto anche in collaborazione con la fiera Marmomacc di Verona e recentemente selezionato ADI INDEX per il premio Compasso d’Oro nella categoria “ricerca per l’impresa”.
Di seguito una breve descrizione delle cinque opere esposte create appositamente per ciascuna tecnologia di lavorazione (Taglio water jet 5 assi, fresa, disco diamantato).

AGAVE
Designer: Raffaello Galiotto
Azienda: MARMI STRADA (www.marmistrada.it)
Tipologia di marmo: Verde Alpi

Sfida al risparmio della materia. Grazie ad un complesso progetto realizzato con software parametrico e l’impiego della tecnologia di taglio Waterjet a 5 assi, a partire da una sovrapposizione di dieci lastre in marmo per un totale di 30 cm di spessore, si è riusciti a sviluppare una figura multi-punte, divaricata, sinuosa, tortile e cava di ben 3m di altezza, formata da 100 anelli monolitici sovrapposti senza produrre scarto. Tutta l’opera risulta svuotata al suo interno e le pareti arrivano ad uno spessore di soli 3 cm.

GLOMUS
Design: Raffaello Galiotto
Azienda: HELIOS AUTOMAZIONI (www.heliosautomazioni.com)
Tipologia di marmo: Bronzetto chiaro di Apricena

Come un gomitolo. La sfida affrontata da questo progetto è la fresatura di una superficie tridimensionale complessa che richiede il passaggio continuo di un utensile. Quest’ultimo non solo sgrossa la superficie (come tradizionalmente viene utilizzato) ma, durante i passaggi, lavora anche da un punto di vista di finitura estetica. Infatti, come in un gomitolo costituito da un solo e continuo filo, in quest’opera l’utensile si appoggia sulla superficie sgrezzata e attraverso un lunghissimo e serpeggiante percorso senza interruzioni lavora la superficie portandola a finitura.

LISCA
Design: Raffaello Galiotto
Azienda: LITHOS DESIGN (www.lithosdesign.com)
Tipologia di marmo: Travertino

Virtuosismo litico. Il tradizionale taglio a disco diamantato è reinterpretato partendo da due blocchi di marmo massello di grosso spessore uniti insieme e lavorati su tre dimensioni con macchine a controllo numerico attraverso ardui percorsi di taglio curvi e distribuiti su una superficie ondulata. La macchina lavora sulle due facce del blocco realizzando solchi a V e plasmando una superficie a pieghe su ambo i lati. Gli apici delle pieghe si intercettano e creano una serie di aperture romboidali attraverso le quali filtra la luce.

RHINOCEROS
Design: Raffaello Galiotto
Azienda: CITCO (www.citco.it)
Tipologia di marmo: Grigio Bardiglio

Ispirato ad una incisione di Albercht Durer del 1515. Come i tratteggi manuali rettilinei, curvi o geometrici delineano la figura bidimensionale, così la fresa scolpisce la massa e disegna la superficie tridimensionale.
La tessitura grafica, prima digitale tramite software, poi materiale attraverso il passaggio dell’utensile, diventa la cifra caratterizzante dell’opera stessa interamente eseguita “a macchina”.

Titolo: THORN
Design: Raffaello Galiotto
Azienda: INTERMAC (www.intermac.com)
Marmo: Arabescato Orobico

Coni e crateri. La sfida affrontata da quest’opera è la lavorazione con fresa a cinque assi di un massello di marmo per ottenere una serie di elementi conici, sottili, orientati in modo differenziato, traslati e fissati. Obiettivo: aumentare il volume della figura finale rispetto al materiale di partenza in funzione della riduzione di scarto ed ottimizzazione dell’impiego del marmo.
Il disegno delle cellule, in cui risiede ciascuna punta, è stato prodotto utilizzando il diagramma Voronoi* e gestito con software parametrico per il controllo dell’orientamento di ciascun cono rispetto a un punto attrattore.

