12 Settembre 2011
Design litico
G Club Fitness & spa a Vimercate
Stefano Fumagalli
L’articolazione dei piani orizzontali; le differenti caratterizzazioni degli spazi per il relax.
I numerosi grandi interventi a destinazione commerciale e per il terziario nelle periferie metropolitane spesso si avvalgono dell’impiego di sistemi di prefabbricazione pesante, a creare in tempi ridotti contenitori edilizi di grandi volumetrie. Ciò induce ad una progettazione degli interni successiva al completamento dei fabbricati, che deve fare i conti con caratteristiche dimensionali immodificabili. Non pare questo del tutto il caso del G Club Fitness & spa a Vimercate: situato ai piani bassi di un edificio multipiano, si dota infatti sia di una vasca parzialmente rialzata rispetto ai calpestii circostanti, sia di una piscina le cui profondità devono essere note già in fase di progetto.
Allo scavo operato al suolo per la vasca principale, affiancato ad occasioni puntuali di sopraelevazione rispetto al piano di calpestio, risponde superiormente un’alternanza di sfondati e lucernari. Da questi ultimi proviene una buona dose di luce naturale. La ricchezza di luce interna è accresciuta artificialmente dall’inserimento di linee luminose a sorgente nascosta, poi da corpi lampada a vista sia a luce calda sia a luce fredda, quindi dal gioco di riflessi sull’acqua delle vasche e sulle vetrate laterali. La sfumatura calda o fredda della luce contribuisce a dare corpo ai dettami cromoterapici applicati lungo lo specifico percorso a cui sono chiamati i fruitori degli spazi: gli attraversamenti segnati dalla luce accentuano infatti quanto con coerenza pure proposto con le temperature dell’acqua, con le atmosfere dei materiali, con le attività assegnate a ciascun ambiente. Questo centro propone attrezzature per il relax quali idromassaggio, sauna, biosauna, bagno turco, vasca e docce tropicali; propone parallelamente attività faticanti: nella piscina da 25 metri a 4 corsie oltre al nuoto libero si svolgono corsi di acquagym e idrobike.
A maggior ragione in un centro benessere al chiuso, ove non ci si possa avvantaggiare della visuale panoramica sul paesaggio, la ricerca del benessere sensoriale ed il riscatto dell’artificialità del mondo all’esterno è perseguito mediante la naturalità dei materiali: pietra, acqua e legno conferiscono tranquillità ed armonia sensoriale, aiutando l’ospite a conciliare corpo e mente.
Alcuni dettagli di posa delle lastre lapidee; la vasca per l’idromassaggio.
La pietra è applicata orizzontale e verticale. La posa orizzontale assolve al tema fondamentale per i centri benessere di fornire una soluzione altamente tecnica ed al contempo altamente funzionale ai camminamenti, linee guida dei fruitori nell’attraversamento degli spazi. La posa verticale costituisce lo sfondo di ogni scenario interno ed il primo contatto offerto alle mani di ciascuno.
L’arenaria Giallo Girasole fornita da Il Casone lega tutti gli spazi, accompagna il visitatore attraverso le sale come a voler creare ulteriore percorso dei sensi, ora nel calpestio ora nelle pareti rivestite o nelle stesse piscine. La scelta ricaduta sulla pietra anche per lo spazio centrale occupato primariamente dall’acqua e dai riflessi del grande lucernario, la rende definitiva protagonista del progetto. La vasca, con l’idromassaggio ed i gradini che accompagnano l’ospite ad immergersi, pare il risultato dell’intaglio nell’unico monolite: è in realtà rivestita con lastre lapidee dello spessore di 4 cm; sul perimetro la pavimentazione si ribassa rispetto al resto del calpestio ad alloggiare le raccolte dell’acqua. Precisi intagli negli spessori della materia mitigano l’impatto delle integrazioni impiantistiche.
La superficie lapidea, sabbiata e resa così ruvida per le necessità antiscivolo nelle zone più prossime alla piscina, è levigata nel resto della pavimentazione; la stessa pietra, in grandi formati, è pure utilizzata per vestire le paraste, che alternandosi a porzioni d’involucro tinteggiate e ad ampie vetrate, creano quinte suggestive nelle pareti perimetrali. Le lastre, dello spessore di 2 cm e tagliate secondo le misure definite a casellario, sono sabbiate e posate sfalsate a suggerire una sorta di movimento visivo nella parete del corridoio, oltre i divisori in cristallo. La medesima pietra si estende inoltre alle docce secondo i modi applicativi del mosaico: accompagna così la sinuosità delle pareti curve, evidenziando ancora una volta la molteplicità di declinazioni di cui il materiale lapideo è capace.
Le fotografie sono di Giovanni De Sandre.
Il gioco di riflessi sull’acqua; una doccia con rivestimento a mosaico.
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