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30 Ottobre 2009

Letture

I Marmi del Doge
design e ospitalità

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La copertina de i Marmi del Doge – design e ospitalità

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Concepito come completamento piuttosto che come introduzione all’omonimo progetto “i Marmi del Doge”, il volume che qui presentiamo ci accompagna in un affascinante cammino attraverso mondi lontani fatti di pietre colorate e atmosfere orientali. Mondi evocati, nella realtà contemporanea, da testimonianze vive che rendono unica una città come Venezia.
È da questo luogo, unanimemente riconosciuto come emblema di una identità storico-artistica ineguagliabile nella sua preziosità, che nasce il progetto “i Marmi del Doge”, promosso dal Consorzio Marmisti Chiampo e curato dal designer Raffaello Galiotto.
In linea con la precedente iniziativa “Palladio e il design litico”, promossa dagli stessi nel 2008 in occasione del cinquecentenario della nascita dell’architetto veneto, il progetto presentato alle fiere veronesi “Abitare il tempo” e “Marmomacc” di quest’anno vuole dare seguito all’impegno di sottolineare e sviluppare l’inscindibile legame tra l’identità materiale e culturale del territorio, la sua storia passata e la sua realtà odierna.
La scelta di un architetto e di una fabbrica monumentale, la rilettura in chiave contemporanea dei principali elementi del loro linguaggio architettonico e dei loro litotipi hanno portato a due suggestive collezioni di design progettate con singolare maestria da Raffaello Galiotto e presentate al pubblico all’interno di interessanti padiglioni espositivi ospitati dalle fiere veronesi ormai divenute immancabile appuntamento della filiera produttiva contemporanea del settore lapideo.
In entrambi i casi è stato ritenuto indispensabile offrire all’osservatore uno strumento conoscitivo nel quale vengono accuratamente analizzati e messi in parallelo sia l’oggetto di riferimento di cui il progetto vuole essere rilettura contemporanea, sia il contesto all’interno del quale quest’ultimo si sviluppa, sia i nuovi oggetti di pietra frutto di questo cammino di ricerca. Uno strumento che è insieme libro di storia, di storia dell’architettura, di critica del design, oltre ad essere catalogo dei nuovi prodotti disegnati da Galiotto e magistralmente realizzati dalle aziende appartenenti al consorzio veneto.

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Due pagine dell’opera a stampa: la “reception” della collezione di Raffaello Galiotto

Il volume “I Marmi del Doge – design e ospitalità” si articola in sei saggi, più o meno brevi, seguiti dalla presentazione della collezione di design e delle aziende promotrici e finanziatrici del progetto.
Il bianco della pietra d’Istria e il rosso del rosso di Verona sono i protagonisti di una tavolozza di colori formata da marmi e pietre provenienti da tutto il bacino mediterraneo. Sono loro ad accompagnarci nell’esplorazione delle potenzialità della pietra, nell’introduzione al progetto e nella presentazione degli oggetti litici. Il Palazzo Ducale di Venezia è il punto di riferimento per il progettista che ne segue le suggestioni riconoscendovi, e facendole proprie, due linee guida nell’utilizzo del materiale lapideo: la pietra d’Istria è lavorata tridimensionalmente, con fare scultoreo; il rosso di Verona è lavorato bidimensionalmente, con fare pittorico.
Le informazioni attinenti al percorso progettuale, all’analisi delle facciate esterne dell’edificio e alla sua scomposizione in pure forme geometriche bi e tridimensionali, la dettagliata descrizione dei singoli oggetti formanti la nuova collezione oltre che delle aziende che hanno contribuito alla loro realizzazione, viene affiancata da quattro saggi che riescono in maniera eccellente nell’intento di ripercorrere quel bagaglio culturale, concettuale e tecnico che sta alla radice del progetto.
Giandomenico Romanelli, Direttore Centrale per i Beni e le Attività Culturali del Comune di Venezia, ci offre un breve scritto capace di delineare la figura del doge, la gestione degli spazi da lui abitati in Palazzo Ducale, oltre che il ruolo culturale, ideologico e rappresentativo dell’edificio.

