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Il travertino e l’arredo urbano
Incontriamo Raffaella Zizzari dello Studio Paladini

Raffaella Zizzari

Raffaella Zizzari

Intervista a cura di Laura Della Badia

Uno studio-impresa che si muove tra progettazione, design e grafica; un’azienda toscana che da tre generazioni si occupa del travertino, con un occhio sempre attento alla ricerca e ai nuovi linguaggi: la collaborazione tra lo Studio Paladini e Travertino Sant’Andrea è iniziata da pochi anni, ma ha già prodotto una linea di arredo urbano (Arredo Dipietra) che rivoluziona il concetto di urban design attraverso elementi essenziali, modulari, ecologici e a basso impatto ambientale.
Ho incontrato Raffaella Zizzari, titolare dello Studio Paladini insieme a Paolo Paladini, nella cornice di Build Up Expo, il salone dell’architettura e delle costruzioni che Milano ha ospitato dal 6 al 10 febbraio. All’interno dello stand, ospitate da una sagoma in travertino e circondate da fioriere, cestini e fontane, abbiamo parlato di creatività, di made in Italy, ma soprattutto della straordinaria espressività di questa pietra…

Laura Della Badia: Le vostre attività spaziano dall’architettura all’edilizia, dall’arredamento alla comunicazione e al design. Vi definite studio-impresa e avete un approccio interdisciplinare ai lavori di cui vi occupate. Quanto è importante oggi la creatività e in che misura esiste realmente un rapporto tra aziende e mondo dei creativi in Italia?
Raffaella Zizzari dello Studio Paladini: Siamo nati come studio di progettazione più che di architettura, perchè l’idea era quella di seguire il commitente dalla fase iniziale fino alla realizzazione e alla manutenzione dell’opera stessa, quindi è per questo che ci definiamo studio-impresa. Ci occupiamo anche degli aspetti non del tutto tecnici, dallo sviluppo di prodotto alla comunicazione. Quanto alla creatività penso che esista un rapporto di questo tipo in Italia, non a caso il made in Italy è una realtà consolidata del nostro Paese e il suo successo si riscontra non solo nella moda ma anche nel design. Certo, c’è una grossa differenza tra l’Italia e altre realtà, perchè da noi molto dipende anche dalle relazioni personali, a volte poco chiare e non sempre mirate al prodotto.

L. D. B.: Arredo di Pietra è la linea di Travertino Sant’Andrea con cui avete proposto un nuovo concetto di urban design, caratterizzato da forme essenziali ed elementi modulari, abbandonando la tradizione italiana che si affida per lo più a spessori sottili. Da cosa vi siete fatti guidare: dalle peculiarità del materiale o dalla vostra filosofia progettuale?
R. Z.: L’idea di eliminare lo spessore sottile è legata alla materia: ci siamo fatti ispirare dalla conoscenza del travertino, dalle sue potenzialità e capacità espressive. Crediamo che il travertino in forma massella riesca a valorizzare gli aspetti peculiari e naturali della pietra. Poi è stato molto importante anche l’apporto di Travertino Sant’Andrea, l’azienda che ci ha fatto conoscere ed apprezzare il materiale. Abbiamo capito che è una pietra sempre diversa in ogni punto in cui la guardiamo, quindi, tagliandola con forme molto pulite e lineari, è possibile giocare sulla sua espressività. Se tagliamo un cubo di travertino, vediamo che una faccia non è mai uguale all’altra, e già questo riesce a connotare il prodotto, al contrario di tante altre pietre, belle, pregiate, ma molto uniformi.

Lavorazione
Lavorazioni d’Azienda

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L. D. B.: La linea Arredo di Pietra comprende sedute, portabici, corpi illuminanti, fontane etc. Ci racconta come è nata, quale di questi elementi è stato ideato per primo e come sono stati sviluppati gli altri?
R. Z.: E’ stato più che altro un insieme di idee che sono venute fuori e poi sono state messe a punto via via, anche cercando di capire le esigenze dell’azienda e la fattibilità. Il rapporto tra azienda e creativo è sempre fondamentale per capire se e come l’idea può essere realizzabile, cosa che è molto più facile con una piccola o media impresa.
Anche questo ci ha aiutati a creare un prodotto non standardizzato: questi elementi sono unici, ogni pezzo è diverso dall’altro nelle venature, nelle sfumature, nel colore. A noi sarebbe piaciuto addirittura numerare i pezzi per far capire che si tratta di una collezione e ognuno di essi non è replicabile.

L. D. B.: La realizzazione di elementi monolitici in travertino richiede una particolare lavorazione e specifici trattamenti?
R. Z.: Questi prodotti sono lavorati con taglio sega e la finitura esterna viene lasciata, appunto, a taglio sega. Non è solo una questione estetica, ma anche di durata nel tempo: se si lucidassero o se si levigassero, avrebbero bisogno di manutenzione e trattamenti per mantenere inalterata la lucidità. Il foro aperto, inoltre, fa respirare la pietra. Tutti gli elementi della linea Arredo di Pietra possono essere trattati con resine particolari, per renderli inattaccabili dagli spray per esempio. Alcune amministrazioni ce lo hanno chiesto. Oppure possono essere trattati per eliminare alcuni dilavamenti dovuti a piogge acide, per esempio. Comunque riteniamo che la pietra vissuta risulti ancora più espressiva.

