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5 Settembre 2013

News

Premio Internazionale Architetture di pietra
XIII edizione

Marmomacc 2013 ospita la XIII edizione del prestigioso Premio Internazionale Architetture di Pietra (International Award Architecture in Stone), il premio a cadenza biennale che celebra le migliori produzioni architettoniche realizzate mediante l’uso della pietra.
Il premio si avvale di una Giuria prestigiosa composta da autorevoli storici, critici e docenti di architettura: Klaus Theo Brenner (Facoltà di Architettura Potsdam), Alberto Ferlenga (Dipartimento di Architettura, Università Iuav, Venezia), Luis Fernández Galiano (Direttore di Arquitectura Viva), Fulvio Irace (Dipartimento di Architettura, Politecnico di Milano), Vincenzo Pavan (Dipartimento di Architettura, Università di Ferrara).
La Giuria, coordinata da Vincenzo Pavan, si è riunita a marzo e ha analizzato 29 opere architettoniche realizzate degli ultimi due-tre anni in undici diversi Paesi. Dopo approfondita analisi e ampia discussione, ha scelto le seguenti opere che, per qualità architettonica e uso espressivo dei materiali lapidei sono state ritenute rappresentative di un panorama significativo delle migliori realizzazioni a livello internazionale.
L’International Award Architecture in Stone rappresenta un’approfondita indagine che l’osservatorio Marmomacc svolge nel vasto panorama internazionale dell’architettura litica alla ricerca di proposte originali e innovative che sappiano interpretare con tecniche e linguaggi nuovi il mondo lapideo.
Le opere selezionate spaziano da esempi eccellenti di architettura urbana, come edifici cittadini e spazi pubblici, a progetti di recupero realizzati nel rispetto dell’ambiente sociale e culturale in cui sono inseriti, a opere significative realizzate in contesti difficili e marginali, senza trascurare quelle opere without architects scaturite dall’ingegno della tradizione costruttiva locale.
Le opere selezionate saranno illustrate e descritte in un prestigioso catalogo, che costituisce il premio stesso e saranno oggetto di una mostra di disegni, foto, video, modelli nonché dei materiali lapidei utilizzati nella costruzione allestita nei giorni del Salone all’interno del padiglione 7B. L’iniziativa sarà completata dalla cerimonia ufficiale di premiazione dei vincitori che si svolgerà mercoledì 25 settembre nello spazio culturale di Marmomacc alla presenza delle Autorità, degli autori delle opere selezionate, dei loro committenti, della Giuria e di un folto pubblico di architetti, personalità della cultura ed operatori del settore del marmo.

LE OPERE VINCITRICI

ARUP ASSOCIATES | Druk White Lotus School | Ladakh, India, 2001-2013
Materiale: Pietra locale
Foto: © Christian Richters e altri

La Druk White Lotus School è il frutto di una collaborazione tra il governo della regione del Ladakh e lo studio Arup Associates, ed è economicamente sorretta da donazioni.
Il complesso scolastico presenta un insediamento articolato ai piedi dell’Himalaya indiano, dotato di una pianta fortemente influenzata dall’architettura di questa parte del mondo orientale e caratterizzato da una stretta relazione tra spazi interni e aree esterne.
Le condizioni climatiche e l’assenza di allacciamenti alle reti elettriche e idrauliche ha messo in primo piano il tema del risparmio energetico e dell’uso delle risorse locali. In questo quadro si colloca anche l’uso della pietra, attento alle tradizioni del luogo e declinato secondo le esigenze della sostenibilità, sia per gli aspetti costruttivi, sia per il rapporto con il paesaggio roccioso delle montagne e dell’altopiano di cui la scuola appare essere un completamento.

ALBERTO CAMPO BAEZA | Sede del Consiglio di Castiglia e Léon | Zamora, Spagna, 2007-2012
Materiale: Arenisca de Burgos
Foto: © Javier Callejas

Il complesso per uffici di Alberto Campo Baeza a Zamora è situato nel centro della città e si presenta come spazio recintato e completamente circondato da un alto muro in pietra che segue le tracce irregolari del lotto. Non solo i muri verticali di questo grande contenitore sono di pietra, ma anche il pavimento è dello stesso materiale. In questa “scatola” omogenea aperta verso il cielo è inserito un corpo di vetro che contiene tutti gli uffici. Oltre al contrasto radicale tra pietra e vetro che segna l’atmosfera dello spazio nel cortile, riveste un ruolo fondamentale l’irregolarità delle distanze tra la casa di vetro e l’anello di pietra. Allargandosi e restringendosi i vuoti sviluppano una tensione spaziale come luogo sociale il cui fascino si capta dall’esterno dell’edificio di vetro.
La radicalità minimalista del disegno e la perfezione del dettaglio creano una grande chiarezza concettuale nel contrasto dei due materiali.

MAX DUDLER | Centro visitatori del Castello | Heidelberg, Germania, 2009-2011
Materiale: Arenaria Rossa
Foto: © Stefan Müller

La pietra rossa di Heidelberg è da sempre il tramite attraverso il quale, nella città tedesca, si sviluppa il dialogo tra edifici di epoche differenti, dal castello secolare alle chiuse costruite da Paul Bonatz sulla Neckar.
Oggi il centro visitatori di Max Dudler aggiunge un altro frammento a questo complesso urbano in cui filosofia, architettura, storia, si fondono in un ambiente unico e dal particolare valore simbolico.
L’edificio è dedicato all’accoglienza dei turisti che in gran numero visitano il castello ed è collocato dentro la cinta muraria nel luogo degli antichi giardini che circondavano il monumento.
La sua struttura, di grande semplicità volumetrica, affida soprattutto all’uso della pietra locale la declinazione di un rapporto efficace con gli edifici e le rovine che occupano questa sorta di Acropoli della città. I grandi spessori murari, in particolare, ne fanno un edificio contemporaneo ma allo stesso tempo analogo a quelli storici rispetto ai quali diventa bordo, basamento e tramite con la città in un processo di completamento che rappresenta la miglior forma possibile di cura nei confronti di un luogo importante ed antico.