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Una pagina dell’opera a stampa: costruzione geometrica degli archi e dei quadrilobi del loggiato del Palazzo Ducale di Venezia

È lo storico dell’architettura Wolfgang Wolters, invece, a entrare nel dettaglio della storia e dell’analisi architettonica del palazzo, riservando particolare attenzione all’organizzazione esterna della fabbrica e alle pietre ivi utilizzate. A partire dalla sua costruzione avviata nel 1341 e attraverso i rimaneggiamenti, le riedificazioni e i restauri susseguitisi nei secoli, Wolters ci introduce alla comprensione della preziosità materica di quelle facciate di pietra, in apparenza costruite secondo una logica contraria alle tradizionali leggi della statica. Ma se il traforo in bianco d’Istria mostra la sua solidità, la cortina di pietra svela la propria natura tessile dispiegandosi come un arazzo appeso formato da pietre multicolori. La loro provenienza tocca paesi e terre lontane che lambiscono tutte le coste mediterranee.
È Lorenzo Lazzarini, mineralologo e Professore ordinario di Petrografia applicata presso lo IUAV di Venezia, ad esemplificare natura e provenienza dell’originale policromia della facciate del palazzo, riportandone un’analisi dettagliata accompagnata da una serie di schede tecniche dedicate a ciascun marmo e pietra presente a formare le quinte murarie.

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Due pagine dell’opera a stampa: il Palazzo Ducale Gotico

A fare da tramite tra il breve excursus storico, il repertorio tecnico riguardante l’universo litico di Palazzo Ducale e la sua rilettura e utilizzo nelle moderne forme di una collezione di design, troviamo infine il saggio di Alfonso Acocella. Professore ordinario di Tecnologia dell’architettura presso la Facoltà di Architettura di Ferrara, Acocella mette a disposizione del lettore la propria esperienza di critico di design e architettura oltre che di esperto dell’utilizzo del lapideo nel campo dell’edilizia. Ci viene proposta una riflessione sul design litico contemporaneo che, partendo dal progetto in questione, si sposta verso un’analisi più ampia della tematica, basata sugli elementi di continuità e discontinuità che caratterizzano il fare design odierno rispetto a quello passato.
Se il necessario conferimento di forma alla materia da parte dell’uomo sembra essere l’unico vero elemento di continuità rispetto ad un passato neanche troppo lontano, l’introduzione del digitale all’interno del processo progettuale quale strumento di sviluppo dell’idea, oltre che di produzione del progetto, è il principale elemento di novità che consente la sperimentazione sempre più libera di forme e prestazioni della materia litica. Il saggio di Acocella ci permette quindi di contestualizzare la nuova collezione di Galiotto all’interno della realtà progettuale e produttiva formatasi negli ultimi anni e grazie alla quale è stato possibile raggiungere la qualità e la perfezione realizzativa di questi oggetti di pietra.

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Due pagine dell’opera a stampa: la “camera” della collezione di Raffaello Galiotto

Appare chiaro, quindi, come il volume “i Marmi del Doge” rappresenti uno dei risultati di una nuova strategia industriale che si sta consolidando grazie all’incremento di progetti culturali, sempre più numerosi e qualificati, legati al mondo della produzione. Per quanto riguarda il settore del design litico, la creazione di questo valore aggiunto viene oggi in gran parte promosso dall’evento fieristico veronese “Marmomacc incontra il Design”; oltre a questo e in maniera più o meno collegata, le aziende produttrici stanno dando sempre maggiore spazio alla creazione di pubblicazioni di accompagnamento ai prodotti piuttosto che di approfondimento culturale rispetto alla materia lavorata, alla sua storia, alle sue caratteristiche.

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Due pagine dell’opera a stampa: il “bagno” della collezione di Raffaello Galiotto

Il dialogo tra mondo della cultura e mondo della produzione si sta rivelando strategia vincente per il rinnovo e la crescita del settore industriale lapideo italiano; per questo vogliamo promuoverne questo nuovo prodotto voluto dal Consorzio Marmi Chiampo, augurandoci che sia solo uno di una lunga serie di stimolanti progetti, oltre che promotore di tanti e diverse iniziative editoriali legate al design e all’architettura di pietra di domani.

di Sara Benzi

I Marmi del Doge
design e ospitalità

Organizzatore e promotore: Consorzio Marmisti Chiampo
Curatore e Designer: Raffaello Galiotto
Stampa: Campisi Vicenza
Settembre 2009
pp. 122

Aziende promotrici:
Athena – Decormarmi – Industrie Marmi e Graniti Ferrari – F.lli Adami – Italmarmi Group – La Perla – Lithos Design – Marmi e Graniti Farinon – Marmi Serafini – Pibamarmi – Sicc – Vicentina Marmi
Con la partecipazione di:
Grassi 1880 – Marmi Faedo – Nardi Orazio – Solubema – Travertino Sant’Andrea

Il volume (e il listino prezzi) della collezione “I Marmi del Doge” è disponibile gratuitamente presso la sede del “Consorzio marmisti Chiampo” (Piazza G. Zanella, 18/C 36072 Chiampo (Vi) e viene spedito, sempre gratuitamente, a chiunque ne faccia richiesta. La richiesta va inoltrata a mezzo mail all’indirizzo info@cmc-italia.eu

Vai a:
Raffaello Galiotto
Consorzio Marmisti Chiampo

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