BIOGRAFIA
Raffaello Galiotto
nasce a Chiampo (VI), nel 1967. Dopo gli studi in Belle Arti a Venezia fonda il proprio studio di design nel 1993. All’attività di progettazione di prodotto, soprattutto nel settore dell’arredo, unisce l’interesse per la ricerca, i materiali, i processi produttivi e la tecnologia. Sviluppa inedite sperimentazioni ed eventi espositivi di design a carattere internazionale. Nel settore del marmo e dei materiali naturali ottiene vari riconoscimenti per il lavoro svolto con importanti aziende del comparto. E’ docente di design all’Università di Ferrara, i suoi progetti sono stati pubblicati su libri e riviste ed esposti in eventi e musei internazionali. Dal 2014 è curatore del Padiglione Design e Architettura della fiera Marmomacc di Verona. Nel 2015 la mostra Digital Lithic Design è stata selezionata da ADI DESIGN INDEX per il premio Compasso d’Oro nella categoria “ricerca per l’impresa”.

* In matematica, un diagramma di Voronoi (dal nome di Georgij Voronoi) è un particolare tipo di decomposizione di uno spazio metrico determinata dalle distanze rispetto ad un determinato insieme discreto di elementi dello spazio (ad esempio, un insieme finito di punti).

commenti ( 0 )

4 Aprile 2016

News

Courtyard village di Francis Kéré per Casone
Milano Design Week 12>17 aprile 2016

Per il Fuorisalone 2016, una felice collaborazione per Casone che realizza, nel seicentesco cortile di Palazzo Litta, un progetto a firma dell’architetto originario del Burkina Faso Diébédo Francis Kéré – fondatore dello studio Kéré Architecture con sede a Berlino. L’iniziativa si inscrive nella più generale cornice A matter of perception – serie di eventi pensata e organizzata da Mosca Partners in collaborazione con la rivista DAMN°.
Il layout per l’installazione prende spunto dalle dinamiche d’interazione sociale e spaziale di un tipico villaggio africano – generando forme e elementi organici realizzati con materiali naturali – e trova nella collaborazione con Casone e Mutti Francesco la sua resa migliore.
I due padiglioni circolari custodiscono al loro interno una pavimentazione in Pietra Forte Fiorentina tagliata con macchinari a controllo numerico e sia il padiglione principale – pensato per accogliere i visitatori per conferenze, incontri e aperitivi – che quello più piccolo e intimo – che ospita interviste e colloqui – sono interamente realizzati in pietra di Casone. Solidità e leggerezza in un sistema costruttivo primitivo, innovativo nella sua alternanza compositiva di elementi orizzontali e verticali dati da una trama materica di fattura africana.

Informazioni di servizio
Palazzo Litta, Corso Magenta 24, Milano
Aperto dalle 10 alle 19
Press preview: lunedì 11 aprile, dalle 16 alle 20
Opening Party (solo su invito): martedì 12 aprile, dalle 19 alle 24

Vai a Casone Group

commenti ( 0 )

1 Aprile 2016

News

Marcello Galiotto – Aperitivi Culturali
Pibamarmi


Photo on cover: courtesy of Sou Fujimoto Architects.

Un anno in Giappone, il racconto di una straordinaria esperienza di vita e Architettura di un giovane architetto migrato a Tokyo

Marcello Galiotto nasce ad Arzignano (VI) il 21 Luglio 1986. Consegue la laurea in Architettura all’Università IUAV di Venezia con dignità di pubblicazione. Successivamente e durante la collaborazione con Massimo Carmassi, Franca Pittaluga, Nikos Kténas, Sean Godsell e Sou Fujimoto consegue il titolo PhD in Composizione Architettonica allo IUAV di Venezia, con il quale tuttora collabora in qualità di assistente nell’atelier di progettazione diretto da Francesco Cacciatore. È co-founder e director dello studio [A+M]2 Architects con sede a Venezia.

“Apertivi Culturali” promossi nelle sedi aziendali dal Mandamento Confartigianato di Arzignano-Montecchio e dall’Associazione Ulysses.

Sabato 2 Aprile, ore 18.00
c/o Spazio Pibamarmi
via Chiampo 78, Arzignano VI.

