20 Febbraio 2012
Opere di Architettura
Villa a Lugano, Svizzera
Architettura, arch. Antonio Antorini
Interiors, arch. Carlo Colombo
La villa organizza gli spazi in base alle visuali panoramiche sul lago.
La Svizzera è tra i paesi europei in cui maggiormente lo stile internazionale ha raggiunto anche le sensibilità delle persone comuni, specialmente nella sua accezione modernista declinata secondo le migliori modalità espressive concesse dal beton. Il termine proposto in lingua francese, come scelto da Alberto Caruso nell’editoriale del numero monografico dedicato recentemente da Costruire in Laterizio, allude direttamente all’esperienza transalpina, alla ricerca sul materiale operata da Le Corbusier, al secolo scorso. Rino Tami, poi la generazione di Aurelio Galfetti (nato a Lugano nel 1936), Luigi Snozzi (nato a Mendrisio nel 1932) e Livio Vacchini (nato a Locarno nel 1933) sono primari interpreti di quest’orientamento. Antonio Antorini, pure ticinese, nasce nel 1936; le prime esperienze professionali sono all’interno dello studio di Rino Tami; lega poi frequentemente la propria attività a quella del coetaneo Galletti. Con una ricercata matrice razionalista – strategia d’ordine dopo il disorientamento provocato dalla seconda guerra mondiale – progetta edifici di notevole contenuto tecnico e linguistico. È suo il progetto architettonico di quest’abitazione.
Per composizione fisico-chimica, seppur con processo naturale sviluppatosi ovviamente nell’arco di millenni, le pietre arenarie costituiscono il materiale di cava in assoluto più vicino al beton, poiché frutto della miscela di sabbie divenute pietra per calcificazione, mediante leganti. Del resto convintamente pure Luigi Snozzi dichiara di trarre dalla natura i motivi della propria architettura, di fatto affidandosi comunque quasi esclusivamente all’estetica dei cementi. Ha sostenuto, in un recente intervento a Como: “La varietà è il preludio alla monotonia, se si vuole evitarla è necessario ripetere lo stesso elemento.” Tale pervicace sforzo di riduzione a poche componenti lo avvicina, ma per scelte su altri materiali e forme, a Mario Botta. Per entrambi conseguentemente le eccezioni alla regola in assoluto si distinguono con maggiore forza.
I cristalli costituiscono l’unico elemento di divisione fra esterni ed interni.
Forti di questa consapevolezza sull’origine del materiale, in logica continuità con la tradizione locale più recente, per gli esterni di quest’abitazione affacciata sul panorama del lungolago sono state scelte lastre litiche di Il Casone con finitura sabbiata, posate su disegno a casellario per lo più a secco, così da occultare le sottostanti raccolte dell’acqua meteorica per le terrazze ed i bordo-piscina. Occasionalmente i lapidei pure risalgono verticalmente ad abbracciare le fioriere disegnate entro gli spazi aperti pavimentati. La sabbiatura cerca un morbido dialogo con la naturalità dell’intorno, ulteriormente ingentilendo le linee rigorose dell’abitazione, in parte rispettose della migliore tradizione elvetica contemporanea, in parte forse pure orientate agli esiti tecnici e formali di alcune ricerche architettoniche di respiro ancor più internazionale. L’installazione delle parti in pietra è di ArcStudio.
All’interno le lievi asperità tipiche delle sabbiature lasciano spazio a lucide finiture levigate e spazzolate, in accordo con la maggiore lucentezza delle doghe lignee e dei riflessi delle ampie vetrazioni in cristallo, poste a proiettare gli interni nel panorama circostante e, allo stesso tempo in direzione opposta, ad accogliere all’interno la liquidità del lago e la solidità dolomitica.
L’architettura degli interni è progettata da Carlo Colombo, firma italiana molto nota nell’ambito del design industriale per le importanti numerose collaborazioni con aziende primarie e per i riconoscimenti ottenuti nel settore: in particolare con i contenitori Speed per Zanotta, con il tavolo Nicolò per Ycami, con il letto Prins per Flou, con il divano Femme e la collezione Cloud per Arflex, con una lampada da tavolo per Waestberg, e con il tavolo Air per Poliform.
Gli accostamenti naturali interni.
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