25 Luglio 2005
Recensioni
La recensione del Polimi
La pietra è un materiale da costruzione il cui impiego ha accompagnato il corso della storia dell’Architettura occidentale, lasciando un’impronta particolarmente profonda nell’area mediterranea. Una parte significativa delle forme archetipiche ricorrenti oggi nelle costruzioni (anche quelle realizzate con materiali non lapidei) derivano infatti dall’impiego della pietra. E le possibilità semantiche e tecniche connesse all’uso della pietra in epoca contemporanea si sono ulteriormente ampliate, poichè sono mutati i modi d’impiego prevalenti del materiale, che si è fatto sempre più rivestimento e sempre meno materia portante.
Questa coesistenza di una natura tettonica legata a un passato ancora vivo nel presente e di una natura innovativa legata a numerose nuove possibilità compositive e tecnico-costruttive (a umido o a secco, artigianali o industriali) fa del tema dell’uso della pietra in Architettura un argomento di grande suggestione, ma anche di notevole complessità. Alfonso Acocella, professore di Tecnologia dell’Architettura presso l’Università di Ferrara, architetto, non evita la sfida di questa complessità, ma anzi la affronta addentrandovisi attraverso molteplici percorsi – storico, compositivo, costruttivo, produttivo. Il risultato è il volume L’architettura di pietra – antichi e nuovi magisteri costruttivi.
L’intento leggibile in filigrana nell’opera è quello dell’individuazione di linee progettuali e di strategie tecniche di impiego dei materiali lapidei valide per il tempo presente, verificate nel contenuto tecnologico e nelle possibilità figurative attuali, ma anche inquadrate in una prospettiva storica. Nonostante la complessità dell’impegno, lo svolgimento della trattazione risulta ben organizzato e scorrevole, grazie alla scelta di articolarlo – in considerazione del ruolo centrale della pietra nella nascita e/o nel consolidamento delle forme architettoniche primigenie – secondo entità costruttive archetipiche ricorrenti nelle architetture di tutti i tempi: muri, colonne, architravi, archi, superfici, coperture, suolo; scelta che consente di individuare le possibilità future relative a ciascuno di detti ambiti tematici alla luce del loro percorso evolutivo. E la strategia attraverso la quale è perseguita la tesi di fondo del testo – quella, appunto, dell’attualità dell’architettura in pietra – è impegnativa ma anche persuasiva, perchè diretta e lontana da rischi di mistificazione: l’autore, dopo avere inquadrato le soluzioni offerte storicamente dalla pietra per la declinazione di ciascun tema archetipico, portando testimonianza della bellezza dei manufatti del passato, presenta esempi significativi contemporanei, analizzati negli aspetti tecnici e compositivi salienti. Pagina dopo pagina, in questo modo, si forma nel lettore coscienza del fatto che la trattazione non costituisce solo testimonianza di un vivo interesse per le possibilità architettoniche connesse all’uso di un certo materiale e un incoraggiamento al suo impiego, ma anche argomentazione in favore di una idea di architettura: un’architettura della materia e delle radici, viva nel colore e nella testura.
Gian Luca Brunetti
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