Vai a Pibamarmi

commenti ( 0 )

30 Marzo 2016

Opere di Architettura

Riqualificazione degli spazi urbani
Josep Miàs Architects
Banyoles, Girona, Spagna, 1998-2012

Il progetto per la nuova pavimentazione del centro storico di Banyoles è allo stesso tempo un progetto di spazio pubblico e una ricerca di archeologia urbana.
Lo studio Miàs, vincitore nel 1998 del concorso indetto dal Comune di Banyoles, lo ha suddiviso in ben 15 stralci, di cui quattro realizzati e uno in fase di esecuzione. L’intervento coinvolge il centro storico medievale della cittadina catalana, costituito da una sequenza di piazze e piccoli slarghi che si sono aperti a fatica la strada nella densità del tessuto storico: dalla Plaça del Turers alla Plaça Major, poi Plaça del Estudis, de la Font, del Teatre, ancora Plaça de la Iglesia de Santa Maria e Plaça del Monasterio. A questo sistema urbano se ne aggiunge un altro che deriva dalla peculiarità di Banyoles: vicino alla città è infatti presente l’omonimo lago, il più grande della penisola iberica che è alimentato da una falda sotterranea.


Vedute della pavimentazione

Nel IX secolo, i monaci del monastero di Sant Esteve, il primo insediamento di Banyoles, iniziarono la costruzione di un sistema di canali di bonifica, incidendo la piastra di travertino lacustre sotto la città, in modo da prendere le acque del vicino lago e controllarle, evitando anche i frequenti allagamenti causati dalla differenza topografica. Venne pertanto realizzata una rete di sette canali che passavano per il centro storico e che venivano usati per l’irrigazione di orti e giardini privati. Le trasformazioni urbane del secolo scorso portarono ad un rapido deterioramento dei due sistemi che un tempo erano sovrapposti ed entrambi visibili. Il continuo traffico veicolare portò ad un diffuso degrado di questo sistema urbano, mentre i canali vennero rapidamente coperti diventando di fatto il sistema fognario della città.
Il progetto si proponeva di ripristinare questi antichi tracciati ed il loro percorso attraverso la città, rendendone visibili la coincidenza con la maglia viaria. Banyoles, come molti paesi o città europee, è il risultato della stratificazione della storia, pertanto, come in ogni progetto di recupero, la domanda principale è stata: a quale situazione ci si doveva ricondurre? La proposta ha riportato alla luce tutta la storia che era celata sottoterra, attraverso il progetto della superficie dello spazio pubblico, e un lavoro di archeologia urbana, dove i diversi momenti della sua evoluzione possono essere immaginati solo prestando attenzione a piccoli dettagli. Un primo passo è stato quello di riscoprire e recuperare il sistema di canali che anticamente percorreva il centro storico, sfruttando il fatto che il dislivello della falda consente di mantenere l’acqua in movimento.


A sinistra: veduta della via che porta in Plaça Major. A destra Planimetria della Plaça Major

Successivamente è stata pensata la nuova pavimentazione: se la scelta della Pietra di Banyoles, un Travertino lacustre del luogo, evoca sia il materiale della tradizione, sia il suolo stesso della città solcato dai canali, la forma dell’intervento rispecchia invece la contemporaneità. Questa pietra è un Travertino Fiorito di colore beige, che da secoli si cava nella zona e con il quale da sempre si sono realizzate pavimentazioni ed elementi architettonici.
Nell’opera di riordino urbano, i canali sono stati in parte liberati e portati in superficie, mentre il flusso principale rimane sotterraneo: la sola presenza superficiale fa intuire una rete profonda di maggiore dimensione. L’aggiunta dell’elemento liquido costituisce una nuova qualità tanto visuale, quanto uditiva e percettiva per un luogo già di per sé di grande interesse. I canali, così come le chiuse e le rogge, prendono nuove forme dalla piegatura del pavimento pietroso che raccoglie in vasche e anfratti sottili “lamine” d’acqua. Il lavoro dei progettisti sulla pavimentazione ha consentito di evidenziare le possibilità e l’identità più profonda del materiale con cui la città è costruita, rivelando il sottosuolo attraverso veri e propri tagli nel travertino. Per comprendere la natura archeologica del progetto è necessario leggerlo in sezione: la successione di strati viene infatti ricomposta in una stratigrafia che vede la successione di antichi livelli come l’acqua in movimento, e di quelli più recenti come i nuovi canali rivestiti di Travertino. In pianta invece è possibile apprezzare la suggestione degli spazi medievali: alla varietà delle situazioni del tessuto storico corrisponde una varietà del disegno, che evita la monotonia della superficie a terra, dove l’unico elemento che rende omogeneo il tutto è la pietra. Lo spazio si è trasformato dunque in una zona di passeggio libera da autovetture e marciapiedi, attrezzata con arredo urbano appositamente disegnato, per valorizzare l’architettura medievale e mostrare una realtà storica accompagnata da suoni che da molto tempo erano stati dimenticati.