MIAS ARQUITECTES | Riqualificazione degli spazi urbani | Banyoles, Girona, Spagna, 1998-2012
Materiale: Travertino
Foto: © Adriá Goula

Questo intervento urbanistico unisce il recupero culturale dello spazio pubblico con la rigenerazione della rete di canali che sono all’origine della città. Banyoles si trova al bordo del lago naturale più grande della penisola iberica e, dalla sua fondazione ad opera di monaci benedettini del sec. IX, i canali di drenaggio e di irrigazione che sfociano nel lago hanno assunto una conformazione molto caratteristica. Degradati dal tempo e dall’impatto aggressivo del traffico, il progetto li ha rigenerati con una nuova pavimentazione nel centro storico medievale. L’intervento è stato realizzato con la pietra calcarea locale, chiamata anche Travertino di Banyoles, e la pedonalizzazione dell’area è stata resa compatibile con l’emergere puntuale delle canalizzazioni di acqua attraverso un disegno elegante e preciso. Questo nuovo tappeto di pietra, interrotto solo dalla presenza fisica e simbolica dell’acqua, conferisce nuovo significato al centro storico recuperandone il valore culturale e ristabilendone il rapporto con l’ambiente naturale.

CARL FREDRIK SVENSTEDT | Stone House | Lubéron, Francia, 2011
Materiale: Pietra di Pont du Gard, di recupero
Foto: © Hervé Abbadie, Eric Laignel

Inserita nel contesto del Parco Naturale del Lubéron la Stone House si lega in un rapporto dialettico con la griglia definita dalle rovine di una preesistente casa colonica.
Il materiale locale, una pietra calcarea tenera estratta nelle vicine cave fin dall’epoca romana, è stato usato in grandi lastre autoportanti nelle pareti perimetrali. La scansione sapiente dei blocchi costruisce i volumi dell’edificio alternando una sequenza di opacità e di trasparenze che da agli spazi un senso di fluidità e stabilità.
La sostanza organica che forma la texture del materiale litico, tagliato e posato in alcune superfici con scansione dinamica, dialoga con la pietra irregolare dei lacerti murari superstiti e con le recinzioni lignee.

MENZIONE SPECIALE

UFFICIO SASSI MATERA con Renato Lamacchia | Auditorium e Centro Culturale Casa Cava | Matera, Italia, 2007-2011
Materiale: Tufo
Foto: © Piermario Ruggeri

Ricavati nelle antiche cavità del Sasso Barisano, l’Auditorium e Centro Culturale “Casa Cava” di Matera è un omaggio alla significativa “restituzione” di nuova socialità a spazi altrimenti perduti di questa straordinaria città di pietra.
Nato dalla fortuita scoperta di una cavità sotterranea originariamente utilizzata come cava di tufo, il progetto collega gli spazi ipogei rendendoli accessibili al pubblico restituendoli quindi alla città. L’intervento testimonia nel contempo come l’impegno di una amministrazione possa ridare vitalità al patrimonio, saldando conservazione e valorizzazione.

PREMIO ALLA MEMORIA

ALESSANDRO ANSELMI (1934-2013) | Cimitero di Parabita | Italia, 1967-1977
Materiale: Carparo
Foto: © autori vari

Realizzato a partire dal 1967, il cimitero di Parabita è opera di straordinario interesse per la visionarietà della sua concezione e per il suo forte carattere ideologico nel panorama del dibattito architettonico italiano degli anni settanta. Coniugando geometria e storia, Alessandro Anselmi (capofila del gruppo romano GRAU) con Paola Chiatante, ha dato forma a una surreale città di pietra, dedicata ai morti, ma monito ai vivi a non dimenticare i temi del proprio tempo.
L’architettura come progetto di conoscenza trova così nella materia il suo congeniale medium espressivo, mettendone in luce la capacità di esprimere attraverso simboli la ricchezza e l’ansia sperimentale dell’ultima stagione d’oro dell’architettura italiana.

PREMIO “ARCHITETTURA VERNACOLARE”

Architettura in pietra a secco del Mediterraneo: Taulas, Navetas, Barracas, Muragghi, Pagliari | Puglia, Sicilia, Spagna, Baleari
Materiale: Pietra locale
Foto: autori vari

Un filo misterioso e intrigante lega costruzioni megalitiche, come le Taulas e Navetas delle isole Baleari e i Nuraghi della Sardegna, celebrate nei tours archeologici del Mediterraneo, con le costruzioni a secco sparse in diverse località del meridione della penisola italiana. I Pagliari della Puglia e i Muragghi della Sicilia, come esito architettonico dell’opera secolare di spietramento delle campagne in diversi periodi storici, hanno lasciato un segno straordinario dell’ingegno costruttivo degli “anonimi architetti” nel paesaggio italiano. Ben prima dei più illustri Trulli che popolano la Valle d’Itria queste costruzioni a tholos e a spirale, sparse in diversi territori del Mediterraneo, testimoniano il legame tra il lavoro della terra e la forma dell’abitare nella sua fase “sorgente”.

a cura di Vincenzo Pavan

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