14 Aprile 2007
Opere di Architettura Pietre dell'identità
Ampliamento del cimitero di Ortona, Chieti
Giovanni Vaccarini
L’opera ed il paesaggio
La vena viva e la superficie ruvida delle lastre d’arenaria a spacco ci conducono dall’abitazione suburbana di Giulianova agli ampliamenti cimiteriali di Ortona. Qui la poesia della finitezza/in finitezza della vita s’affaccia sul mare, lasciandosi scolpire entro varchi preordinati dai tagli netti dei raggi solari, intervenenti sull’architettura con un duro gioco di chiaroscuri. A differenza dei volumi nitidi e casuali al suolo di Cèsar Portela a Finisterre sull’oceano antistante la Spagna occidentale, il confronto è più misurato con la maggiore pacatezza e solarità adriatica. Il rigore netto dei volumi cimiteriali di nuovo inserimento, dalla corteccia litica e dagli interni candidi, è affiancato da un setto di geometria incostante e fortemente caratterizzato cromaticamente. In modo quasi impensato, come magneti opposti che s’attraggono, i due elementi della composizione si caricano vicendevolmente con forte tensione ed energia, anche cineticamente trasmessa dal sole alla pietra. Questo forse in modo particolare, complessivamente, fa sì che l’opera di Vaccarini fronteggi il paesaggio a viso aperto, sostenendone lungamente lo sguardo.
Segue parte della relazione di progetto.
Il dettaglio del rivestimento litico
L’area di intervento è l’ultima porzione di suolo a disposizione per l’ampliamento del cimitero. Posizionata all’estremo nord del perimetro cimiteriale si trova sul crinale di un colle che guarda verso il mare; un panorama di straordinaria bellezza e suggestione. L’idea di progetto è quella di strutturare un sistema insediativo che si faccia carico di questa duplice condizione: terminale dell’impianto cimiteriale (una sorta di testata contrapposta all’ingresso principale), elemento del/sul paesaggio (che, dunque, dialoghi con questa presenza ambientale molto forte).
Il progetto tenta di dare risposta ai due enunciati principali attraverso alcuni dispositivi:
_la geometria; la struttura insediativa riprende le geometrie dell’impianto storico del cimitero, ne definisce un dialogo a distanza fatto di allineamenti, adiacenze, punti di collimazione.
Il risultato è un impianto sostanzialmente a pettine in cui delle “dita” (i corpi di fabbrica) utilizzano nel loro disporsi un graticcio di allineamenti (un codice a barre) che dialoga con l’impianto del cimitero.
_ il paesaggio; i corpi di fabbrica filiformi si aprono sul paesaggio scardinando anche uno dei componenti canonici del sistema cimiteriale: il recinto. La forza della presenza paesaggistica apre il muro di cinta in scaglie che inquadrano il paesaggio; il mare diventa uno degli elementi di dialogo dell’architettura, la muratura, tagliata, è alla costante ricerca di punti di vista, di affacci.
_il declivio; il sito in pendenza ha informato una organizzazione su due livelli raggiungibili alle due quote principali del progetto. I corpi di fabbrica si pongono come degli elementi di cucitura dei vari salti di quota.
_i materiali; i materiali del progetto sono essenzialmente due: il rivestimento in pietra e l’intonaco. I corpi di fabbrica sono pensati come dei volumi monolitici “tagliati” da geometrie che come traccianti invisibili producono tagli e lacerazioni; i volumi sono rivestiti in pietra, le sezioni lasciate scoperte dai “tagli” sono in intonaco bianco.
Il rivestimento è realizzato con una pietra grezza con forti variazioni cromatiche, l’idea è quella di una moltitudine di pixel. Il suo è un uso “scarno”, le fughe tra i vari ricorsi sono state lasciate aperte per rivelare la teoria di fili che si inseguono ed intrecciano e che talvolta creano delle fessure che governano le altezze degli elementi di chiusura disegnandone il partito architettonico.
La prospettiva dell’insieme
Ampliamento del cimitero di Ortona, Chieti
Giovanni Vaccarini
Collaborazioni: Berardo Matalucci, Cosimino Casterini
concessionario ed esecutore: consorzio Progetti & Finanza
Progetto: gennaio-maggio 2005
Inizio lavori : giugno 2005
Ultimazione : marzo 2006
280 loculi – 109 cappelle (1090 loculi laterali)
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di Alberto Ferraresi
(Visita il sito di Giovanni Vaccarini)
(Visita la pagina sul cimitero di Portela)
15 Aprile 2007, 13:58
Daniel-Caliari
Ciao, nel comune si San Giovanni Teatino, Mario Botta si è offerto di progettare la nuova chiesa, progettando però anche l’abbattimento della vecchia, moli fedeli e non si sono opposti, la curia però sostiene che un “esimio maestro” non si tocca, mi piacerebbe sapere cosa ne pensa un architetto di questa cosa, potrete trovare tutta la discussione nata sulla questione sul blog http://www.sgt.abruzzo.it
saluti e grazie