L. D. B.: E le esigenze di manutenzione?
R. Z.: Ha pochissime esigenze di manutenzione. Questa pietra deve esere semplicemente lavata e, se attaccata da spray, basta una sabbiatura per ritornare all’effetto iniziale. Anche il grande spessore facilita questo tipo di operazione perchè, pur eliminando un sottilissimo strato, non si alterano le caratteristiche del prodotto. Inoltre, intervenendo con un’idropulitrice non si avrebbero quegli effetti di deterioramento che si produrrebbero per esempio sul legno, sulla vernice.

L. D. B.: Qual è l’atteggiamento delle pubbliche amministrazioni verso l’impiego di elementi in pietra per l’arredo urbano? C’è una maggiore affezione in Toscana e nel Lazio, dove questa pietra è più diffusa?
R. Z.: Non ci sono state preferenze di questo tipo. Abbiamo avuto per esempio richieste da Torino, anche perchè il travertino si presta molto all’uso esterno e, grazie alle qualità meccaniche e di resistenza, è molto adatto anche agli ambienti marini.

L. D. B.: Resistenza, versatilità, valenza estetica, basso impatto ambientale: qual è il criterio più importante oggi nella progettazione di elementi di arredo urbano?
R. Z.: E’ difficile dividere una caratteristica dall’altra, anche perchè la definizione del design non si riferisce solo all’innovazione formale e alla valenza estetica. Bisogna rispettare anche determinate regole: una normativa che in Italia non c’è ma all’estero è molto sentita e rispettata dai progettisti. E poi bisogna creare un oggetto che non sia solo bello e accattivante, ma funzionale, adatto ad un luogo pubblico, resistente anche agli atti vandalici. L’impatto ambientale è importantissimo, e oggi c’è una grande attenzione verso questo aspetto, ma c’è anche una certa confusione perchè tutti si definiscono ecocompatibili.

L. D. B.: E quello che la pietra riesce a soddisfare meglio degli altri materiali?
R. Z.: Senz’altro la resistenza e la versatilità. Quest’ultima va intesa anche in un senso più ampio: quando uno di questi oggetti termina la propria funzione di seduta, di dissuasore, etc., può essere frantumato e riutilizzato, in un ciclo praticamente eterno. Inoltre, per la forma semplice o per la modularità, questi elementi possono avere più funzioni, per esempio, seduta e dissuasore insieme. L’idea, per alcuni elementi, è stata quella di accorpare più funzioni: dissuasore+seduta, seduta interattiva+corpo illuminante. E’importante che sia accattivante l’aspetto esteriore, ma non basta. Spesso in Italia si fa solo restyling, cioè si dà un diverso aspetto a un prodotto ma non c’è vera innovazione nè formale, nè tecnologica. Il design deve invece conciliare forma e funzione

Design
Design dello Studio Paladini

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L. D. B.: Veniamo agli aspetti economici: la competitività del Travertino si gioca più sulla lunga durata o sui costi effettivi di realizzazione e posa?
R. Z.: Diciamo che Travertino Sant’Andrea ha voluto fare anche una politica di prezzo: i prodotti sono molto belli e hanno una valenza molto più alta rispetto al valore economico. Il fatto che durino nel tempo e che la manutenzione sia minima gioca a favore. Lunga durata e costi agiscono quindi come due elementi sinergici.

L. D. B.: Quali sono i principali canali attraverso cui è commercializzata la linea Arredo Dipietra?
R. Z.: Abbiamo una rete di vendita e un agente quasi per ogni regione. La linea è nata due anni fa ed è commercializzata da un anno. Facciamo molte fiere, ci facciamo vedere sulle riviste di settore e poi, l’aver fatto determinate realizzazioni ci fa un po’ da biglietto da visita per proporci alle altre amministrazioni. Il rapporto con le pubbliche amministrazioni è anche abbastanza complesso, perchè bisogna interfacciarsi con molti soggetti: dalla fase decisionale alla scelta e all’acquisto del prodotto, fino all’installazione, è un iter molto lungo.
Torino, Cetona, Rimini, Sassari, Gallipoli, sono tra i Comuni in cui abbiamo lavorato. Ora stiamo facendo una cosa interessante anche a Roma.

L. D. B.: Qual è la sua idea sull’arredo urbano oggi? Cosa è cambiato negli ultimi anni e cosa dovrebbe, invece, ancora cambiare?
R. Z.: Mi occupo di arredo urbano da 5-6 anni e mi accorgo che c’è un’attenzione crescente, anche perchè la cura degli spazi pubblici ha un riscontro forte sul piano sociale. Molte amministrazioni pubbliche si stanno muovendo in questa direzione, altre sono ancora legate al prezzo.

L. D. B.: C’è una città per la quale è stata pensata in particolare questa linea? E quella che vorreste arredare con Arredo di Pietra?
R. Z.: La città ispiratrice non c’è stata, forse un’associazione potrebbe farsi però con Pienza, perchè è la città fatta in travertino. Per le forme abbiamo pensato a qualcosa che si adattasse al moderno come all’antico. Una città che ci piacerebbe arredare è Mantova.

Visita Travertinosantandrea.it

L’autore
Laura Della Badia LAURA DELLA BADIA Giornalista e consulente editoriale, è laureata in Lettere Moderne presso l’Università di Napoli Federico II. Ha indirizzato la propria attività verso la comunicazione, avvicinandosi anche alla realtà aziendale con un master di Orientamento all’Impresa (Isvor – Corporate University del Gruppo Fiat).
Dal 2002 opera nel settore della comunicazione di progetto e di design. Si occupa di web marketing, lavora come consulente e giornalista per associazioni legate all’architettura e al design. È responsabile di testate di architettura.

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