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14 Novembre 2011

Opere di Architettura

Museo Hermitage di Amsterdam
Merkx+Girod


Un ingresso con in evidenza il bancone di reception.

Per la nuova sede dell’Hermitage di Amsterdam, succursale olandese del celebre museo di San Pietroburgo, la scelta è caduta su Amstelhof, nel tentativo di dare nuova vita ad un seicentesco edificio adibito per oltre due secoli a casa di cura per anziani, chiuso nel 1900 e che ora dopo un lungo restauro si offre ai visitatori come ben più di un semplice spazio espositivo.
Il maestoso edificio estende la sua ampia facciata sulla riva del fiume Amstel per 102 metri e sviluppa la pianta quadrata attorno ad un’ampia corte centrale, dando vita ad un maestoso complesso scandito dalla simmetricità e dalle proporzioni.
Il restauro è stato coordinato dall’architetto Hans Van Heeswijk che tra il giugno del 2007 e il giugno del 2009 ha completamente ridisegnato l’edificio rispettando tuttavia la struttura originale delle fabbriche storiche e ricavando 9.000 metri quadrati di spazi espositivi, suddivisi in due saloni principali e 44 sale minori. Gli architetti Merkx+Girod sono stati invece incaricati di disegnare l’interno del museo quando il progetto architettonico era pressoché completo e il layout distributivo determinato.
Per il progetto d’interni gli architetti hanno sviluppato una strategia in cui risultano fondanti alcuni principi: la monumentale pelle esteriore è rimasta intoccata, sia all’interno sia fuori; i divisori ed i pavimenti hanno seguito la struttura complessiva delle fabbriche, liberandosi di tale riferimento solo in funzione di necessità programmatiche particolari; elementi speciali sono stati progettati e posizionati localmente per evidenziare specifiche identità degli spazi ove richiesto. Ne sono un esempio le colonne ed i rivestimenti dei solai, tenuti distaccati da travi e muri perimetrali per accrescerne il carattere monumentale. Altro esempio è offerto dalle pareti interne, ispessite sino ad 80 cm per contenere le installazioni tecniche, in tal modo rese invisibili. Queste pareti includono pure vetrine, finestre ed aperture, divenendo spazialmente più interessanti lungo la sequenza di vani costituita da reception principale, negozio del museo, ristorante, education center e hall monumentale.


Uno spazio distributivo interno.

Tutte le recenti trasformazioni del museo poggiano su un piano pavimentale in pietra serena dai tipici riflessi cerulei opera della ditta fiorentina Il Casone; essi s’appropriano della scala monumentale dopo essersi estesi agli orizzontamenti principali dell’intero complesso, in modo diffuso, con posa di lastre a quadri regolari non sfalsati.
Gli spazi interni sembrano molto più ampi di ciò che ci si aspetta osservando l’edificio dall’esterno, infatti muri e divisori interni sono stati eliminati per creare spazi espositivi fluidi e continui. La scansione delle finestre in successione guida il visitatore in modo intuitivo nell’esplorazione delle sale. Il risultato è una eccezionale coesione tra architettura ed interni.
Il lavoro di Merkx+Girod è caratterizzato da un approccio analitico al disegno di progetto combinato con la passione per il dettaglio, i materiali, i colori, producendo risultati sorprendenti per qualità tecnologica ed eleganza. Il lavoro di Merkx+Girod spazia da edifici privati a strategie complesse per grandi e complessi edifici pubblici riuscendo comunque a mantenere una coesione speciale tra architettura ed interni.


Due scatti fotografici dei nuovi interni.

Gli architetti Merkx+Girod hanno curato anche l’ampia mostra inaugurale “Alla corte russa”, che attraverso una selezione di circa duemila oggetti tra abiti, gioielli e arredi ha fatto rivivere il fasto degli Zar sottolineando l’antico legame tra Russia e Olanda.
Il paesaggista Michael van Gessel ha ripensato gli spazi aperti della corte creando un meraviglioso spazio verde proprio nel cuore della città il cui disegno si ispira semplicemente all’edificio e ai suoi ritmi. Dei quattro castagni monumentali tre restano a testimoniare la storia dell’edificio e contribuiscono a definire in modo asimmetrico l’ambiente della corte. Un progetto semplice, elegante e curato che utilizza materiali durevoli.
Più che uno spazio espositivo l’edificio può essere definito una vera e propria cittadella dell’arte che comprende un ristorante, un centro studi, le aule didattiche di Hermitage for Children, un auditorium, negozi e un caffè-ristorante.
Il percorso previsto per i visitatori parte dallo storico ingresso sul fiume Amstel; attraverso l’ampia corte si raggiunge poi l’accesso vero e proprio al museo sul lato opposto, dove sono situati anche il ristorante Neva, l’auditorium e le sale conferenza accessibili anche separatamente.
Dove rivesta ruolo funzionale nell’articolata struttura del museo, lo spazio rimane silenzioso, parte della chiara strategia complessiva. Dove invece prevalga la necessità d’evidenziare specifiche funzioni, lo spazio è caratterizzato in modo più libero.
Il successo di un intervento su un edificio monumentale può avvenire, come in questo caso, solamente riconoscendone e rispettandone le qualità originali.
Permangono comunque in tutto il complesso un’identità ed un senso unitari, seppure gli interni siano allestiti con sicura varietà ed emozionalità.


La scala monumentale.

di Debora Giacomelli

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