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15 Maggio 2009

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BUBBLE_PLASTIC
Architetture gonfiabili

allianz
Allianz Arena a Monaco di Baviera. Herzog & De Meuron.

L’architettura spazia tra numerosi antipodi: dalla luce al buio, dal vuoto al pieno, dalla gravità alla leggerezza. Se la natura ha creato un materiale consistente e duraturo come la pietra, caratterizzato da durezza e massività, cosa poteva inventare l’uomo per dare forma ad un elemento inconsistente come l’aria? La plastica per il gonfiabile.
Scopo dell’architettura è di progettare strutture e spazi che possano contribuire con la loro presenza a dare protezione e benessere all’uomo che ne è fruitore: oggi, costruzioni morbide e flessibili, temporanee, fatte di membrane plastiche riempite d’aria, sebbene prive di consolidati significati tradizionali, offrono modelli alternativi e dinamici, di rispondenza immediata alle esigenze di una società contemporanea sempre più nomadica e globalizzata. Così le architetture gonfiabili si adattano a conformarsi alle circostanze interne ed esterne e risultano mutevoli sia nello spazio che nel tempo; esse non utilizzano materiali naturali, ma della natura assimilano un connotato fondamentale: la vitalità.
Sempre più spesso l’intento della società attuale è quello di ottenere spazi multifunzionali, evitando gli sprechi e saturando, dove è possibile, i tessuti urbani senza sconvolgere in modo irreversibile situazioni ambientali e strutturali precostituite. Nell’ottica del risparmio si cercano quindi strutture versatili, non invadenti e leggere. Per raggiungere questo risultato è fondamentale la collaborazione tra l’ingegneria dei materiali sintetici e l’ingegneria strutturale che in un rinnovato connubio danno vita a involucri elastici, resistenti e luminosi.

grimshaw
Progetto Eden a St. Austell in Cornovaglia. Nicholas Grimshaw & Partners.

E se in origine le strutture gonfiabili erano al limite dell’utopico – si pensi alle prime mongolfiere, o alle prime volte pneumatiche – oggi rappresentano con sempre maggior frequenza una soluzione funzionale e razionalmente progettata. Il legame con la plastica ha dato al gonfiabile una nuova vita; la plastica non ha passato, ma solo futuro e con essa anche la tecnologia per il gonfiabile. Un futuro però attento all’ecosostenibilità del materiale sempre in costante evoluzione e perfezionamento. Dal riciclo del materiale si arriva direttamente al riciclo della struttura, e i termini “economia” ed “ecologia” sono sempre più interdipendenti anche nell’universo BUBBLE_PLASTIC.

di Federica Francalancia e Giulia Pozzi

Bibliografia di riferimento:
Giovanni Fuzio, Costruzioni pneumatiche, Roma, Dedalo, 1968, pp. 108.
Ezio Manzini, La materia dell’invenzione. Materiale e progetto, Milano, Arcadia, 1986, pp. 239.
Robert Kronenburg, Maggie Toy, Ephemeral/Portable architecture, New York, John Wiley, 1998, pp. 112.
Sean Topham, Blowup: inflatable art, architecture and design, Munich-Berlin-London-New York, Prestel Verlag, 2000, pp. 160.
Hans Joachim Schock, Altante delle tensostrutture, Torino, UTET, 2001, pp. 216.
Jennifer Siegal, Mobile the art of portable architecture, New York, Princeton Architectural Press, 2002, pp.127.
Oliver Herwig, Feathrweights: light, mobile and floating architecture, Munich-Berlin-London-New York, Prestel Verlag, 2003, pp.159.

Questo breve post è estratto dalla ricerca “BUBBLE_PLASTIC. La plastica per il gonfiabile”, elaborata dalle studentesse Francalancia e Pozzi presso la Facoltà di Architettura di Ferrara nell’ambito del corso di Cultura Tecnologica della Progettazione, tenuto dal prof. Alfonso Acocella nell’anno accademico 2008-09.

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