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30 Settembre 2009

Design litico

TENDAGGI DI PIETRA SERENA
A Marmomacc 2009, il Casone insegna come il “resto” non sia mai “scarto”

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Il padiglione de Il Casone a Marmomacc 2009. Progetto Francesco Steccanella (Foto: Giovanni De Sandre)

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…e se invece di fondamenta e solido muro la pietra divenisse parete appesa? Se l’architettura e il design litici riuscissero a partecipare al processo di sostenibilità e di recupero dei materiali di scarto? Se la materia primigenia del costruire, simbolo di stabilità, peso e robustezza si liberasse dalla costrizione che la chiude in una ormai consolidata categoria prestazionale e simbolica, per trasformarsi in quello che tradizionalmente non potrebbe essere?
Queste le scommesse con le quali si confronta quest’anno Il Casone in occasione della fiera veronese Marmomacc (Verona, 30 settembre – 3 ottobre 2009).
L’edizione di “Marmomacc incontra il Design 2009” propone un nuovo episodio dell’antologia avviata tre anni fa dalla filiera produttrice del settore lapideo italiano. Il tema, “Hybrid and Flexible”, si presenta come nuovo stimolo per le interessanti collaborazioni tra aziende e designers che, di anno in anno, stanno dimostrando l’importanza della ricerca e della sperimentazione all’interno del mondo della produzione. La materia litica, assoluta protagonista, svela di volta in volta le proprie potenzialità dissociandosi dai concetti di gravità e tettonicità dei quali fin dalle origini è stata ritenuta modello indiscusso.
Inoltre, quest’anno, a riprova dell’esperienza appena conclusa in occasione della XIV edizione di “Abitare il Tempo”, Il Casone decide di realizzare il proprio padiglione espositivo attraverso l’esclusivo utilizzo dei materiali di recupero ottenuti dalla lavorazione industriale. In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale diviene, di giorno in giorno, impegno sempre più attuale per la salvaguardia del territorio, anche un’azienda leader del settore lapideo come Il Casone si propone di indagare i possibili utilizzi del materiale di risulta presente nelle proprie cave.
Per la progettazione del padiglione, Il Casone sceglie l’architetto Francesco Steccanella, che accoglie l’eredità di due grandi artisti come Kengo Kuma e Claudio Silvestrin interpretando il tema proposto con una libertà e agilità tali da trasformare un episodio architettonico in momento ludico, in tavola pedagogica, scatola musicale, sensazione cromatica, tattile.
Da una parte l’“idea”, il desiderio di liberare la pietra dall’immagine di pesantezza che la contraddistingue per trasformarla in puro canale sensoriale, dall’altra la “materia- recuperata” e la “tecnica” del lavorarla attraverso metodologie e strumentazioni sempre più sofisticate.
Insieme, i tre elementi si uniscono trasformando il progetto di Steccanella in un display attraverso il quale anche quest’anno Il Casone mostra il proprio spirito innovativo, la propria coscienza etica oltre che la maestria e professionalità sviluppate in anni di attività ed esperienza estrattiva.

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Il padiglione de Il Casone a Marmomacc 2009. Progetto Francesco Steccanella (Foto: Giovanni De Sandre)

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Se “hybrid” e “flexible” non sembrano caratteristiche appartenenti alla pietra, appare utile ricordare come la tematica proposta nella prima edizione, “La Leggerezza del Marmo”, abbia saputo dimostrare come un concetto a prima vista così lontano dalla realtà litica possa invece trovarvi nuovi spunti teorici, creativi e tecnologici. Possiamo essere certi, quindi, che sulla scorta delle precedenti esperienze e grazie al continuo perfezionamento delle tecniche di lavorazione, anche quest’anno lo stand che verrà esposto nell’ormai prossimo evento fieristico riuscirà a dare ulteriore conferma dell’apertura di questa materia a limiti ancora inesplorati.
Steccanella decide di basare il concept del proprio progetto sul problema della sottrazione della pietra alla forza di gravità: “vorrei farla galleggiare, appenderla, ridurla a piccole lamine a comporre un tendaggio” afferma lo stesso riferendosi al materiale protagonista del suo manufatto e della produzione del Casone, la pietra serena. La professionalità e l’esperienza offerta dall’azienda permettono, in seconda istanza, di trasformare il progetto in affascinante oggetto reale ottenuto dalla lavorazione dei pezzi di risulta dei blocchi di cava.
Steccanella propone una reinterpretazione degli elementi tradizionali dell’architettura concependo l’interno di un parallelepipedo come composizione di cortine verticali appese, elementi orizzontali multicolore e fasci filiformi fissati verticalmente a terra. La pietra arenaria si mostra leggera attraverso un esperimento ludico, quasi pedagogico, che ne fa scoprire l’essenza attraverso l’esperienza sensoriale del visitatore. Questo può toccare la superficie delle lastre, naturale e scabra o lavorata e polita, può ascoltare il suono delle lamine sottili e appese che si toccano in successione ritmica, può vedere i colori della pietra che si sovrappongono orizzontalmente.

