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27 Aprile 2007

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Laurea Honoris Causa a Thomas Herzog

Università degli Studi di Ferrara
Facoltà di Architettura “Biagio Rossetti”

Thomas Herzog
Thomas Herzog (foto di Stefan Moses)

Conferimento di laurea Honoris Causa
Il 14 Maggio 2007 sarà conferita all’Architetto e Professore THOMAS HERZOG la Laurea Honoris Causa dalla Facoltà di Architettura Biagio Rossetti dell’Università di Ferrara.
La cerimonia di conferimento avverrà in presenza del Rettore prof. Patrizio Bianchi, alle ore 11,30 presso l’Aula Magna del Palazzo Renata di Francia (Via Savonarola 9) sede dell’Ateneo ferrarese. La presentazione del laureando e le motivazione della Laurea Honoris Causa saranno svolte dal prof. Alfonso Acocella. Seguirà la Lectio Doctoralis dell’Architetto e Professore Thomas Herzog dal titolo: “Alcune riflessioni di un architetto relative alla ricerca scientifica”.
La manifestazione di conferimento della Laurea Honoris Causa è pubblica.
In prosecuzione dell’evento, alle ore 18, l’Architetto e Professore Thomas Herzog terrà una Conferenza nell’Aula Magna della Facoltà di Architettura di Ferrara (Via Quartieri 11) dal titolo: “Recent Works”. La Conferenza sarà anticipata dalla presentazione del Prof. Nicola Marzot.
La Conferenza è pubblica.

