9 Settembre 2007
Appunti di viaggio
Pietra e luce nello spazio del Sacro.
Il Battistero montiniano di Concesio
“L’artista è profeta e poeta, a suo modo,
dell’uomo d’oggi, della sua mentalità,
della società moderna”.1
Battistero della Pieve di Concesio (BS). L’antico fonte in marmo botticino ricollocato nel nuovo allestimento dello spazio sacro concepito e realizzato da Gabriella Furlani e Francesco Landucci.
Dall’autunno del 2005 il visitatore che entra nella Pieve di Sant’Antonino Martire a Concesio trova una magistrale opera d’arte contemporanea incastonata nel corpo seicentesco della chiesa. La cappella battesimale, dove nel 1897 ricevette il primo sacramento Giovan Battista Montini, futuro Papa Paolo VI, è stata completamente riallestita secondo il progetto di Gabriella Furlani e Francesco Landucci, artisti toscani vincitori di un concorso di idee appositamente indetto per l’occasione.
Il programma iconografico e architettonico contenuto nel bando, e basato su di un preciso significato liturgico, è stato interpretato dai due artisti con rigore di contenuti e al contempo con approccio creativo del tutto originale, come un omaggio sentito alla figura di Paolo VI, cultore e sostenitore dell’arte di ogni tempo nonchè delle sue risorse sacrali.
Lo spazio del battistero, che dopo il rinnovamento appare dilatato e rarefatto grazie ad un paziente lavorio di trasformazione delle sue qualità luminose e materiche, contiene le presenze arcane dei quattro elementi naturali; acqua, aria, terra e fuoco che vanno a comporre un ritratto simbolico della vita del pontefice. Nella progettazione della cappella la Furlani e Landucci “hanno congiuntamente sacralizzato tali archetipi in senso cristiano, così da introdurre l’indeterminazione della terra, da enfatizzare l’imponderabilità dell’aria, da indicare la detergenza dell’acqua, da confermare la sacralità del fuoco. Se, da una parte, si ricorda l’uomo che plasmato dalla polvere alla polvere ritorna, dall’altra, si rievoca l’acqua nelle sue limpide trasparenze, l’aria nella sua ineffabilità spirituale, il fuoco nella sua forza purificatrice”.2
Battistero della Pieve di Concesio (BS). Vista e dettaglio della vetrata-scultura in cristallo, opera di Francesco Landucci.
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Sul muro di fondo del vano due grandi ante dipinte dalla Furlani, sormontate da una lunetta con sette fasci luminosi rivolti verso il fonte battesimale, alludono alla discesa dello Spirito Santo con i suoi sette doni (Isaia 11,2): l’installazione luminescente dei raggi è stata realizzata impastando fibre ottiche con l’intonaco a calce mentre i grandi e scenografici teleri delle ante, appena dischiuse e applicate su di un sottofondo di marmorino bianco e ombrato, sono ricoperti di delicati tratteggi dalle nuances grigio-azzurre con sfumature argentee.
Sulla parete di sinistra si apre una vetrata-scultura realizzata da Francesco Landucci con l’ausilio di Pier Riccardo Olivari, maestro cristalliere di Cerreto Guidi (FI) non nuovo a collaborazioni con artisti e architetti contemporanei; l’opera filtra la luce naturale e richiama l’immagine contorta del serpente con la testa ad entrambe le estremità: simbolo cristiano ancestrale del male originale che solo il battesimo può sconfiggere. Una lacrima vitrea scende sul muro sotto il lato inferiore della finestra trattenuta dalla presenza dello Spirito Santo, mentre le spire del serpente tornano ad avvolgere il piedistallo per il cero pasquale progettato dallo stesso artista.
Una luce limpida e vibrante è protagonista dello spazio, si addensa nelle sculture trasparenti di Landucci, dapprima liquefatta nella fusione amorfa della sabbia silicea con l’ossido di piombo, poi solidificata nella struttura rilucente del cristallo.
È ancora la “materia luminosa” ad essere riflessa dagli astratti grafismi che la Furlani ha ottenuto sulle tele grazie all’applicazione della tecnica della punta d’argento; con essa l’artista ha tracciato un sottile tratteggio su di uno spesso strato di grassello o di biacca utilizzando uno stiletto di argento: i segni, costanti e nitidi sono poi divenuti visibili per effetto dell’ossidazione del metallo e sono stati ingrossati o assottigliati grazie al passaggio di più strati finitura.
L’antico fonte battesimale in marmo botticino, da sempre appartenuto agli arredi della cappella, è stato ricollocato al centro del vano, appoggiato a terra ad una quota ribassata rispetto al piano pavimentale; nell’incasso dove si trova la base di tale elemento scultoreo Gabriella Furlani ha creato una serie di increspature che ricostruiscono plasticamente l’idea dell’acqua scaturita dalla terra per il primo sacramento. La presenza dell’elemento liquido è restituita da un modellato di strisce di tessuto, colla e terra proveniente dal cortile della casa natale del pontefice così da riunire idealmente, sulla superficie pavimentale, la nascita di Paolo VI con la sua morte ricordata dal nuovo piano di calpestio in lastre di travertino romano oniciato, lo stesso materiale lapideo utilizzato per ricoprire il sepolcro del pontefice in Vaticano.
Pietra e cristallo, pellicole di metallo ossidato e fibre ottiche, striature pigmentate e tenui ombreggiature compartecipano così, in un delicato equilibrio tra opacità e trasparenza, alla definizione di un’opera d’arte totale in cui pittura, scultura e architettura si integrano porgendo al visitatore il ricco messaggio simbolico del mistero e della sacralità della vita umana.
di Davide Turrini
Note
1Paolo VI, Allocuzione inaugurata la collezione d’arte religiosa moderna nei Musei Vaticani, 23 giugno 1973.
2 Carlo Chenis, “Luminosità arcane nel linguaggio contemporaneo. Un battistero montiniano per Sant’Antonino Martire” p. 13, in Il battesimo e la rinascita a nuova vita, Brescia, Centro Studi Paolo VI, 2006, pp. 94.
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Marmo Botticino
Travertino Romano
Cristallo Cerreto Guidi