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21 Giugno 2007

Appunti di viaggio

Diario non corretto dall’Albania – I parte

albania_0.jpg

Vorrei raccontarvi di un viaggio fatto nel 2005 – ma la data è assolutamente irrilevante – in Albania da un gruppo di 16 canoisti.
Potrei scrivere un articolo…, potrei organizzare in maniera organica le giornate, i fiumi discesi, le soste, gli eventi… ma ho riletto con emozione ciò che è stato scritto dai miei compagni di viaggio, e credo che taglierò qualcosa qui e là, ma lascerò ciò che è stato scritto da loro, spesso frutto di una suggestione, di uno sguardo. Anche perchè quelli che potete leggere sono i pensieri, anche i più intimi, di chi fa uno sport che può in particolari condizioni essere molto pericoloso. Sono quindi gli appunti di un viaggio senz’altro unico: in una terra sconosciuta ai più, anni luce lontana dalla opulenta realtà europea, unica per paesaggi e gente: l’Albania, ma allo stesso tempo anche un viaggio più profondo, dentro i pensieri più reconditi di chi ha fatto di uno sport estremo, quello dove l’ errore difficilmente viene perdonato, il suo sport.

Anna Ferrari – GeoLabTENAX logo_tenax

Programma del viaggio “Albania 2005”
24 aprile Fiume Fan i Vogel
25 aprile Fiume Kir
27 aprile Fiume Osum
28 aprile Fiume Langarica
28 aprile Fiume Voiusa
29-30 aprile Fiume Devoll

Voglio raccontare di un posto… (Gigi)
c’è un posto sulla terra dove il tempo si è fermato
c’è un posto dove scorrono fiumi dai nevai al mare senza ostacoli artificiali
c’è un posto dove i bambini fuggono da scuola per correre a vedere i canoisti scendere
c’è un posto dove la natura ha dipinto meraviglie che fanno piangere
c’è un posto dove i poveri non sono ne felici ne belli, ma sanno ancora sorridere
questo posto così lontano è talmente vicino che ha il nostro stesso cielo la stessa luna e le stelle,
ma lì sono diamanti posati sul velluto nero. Notti così buie che per tutti gli euro del mondo noi non possiamo più avere.

In una settimana questo è stato il superbo menù servito da Ilir e Gent (guide di Outdooralbania):
Fanj Vogel: 23 Km in una valle deserta una cavalcata di acqua fresca e limpida, un vero long drink per chi ha sete di canoa;
Kir: piatto ricco, il facile ed il difficile, il gioco e l’insidia, il fatto il fattibile ed il trasbordato. Cento bambini che corrono sui prati con un canoista per aquilone;
Osum: due gole di calcare in sequenza, ornate di cento cascate, rivoli argentati dai monti coperti di neve, nel fondo un facile fiume. Scendiamo in estasi orgasmica per ore (il mio preferito);
Langarizza: se non ci fosse non riusciremmo ad inventarlo. Un canyon così stretto che a tratti nasconde il cielo. Si entra nell’abisso dopo un percorso in camioning (discesa in torrente con mezzo motorizzato) che da solo vale la vacanza. Un autista di nome Edmond Dantes che è nero come il carbone che trasporta e sorride sincero ai folli canoisti. All’uscita acqua turchese termale in piscine naturali ci offrono un incredibile bagno.
Voiussa: è bello sapere che si è già scesi la parte superiore tre anni fa di nome Aoss, ma in Grecia.C’è chi gioca, c’è chi scende, c’è chi strina, ma tutti gridiamo VOLUME!
Devol: più tratti, dai treni di onde ai controroccia insidiosi, alle rapide lunghe, saltini, golette e gole finali solo per i migliori. Due giorni sul fiume con serata deliziata da capretto locale.
Lascio ai 15 compagni d’avventura la descrizione tecnica dei tratti di fiume percorsi. Io sto ancora assaporando il bello e il bello mi piace.
ciao Gigi

Dell’Albania,ovvero dove la fisica è un’opinione (Anna)
I corpi sono di tre tipi: solidi, liquidi e gassosi, e se è vero che i gas sono comprimibili, è altrettanto vero che solidi e liquidi non lo sono, e che quindi occupano uno spazio fisico che è uguale al loro volume. Quindi per mettere degli oggetti in un qualsivoglia contenitore devo usare tutto il loro corrispondente volume di spazio.
Non c’entra con l’Albania ? c’entra, c’entra……

Dunque l’incontro per la partenza era programmato a casa di Massimo DD. Di lì saremmo partiti in 9; 5 nella macchina del Massimo dei Lussi e 4 nella macchina di Massimo DD. Problemi di spazio? Chiederete voi, No, assolutamente , 9 persone ci stanno bene in 2 macchine, magari scomode dopo 1000 km di viaggio, però…….E qui entra in ballo la fisica: queste persone resteranno in Albania per 9 giorni. Ognuno quindi ha il suo zaino. Vabbè, logico, direte, che ci sia lo zaino… ci si stinge e 9 zaini più 9 persone le facciamo stare nelle 2 macchine.