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Il padiglione de Il Casone a Marmomacc 2009. Progetto Francesco Steccanella (Foto: Giovanni De Sandre)

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Le tre tipologie di elementi che compongono il padiglione sono appoggiate a una pavimentazione che segna la distribuzione dello stand, quasi un mosaico che guida il percorso di visita. La superficie si divide in tre bande; quella centrale, inserita obliquamente, conduce a due spazi di servizio dedicati alle riunioni con i clienti e al magazzino, due ambienti chiusi posti a terminazione dei trapezi laterali ospitanti il desk informativo e cinque sottili quinte di pietra. In corrispondenza dell’ingresso, una di queste si immette come una lamina a sezionare il percorso centrale obbligando il visitatore a un contatto immediato con la materia protagonista dell’ambiente.
Se è vero che la gravità contiene il segreto della leggerezza, è facile comprendere come anche la pietra possa trasformarsi in tenda, in una cortina appesa formata da listelli sottili e mobili, in una serie di campane tubolari che sostituiscono gli originari tubi metallici sospesi verticalmente su di un telaio, con strisce di pietra serena forate all’estremità superiore e ugualmente appese a una struttura orizzontale agganciata alla copertura.
Ad accompagnare questi elementi ritmati verticalmente troviamo una serie di pareti a sviluppo orizzontale; una stratificazione di lastre multicolore ottenute dal recupero di differenti pezzi e poste a chiusura degli ambienti di servizio e, in maniera sfalsata, di un lato dello stand. Il muro a secco viene reinterpretato come sovrapposizione di elementi litici gialli, rossi, grigi, separati da piccoli cuscinetti.
In corrispondenza dell’ingresso, invece, due serie di elementi verticali distanziati tra loro richiamano, se vogliamo, i pilastri polistili dell’architettura gotica.

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Il padiglione de Il Casone a Marmomacc 2009. Progetto Francesco Steccanella (Foto: Giovanni De Sandre)

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Sembrano tanto collegarsi alle equivalenze proposte da Milan Kundera fra peso e costrizione, leggerezza e libertà queste cortine di pietra fluttuante e leggera, sonora e mutante che rende l’architettura lapidea tanto vicina alla musica e alla letteratura.
O all’opposizione leggerezza-peso che Italo Calvino rende protagonista della sua prima conferenza tenuta alla Harvard University nel 1984. […] ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città1 [afferma Calvino]; nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica.2
Può apparire inusuale questo filo teso fra mondi tanto diversi. Ma il cambiamento di approccio, di ottica, di logica del quale parla Calvino, è esattamente lo stesso che guida il formarsi di questo progetto volto alla ricerca di un nuovo metodo di conoscenza di un materiale indissolubilmente legato alla tradizione dell’architettura toscana.
La leggerezza della pietra che si libra nell’aria vuole essere letta anche in chiave di sostenibilità. A discapito di quella tradizione culturale volta al privilegio di un’architettura massiva fatta di pareti continue ed elementi pieni, Steccanella e Il Casone vogliono privilegiare un minore utilizzo di materiale attraverso la realizzazione di trame semi-trasparenti fatte di “pietra riciclata”. Tuttavia, se questo aggettivo tende ancora ad essere associato all’idea di mancanza di qualità, attraverso il suo contributo all’evento veronese, Il Casone dimostra come anche il “resto” non sia mai “scarto”, come la capacità di lavorazione e composizione dei pezzi possa condurre a realizzazioni di rara finezza, qualità materica, perfezione tecnica.
Se, quindi, alla base di ogni realizzazione vi sta un’idea, un concetto che la sostiene e che se ne fa motore, perché non provare a rileggere senza vincoli di sorta anche uno padiglione fieristico risultato della collaborazione fra un giovane architetto che propone la propria creatività e una nota e consolidata azienda produttrice che offre la propria preparazione tecnica? Lo stand attraverso il quale Il Casone si propone nell’ormai prossima edizione di “Marmomacc incontra il Design” ce ne presenta l’occasione.
E forse, tornando a Calvino e operando una traslitterazione di una sua affermazione, la funzione dell’architettura e del design è anche la ricerca della leggerezza come reazione al peso del vivere perché…”permette di volare nel regno dove ogni mancanza sarà magicamente risarcita”3.

di Sara Benzi

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Note
1 I. Calvino, Lezioni americane . Sei proposte per il prossimo millennio, Oscar Mondadori, 2009, p. 7.
2 I. Calvino, op. cit., 2009, p.12.
3 I. Calvino, op. cit., 2009, p.35.

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