Soluzioni di arredo urbano per le sedute e la fontana; veduta dall’alto del disegno della pavimentazione.

Scheda tecnica
Titolo dell’opera:
Riqualificazione degli spazi urbani
Indirizzo: Centro di Banyoles, Girona, Spagna
Data di progettazione: 1998
Data di realizzazione: 1998-2012
Committente: Comune di Banyoles
Progettazione: Josep Miàs
Design team: Mario Blanco, Silvia Brandi, Adriana Porta, Judith Segura, Sophie Lambert, Sven Holzgreve, Thomas Westerholm, Oliver Bals, Marta Cases, Julie Nicaise, Lluís A. Casanovas, Anna Mallén,
Bárbara Fachada, Marco Miglioli, Josep Puigdemont, Fausto Raposo, Mafalda Batista, Andreu Canut, Emanuela Scano, Stefania Carboni, François de Montgolfier, Dafna Servadio, Nina Dorici, Blanca Rieder, Patrick Hitzberger, Antonello Ragnedda
Direzione lavori: Josep Miàs
Strutture: Josep Masachs, Proisotec, Spagna
Impresa di costruzione: Salvador Serra S.A, Spagna
Materiali lapidei utilizzati: Calcare, Travertino
Fornitura pietre: Marbres Marquès SA, Spagna
Illuminazione: iGuzzini Illuminazione, Italia

Angelo Bertolazzi

Per una documentazione completa dell’opera Download PDF

Rieditazione tratta da Re-Load Stone, a cura di Vincenzo Pavan pubblicato da Marmomacc

commenti ( 0 )

24 Marzo 2016

Design litico

#ferrarastonedesigners: l’età della pietra social

Non è la prima volta che gli studenti del corso di laurea in Design del Prodotto Industriale vengono incoraggiati all’uso di una piattaforma social. Ciò che c’è di nuovo, e che riguarda l’hashtag #ferrarastonedesigners, è che mai prima di oggi era stato proposto l’utilizzo di un social network non esplicitamente dedicato a professionisti della progettazione.
Instagram, teatro di questa nuova sperimentazione, è infatti un social utilizzato da tutti e quindi estremamente “democratico”, utilizzato per diletto, ma negli ultimi anni anche a scopo professionale. Come ognuno sa è nato per l’utilizzo tramite dispositivo mobile e permette a chiunque, indipendentemente dalla propria formazione, di produrre e condividere contenuti visivi grazie alla fotocamera del cellulare. Questa premessa potrebbe far apparire la scelta di Instagram come qualcosa di svilente per la professionalità di un futuro designer, ma nella radicale democratizzazione del mezzo è insita una grandissima opportunità: qui anche i potenziali clienti sono utenti attivi e non spettatori occasionali e silenziosi come sulle piattaforme dedicate ai professionisti del progetto, quale ad esempio Behance.net, il social network per “creativi” il cui utilizzo viene già promosso presso gli studenti di Ferrara dal 2013 come utile strumento di hosting per i loro portfolio.