Sipperò….queste 9 persone sono canoiste, e quindi occorre infilare in macchina anche 9 borsoni tecnici strapiene di mute, paraspruzzi, caschi….mannaggia, stringiamci. E le canoe? Bè mica le possiamo lasciare qui le canoe…certo che no! Forza, carichiamole!!!

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Partenza. In macchina non ci entra più nulla!

Dal diario di Andrea

Sabato 23 aprile 2005
Ore 7:30 Luca viene a prendermi a casa, è un po’ in ritardo…. Lascio la mia famiglia da sola per 10 giorni, mentre esco c’è Nicolò che beve il latte, Corinna che dorme e Arianna che mi fa le ultime raccomandazioni. Saluti e partenza.
Da Massimo carichiamo le canoe, aspettiamo però ameno 30 minuti l’arrivo di Massimo e Jhon dei Lussi.
Dimentico però la pagaia del Jhon in campagna e così ci tocca allungare il tragitto e andare fino alla casa dei miei genitori. Poco male così faccio anche gli auguri di buon compleanno a mio papà. Finalmente si parte, siamo stracarichi, sul tetto della Ford di Massimo (340.000 km.) abbiamo 5 canoe ed in macchina siamo in 5, Massimo, Jhon davanti, dietro io, Luca Paiola e Wolfi + i bagagli. Non sarà un viaggio molto comodo.
Poco prima di Bologna fermata all’autogrill, ci ricongiungiamo con un’altra parte del gruppo, Bicio e Dottore, che sono su di un pulmino Ford ( comperato ad un asta giudiziaria) e Massimo DD, Uccio Anna e Nicola su di una altra macchina. Proseguendo ci ricongiungiamo durante un’altra sosta con Lorenzo, Gigi, Fabrizio e Beppe.
Ora ci siamo tutti, raggiungiamo Bari ed il porto. C’è subito una bella intesa tra di noi, senza fatica il gruppo si divide i compiti; c’è chi scarica le canoe, chi porta le macchine nel parcheggio a pagamento chi ammucchia le borse e chi fa la guardia a tutto il materiale che pian piano si è accatastato ed ha occupato buona parte di una zona del piazzale antistante l’entrata del porto. C’è chi va a contrattare e comperare i biglietti, chi trascina le canoe all’interno della hall del porto. Le canoe e le borse iniziano ad accatastarsi e ad intralciare il passaggio dei molti albanesi che tornano in patria e ci guardano un po’ stupiti nel vedere questo gruppo che sta per invadere il loro territorio
C’e chi ha uno zaino e chi invece si è portato l’intero guardaroba in tre o quattro borse, tutti però aiutano tutti, sembra proprio che sarà un bel gruppo. Finalmente sulla nave, ancora un po’ di coda per consegnare i passaporti, che ci verranno poi dati il mattino seguente, poi finalmente ci troviamo tutti riuniti in un bel locale a poppa della nave. Siamo stanchi, mangiamo e prepariamo il posto per dormire. C’è chi opta per dormire sulle panchine e chi come me dorme per terra.
Alle 00:00 siamo ancora in porto, dovevamo partire alle 23:00.
Osservazione: Mi ha fatto un non so che vedere un papà albanese fuori, con in mano una bambolina dai capelli gialli da pochi soldi, un viso stanco, vestito molto semplicemente, quel regalo arriverà penso alla sua bambina e ne sarà molto contenta. Penso a quello che ricevono i nostri figli, l’inutile ed il superfluo, e rifletto a quanti soldi buttiamo via in sciocchezze: bisogna controllarsi su come spendiamo i nostri soldi, e dare sempre un giusto peso alle nostre spese.
Prima di imbarcarmi ho telefonato a casa, Arianna si è fatta male alla spalla durante il suo giro in bici. Corinna mi ha detto che è stata molto contenta del regalo che ha trovato al mattino e che se ero stanco potevo dormire sull’erba. Chissà nella sua mente dove mi immaginava!

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L’imbarco. I documenti sono a posto, possiamo iniziare a caricare le canoe.

