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24 Aprile 2009

Letture

Casa Araba d’Egitto

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CASA ARABA D’EGITTO – COSTRUIRE CON IL CLIMA DAL VERNACOLO AI MAESTRI CONTEMPORANEI
Adelina Picone
Jaca book (Milano) – 2009
pagine 370 – € 32,00

L’architettura egiziana è un esempio di convivenza tra progetto, clima e tradizione, in pratica la definizione della vera architettura sostenibile.
Il libro, presentato in collaborazione con il Dipartimento di progettazione urbana e urbanistica dell’Università di Napoli, propone un’analisi, corredata di disegni e immagini, dei caratteri della casa egiziana nei suoi diversi contesti ambientali: dalle oasi del deserto occidentale, all’oasi di Siwa, alle regioni rurali, all’ambiente urbano consolidato della città del Cairo.
Chiave di lettura del percorso, tracciato attraverso l’architettura vernacolare e quella contemporanea, è il rapporto tra gli elementi naturali, le influenze climatiche da essi determinate e la forma costruita.
Inoltre la considerazione del modo con cui l’architettura spontanea riflette in maniera diretta l’accumularsi delle conoscenze tradizionali, senza porsi il problema dell’innovazione nella determinazione della forma, che è invece tema centrale nel lavoro dell’architetto.
Ashraf M.Salama, nella prefazione, ripercorre la storia della capitale d’Egitto, cercando di recuperare la memoria di una tradizione tipologica dell’abitare arabo.
La presentazione di Isadora d’Aimmo dà invece valore alla ricerca riprodotta in questo libro, sottolinenando il carattere di efficienza e funzionalità che può offrire il modo di costruire legato alla civiltà che si affaccia sul Mediterraneo.
Nell’introduzione, l’autrice(docente all’Università di Napoli) definisce la mediterraneità architettonica frutto del rapporto tra forma costruita e ambiente naturale (paesaggio, clima, suolo e tradizioni di conoscenza).
Citando libri e autori d’architettura, sottolinea l’importanza dell’edilizia minore, frutto di un processo spontaneo basato sull’abitudine, sul vernacolare, sulla ripetitività di un modello e ne richiama la definizione dei termini.
Ricorda comunque “il rapporto tra le architetture spontanee, sintesi delle architetture tradizionali e i progetti d’autore, che di quelle istanze forniscono un’interpretazione critica”.
Da ciò giunge a dichiarare come i temi e i termini di quella relazione si palesano nella vicenda architettonica egiziana.
La descrizione del modello abitativo, ove si sperimentano i principi di ventilazione naturale, selezione della luce solare, uso dell’acqua per il miglioramento del comfort ambientale, è l’oggetto specifico di studio dei primi quattro capitoli.

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Casa As- Suhaymi, qa’a

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Il quinto capitolo è incentrato sull’opera di un protagonista dell’architettura del XX secolo come Hassan Fathy e il suo metodo progettuale, basato sulla varia articolazione di alcuni elementi base, invarianti tipologiche e formali, che lo studio della tradizione ha dimostrato derivare dal rapporto tra architettura ed elementi naturali.
I successivi hanno come argomento cardine il lavoro di architetti come Ramses Wissa Wassef o Abdel Wahed El Wakil, individuando l’eredità culturale dei maestri, nel panorama architettonico dell’Egitto contemporaneo e spunti di riflessione sul rapporto tra progetto, clima e tradizione.
Dei progetti presentati sono descritte le qualità compositive e formali, la semplicità e il rigore, la ricerca di equilibrio fra tradizione e innovazione.
Il volume infatti, pur inserendosi nel quadro degli scritti relativi alla cosiddetta architettura bioclimatica, si occupa principalmente degli aspetti progettuali di costruzione della forma; allontanandosi quindi dalle implicazioni tecnologiche, per rivendicare un’appartenenza dei temi trattati alla sfera del progetto di architettura.

Roberto Gamba

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