Sull’iper-semplificato (e limitato) Instagram però non si trovano solo i profili di altri colleghi della cosiddetta creatività, ma anche account aziendali e account personali dei titolari delle aziende. E questo lo sanno bene molti professionisti del progetto che oggi curano il proprio account di Instagram più del loro stesso sito ufficiale, consapevoli della facilità con cui i contenuti condivisi tramite questo canale possono raggiungere potenziali nuovi clienti. Instagram è semplicissimo e fornisce dati facili da comprendere sul numero e la natura delle interazioni. La conseguenza di questa crescente attenzione per il medium da parte di molti professionisti del design è che il social sta diventato una straordinaria banca dati di immagini progettuali. Si sta così innescando un meccanismo virtuoso per cui oggi, al pari dei siti specializzati, di Google e di Pinterest, Instagram viene utilizzato per ricercare riferimenti progettuali in molti studi professionali. Le ricerche che una volta si svolgevano sulle riviste e poi sul PC, oggi vengono condotte anche via cellulare, e quindi non più solo all’interno dello studio ma anche durante gli spostamenti.
Ma al di là del mero utilitarismo che un progettista di domani può, e forse dovrebbe, intravedere nell’uso di questo social network come strumento di promozione del proprio lavoro, c’è un aspetto più culturale, certamente anche più utopico, che è altrettanto insito alla democratizzazione che questo mezzo ha portato alla possibilità di veicolare contenuti visivi.
Se si sarà in grado infatti di sviluppare contenuti di grande impatto e, per così dire, “di facile consumo” si potrà contribuire come designer alla diffusione di una certa cultura del progetto presso un pubblico normalmente non interessato a questo dibattito.
Questo pubblico, che si può cercare di raggiungere con Instagram è molto più ampio (e mediamente molto meno preparato) di quello che si può intercettare tramite gli altri canali virtuali, ovvero i propri siti ufficiali, i blog e la stampa online di settore, i siti di portfolio.
#ferrarastonedesigners è un progetto di comunicazione che non prescinde dai toni leggeri che sono propri di questo mezzo, ma si pone comunque l’ambizioso obiettivo di portare attenzione sul tema dell’uso contemporaneo della pietra.

Un progetto multi-account per diffondere cultura, ma anche per farsi conoscere

L’iniziativa nasce in seno al laboratorio di LPD1, tenuto dai professori Galiotto e Pavan, all’interno del quale il tema di progetto è strettamente legato all’uso della pietra lavorata a CNC nell’ambito del prodotto di design contemporaneo. Il comparto lapideo, del quale moltissimo si può leggere sulle pagine di questo journal, è parso un ottimo potenziale beneficiario per una azione di diffusione di carattere culturale, volta a promuovere la conoscenza del materiale, della sua incredibile varietà ed anche di alcune delle sue possibili applicazioni contemporanee. La possibilità di gestire l’azione in maniera corale, con la creazione di un account da parte di ciascuno studente, si è rivelata da subito strategica.
Ogni studente, o coppia di studenti, ha quindi sviluppato un concept per la creazione di un account tematico. Ciascuno ha scelto un target di riferimento. Taluni ambiscono a promuovere la cultura della pietra presso una cerchia di colleghi appartenenti al mondo del progetto o quello accademico, altri hanno optato per un approccio più trasversale, che possa raccogliere l’attenzione di un pubblico il più vasto possibile. Ogni post è corredato dall’hashtag #ferrarastonedesigners e da una serie di altri hashtag pertinenti alla singola immagine con i quali è possibile raggiungere persone che normalmente non effettuano ricerche inerenti al tema litico. Un account omonimo dell’hashtag Ferrara Stone Designers è stato creato dalla docenza per raccogliere a rotazione i post dei diversi account studenteschi. Oltre ai “featuring” questo account ha l’obiettivo di indicare agli studenti quali siano i profili più interessanti da seguire tra quelli delle aziende del comparto e dei progettisti più famosi. Gli algoritmi di Instagram riconoscono poi l’area di pertinenza dei diversi account studenteschi e li inseriscono all’interno di apposite liste tematiche per suggerirne il follow ad altri utenti potenzialmente interessati al tema.
Naturalmente c’è anche una componente auto-promozionale in questo progetto, e se l’hashtag contiene il nome della città di appartenenza della nostra Università, è palese che ci sia anche un certo orgoglio nel volerci far identificare come distretto formativo e progettuale competente sul tema litico. Gli studenti, dopo aver sostenuto l’esame di laboratorio, potranno naturalmente continuare a coltivare il bacino di follower raccolti nei mesi di questa sperimentazione e promuovere la loro professionalità presso questa cerchia.

Alcuni degli account:
Non essendo possibile in questa sede presentare ciascuno degli account creati dagli studenti, per quanto quasi tutti davvero meritevoli di attenzione, verranno illustrati molto brevemente 6 di quelli più attivi, che si differenziano tra loro per scelta di pubblico e di messaggio. Per trovare gli altri sarà sufficiente cercare (anche via computer) l’hashtag #ferrarastonedesigners su Instagram.com.

