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23 Novembre 2009

Pietre Artificiali

Auditorium e centro congressi a Fuerteventura, Menis Arquitectos

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Alcune rappresentazioni del progetto. Fernando Menis, 2009

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Posizione privilegiata quella prescelta per il futuro Auditorium di Fuerteventura: all’estremo sud dell’isola in prossimità delle spiagge chiare di Morro Jable, guarderà l’oceano ma restando saldamente innestato nei rilievi vulcanici della terra ferma.
A vincere il primo premio del concorso per la realizzazione dell’opera (da concludersi entro il 2012), è l’architetto spagnolo Fernando Menis, con un progetto che non smentisce le sue originali scelte linguistiche.
Con lo slogan “paesaggio tellurico”, il centro polifunzionale è prefigurato come un imponente complesso di volumi realizzati con intenzione “mimetica” rispetto al territorio. Come agglomerato di rocce che emergono dal sottosuolo, l’edificio sembra incluso nell’ordine naturale dell’isola, misurando lo spazio e la luce secondo le leggi di una geometria che per scala e dimensioni è la misura stessa della natura, non quella dell’uomo.
Il progetto prevede un centro congressi e auditorium, nonché altri servizi quali una scuola di musica con annessa biblioteca, tutto innestato in un edificio che come una “spugnosa” caverna si adatti alle differenti situazioni, flessibile, attrezzato acusticamente per eventi di ogni tipo, nonché pensato per un basso consumo energetico.
La fonte d’ispirazione per l’architetto spagnolo è ancora una volta la materia prima locale, la roccia e la conformazione topologica delle isole. Lavora con modelli rappresentati in scala da plasmabili crete, modella frammenti di rocce, per trovare la specifica natura formale di ciascun progetto cui si dedica. Menis non demorde nella costante e “concreta” ricerca sulla forma e sulla materia. Come nel caso del Magma Arts di Tenerife anche questo progetto cerca forza e visibilità in un materiale che sembri scavato nella roccia, come si trattasse di un fossile, di una rovina.
Forse nella mente dell’architetto è, per le Isole Canarie, un prossimo futuro dove puntuali opere di architettura concepite con l’espressività materica e formale che grazie alla professionalità maturata è in grado di realizzare, creano una costellazione di eccezionale sensibilità opponendosi allo sviluppo convenzionale dell’edilizia circostante.

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Modello plastico rappresentante i volumi del complesso

di Veronica Dal Buono

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