15 Dicembre 2011
Opere di Architettura
Spazi nel verde e a cielo aperto
Frassinago18 insideout
L’allestimento parigino al Maison & Objet.
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Il sogno della fuga dagli affanni metropolitani alla volta delle pacifiche atmosfere del mondo rurale fa tappa al Maison & Objet di Parigi, nell’edizione dell’anno 2011. DeCastelli, con Frassinago18 insideout ed Il Casone, dà forma al sogno ed allestisce una scenografia di vera natura e forza immaginativa.
Dalla fine del ‘600 la meraviglia è divenuta sempre più strategia compositiva per i padiglioni espositivi. Proprio in ambito culturale francese Descartes fra i primi l’ha codificata quale sorpresa improvvisa dell’anima, per cui essa si volge a guardare con attenzione quegli oggetti che sembrano rari ed eccezionali. Ebbene: al coperto dei padiglioni il giardino è orizzontale e verticale. Le molte essenze si compongono con i metalli preossidati e inossidabili – per condizione di natura o per verniciatura. Il legno dei calpestii è riproposto in doghe lapidee; la variabilità cromatica tipica è assecondata dalle differenti tonalità delle arenarie e dall’accostamento di superfici in finiture scabre secondo diversa gradazione. Il pavimento galleggiante è pure proposto nei grandi formati, rettangolari e quadrati. In parete verticale le lastre si compongono a casellario con rame preinverdito lavorato a cassetta e con riquadri in verde naturale. Telai scatolari leggeri di varia dimensione, assottigliati dalle verniciature chiare, si contengono l’un l’altro offrendo riparo alla vista dalla luce diretta. Le loro coperture e fianchi in tubolari sottili, sovrapponendosi, creano atmosfere ombratili che si replicano a terra, accrescendo il valore delle coloriture proprie di ogni materiale. Appena oltre le verande, a Giverny parrebbe di poter scorgere il campo di papaveri di Claude Monet, così come nella cuccia all’aperto, fra l’evocazione ed il gioco, sembrerebbe sentirsi il cane far le feste all’ospite.
Con oltre 70.000 visitatori equamente suddivisi fra francesi ed internazionali, la fiera parigina degli oggetti e delle finiture per la casa per interno ed esterno ha registrato la costante crescita anche nei cinque giorni d’apertura di quest’anno.
Due dettagli delle doghe in Pietra Forte Fiorentina bottonata.
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Il sogno di contemplare e sentirsi parte della natura si conferma per Monet ne La terrazza a Sainte-Adresse. Il senso di piacevolezza familiare all’interno di questo ritratto quasi d’ozio domenicale è ricostruito in concreto: infatti per le due figure sedute rivolte al mare posano il padre ed una zia del pittore; per le figure di fronte, una cugina ed un amico. I fiori circondano il piccolo salotto all’aperto ritagliando la terrazza alla terraferma ed unendola idealmente al mare.
Nei diversi ambiti artistici la terrazza è del resto ripetutamente scenario e tema. Van Gogh commentando il romanzo Bel-Ami di Guy de Maupassant scrive: contiene una descrizione di una notte illuminata di stelle a Parigi con i caffè vivacemente illuminati sul boulevard ed è pressappoco lo stesso soggetto che ho appena dipinto. Sta pensando al proprio Terrazza del caffè la sera. Venendo all’Italia ed agli anni più recenti, la poesia di Vittorio Sereni ritrae le visuali da una terrazza pensile sul lago. Ettore Scola intitola alla terrazza una pellicola in cui allo spazio affacciato all’esterno sovrappone la lettura del salotto letterario, punto d’incontro d’intellettuali di diversa estrazione.
Mite e soleggiato per ampi tratti dell’anno, il clima è primo alleato degli spazi interesterni caratterizzanti le architetture d’area mediterranea. Lo è al punto da farne caratteristica propria dell’architettura discendente dai tipi d’epoca romana agli occhi di Gio Ponti. Eppure la tipologia della terrazza deve attendere il Rinascimento per accreditarsi quale vero tipo architettonico, ed ancor più deve attendere il Movimento Moderno e l’International Style per far proprie le coperture piane degli edifici. In questo senso, in Italia, la copertura di Casa Malaparte costituisce esempio classico ed eccezionale. Invece quale scenografia ideale di salotti non solo letterari terrazza Martini si propone quale alternativa, divenendo da subito modello: dal quindicesimo piano del grattacielo di Piazza Diaz sovrasta il centro di Milano con visuale a 360°. Progettata da Tommaso Buzzi alla fine degli anni ’50 di secolo scorso, è rinnovata negli anni ’90 ed ancora nel 2007. Interessa ora particolarmente il lavoro degli anni ’90, condotto in equipe da un gruppo di primari interpreti dell’arte dei giardini, degli interni e dell’arredo.
Il lavoro d’equipe pure caratterizza la reinterpretazione contemporanea di alcune terrazze da parte de Il Casone, di Frassinago18 insideout e di DeCastelli; in esse la pietra sa farsi doga all’occorrenza e si affianca con naturalezza al legno ed al verde.
Dentro e fuori terrazza Martini.
Con un click sull’immagine, visuale a 360° da terrazza Martini
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