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22 Novembre 2010

Letture

Architetture di cava
Quarry Architecture

Architetture di cava Quarry Architecture
(a cura di Vincenzo Pavan)
Motta Architettura, Milano 2010
159 pagine
illustrazioni a colori
testo in italiano con traduzione in inglese
30,00 €

Le cave dimesse sono sempre il risultato di un’intensa attività estrattiva che, dopo avere determinato una profonda alterazione nella fisionomia e nella struttura del territorio, spesso si risolve – come afferma il curatore – in una sottrazione di risorse al paesaggio senza che sia stata attuata una coscienziosa restituzione di beni né in termini economici né culturali.
Le cave abbandonate ricordano quindi sempre più spesso i “cadaveri insepolti” di cui parlava Ernesto Nathan Rogers a proposito di architetture trasfigurate dall’abbandono, dal degrado, dall’incuria o da incoscienti operazioni progettuali. Una volta cessata la produzione, di queste “architetture geologiche” restano gli “scheletri”: nel migliore dei casi, rari ed eccezionali, si parla di “archeologia industriale” dotata di una propria fascinazione; nelle eventualità peggiori, più diffuse, restano invece solo ”ferite” inferte alla terra.


Dalhalla, teatro per la musica inserito in una cava dismessa a Rättvik in Svezia

Nel corso degli ultimi decenni, l’interesse del panorama intellettuale nei confronti del recupero di questi “giganti” abbandonati si è moltiplicato. L’aspirazione ad attuare una chirurgia del paesaggio, estranea a devianti operazioni di cicatrizzazione per “anastilosi” che comunque restituirebbero un paesaggio del tutto alterato rispetto a quello originario, ha così motivato molti pregevoli interventi di riqualificazione delle cave dismesse.
Il libro “Architetture di cava” propone un efficace compendio degli scenari progettuali relativi al tema del recupero delle cave illustrando, attraverso un esaustivo supporto testuale e un efficace apparato iconografico, numerose opere di progettisti e artisti in tutto il mondo.
Dagli interventi di land art finalizzati a rifondare nuovi valori semantici in spazi estremi, ai percorsi di ibridazione della ricerca artistica con la progettazione paesaggistica, agli interventi di progettazione architettonica variamente integrati nelle strutture di cava: nella varietà delle condizioni geofisiche, di finalità, di approcci operativi, i diversi interventi mostrano sempre come comune denominatore la volontà di “re-invenzione progettuale” del territorio, sia che si tratti di veicolare in esso nuove valenze di carattere simbolico – figurativo sia che si tratti di concretizzare nuove destinazioni funzionali.
Con una narrazione fluida e gradevole, il testo raccoglie numerose testimonianze progettuali individuate, per chiarezza espositiva, in quattro aree tematiche.
Sono così illustrati interventi di recupero di zone degradate ai margini urbani a seguito di dismissione di zone di cava (Beth Galì, Parc de Migdia a Bacellona,…); di riqualificazione dell’ archeologia industriale (Massimo Carmassi, Museo della Miniera Ravi Marchi nel Parco Minerario di Gavorrano in Toscana; Nella Golanda e Aspassia Kouzoupi, Cave di Dionyssos nel monte Pentelicon in Grecia); di rifunzionalizzazione come luogo di spettacolo (Albert e Anne Plécy, Cathédrale d’Images a Les Baux de Provence; Margareta Dellefors, Erik Ahnborg, cava nel bosco di Rättvik in Svezia,…); di valorizzazione come infrastrutture territoriali (Bernard Lassus, Cave di Crezanne in Francia; Nicholas Grimshaw, Eden Project in Cornovaglia; Norman Foster, Great Glass House in Galles,…).


Cava Arcari in galleria, nei Colli Berici presso Vicenza, utilizzata per spettacoli

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Il libro dischiude uno scenario molto ampio e complesso di problematiche, da quelle di natura paesaggistica, a quella socio-economica, a quella ecologica, chiamando in causa le competenze più disparate – dagli artisti concettuali, agli ingegneri, ai geologi, agli architetti, ai botanici – nelle convinzione che, per una più consapevole ricostruzione del paesaggio, sia necessaria una responsabilità collettiva e un impegno condiviso da parte di tutti gli operatori coinvolti.

Chiara Testoni

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