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4 Maggio 2009

Principale

FILOSOFIA E DESIGN

filosofia-e-design

Lunedì 11 maggio 2009, ore 16
Firenze, Sala Ferri, Gabinetto Vieusseux, Palazzo Strozzi
4° incontro della serie “La Filosofia e l’altro”

Filosofia e Design
Sul protagonismo degli oggetti

A cura di Patrizia Mello
Interventi di
Mario Costa, Patrizia Mello e Marco Zito

PRESENTAZIONE
Da quando l’utilità specifica degli oggetti e la propria soddisfazione personale sono diventati un tutt’uno, scavalcando il muto apparire delle cose, le implicazioni di natura antropologica ed estetica legate al mondo oggettuale si sono moltiplicate. Gli oggetti funzionano, infatti, non solo per la loro efficienza pratica ma anche affettiva e, negli ultimi tempi, con l’ingresso dell’elettronica, sono diventati forme di proseguimento dell’umana presenza, tanto da tratteggiare universi autonomi di operosità, di saggezza e di partecipazione visiva, seguendo il filo di un protagonismo sfaccettato, che necessita di nuove interpretazioni.
La scelta degli oggetti diventa sempre più un fatto di cultura personale che porta ciascuno a veicolare parte di sé anche attraverso di essi. In un certo senso, l’uomo, materia viva, declina parte della propria immagine personale al mondo inanimato e lascia che questo parli al proprio posto. Senza contare il legame forte con il territorio da cui gli oggetti provengono. Come scrive Aldo Colonetti, gli oggetti rappresentano una sorta di “DNA culturale” che identifica le persone, la natura, le contraddizioni di un determinato luogo.
L’attuale contesto di vita è puntellato da una miriade di oggetti tra i più diversi: da quelli in grado di interfacciarsi con l’umano in maniera ravvicinata nella sequenza di dialoghi intimi e prolungati (dall’iPod ai computer palmari), a quelli che continuano ad esaltarne gli aspetti glamour (divorando lo spazio intorno), a quelli che ne minano illusioni e certezze (alterando il sapore acre della carne), a quelli soporiferi (che godono di grande fortuna), a quelli che ne racchiudono parentesi di saggezza (come cariatidi sempre al posto giusto).
Ciò che scaturisce è la nascita di un ordine simbolico “oggetticale”, come lo ha definito Michel Maffesoli, che fa testo in proprio.
Diventa perciò necessario fermarsi a riflettere su tale dimensione vitale del design, valutando in maniera allargata la realtà degli oggetti nel quotidiano fluire dell’esistenza, come veicolo di comprensione dell’attuale complessità del sociale, dei mutamenti che ne attraversano il “divenire” in ambienti urbani extra large, troppo spesso disorientanti, distanti dal senso comune, lo stesso che possiamo leggere, invece, nel carattere colloquiale e facilitato degli oggetti di design.
Come afferma Andrea Branzi, oggi “il design può occupare una nuova centralità dentro alla questione urbana; i microsistemi su cui esso opera costituiscono l’unico plancton connettivo dell’ambiente costruito”.
Patrizia Mello

Mario Costa – Metamorfosi della cosa
Tutte le teorie della “cosa”, da Martin Heidegger a Jean Baudrillard, sono ora del tutto inutilizzabili: la neotecnologia ci mette di fronte a nuove cose digitali e comunicazionali, vere e proprie epifanie in grado di perturbare fortemente tutti i modi nei quali la “cosa” è stata pensata; tutto questo non può lasciare inalterato il “design”.

Mario Costa è uno dei protagonisti del dibattito internazionale sull’arte neo-tecnologica nel quale ha introdotto concetti come “sublime tecnologico”, “estetica della comunicazione”, “blocco comunicante”. È Professore Ordinario di Estetica all’Università di Salerno e Professore Incaricato di Estetica della comunicazione all’Università de Nice Sophia-Antipolis (DEES). È ideatore e direttore di “Artmedia”, seminario/laboratorio permanente di estetica, di media e di comunicazione attivo presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Salerno dalla fine degli anni ’70. Tra le sue numerosissime pubblicazioni, ricordiamo in particolare: Il sublime tecnologico (Edisud, 1990), La televisione e le passioni (A. Guida, 1992), Della fotografia senza soggetto. Per una teoria dell’oggetto tecnologico (Costa & Nolan, 1997; 2008 – nuova edizione ampliata), L’estetica dei media. Avanguardie e tecnologie (Castelvecchi, 1999), Dall’estetica dell’ornamento alla computerart (Tempo Lungo, 2000), Internet e globalizzazione estetica (Tempo Lungo, 2002), Dimenticare l’arte. Nuovi orientamenti nella teoria e nella sperimentazione estetica (Franco Angeli, 2005), La disumanizzazione tecnologica. Il destino dell’arte nell’epoca delle nuove tecnologie (Costa & Nolan, 2007).

