26 Maggio 2005
Cultura e Idee Eventi Pietre dell'identità Toscana
A Lucca la presentazione de "L’architettura di pietra", con Antonio Paolucci e Augusto Romano Burelli
Le preziose sale di Palazzo Bernardini di Lucca, sede dell’Associazione Industriali, hanno accolto la presentazione del volume “L’architettura di pietra” di Alfonso Acocella in una atmosfera di elegante rendez-vous. Nell’introdurre il dibattito Luciano Mancioli, Presidente dell’Associazione degli Industriali della Provincia, e l’architetto Pietro Carlo Pellegrini, presentano il progetto come investimento in conoscenza scientifica che lega la ricerca in ambito accademico a quella applicata del mondo produttivo, esplicitando l’obiettivo di rilancio dei materiali lapidei, ringraziando i sostenitori quali Lucense, Cassa di Risparmio e Camera di Commercio.
Quali relatori ospiti, invitati all’incontro per apportare un personale contributo alla interpretazione dell’opera “L’architettura di pietra”, il Prof. Antonio Paolucci, Sovrintendente per il Polo Museale Fiorentino ed il Prof. Augusto Romano Burelli, Ordinario di Progettazione architettonica alla facoltà di Architettura di Venezia; in chiusura è chiamato l’autore a rendere partecipe il pubblico delle proprie attività di ricerca, in particolare a comunicare contenuti e scansione cronologica del progetto “L’architettura di pietra” così come espansa nell’ambiente del web.
L’esposizione del Prof. Antonio Paolucci è avvincente, impegnata, condotta con sensibilità ed intensità. Comunica la personale fruizione del libro, del compulsare di pagine, dello scorrere quasi cinematografico le immagini, della lettura de “L’architettura di pietra”. In un momento storico profondamente segnato dalle difficoltà e dalle “crisi”, riconosce “potere terapeutico” all’arte, alla produzione di sapere e così anche al progetto editoriale de “L’architettura di pietra” che investe il mondo della ricerca sui lapidei apportando a tale settore nuove conoscenze e valori.
Del volume il Prof. Paolucci apprezza la struttura generale, la sequenzialità tematica, la capacità evocativa delle immagini e non manca di sottolineare l’efficace relazione tra i contenuti e il progetto grafico. I passi ai quali Paolucci fa riferimento richiamano elementi, materiali e opere in un ispirato contrappunto all’autore, ricordando delle predilette Pietre d’Italia la storia ed i colori, il valore simbolico, le vive impressioni; la materia “pietra” – così oggettiva, reale e pesante – mette in luce la propria forza nel dare sostanza all’architettura, significato alle città, carattere al paesaggio geografico.
“Catturato”, in particolare, dall’essenza e dalla “pulsione” coloristica delle pietre, che il testo ha riportato in vita, lo storico dell’arte descrive i caratteri dei più apprezzati litotipi italiani, in una pervasiva evocazione linguistica, muovendosi tra riferimenti del mondo classico, citazioni letterarie e personali suggestioni.
Come il discorso di Acocella diparte da radici antiche poste a confronto con realizzazioni attuali, così il Prof. Paolucci dalle pietre consunte dal tempo si spinge sino a comunicare ammirazione per le molteplici opere di architettura contemporanea documentate nel libro, portatrici di rara bellezza. Imparare a riconoscere il “bello” e lasciare che esso ci ipnotizzi, nota Paolucci, può essere un viatico al difficile momento presente e l’opera di Acocella svolge in questo senso un ruolo fondamentale.
Relatori (da sinistra: M.Pardini, A.R.Burelli, A.Paolucci, L.Mancioli,P.C.Pellegrini, A.Acocella
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Di pari intensità comunicativa si palesa subito “l’ingresso in scena” del Prof. Augusto Romano Burelli.
Come nell’architettura è sempre presente l’intreccio tra “ars” e “techne”, così l’argomentazione si sposta con il Prof. Burelli dal piano del progetto come opera d’arte – la pietra, per sua natura, promana da sempre valore estetico – alla lettura per modi e prassi esecutive, più precisamente di ordine tecnico.
L’attualità ed il carattere innovativo del libro sono a suo giudizio comprovati dalla rinnovata e forte attenzione dell’architettura contemporanea per il materiale litico; il Prof. Burelli sviluppa in particolare la teoria ed il tema tecnico del rivestimento, per giungere al progetto della “facciata”, di cui è profondo conoscitore.
