10 Novembre 2009
Letture
CLAUDIO SILVESTRIN
Liticità contemporanee. La verità ne La Cava
La copertina del libro.
Alberto Ferraresi
CLAUDIO SILVESTRIN – Liticità contemporanee. La verità ne La Cava
Melfi, Casa Editrice Librìa, 2009, pp. 93
Ho letto con interesse e stupore “Claudio Silvestrin. Liticità contemporanee. La verità ne La Cava” di Alberto Ferraresi, con un saggio di Vincenzo Pavan, edito dalla Casa Editrice Librìa per collana Lithos, promossa da Il Casone e diretta dal professore Alfonso Acocella.
Con interesse perché Ferraresi riesce a trattare la dura materia con la stessa (apparente) leggerezza e la semplicità che Claudio Silvestrin applica nella sua architettura. Con stupore, perché da profano sono riuscito ad appassionarmi a una – pur breve – lettura che mi ha fatto scoprire il mondo di Silvestrin: quieto, sobrio e lineare fino alla sorpresa finale dell’installazione labirintica che sembrerebbe quasi sovvertire le premesse. Sembrerebbe, mentre invece abilmente – quasi specchio de La Cava stessa – è proprio Ferraresi a condurci per mano nella logica che parte da Villa Neuendorf nel 1991 ed arriva a Marmomacc 2008.
L’indagine sulla poetica di Silvestrin prende le mosse dai due principali riferimenti filosofici: Seneca e San Bernardo. Se da un lato Seneca con le sue riflessioni si adopera per alleviare i patimenti esistenziali, dall’altro San Bernardo influenza l’architettura di numerosi cantieri cistercensi suggerendo il monastero come luogo deputato alla conoscenza di Dio… mediante la contemplazione e la preghiera. E sono proprio la serenità dell’anima, la sobrietà e la creazione di spazi equilibrati a contraddistinguere l’opera di Silvestrin.
Alcune pagine del volume.
Ferraresi si sofferma con un importante capitolo sulla bibliografia dell’architetto a partire dalla monografia edita da Octavo (e poi Birkhauser) nel 1999, che incuriosisce, illumina ed è vera e propria dichiarazione artistica di Silvestrin (la pietra è terra), passando per lo speciale di Interni nel 2006 e per il testo di Vittorio Magnago Lampugnani compreso in Nuova Estetica delle Superfici del 2005. Fino ad arrivare, a dieci anni dalla monografia, alla seconda opera interamente dedicata a, e realizzata da, Silvestrin, Eye Claudio: raccolta di immagini e di scritti tra cui si frappone l’occhio (eye appunto) di Silvestrin per indagare gli elementi acqua-aria-terra-fuoco indicati nel sottotitolo, fire water earth air geometry thought, che insieme a geo-metria e pensiero sono le parole chiave del volume. Di Eye Claudio Ferraresi riesce a cogliere gli elementi di valore e di senso che aiutano a comprendere l’opera architettonica: se già il palinsesto del volume stesso è pensato per interagire anche fisicamente con il lettore, come l’opera architettonica con il suo fruitore, il contenuto suggerisce nuove aperture ad esempio su come Silvestrin consideri l’utilizzo del legno, preciso richiamo all’elemento terra.
Nelle pagine successive l’autore analizza l’opera di Silvestrin attraverso i temi dei suoli, della direzionalità e delle linee, delle sostanze materiche. Partendo dai suoli viene riportata una riflessione dell’architetto: “Per me è molto semplice, il suolo ha il valore della terra… Nel mio lavoro ci deve essere la presenza della terra e non è un caso che, quando posso, uso materiali naturali come la pietra che non è un simbolo della terra, è terra… terra nel senso vero e proprio, la pietra è terra…” La pietra è terra e la pietra è il suolo su cui tutta l’opera di Silvestrin poggia.
In merito alle linee, ben evidente anche nelle numerose fotografie del libro, è la chiarezza della direzione la caratteristica principale delle architetture: esclusi pochi esempi, peraltro molto limitati, è solo La Cava a stravolgere sorprendentemente appunto questa razionale linearità.
Alcune pagine del volume.
Nel capitolo dedicato alle sostanze materiche Ferraresi ripercorre l’utilizzo della pietra in tutte le realizzazioni di Silvestrin e riprende alcuni progetti di design (“Le Spighe”, “I Fiumi”, “H_O”, “Oriente/ Occidente”, “Terra Kitchen”).
Corredato da fotografie di ottima qualità in grado di rendere giustizia a colori e volumi reali, il testo analizza le architetture principali ideate da Silvestrin in rigoroso ordine cronologico: partendo da Villa Neuendorf, costruita a Maiorca nel 1991, che gioca sul tema mediterraneo delle interconnessioni tra interni e esterni; passando per Casa B (1992) intervento di recupero in Provenza e l’appartamento Barker Mill a Londra (1993) all’interno di un edificio firmato da Norman Foster, dove fa il suo ingresso la pietra serena; quindi l’importante collaborazione con Armani per il quale realizza venti retails in tutto il mondo dal 1999 in avanti; e poi ancora la Donnelly gallery-residence del 2002 in Irlanda, il Museo d’Arte Contemporanea – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino sempre nel 2002; per arrivare infine agli eleganti Forni Princi a Milano nel 2004 e nel 2006, alla P penthouse a Montecarlo del 2006 e al loft Kanye West nel 2007 a New York. Un percorso che si contraddistingue appunto per le liticità contemporanee del titolo, ma anche per la linearità fino a che, pur forse preavvertiti da alcuni segnali, non arriva la sorpresa dell’opera La Cava presentata a Marmomacc 2008 nel padiglione de Il Casone.
Ed in questa sezione del libro, allestimento, ars, tékne, linee e significati reconditi vengono magistralmente analizzate da Ferraresi che sbuccia metaforicamente l’arancia dell’installazione, di questo vero e proprio labirinto ad alto contenuto tecnico, fino a farci giungere al monolite centrale ed al senso de La Cava. Per dirla con le parole stesse di Silvestrin, con il progetto “La Cava” intendo esprimere la forza, il valore, l’anima della roccia nella sua totalità, il suo spessore, il suo peso, il suo apparire come forma e come superficie. Superficie che è essa stessa co-essenza dell’essere roccia.
Per riuscire a entrare nel labirinto e a cogliere appieno il percorso non resta che leggere l’ottimo testo e lasciarsi condurre dall’autore nell’universo di Claudio Silvestrin, grande interprete italiano dell’architettura contemporanea. Eccellenti anche la traduzione inglese e l’apparato iconografico. Le fotografie di La Cava riportate nel libro sono di Giovanni De Sandre, così come gli scatti fotografici in Photogallery.
Alcune pagine del volume.
[photogallery]ferraresi_silvestrin_album[/photogallery]
di Biagio Oppi
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