Patrizia Mello – Uomini & Cose
Secondo Michel Maffesoli “gli oggetti hanno una funzione omeopatica: ci abituano alla estraneità della natura”.
È così che progressivamente ci siamo trovati davanti un mondo di cose, quantitativamente spiazzanti, le cui performance ancora oggi non finiscono di stupire, fino alla comparsa di quel “sex appeal dell’inorganico” di cui scrive Mario Perniola, traslando caratteri di pertinenza dell’umano al mondo inanimato delle cose.
Da ciò scaturiscono dialoghi eccentrici tra uomini e cose, dove i caratteri si mescolano, fino a creare alleanze tra le più singolari. Oggetti che sembrano avere un’anima, design senza muscoli, dispositivi in grado di animare lo scorrere del tempo tra un bip e l’altro…
Si tratta perciò di indagare somiglianze, dialoghi, interazioni, provocazioni di senso all’interno di questo processo di “cosificazione” del mondo.

Patrizia Mello, si interessa di teoria del progetto contemporaneo, di architettura e di disegno industriale, argomenti su cui svolge attività di ricerca, con pubblicazione di numerosi articoli e saggi, organizzazione di convegni e incontri di studio. Insegna presso il Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze.
Nel 1995 ha fondato e diretto, fino alla chiusura, IDEA. (Industrial Design Electronic Address), uno dei primi siti Internet di design esistenti a livello internazionale, ed il primo in Italia.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Philippe Starck. Progetti in movimento (Festina Lente, 1997), Spazi della patologia Patologia degli spazi (Mimesis, 1999), L’ospedale ridefinito. Soluzioni e ipotesi a confronto (Alinea, 2000), Metamorfosi dello spazio. Annotazioni sul divenire metropolitano (Bollati Boringhieri, 2002), Ito Digitale. Nuovi media, nuovo reale (Edilstampa, 2008), Design Contemporaneo. Mutazioni, oggetti, ambienti, architetture, Electa, 2008.

Marco Zito – Oggetti e Prodotti. dispositivi di mediazione
Ogni giorno ci relazioniamo con un sorprendente numero di oggetti, almeno tanti quanti sono gran parte dei nostri gesti quotidiani.
Centinaia di oggetti specializzati, spesso costituiti da più parti componenti, devono essere “compresi” e il loro funzionamento assimilato.
Un soggetto adulto riesce a distinguere fino a 30.000 oggetti. Appare dunque evidente che il compito del progettista è quello di semplificare la vita del cosiddetto “utente” grazie a una progettazione evoluta.
In che forma avviene l’inter-azione tra corpo umano e artefatto, quale il luogo di scambio, più o meno veloce, riflessivo o intuitivo, dei dati tradotti in azione?
La progettazione del prodotto avviene nell’intervallo che sta tra il modello di azioni iscritto nell’oggetto e il modello di azioni cognitivo-comportamentali presenti nella mente dell’utente.
Gli oggetti disegnati correttamente invitano, o meglio, autorizzano ad effettuare le operazioni lecite e coerenti nell’utilizzo dell’artefatto.
Come alcuni tra i designer storici e contemporanei interpretano l’oggetto d’uso in questo senso?

Marco Zito, 16.2.1966, architetto, laureato con Vittorio Gregotti allo IUAV nel 1994. Dal 1996 insegna presso la Facoltà di Design e Arti dello IUAV di Venezia, titolare di cattedra e collaboratore del prof. A. Meda. Docente presso il Corso di Laurea in Disegno Industriale, Università di San Marino. Docente invitato presso il centro di Disegno Industriale di Montevideo (Uruguay). Design Index ADI 2004, selezione per “Steelon”, produzione Viabizzuno. Pubblicato in Design Yearbook 2004 di Tom Dixon. Premio al trofeo del design per l’innovazione “Batimat 2005”, Parigi, il progetto “lettere” sistema illuminante, prodotto da Viabizzuno. Design Index ADI 2007, selezione per “lettere”, produzione Viabizzuno. Esposizione “New Italian design” collezione permanente del design Triennale di Milano. Collaborazioni con Agape, Viabizzuno, Salviati, Olivetti, Maxid, Deltacalor, Coin, Electrolux, Casamania. Lo studio, con sede a Venezia, si occupa di disegno del prodotto, allestimenti e architettura.

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