Presentazione e motivazioni di proposta di laurea honoris causa
Thomas Herzog nasce a Monaco, in Germania, nel 1941.
Dopo studi classici ed interessi legati alla biologia, alla fisica, all’arte, si indirizza verso la Facoltà di Architettura con Laurea al Politecnico di Monaco (1960-65), dove avvia il percorso accademico (1965-69) proseguendo poi all’Università di Stoccarda (1969-72).
Nel 1972 risulta vincitore della Borsa di studio di Villa Massimo a Roma e consegue il Dottorato in “Costruzioni pneumatiche” presso l’Università di Roma.
A partire da questa fase formativa Thomas Herzog evolve una biografia scientifica che trova nel quadro della ricerca e della docenza pubblica, da una parte, e della libera attività progettuale e professionale, dall’altra, i due poli interagenti di un operare orientato a colmare i vuoti fra teoria e pratica.
Nel 1971 apre il proprio studio di architettura con Verena Herzog.
Dal 1973 è professore all’Università di Kassel, dal 1986 è al Politecnico di Darmstadt, dal 1993 – come Ordinario – al Politecnico di Monaco, dal 2000 è Decano della Facoltà di Architettura della T. U. München.
Se l’ambiente accademico costituisce per Herzog il luogo istituzionale di avvicinamento ai materiali e alle tecnologie è la forte crisi energetica, che emerge lungo il corso degli anni Settanta del Novecento, a segnare l’evoluzione della sua biografia scientifica.
La riflessione critica sul ruolo dell’architetto-costruttore quale responsabile di scelte ambientali, porta Herzog a maturare – da pioniere – una visione anticipatrice rispetto a quanto il quadro professionale – solo più recentemente – ha codificato all’interno della concezione di un’architettura sostenibile.
Il forte interesse per la sperimentazione di materiali, sistemi costruttivi e soluzioni tecnologiche innovative (interagenti con gli apparati impiantistici e le forme strutturali) consente ad Herzog di produrre significativi lavori di ricerca per conto di Istituzioni pubbliche (fra le quali la Commissione Europea a Bruxelles, l’Associazione Tedesca di Ricerca, la Lega Ambiente tedesca) e di aziende industriali private.
Tale attività trova – simmetricamente – una forte tensione divulgativa nell’insegnamento universitario, nella partecipazione ad Esposizioni internazionali legate a temi ambientali ed energetici e – più recentemente – in mostre personali: Francoforte (2001); Roma (2002); Tokio (2003); Ascoli Piceno, Napoli, Pescara, Milano (2005).
Negli ultimi anni viene chiamato ad una intensa attività di conferenze e di docenze sul fronte internazionale.
L’opera costruita di Herzog è del tutto coerente e coesa con l’attività di ricerca che nei valori ambientali e nei fattori climatologici ricerca gli elementi fondativi dell’iter progettuale e delle forme costruttive, queste ultime contrassegnate, in generale, dal carattere autonomo, indipendente rispetto alle tendenze stilistiche dell’architettura internazionale degli ultimi decenni.
Il controllo microclimatico degli spazi interni è sempre subordinato allo sviluppo di un’architettura degli involucri che ricerca strategicamente un’attenta integrazione strutturale ed impiantistica. Il recentissimo manuale “Atlante delle facciate” (2004) – editato, come altre opere a stampa di Herzog, in numerose lingue – è testimonianza di una sistematizzazione di tale interesse di lunga data.
Il messaggio e il valore conseguito dall’opera dell’architetto tedesco è legato alla definizione di una visione responsabile dell’architettura nell’azione di trasformazione del paesaggio costruito attraverso il rispetto delle risorse naturali; la valorizzazione di quelle rinnovabili – in primis lo sfruttamento del potenziale energetico solare – rappresenta il nucleo fondativo di un approccio metodologico che evolve in direzione di inedite soluzioni tipologiche, di nuove forme di architettura, di avanzati sistemi costruttivi.
L’uso esplicito di apparati strutturali od impiantistici non è mai, comunque, enfatizzato (in direzione di un tecnomorfismo fine a se stesso) e l’innovazione tecnologica è sempre filtrata da un linguaggio in cui sono evidenti impegno ecologico, razionalità esecutiva e sobrietà contemporanea di forme.
Un’opera transdisciplinare, quella di Herzog, il cui valore travalica i risultati architettonici pur notevoli – basti qui citare, l’Exopodach (1999-2000) e la Hall 26 della Fiera di Hannover (1994-96), la Torre uffici sempre ad Hannover (1996-1999), il Guest Building for the Youth Educational Centre in Windberg (1987-91) – per affermare un metodo di lavoro alimentato da un’intelligenza collettiva dove l’architetto progettista lega le proprie competenze a quelle di una pluralità di specialisti (dei settori dell’acustica, dell’energetica, dell’illuminotecnica, dell’impiantistica, delle strutture) capaci di fornire contributi determinanti e tecnicamente di alto livello prestazionale.
Fra le numerosissime onorificenze e premi ricevuti da Thomas Herzog citiamo solo quelli di più alto valore internazionale: Premio Mies van der Rohe (1981); Medaglia d’oro della Associazione Architetti Tedeschi (1993); Premio Auguste Perret (1996); Grande medaglia d’oro per l’Architettura dell’Accademia Francese di Architettura (1998); Premio dell’Associazione Costruzioni in acciaio tedesca (1998); Premio Fritz-Schumacher per l’Architettura (1999).
L’opera di Thomas Herzog offre una lezione di riferimento per il mondo delle scuole di Architettura indicando un percorso svolto all’interno delle Istituzioni pubbliche ma che guarda e si rapporta al mondo civile e all’ambiente fisico in continua trasformazione.
Un’opera coerente per la quale viene chiesto il conferimento della laurea Honoris Causa.

Il docente proponente
Prof. Alfonso Acocella
Ordinario di Tecnologia dell’architettura

Soka
Edificio per uffici Soka-bau (2003) a Wiesbaden, Germania

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Università degli Studi di Ferrara
Facoltà di Architettura “Biagio Rossetti”
X FAF Decennale della Facoltà di Architettura

Info e Segreteria organizzativa:
Veronica Dal Buono dlbvnc@unife.it

Ufficio Stampa:
Davide Turrini d.turrini@libero.it

www.xfaf.it
www.herzog-und-partner.de

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