Dualstone propone contenuti originali, realizzati dai due studenti che lo gestiscono accostando in ciascun post le immagini di due frammenti di pietra con caratteristiche opposte. L’account si propone di raggiungere un pubblico colto che possa interessarsi agli aspetti della geologia e della petrografia presentati in forma di pillole con una grafica contemporanea in stile flat.

Pattern Rocks è un account che presuppone un continuo impegno progettuale da parte dei suoi autori. Lo scopo perseguito è quello di lanciare una sorta di sfida silenziosa ad una serie di aziende realizzatrici, con le quali si cerca pertanto di avere una buona interazione social-mediatica: “Sareste in grado di realizzare questo progetto?” è il messaggio sotteso. Le immagini presentate sono quindi una serie di complessi intarsi realizzati digitalmente con fotografie di diversi materiali litici.

Insecstone è un account dedicato a immagini create con un intervento leggero di fotoritocco. I diversi post accostano foto di insetti e altri piccoli animali dalle livree stravaganti (tutti realmente esistenti), con immagini di materiali lapidei, sia naturali che artificiali, che ne ricordano le cromie e gli schemi ripetitivi. Si tratta di contenuti originali ma non troppo laboriosi da produrre, tutti di fortissimo impatto visivo. Il gradimento è trasversale a tutti i possibili tipi di pubblico.

Pan(s)tone desidera arrivare a un pubblico altrettanto ampio, di cui fanno parte certamente anche architetti e progettisti di interni. Le immagini, caricate tre per volta, sono mirate a comunicare l’incredibile varietà cromatica dei materiali naturali. L’accostamento dell’immagine della pietra con altri riferimenti provenienti dal mondo naturale, ci chiama a considerare la bellezza intrinseca alla sconfinata varietà cromatica delle pietre commerciali e , possibilmente, a superare quel gusto contemporaneo che sembra ammettere, in particolare nell’interior design solo il bianco di Carrara, il nero del Belgio e poche altre varietà di marmi.

Giaronstone, è un interessante repertorio di immagini create accostando architetture litiche di diverse epoche oppure oggetti d’uso comune in pietra a pezzi di design contemporaneo. La regola è di conservare in ogni immagine una duplice polarità, quella antica e quella contemporanea. Il messaggio, a differenza dell’ambiguo naming, è chiarissimo e allude alla trasversalità della pietra a tutte le epoche storiche e alla sua possibilità di essere impiegata come materiale da costruzione e rivestimento in maniera assolutamente contemporanea.

Rock_paper_water. Una riflessione sul tema del corso di LPD di quest’anno: “Natura e artificio”. In una serie di immagini realizzate delle due autrici viene illustrato un processo di raccolta (reale) di campioni lapidei ed un tentativo di mimesi del reale, anch’esso tutt’altro che digitale, operato dalle due designer con la tecnica della marmorizzazione della carta. A ogni specimen viene dedicata una serie di tre immagini che illustrano nell’ordine: l’ambiguità tra l’originale e la copia, la loro diversità (con un cambio di inquadratura che permette di comprendere la natura cartacea della falsa pietra) e in ultimo la mano di una delle autrici, che regge il campione lapideo, non più in rapporto con il suo clone, ma con la mano del progettista.

Primissimi bilanci:

A una settimana dal primo post sul profilo Ferrara Stone Designers, quello che funge da raccoglitore per i contenuti pubblicati dagli account studenteschi, è possibile tracciare un primissimo ancorché prematuro bilancio. L’immagine che più si è diffusa è stata postata da Insecstone ed ha raccolto 119 apprezzamenti. Ecosystone è invece l’account più assiduo nella pubblicazione, nonché uno dei più seguiti, con oltre 230 follower a soli dieci giorni dalla sua creazione; quello più attivo nel seguire altri utenti è Stone Exploitation. Tra i follower dei vari account compaiono già anche professionisti di spicco, artisti e aziende leader nel settore, sia italiane che estere.

di Gianluca Gimini

commenti ( 0 )

18 Marzo 2016

Design litico

Casa B a Mantova
Unostudio Architetti Associati, arch. Federico Fedel


Dettaglio dell’edificio con il brise-soleil in Pietra Senape e la pavimentazione in Nero Mandala (materiali e lavorazioni lapidee Pibamarmi e melStones)

Questa grande casa è stata concepita da Unostudio Architetti Associati per migliorare la vita quotidiana di chi la abita attraverso un disegno degli spazi del tutto contemporaneo ma radicato nella tradizione tipologica e distributiva della domus romana. Il progetto è stato sviluppato per ricostruire e incorporare presenze naturali, riferimenti e luoghi significativi, altrimenti negati da un contesto urbano privo di indentità. Il risultato è un’architettura introversa, ampia e articolata, caratterizzata da numerosi spazi inter-esterni e da molteplici fonti di illuminazione naturale.



