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17 Settembre 2014

Design litico

Allestimento “Stereotomic Design. Evoluzione: dalla mano al robot”

“Parlare di progettazione stereotomica significa assumere un paradigma teorico/pratico di riferimento atto alla realizzazione di architetture concepite secondo l’utilizzo di sistemi e/o elementi architettonici voltati resistenti per forma costituiti da unità discrete e giuntate a secco. Tale paradigma è ascrivibile alle tecniche tradizionali del costruire, specificamente in pietra e legno, ove il concetto del legamento delle parti costituenti la fabbrica rappresenta la cifra distintiva del carattere e dell’espressività architettonica. La stereotomia oggi è purtroppo assente sia dalla pratica costruttiva sia dagli insegnamenti scolastici, risultando solo l’oggetto di parziali e isolate ricerche nell’alveo della storia della costruzione.” (G. Fallacara, Verso una progettazione Stereotomica, 2007)

Lo stand, a cura del Prof. Arch. Giuseppe Fallacara all’interno del Marmomacc 2014, è intitolato “Evoluzione: dalla mano al robot”, rivelando senza indugi l’intenzione di dimostrare che l’arte della stereotomia, a lungo considerata un ramo secco della Geometria Descrittiva, è invece una disciplina dai principi sempre validi, capace di adeguarsi ed evolversi simultaneamente al costante aggiornamento degli strumenti di progettazione e delle tecnologie di taglio e montaggio della pietra. Tutto questo è reso possibile dal lavoro di ricercatori, centri di ricerca e aziende del settore, che s’interrogano su come sia possibile mantenere vivo il rapporto tra stereotomia e mondo costruito. In questo senso, l’idea grafica dell’allestimento dello stand richiama idealmente una “Creazione di Adamo” litica, ossia, in seno alle tecniche di taglio della pietra: dalla mano, appunto, al robot.
L’esposizione si apre con un progetto realizzato, attraverso le classiche tecniche di lavorazione della pietra da parte degli scalpellini, durante lo “Stage de stéréotomie 2014”, dove gli studenti hanno avuto modo di cimentarsi in prima persona con questo affascinante lavoro manuale realizzando un prototipo in scala. La collaborazione tra il Dipartimento ICAR del Politecnico di Bari e L’Atelier de la Pierre d’Angle Brignoles e Picardie, permette queste importanti esperienze formative, intese come strumenti di studio e di riflessione morfologico-strutturale atti alla più profonda conoscenza del materiale lapideo in nuovi linguaggi costruttivi.


Interpretazione del mondo tabernacolo di Cosma Indicopleuste

La componente “robotica”, invece, è frutto di una serie di esperienze, geograficamente distanti, ma affini intellettualmente, tra Giuseppe Fallacara e due valenti ricercatori quali Brandon Clifford (MIT) e Jelle Feringa (Tu Delft), da tempo impegnati nell’aggiornamento delle tecniche di lavorazione dei materiali in chiave stereotomica, di cui sono presentati i più importanti contributi progettuali sviluppati negli ultimi anni. Queste sperimentazioni hanno ispirato la realizzazione di “Parabolithic”, una struttura in marmo bianco di Carrara (con un ingombro planimetrico 4×6 m ed una altezza massima di 2,80 m) a forma di vela secondo la geometria del paraboloide iperbolico, in collaborazione con MGI Sicilmarmi e T&D Robotics.
Il filo che lega la similitudine tra mano umana e robotica, è analizzato anche nei suoi risvolti biomeccanici, dove i meccanismi di articolazione tra le diverse parti che costituiscono l’apparato scheletrico umano, diventano lo spunto per nuove sperimentazioni. È il caso dell’Osteomorphic Wall, una ricerca condotta alla Monash University dal Prof. Yuri Estrin, che si ricollega involontariamente alle precedenti sperimentazioni dell’Obelisco Alexandros (G. Fallacara, C. D’Amato Guerrieri – X Biennale di Venezia, 2006) e, prima ancora, al brevetto della Volta Truchet, tutti temi in cui la forma del giunto di derivazione biologica è fondamentale per il montaggio e l’integrità statica della costruzione.


Rendering dell’allestimento Stereotomic Design

Oltre alla componente grafica, l’allestimento prevede la realizzazione di un parallelepipedo litico, in pietra leccese, composto da maxi-conci in cui sono scolpiti in negativo una serie di volti umani che invitano a guardare all’interno della pietra per scoprirne le specificità applicative. All’interno del parallelepipedo, attraverso i fori degli occhi delle sculture, si può osservare una sequenza d’immagini e video in visione 3D anaglifica. Il riferimento è alla rappresentazione del mondo-tabernacolo di Cosma Indicopleuste, presentata da Umberto Eco in Baudolino, costituita da un parallelepipedo sovrastato da una grande volta a botte, in cui si sviluppa il cielo stellato, chiamato Steorema o Firmamento. Le immagini proiettate dai monitor, illustrano proprio degli spazi voltati complessi con apparecchiature stereotomiche, richiamando appunto la volta stellata del Firmamento, sancendo l’affinità terminologica tra Stereotomia e Stereoma. Le immagini delle volte, realizzate con modellatori parametrici, scorrono su una traccia sonora proveniente dall’interno.

di Micaela Colella

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