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2 Marzo 2016

Opere di Architettura

Jacob-und-Wilhelm-Grimm-Zentrum Berlino,
Max Dudler
Germania, 2004/2009

La costruzione di un edificio pubblico è un tema complesso, con il quale i progettisti spesso si confrontano. Nel caso del Grimm-Zentrum, la sfida progettuale era anche di inserirlo nel difficile tessuto del centro di Berlino, nel quale sono ancora visibili le ferite del xx secolo e dove i tentativi compiuti per cercare di sanarle sono ancora in corso.
La nuova biblioteca sorge infatti nella parte settentrionale di quella che era Dorotheenstadt, il quartiere voluto dal Grande Elettore e impostato su di una regolare maglia ortogonale, dall’architetto militare Joachim Ernst Blesendorf tra il 1670 e il 1681. L’area, modificata già con la costruzione della Stazione della Friedrichstrasse nel 1878, venne in seguito quasi interamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. La ricostruzione di Berlin Mitte iniziata dal governo della DDR trascuró di fatto questa porzione di città, separata dalla linea della Stadtbahn dal resto del centro, dove sorgono anche gli edifici principali dell’Humboldt Universität.


Vista notturna e del fronte principale e del lato sulla Geschwister Scholl Strasse

Il Grimm-Zentrum si è trasformato invece in un modo per dare inizio ad un recupero di questo lembo di città troppo a lungo dimenticato, benché ricco di memoria anche per l’architettura della città (il lotto per il famoso progetto non realizzato di Mies van der Rohe per il grattacielo di cristallo si trova a un centinaio di metri). Questo atto di re-insediamento viene portato avanti con un edificio pubblico che peró non si impone, ma lascia aperto il dialogo con le architetture che probabilmente gli sorgeranno intorno.
Questo ci riporta alla prima questione. In un’epoca in cui l’edificio-oggetto riscuote ancora un indubbio successo mediatico, attraverso una concentrazione su di sé dell’immagine urbana, anche a scapito dell’intorno e del suo futuro sviluppo, Max Dudler fa una scelta coraggiosa. Senza rinunciare ad una immagine contemporanea dell’edificio, alla sua espressività e alla sua funzionalità, e senza cedere a dubbi mimetismi, egli ricorre alla composizione delle facciate per dare carattere all’opera. Il vocabolario dispiegato è semplice ma efficace, in quanto si tratta della variazione del medesimo elemento.


Vista dalla Geschwister Scholl Strasse

Il sistema strutturale trilitico pilastro-architrave viene indagato a fondo tanto all’esterno quanto all’interno, diventando il motivo con cui declinare la composizione. Questa elegante “partitura” è affidata unicamente al ritmo compositivo che attraverso leggere variazioni sottolinea anche le funzioni interne in un sottile dialogo tra interno ed esterno. Un altro elemento che concorre in maniera determinate alla sobrietà e all’eleganza dell’edificio è la scelta del materiale con cui sono rivestite le facciate. Il Jurassic Limestone, estratto a Treuchtlingen (Baviera), contribuisce infatti con le sue morbide variazioni cromatiche a far risaltare il disegno della facciata. Il rivestimento è stato realizzato in lastre spesse 4 cm, tagliate in falda e rese scabre con getti d’acqua alla pressione di 2.000 bar. Questa lavorazione ha messo in evidenza la natura geologica del calcare fossilifero tedesco, aumentandone la sensibilità ai cambiamenti della luce atmosferica, e ha dimostrato ancora una volta come dal trattamento del materiale lapideo sia possibile ottenere effetti superficiali che nulla hanno a invidiare con le contemporanee superfici tecnologiche. Le lastre di grande dimensione sono fissate alla struttura di calcestruzzo armato mediante un efficiente sistema di ancoraggi metallici. La composizione delle facciate, attraverso il loro disegno e la loro matericitá, instaura un dialogo sottile con con la tradizione neoclassica berlinese, richiamata non come citazione letterale ma piuttosto come allusione. Il disegno delle lastre compone con assoluta precisione la facciata che viene scandita non solo nella direzione verticale, ma anche in quella orizzontale, dove la flessibilità della partitura permette di individuare parti essenziali come l’ingresso centrale e il basamento.
Si tratta quindi di un esempio di come la composizione, nel senso letterale e tradizionale del termine, uno strumento oggi dimenticato spesso a favore della creazione di un ermetico oggetto d’arte, sia capace di far ripartire un dialogo con la storia drammaticamente interrotto, affermando allo stesso tempo la contemporaneitá dell’architettura.


La sala di lettura principale

Note
Titolo dell’opera: Jacob-und-Wilhelm-Grimm-Zentrum, Biblioteca Centrale della Humboldt-Universität zu Berlin
Indirizzo: Geschwister- Scholl- Str. 1, D-10117 Berlino, Germania
Data di progettazione: 2004-2009
Data di realizzazione: 2005-2009
Committente: Humboldt-Universität zu Berlin, Germania
Progettazione: Max Dudler
Project team: Andreas Enge, Jochen Soydan (Capiprogetto)
Andrea Deckert, Gesine Gummi (Collaboratori)
Direzione lavori: Ingenieurbüro Peter Widell, Berlino, Germania
Strutture: Leonhardt, Andrä und Partner Beratende Ingenieure VBI, GmbH, Berlino, Germania
Materiali lapidei utilizzati: Jurassic Limestone beige
Fornitura e istallazione pietre: Hofmann Naturstein GmbH & Co. KG, Werbach-Gamburg, Germany (Facciate)
Juma GmbH & Co. KG, Kipfenberg-Gungolding, Germany (Interni)
Richter Fliesenleger GmbH, Ludwigsfelde, Germany (Interni)

di Angelo Bertolazzi

Per una documentazione completa dell’opera Download PDF

Rieditazione tratta da Glocal Stone, a cura di Vincenzo Pavan pubblicato da Marmomacc

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