Pianta, prospetto principale e sezione

Ogni parte della residenza occupa una posizione precisa in una sequenza al contempo orizzontale e verticale, dall’atrio d’ingresso al giardino collocato sul tetto. La successione della domus romana è tradotta in un organismo che, come nella tradizione, ospita l’impluvium nel suo baricentro: un piccolo giardino segreto, con piante e una mostra d’acqua, si apre infatti nel cuore della casa a costituire l’affaccio privilegiato del soggiorno e della cucina


Alcuni interni con pavimenti e rivestimenti in Pietra Senape con finitura Patinata (materiali e lavorazioni lapidee Pibamarmi)

L’architettura è disegnata per consentire di scoprire lentamente un’alternanza di vani chiusi e spazi aperti: ciò che si può solo intuire dall’esterno può essere compreso appieno unicamente entrando e praticando un concatenazione di ambiti e fonti di luce che culmina nel fascio luminoso zenitale del soggiorno, proveniente da una grande lanterna in corten collocata in facciata.



Vista e sezione del giardino interno. Pavimentazione in Nero Mandala con finitura Velluto (materiali e lavorazioni lapidee melStones)

Il tetto accoglie funzioni normalmente collocate a terra, nelle pertinenze scoperte di una residenza di alto livello: un giardino pensile, una piscina, un solarium e un padiglione per momenti conviviali. Dal tetto è possibile apprezzare la vista della corte-giardino centrale, caratterizzata dalle piccole chiome di aceri e corbezzoli.


Bagno con lavabo e vasca in Cristalplan di Agape, pavimenti e rivestimenti in pietra Senape (materiali e lavorazioni lapidee Pibamarmi)

I materiali della casa sono la pietra, il legno, il corten. La struttura è composita, in muratura e cemento armato; alcune travature metalliche a vista definiscono sbalzi, coronamenti e vuoti ritagliati nei corpi di fabbrica. I rivestimenti esterni e i brise-soleil sono in Pietra Senape, un materiale lapideo naturale fornito da Pibamarmi con finitura Seta Grezza. Le pavimentazioni esterne sono in legno o in Nero Mandala, una pietra fornita da melStones con finitura Velluto. La Pietra Senape di Pibamarmi è poi impiegata, con finitura Patinata, in tutte le stesure pavimentali e di rivestimento interne.


Vista del rivestimento di facciata in Pietra Senape con finitura Seta Grezza (materiali e lavorazioni lapidee Pibamarmi)


Il soggiorno con il pavimento e il rivestimento in Pietra Senape con finitura Patinata (materiali e lavorazioni lapidee Pibamarmi)

Vai a Pibamarmi

commenti ( 0 )

16 Marzo 2016

Design litico

Piano, eleganza POP per il bagno

La rivoluzionaria collezione di intarsi industriali di design Opus si arricchisce di un nuovo raffinato modello, Piano, pavimenti e rivestimenti in marmo declinati in numerose palette e realizzati con una innovativa tecnica produttiva studiata per garantire forti economie di scala e consegne veloci.
Sedici tavolozze, mix di nuance dalle più soft alle più POP dedicate a progetti di interior design altamente innovativi e che necessitino di spunti originali e di nuove espressioni d’arredo che uniscono materiali naturali, colori e geometrie.
Il modello Piano sarà presentato ad aprile a Milano in occasione del Salone Internazionale del Bagno. In anteprima Lithos Design ha scelto la palette Memphis per mostrarne un utilizzo molto particolare, quello all’interno della stanza deputata alla cura del corpo.

Modello Piano, palette Memphis.
Gusto POP per un bagno che esprime forte personalità attraverso scelte decorative originali e sempre raffinate. I pavimenti e i rivestimenti in marmo vestono il modello Piano, palette Memphis, che si esprime con un linguaggio fortemente grafico e geometrico e gioca sulla doppia finitura lucida per il pavimento e rigata per la parete. I colori naturali e sempre unici del marmo rendono particolarmente efficace ed evocativa la resa estetica d’insieme.

