novembre 2024
L M M G V S D
« Dic    
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930  

Ultimi articoli

Ultimi commenti

Rubriche

Pubblico dei lettori

 

rss

 

 

11 Gennaio 2007

Pietre d`Italia

PIETRE D’ITALIA
Un progetto transdisciplinare di Cultura & Economia

Home page pietre di Toscana
Homepage Toscana del new website architetturadipietra.it

Valori d’Italia
Nella società dell’economia postindustriale è sempre più necessario creare intorno alla “realtà fisica” – sia essa materia, materiale, prodotto, opera – un contesto valorizzativo “virtuale” (leggasi culturale) capace di renderla unica, appetibile, desiderabile in funzione di qualità aggiuntive estrinseche, poste in sommatoria di quelle intrinseche; qualità esterne, ma correlate in qualche modo alla “realtà trasformata” e al contesto che l’accoglie, che inscriviamo nel concetto di valore della conoscenza e delle esperienze di vita memorabili legate ai luoghi, ai linguaggi, alle narrazioni, agli stili di vita.
Il territorio d’Italia, da questa particolare prospettiva, non è secondo a nessuno quanto ad imponenza di memoria sedimentata, a qualità, a suggestioni e a considerazione che ancora riceve nel mondo intero. È questo il capitale (materiale ed immateriale ad un tempo) del Paese che bisogna in qualche modo valorizzare come unicità all’interno della nuova economia globale.
Per noi il territorio d’Italia è da valutarsi attraverso due dimensioni (affatto alternative, l’una rispetto all’altra) fatte di realtà e di virtualità: territorio reale, come “stato di cose” che si pone di fronte all’agire umano, mirabile palcoscenico di vita, di accoglienza e di visita, di interazione umana e potenziale sfondo empatico per esperienze di vita e di transazioni economiche; territorio virtuale, come realtà rappresentata, narrata, comunicata, per una sua fruizione ravvicinata o a distanza.

L’Italia di pietra
Come sappiamo l’Italia è una nazione eccezionale. La sua peculiarità geologica fornisce al territorio una diversificazione litologica davvero speciale con caratteri salienti mai scontati o ripetitivi.
Un Paese – il nostro – che si mostra e si qualifica, per larghi tratti, attraverso le corrugazioni litologiche alla grande scala naturalistica o mediante le infinite testimonianze architettoniche disseminate nelle campagne, o densificate nei borghi e nelle città storiche prodotte da un’attività antropica secolare che ha ridistribuito le pietre con logiche non sempre meccaniche e scontate, così come precisa Francesco Rodolico nel suo volume, oramai introvabile, Le pietre delle città d’Italia:
“Le pietre adoperate nei centri urbani – piccola parte, dunque, delle nostre rocce – riecheggiano tuttavia nelle città il frazionamento geologico delle masse e la variabilità litologia dei tipi, due motivi natali che caratterizzano gran parte d’Italia, dalle Alpi agli Appennini alle Isole. Anche tra le pietre che le sole improntano l’aspetto edilizio ed architettonico d’una qualche città, le differenze sono tali da colpire il viaggiatore più distratto: i calcari compatti di Trento o di Brescia, d’Assisi o di Sulmona, quelli teneri di Lecce o di Noto; il travertino di Ascoli Piceno, l’arenaria grigia di Cortona o quella rossastra di Bolzano o quella Giallastra di Volterra; gli gneiss di Bellinzona; il tufo vulcanico di Viterbo; la lava etnea di Randazzo. Nè differenze di tanto rilievo si notano solo tra città lontane; l’accennato frazionamento geologico agisce anche su breve spazio, differenziando città vicine, almeno sotto questo particolare aspetto. Lungo la costa ligure, a parte la varietà che si nota nelle stesse rocce sedimentarie di tipo schiettamente appenninico, per cui San Remo è costruita d’arenaria macigno e Genova di calcare marnoso, la notevole formazione metamorfica di tipo alpino, che spezza la continuità delle rocce precedenti, si fa sentire, tra l’altro, nell’edilizia di Savona. Ancora sulla costa ionica della Sicilia, dove s’affacciano al mare, l’uno do po l’altro, il complesso sedimentario dei calcari miocenici degli Iblei, la formidabile massa vulcanica dell’Etna, i Monti Peloritani costituiti da rocce metamorfiche, le città di Siracusa e Catania e di Messina hanno chiaramente risentito di tanto peculiari condizioni.
Non mancano d’altronde territori d’omogeneità geologica e litologia tale da imprimere notevoli somiglianze a gruppi magari cospicui di città. Viene subito in mente la Puglia, dove l’uso contemporaneo dei calcari compatti cretacei e dei teneri tufi terziari e quaternari, raccorda l’aspetto di tanti centri urbani maggiori e minori. Interessanti pure talune città, dove s’accompagnano pietra e mattone. Quelle subalpine, numerose dal Piemonte alla Lombardia al Veneto, specie allo sbocco delle valli nella pianura, costituiscono due gruppi nettamente distinti l’uno dall’altro. Ad oriente del Lago Maggiore, fronteggiano la pianura le potenti masse di calcari secondari e terziari delle Prealpi, e l’uso di queste rocce appare abbondante e caratteristico nelle città subalpine lombarde (Como, Bergamo, Brescia) e venete (Verona, Vicenza), pur non mancando i laterizi. Scomparsa la fascia prealpina calcarea, ad occidente dell’anzidetto lago, i potenti massicci metamorfici delle Alpi Occidentali precipitano direttamente e bruscamente sulla pianura; di conseguenza le città subalpine piemontesi (Torino, Pinerolo, Cuneo) sono improntate dall’impiego dei laterizi, nonchè da quello, subordinato ma caratteristico, delle rocce gneissiche.”1

