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7 Marzo 2013

Opere di Architettura

Antón García-Abril
Scuola di Alti Studi Musicali della Galizia Santiago de Compostela,
Spagna, 1999-2003

English version

Il Centro de Altos Estudios Musicales a Santiago si trova all’interno della Finca Vista Alegre, una delle più grandiaree verdi nei dintorni del centro storico. Definita come un parco universitario, Finca Vista Alegre ospita un complesso di edifici destinati alle attività accademiche e di ricerca: la Casa de Europa, il Centro de Estudios Avanzados, il centro universitario IDEGA e il Centro de Altos Estudios Musicales, dedicato ai corsi di perfezionamento per la formazione dei musicisti dell’Orchestra della Galizia.
Il programma di concorso prevedeva l’inserimento di un nuovo edificio in fianco a un padiglione già esistente, il Centro de Estudios Avanzados, costruito dall’architetto galiziano César Portela. Qui era richiesta la realizzazione di alcune aule per l’educazione musicale – con volumetria, altezza, posizione e materiali definiti – in un esercizio antimetrico rispetto all’esistente, di dimensioni e materiali simili.
La percezione dell’edificio da distanze differenti definisce livelli di lettura sovrapposti. Da lontano, l’edificio sembra sprofondare nel terreno. Esso aderisce, senza alcuna continuità, al tappeto verde che costituisce la superficie dell’area, ritagliando la sua figura in modo netto nello spazio del giardino, come una roccia con “volontà cubica”. Se invece lo osserviamo da una distanza media, si nota il bordo: il limite, che prima profilava una forma quasi perfetta, lascia spazio all’indefinitezza; appaiono così la traccia di una linea spezzata, che deforma gli spigoli, e una vibrazione superficiale di luce, materia e ombra che fissa un ritmo di sette parti.


Vista della facciata settentrionale e orientale

Ci avviciniamo ancora e la forma risulta rotta; i pezzi saltano, esprimendo la loro materialità abrasiva e definendo vuoti che ci forniscono la scala costruttiva dell’edificio. Incisioni di luce tagliano di sbieco la facciata e, percepite da lontano, trasformano il vuoto in un’ombra che parla di sottrazione di massa attraverso la luce nel paramento verticale, mentre le due grandi perforazioni risultano essere conseguenza diretta del grande volume interno.
La facciata granitica è costituita da pietre tagliate “sul lato contrario”, cercando il piano di “stereometria” naturale, che permette che il granito si rompa più facilmente. Si tratta di un sistema costruttivo che utilizza tecniche di trapanatura per rompere il blocco servendosi delle parti laterali, all’interno di un lavoro di re-impostazione del processo di rottura e taglio della pietra. In ciò vi è una ricerca dell’espressione costruttiva del materiale nel modo tramandato dalla storia, con riferimento alle antiche culture costruttive egizie e romane. Dal punto di vista funzionale, i requisiti acustici dei diversi ambienti sono stati determinanti per la definizione del disegno.


Vista notturna

Per questo gli spazi in cui le sollecitazioni acustiche erano maggiori sono stati disposti in un grande basamento sotterraneo in cemento, che dà forma all’attacco a terra dell’edificio e agli accessi e che regola le pendenze del terreno. In esso trovano spazio le aule più grandi (auditorium, elettro-acustica e percussioni), in grado di ospitare un grande numero di studenti e di spettatori occasionali.
I piani superiori sono ordinati “per corone” da percorrere lungo l’anello interno, le cui dimensioni e il cui carattere pubblico si riducono a mano a mano che si sale. L’ultimo piano è infatti destinato alle aule-studio e agli uffici dei docenti.
L’espressione dell’opera deriva dalla contrapposizione e dalla dualità, elementi che definiscono lo spazio nelle proporzioni, nel timbro e nei materiali fino a raggiungere la complessità. La distorsione, che si sovrappone all’armonia, evoca la purezza di entrambe le condizioni spaziali, provocando un’inquietudine in termini sia di materia sia di spazio. Fuori dai canoni, l’edificio intende sviluppare temi architettonici con una composizione e una geometria semplici, raccogliendo le risonanze spaziali dagli echi dei propri stessi limiti, rappresentati negli esterni dalla carballeira (il giardino), dall’acqua e dalla luce galiziana, e negli interni dai piani lapidei tagliati dall’esterno (o forse esplosi in quella direzione), tutti elementi che configurano lo spazio. Si è voluto realizzare un’architettura profondamente radicata nel contesto galiziano, basata sulle specificità culturali e ambientali, che segnano la memoria del luogo. È come se l’edificio fosse sempre stato lì. (A.G.A.)


Vista degli interni: il foyer al piano della caffetteria

Dati tecnici
Centro di Alti Studi Musicali della Galizia
Indirizzo
Rúa das Galeras Salvadas, Finca Vista Alegre,
Santiago de Compostela, Galizia, Spagna
Data di progettazione
1999-2000
Data di realizzazione
2000-2003
Data di inaugurazione
10 giugno 2004
Committente
Consorzio della Città di Santiago de Compostela, Galizia, Spagna
Progettazione
Antón García-Abril Ruiz, Madrid, Spagna
Progettazione tecnica e responsabile del cantiere
Javier Cuesta
Collaboratori
Ensamble Studio: Andrés Toledo, Arantxa Osés, Bernardo Angelini, Claudia Gans, Débora Mesa, Eduardo Martín Asunción, Guillermo Sevillano, Johannes Gramse, Nacho Marí
Impresa di costruzione
OHL Obrascón Huarte Lain S.A., Madrid, Spagna
Installazioni
Obradoiro Einxenieros
Materiale lapideo utilizzato
Granito di Mondariz, Galizia, Spagna
Fornitura e installazione della pietra
Granichan S.L., Salvaterra do Miño, Pontevedra, Spagna

Rieditazione tratta da Nuova estetica delle superfici, a cura di Vincenzo Pavan
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