Vai a Lithosdesign

commenti ( 0 )

8 Marzo 2016

News

Chiara Alessi
Design in Italia oggi. Luoghi comuni e mestieri speciali

Alessio Sarri
Alessio Sarri, ceramista, Ceramiche Sarri

Martedì 15 marzo 2016, ore 14:00
Salone d’Onore di Palazzo Tassoni Estense

Programma
Saluti istituzionali
Alfonso acocella
Coordinatore Corso di laurea in Design del prodotto industriale

Introduzione
DARIO SCODELLER
Docente al Corso di laurea in Design del prodotto industriale

Conferenza
CHIARA ALESSI
Giornalista e saggista nell’ambito del design

Il Corso di laurea in Design del prodotto industriale (Dipartimento di Architettura) dell’Università di Ferrara organizza un incontro-conferenza con Chiara Alessi, giornalista e saggista nell’ambito del design contemporaneo, che collabora con alcune delle principali riviste del settore, tra cui “Domus”, “Interni”, “Klat” e tiene un blog su “Il Fatto Quotidiano”, nel quale si occupa di attualità e divulgazione di temi relativi al rapporto tra design, critica e società.
Chiara Alessi si è occupata, in modo particolare, delle nuove caratteristiche assunte dal progetto per il design in Italia dopo la cosiddetta generazione dei Maestri. Il rapporto tra le generazioni e le trasformazioni delle aspettative e delle opportunità della professione del designer sono al centro del suo libro Dopo gli anni Zero. Il nuovo design italiano (Edizioni Laterza, 2014), che rappresenta uno dei pochi tentativi di indagine critica sulla condizione del design contemporaneo in Italia.
Sempre per Laterza è stato pubblicato recentemente Design senza designer. Il libro, accompagnato dal video documentario Viaggio per luoghi comuni e mestieri speciali, presentato a Milano design film festival 2015, si propone come un saggio-inchiesta, sotto forma di reportage, sulla condizione attuale del design italiano visto “dall’altra parte”. Dando voce agli artefici della produzione, Chiara Alessi prova (per una volta) a parlare di design senza parlare di designer, focalizzandosi sugli “altri” mestieri collegati al design italiano. Il libro si chiude con un tema particolarmente caro al Corso di design ferrarese, dedicato al rapporto tra comunicazione, critica ed editoria del design.
La conferenza s’inserisce all’interno del programma di attività e incontri organizzati dal Corso di laurea in design del prodotto industriale di Ferrara, durante i quali personalità del mondo del progetto, dell’impresa, del giornalismo e della critica dialogano con gli studenti stimolando in loro riflessioni sul ruolo operativo e culturale del designer nella società contemporanea.


Giampiero e Carlo Piccinelli, artigiani, Creacemento.

Massimo Secondin, imprenditore. Secostampi.

Giambattista Scalfi, Ufficio ricerca e sviluppo, Fontana Arte.

Massimo Bianchini, ricercatore, Polifactory.

Biografia
Chiara Alessi (Verbania, 1981) è giornalista e saggista nell’ambito del design. Collabora con alcune delle principali riviste del settore, tra cui “Domus”, “Interni” e “Klat” e tiene un blog su “Il Fatto Quotidiano”. Da qualche anno si occupa specialmente della nuova cultura del progetto in Italia e delle sue implicazioni. Su questo argomento tiene lezioni in alcune delle principali Scuole e Università italiane. Recentemente ha pubblicato Dopo gli anni Zero. Il nuovo design italiano (Edizioni Laterza, 2014). Sempre per Laterza è stato pubblicato recentemente (2016) Design senza designer, saggio e inchiesta sugli “altri” mestieri del design italiano, a cui è dedicato il video progetto Viaggio per luoghi comuni e mestieri speciali, presentato al Milano design film festival 2015. Vive e lavora a Milano. Talvolta a Cape Town.

PROMOTORI
Università degli Studi di Ferrara
Dipartimento di Architettura di Ferrara
Laboratorio di Ricerca Lab MD

Scarica la locandina

commenti ( 0 )

stampa

torna su