nastro_pietre1.jpg
Pietre d’Italia

Ci siamo chiesti – nel momento in cui delineavamo in abbozzo il progetto transdisiciplinare di Pietre d’Italia – come comunicare, anche a distanza, un’Italia così particolare ed unica, rappresentarne la ricchezza e la varietà delle risorse geologiche (non necessariamente alternative o competitive le une rispetto alle altre), spiegarne e documentarne le specifiche caratteristiche mineralogiche, le potenzialità d’impiego; ma anche come valorizzare le “pietre della cultura” trasmutate in mirabili artefatti dal genio italiano lungo una storia plurimillenaria. All’interno di questa attesa è nata l’idea di esplorare la fattibilità di un progetto sulle Pietre d’Italia da inscrivere nel processo evolutivo del blog_architetturadipietra.it, a due anni dalla sua nascita, al fine di avvicinare, indagare, documentare i caratteri salienti dell’Italia di pietra, storica e contemporanea, iscrivendoli in un format comunicativo innovativo, funzionale ad una fruibilità e condivisione dialogica a distanza fuori dalle limitazioni spaziali o temporali che contraddistinguono i dispositivi di trasmissione del sapere tradizionale.
Il progetto Pietre d’Italia intende perseguire la realizzazione di un aggiornato ed innovativo spazio di informazione e di comunicazione, di archivio dinamico multimediale ancora del tutto inesistente nel Paese. Un luogo onnivoro capace di registrare, editare, capitalizzare nel tempo in forma digitalizzata le varie articolazioni dei saperi e delle conoscenze del mondo produttivo, tecnologico, architettonico, artistico, connessi alla materia litica.
Una sorta di monitoraggio territoriale dei luoghi di pietra più significativi – siti naturali, vestigia antiche, manufatti, opere architettoniche moderne e contemporanee – e insieme a questi i distretti di produzione e di trasformazione delle “nuove pietre” detentori di conoscenze e di cultura tecnica.
L’azione di ricerca e di studio – da compiersi attraverso la raccolta di documentazione e messa a sistema di dati, informazioni, indagini sul campo – ha come finalità la proiezione della geografia storica legata all’Italia di pietra in quella contemporanea attraverso un progetto narrativo: continuo nel tempo, avvolgente e coinvolgente, partecipato, cooperativo, transdisciplinare e di intelligenza collettiva.

nastro_pietre2.jpg
Pietre d’Italia

Il mosaico delle Regioni di pietra
Il territorio e i suoi paesaggi – quale eredità irrinunciabile del Paese – rappresenta nella nostra visione il palinsesto di riferimento da cui partire per delineare l’orizzonte del progetto culturale e la trama del racconto stesso. La raccolta delle informazioni per ambiti territoriali vasti ed inclusivi (le Regioni) ci è sembrata la più logica e coerente ai fini di pervenire ad una definizione dell’architettura della piattaforma digitale; conseguentemente, la strutturazione del cyberspazio culturale del nuovo e slargato website architetturadipietra.it adotta il protagonismo del livello geo-politico delle Regioni (le stesse realtà istituzionali che indirizzano e coordinano le azioni di tutela, valorizzazione e trasformazione del territorio e le politiche estrattive legate al mondo delle nuove pietre).
Attraverso le realtà regionali si intende mettere a sistema conoscenze, testimonianze, saperi e competenze operative disponibili su territori di orizzonte vasto.
Ogni Regione avrà a disposizione un’area tematica e una mappatura territoriale con contenuti registrati in specifiche sezioni, correlate – queste ultime – attraverso link interni e motore di ricerca relazionale, capaci di assicurare raccordi ipertestuali fra le sezioni di una stessa Regione o anche fra sezioni di Regioni diverse. Ogni sezione documenta un argomento specifico (paesaggi culturali, materiali litici regionali, aziende e laboratori, cave, vestigia e siti archeologici architetture, itinerari, eventi, competenze, artisti ecc. ecc).
L’obiettivo di fondo è un’organizzazione logica dei diversi ambiti di conoscenza capaci, nel loro insieme, di restituire la vita della materia litica e del lavoro che gli uomini hanno trasfuso – e continuano a trasfondere – su di essa per scavarla, trasformarla, plasmarla, interpretarla, valorizzarla.
Il progetto culturale intende ricercare e radunare gli elementi fondativi della cultura litica per “fissarli” e “radicarli” ai territori specifici e – contestualmente – per ridistribuirli attraverso il canale di internet in modalità innovativa a distanza, orientando chiunque senta la necessità di una struttura cognitiva di riferimento utile al proprio aggiornamento, alla crescita culturale o all’operare concreto fatto di conoscenze, di scelte e di decisioni.

Alfonso Acocella

Note
1 Francesco Rodolico, Le pietre delle città d’Italia, Firenze, Le Monnier, 1664, p. 20

logo_traartlogo_portofranco

commenti ( 0 )

stampa

torna su