12 Marzo 2005
Recensioni
La recensione di Channelbeta
L’Architettura di pietra
a cura di Gianluigi D’Angelo
“L’Architettura di pietra” di Alfonso Acocella colpisce non tanto per la grandiosità ricostruttiva che possiede, l’autore è infatti riuscito a riproporre in maniera sistematica un materiale che è tipico delle società mediterranee in maniera completa ed esaustiva. Nonostante ciò l’opera risulta esaltante piuttosto per la sua freschezza di linguaggio. Acocella adotta uno stile asciutto, a tratti essenziale, senza mai rinunciare però al gusto del dettaglio ed alla necessità dell’approfondimento.
In più gli abbinamenti fotografici, giova dirlo dell’abbondante, mai sovrabbondante, carrellata fotografica, non cozzano, come ahimè spesso avviene di recente, con il testo scritto. Anzi foto e testo si combinano in un quadro armonico che riesce in effetti a trasmettere l’energia espressiva di un’architettura così trasversale come è quella in pietra.
Cinque anni di estenuante lavoro hanno portato Acocella a sistematizzare, attraverso il più rigoroso metodo scientifico, una materia che è in primis una cultura e le potenzialità che essa offre: quella dell’architettura lapidea.
L’opera, come dovrebbe essere ogni opera di architettura, non si limita a descrivere scientificamente le costruzioni, ma le interpreta, le contestualizza. In un tempo in cui solo parlare di Trattato spaventa, l’Autore riesce a farci scoprire il vero valore dello scienziato di architettura, più che dell’architetto. Attraverso le pagine, si riscopre il valore degli edifici, delle pulsioni di un tempo, forse passato, forse da riscoprire.
Emerge la pietra con tutta la sua carica di eternità, emerge l’arte in pietra e la sua imperitura superbia, quella di chi sa di dover e poter durare agli altri, ma anche la sua composta linearità, quella della modestia dell’architetto che solidamente progetta qualcosa che durerà al progettista.
Einstein alla domanda su come si sarebbe combattuto il terzo conflitto mondiale, rispose dicendo che non aveva risposta, ma che era certo che la quarta si sarebbe combattuta con “le pietre ed i bastoni”. Volendo così sottolineare trasversalmente il valore di eternità rappresentato dalla pietra.
Acocella ci ha insegnato che quelle stesse pietre, l’uomo, il faber, le ha utilizzate per millenni per costruire, per realizzare opere di architettura e di arte. Questo è il miglior augurio ad uno scritto che vuole essere la prima “pietra” di questa costruzione.
Gianluigi D’Angelo
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