Privilegiato è il suo punto di vista e unica l’esperienza, poichè dal suo personale “osservatorio” berlinese può farsi testimone della situazione nord europea ponendola sempre criticamente in parallelo a quella italiana. Avanzate tecnologie, nuovi utensili, macchine e materiali, inedite metodiche e procedure di cantiere distinguono il mondo attuale dell’architettura di pietra anche dal più recente passato; le tecniche si impongono al progetto di architettura come “assediandolo” in una continua corsa all’innovazione e l’idea del continuo progresso delegittima talvolta il passato, illudendo di aver superato col tempo – e per sempre – molti gradini della conoscenza. Nel libro di Acocella, evidenzia il Prof. Burelli, la storia è invece assorbita nel presente e lavora su di noi (lettori-lettori o lettori-architetti) perchè sempre accostata alla contemporaneità; lo studio degli archetipi (finemente posti al plurale nella titolazione dei capitoli, per esprimere la varietas delle famiglie morfologiche storicamente stratificatesi a partire dai tipi architettonici originari) il disvelamento di magisteri costruttivi sottesi nelle realizzazioni del passato, apportano essenziali inferenze sul piano interpretativo, critico, operativo dell’oggi.
Ed osserva il Prof. Burelli essere proprio di ordine “critico”, ancor più che scientifico, il deficit culturale del presente.
L’attitudine “critica” è capacità di riconoscere i propri limiti e le proprie possibilità; coscienza, quindi, della condizione attuale del progetto di architettura, quando l’artigianato costruttivo è ormai assente dai cantieri e l’impresa tradizionale è messa in crisi; ma anche cosciente acquisizione tecnica delle inedite possibilità che nuovi utensili automatici, le pietre “ricostruite”, il montaggio a secco dei componenti, possono offrire alla progettazione architettonica, affinchè si riappropri del proprio “ordine costruttivo”, senza divenire tuttavia ostaggio delle tecniche.
“L’architettura di pietra”, come una fucina di idee, ha volontà di comunicare il suo percorso di ricerca ed i suoi risultati disciplinari al maggior numero di persone diffondendosi e raggiungendo anche le nuove generazioni di architetti (quelle della rivoluzione digitale) attraverso il medium elettronico.
Così “L’architettura di pietra” viene proiettata da Alfonso Acocella nell’orizzonte più ampio e “fluido” costituito dall’ambiente del web, aggiungendo alla fisicità e corposità dell’oggetto libro (al pari del tema litico) il valore oggi imprescindibile della leggerezza, della trasferibilità, della velocità comunicativa.
Alfonso Acocella non si sofferma a descrivere ulteriormente l’opera a stampa illustrando al pubblico incuriosito il progetto nato in rete, nell’ambiente libero ed ipertestuale del web, come nuova opera collettiva di editoria digitale. Illustra il concept del weblog architetturadipietra.it, poi le fasi principali del progetto digitale come innovativo dispositivo di comunicazione, cadenzato ritmicamente nei suoi passaggi cronologici dei prossimi anni fino all’editazione online di un ambizioso portale web sull’architettura di pietra in continuo arricchimento ed aggiornamento di contenuti.
Internet, ambiente fluido e mutevole, è più veloce della scrittura stessa. Tuttavia la grande risorsa della rete consiste proprio nella potenziale intercreatività, continua aggiornabilità, nell’immenso spazio di editazione consentito, riguardabili come valori aggiunti rispetto al dispositivo tradizionale del libro. L’attenzione del lettore non è trattenuta su pagine fisse e il fruitore diventa in un certo modo egli stesso co-autore potendo completare sempre il senso dei contenuti in forma libera; la pagina è solo nodo di passaggio, come il pensiero ed il sapere stesso se intesi come “flusso” dinamico, aperto e multinodale.
Il volume de “L’architettura di pietra” entro l’anno – afferma Alfonso Acocella – sarà disponibile online, si potrà “sfogliare” perchè digitalizzato e reso condivisibile nell’ambiente del web: è l’avanzamento dell’innovativo e complesso progetto indirizzato ad ibridare i due sistemi (la stampa e la rete), per rendere i due mezzi collaborativi.
La produzione di contenuti digitali ritornerà annualmente al medium cartaceo anche attraverso pubblicazioni a collana che riediteranno gli argomenti più significativi editati online destinati altrimenti, per la natura stessa della rete, all’a-sistematicità: il primo volume de “Annali_architettura di pietra.it” è previsto per gli inizi del 2006.
Momenti di incontro e dialogo a Palazzo Bernardini
di Veronica Dal Buono