Domenica 24 aprile 2005
Dormito abbastanza bene, il Bicio, grazie alla pillola che ha preso, non russa più come faceva anni fa in Corsica. Peccato, ho ancora un po’ di mal di testa dovuto alla sinusite, mi chiedo se a 46 anni valga ancora la pena fare questa vita. Ne ho ancora voglia? C’è ancora energia? Saranno domande che mi assilleranno soprattutto nei primi giorni di viaggio e ancora di più nell’affrontare le rapide di V°. Direi che di energia c’è ne ancora, è la testa che non c’è più per affrontare i pericoli. Ora ci sono troppi pensieri sulla famiglia, sulla paura di non rivedere più i miei bambini di farmi male….quando si pensano queste cose forse è giunto il momento di dedicarsi ad altro…..
Anna vede con ore di anticipo la costa Albanese e noi la assecondiamo, ma noi riusiamo a scorgere la costa parecchio tempo dopo. Che abbia poteri soprannaturali?
Sbarco, canoe, borse, trascina, accatasta, trascina di nuovo, accatasta di nuovo, passa la dogana, timbro sul passaporto,trascina ancora e accatasta di nuovo, finalmente siamo sul suolo Albanese, occhi che ci guardano, bambini di carnagione scura che ci chiedono qualche soldo, che ci baciano, che baciano le nostre canoe pur di avere una moneta. Ci liberiamo praticamente tutti degli spiccioli che abbiamo in tasca. Franci compera 2 stecche di sigarette che risulteranno poi taroccate.
Col passare del tempo alzo un ipotetico muro tra noi e loro ma non è facile, vorrei aiutarli, ma non si può fare niente.
Ilir Mati (Libero) ci accoglie sulla sua terra, sarà la nostra guida per i 7 giorni di spedizione.
Abbiamo a disposizione due mezzi di trasporto, un fuoristrada Toyota ed un pulmino Mercedes con alla guida un personaggio che verrà soprannominato Dean per la sua somiglianza con l’attore americano. Grande Dean indimenticabile!

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Siamo arrivati. Carichiamo le canoe nel piazzale del porto. Un bimbo rimane in attesa di una monetina, di un biscotto, ma anche solo di un sorriso…

Carichiamo il nostro materiale e usciamo dal porto di Durazzo. Siamo curiosi e attenti osservatori del mondo che scorre fuori dei finestrini, le prime cose che notiamo è la gran quantità di vetture Mercedes che circolano per strada, ( Iliar ci dirà che ci sono tre tipi di Mercedes, di I° mano (nuove), di II° mano ( usate), di III° mano (…..).
Vi sono bunker disseminati un po’ ovunque costruiti dalla dittatura comunista in 40 anni secondo chissà quale disegno strategico. Vi è molto traffico, molto caotico, molta polvere; oltre alle macchine sulla strada vi sono carretti trainati dagli asini o dai cavalli, biciclette e motorini, le strade sono bianche parecchio dissestate o asfaltate ma in pessime condizioni. Appena arrivati Ilir ci ha detto che le distanze in Albania non si misurano in chilometri ma in ore. Infatti per tragitti di 150 chilometri ci si impiegano anche 3/4 ore su strada mentre sulle montagne, fuori delle strade principali, i tempi aumentano notevolmente, una volta per fare 10 km abbiamo impiegato 1 ora e mezza.
Dalla pianura stiamo passano alla collina, poi il paesaggio si fa più montano, le campagne sono tenute molto bene, ben coltivate, le case sono semplici e pulite, tutte con la loro parabola, la sensazione è di povertà ma dignitosa. Vi sono alcuni contadini che arano i campi con gli asini e l’aratro di legno, contadini che falciano l’erba con il ferro (falce): qui fare l’agricoltore è veramente duro. Ogni tanto qualche bambino pascola la sua mucca, il suo latte fresco giornaliero. Attraversiamo numerosi villaggi, piccoli commercianti si affacciano sulla strada con i loro banchetti su cui hanno esposto la loro mercanzia. Mentre passiamo la gente si gira e guarda questo pulmino carico di colorate canoe e fa qualche considerazione con il compagno vicino, i bambini rimangono per un attimo ipnotizzati, stupiti, poi gridano, ridono, ci indicano, corrono a chiamare i loro amici, molto spesso rimangono immobili finchè non scompariamo dalla loro vista. Noi guardiamo, con occhi da ricchi occidentali, questa povera realtà distante dal nostro mondo ricco e consumistico pochi chilometri e rimasta ferma ad 80 anni fa. Siamo venuti per divertirci con le nostre canoe mentre qui si vive alla giornata e si sopravvive, io a volte mi sento un pò in imbarazzo. Lungo la strada fermata per fare spesa; Anna si accolla l’onere di tenere la cassa e di farci da “cuoca”. Sarà la nostra mamma che ci organizzerà il vettovagliamento mattina e sera. Grazie Anna.

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Sulla strada carretti trainati dagli asini o dai cavalli nel tipico paesaggio agreste.

Il tempo è bello, il tratto che dovremmo affrontare in acqua è lungo ma la nostra esperta guida ci dice che dovremmo farcela a finire il percorso prima del tramonto…

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