14 Aprile 2009
Design litico
Michele De Lucchi e la pietra rarefatta
Dettaglio progettuale di Michele De Lucchi per il corner reception dello spazio “Natural Stone Vision 2009”, realizzato da PIBA Marmi.
Da tempo Michele De Lucchi ha intrapreso un percorso creativo particolarmente fecondo, basato sull'”esperienza” dei materiali naturali che toccati, soppesati, sezionati e ricomposti, vengono reinterpretati nei loro caratteri più pregnanti e restituiti in nuove forme e consistenze al progetto di design contemporaneo.
Emblematiche di tale processo, sperimentale prima ancora che teorico, sono le piccole costruzioni che da alcuni anni il designer realizza con listelli di legno o di pietra, tagliando personalmente porzioni minime di materia per poi ricomporle in volumi pieni e stratificati, che ricordano architetture elementari di impianto quadrato o circolare.
Interpretare tali “casette” come puri divertimenti o, per contro, come veri e propri modelli di micro-architetture, è un esercizio eminentemente critico: il valore di tali piccole opere non sta infatti in motivazioni puramente compositive, o nel risultato formale raggiunto, quanto piuttosto nel processo tramite il quale i materiali vengono suddivisi e rimontati in un sistema di incastri; grazie a questo iter il designer acquisisce dimestichezza con i caratteri più intimi della materia, con le sue venature o le sue tessiture minerali, il suo colore, la densità e il peso, con la sua disponibilità ad essere ridotta ai minimi termini per poi dar vita a dispositivi aggregativi di varia natura.
Casetta in pietra realizzata da Michele De Lucchi.
Lungo tale percorso di sperimentazione, teso a metabolizzare i materiali naturali alla ricerca delle nuove scritture e dei nuovi ritmi di un originale surface design del tutto contemporaneo, De Lucchi è approdato nel 2008 alla progettazione de “La Palissade”, padiglione fieristico in pietra realizzato per PIBA Marmi, e oggi firma il corner reception di “Natural Stone Vision – Sacro e Profano”, evento espositivo organizzato presso lo Spazio Giovannoni di via Stendhal, a Milano, in occasione della prossima edizione del Salone del Mobile. Il nuovo allestimento, studiato ancora una volta per PIBA, azienda di Chiampo specializzata in design litico, comprende un grande tavolo circondato da sedute sullo sfondo di una quinta-paravento dall’andamento spezzato.
Tutti gli elementi saranno realizzati in lastre di pietre calcaree, traforate o intarsiate, in base a un disegno che sembra riprodurre, stilizzandola, la tessitura sottile e tenace della laboriosa Aracne.
Rete, maglia, inviluppo di linee intersecate, il progetto che il designer ha realizzato in collaborazione con Angelo Micheli e Philippe Nigro, utilizza schermi discontinui, funzionali ed estetici, in cui il design e la solida pienezza della materia litica si incontrano con l’immaterialità e la leggerezza del vuoto dando vita a griglie modulari lievi e sospese. La convenzionale corposità della pietra in questi caso si discretizza in trame geometriche rade e informali che possono creare diverse tipologie di testurizzazione delle ombre portate e della luce, a seconda che quest’ultima sia incidente, radente o filtrante.
Pianta dell’allestimento di De Lucchi per “Natural Stone Vision 2009”.
Diradare la pietra in ritmi variati e intermittenze che fanno coesistere l’opacità e la trasparenza, significa consentire alla vista imprevedibili scarti inscritti in una originale logica on-off. Si tratta di una strategia distributiva convergente verso l’obiettivo di rarefazione e alleggerimento della materia posta ad incontrare il vuoto. In questo caso l’azione della luce, quale fattore più che mai attivo e modellante, è portatrice di una potente interpretazione del tema della leggerezza: una luce che agisce su di un tessuto discontinuo, che passa all’interno della trama litica senza intermediazione alcuna, oppure ne rimane in superficie lumeggiandola o ombreggiandola con diversa intensità, conferisce agli schermi ideati per Natural Stone Vision nuove consistenze materiche e figurali.
Le fasi di lavorazione delle lastre traforate o intarsiate presso i laboratori PIBA Marmi.
La nozione di schermo reinvia al concetto di demarcazione, di separazione ottenuta attraverso una composizione di elementi solidi allo scopo di segnare dei confini; limiti che tuttavia, in questo caso, non sono assoluti, né si presentano netti e perentori come le pareti piene che in genere definiscono uno spazio, bensì appaiono permeabili e filtranti. All’idea di filtro associamo poi la dualità della separazione e della connessione, in essa si legge la trasformazione della materia in un dispositivo che attira lo sguardo e promette un disvelamento studiato e graduato delle realtà che stanno al di là di esso; realtà che vengono preannunciate come prossime ad essere scoperte e tuttavia non saranno mai raggiungibili direttamente, tramite l’attraversamento fisico del filtro stesso.
Il senso a cui la trama di De Lucchi risponde è quello di mettere in relazione entità molto diverse fra loro come pieno e vuoto, luce ed ombra, interno ed esterno, accesso e ostacolo, in una continua oscillazione tra l’affermazione di una concreta e profonda materialità architettonica e la dissoluzione in un’ineffabile immaterialità. In tale sottile gioco di bilanciamento, trasparenza e opacità sono da riguardare come topoi paritetici e ugualmente fondativi.
Abaco dei componenti per il corner reception “Natural Stone Vision 2009”.
Così il fascino ambiguo, la “riservatezza” e “l’indiscrezione” allo stesso tempo di una visibilità relativa, di un’opacità misurata, di una percezione guidata e calibrata, caratterizzano la base concettuale di sviluppo di questa interpretazione libera della parete, in cui lo status archetipico dell’involucro chiuso cede il campo a layers semitrasparenti e discontinui, capaci di captare parzialmente, assorbire o rimandare la luce e le immagini, di traguardare selettivamente o di sfumare i contorni delle figure, creando giochi di tagli luminosi orizzontali o inclinati e attivando inedite esperienze visuali e cromatiche.
Textures traforate e intarsiate disegnate da Michele De Lucchi per lo spazio “Natural Stone Vision 2009”.
Le grate e gli intrecci litici di Michele De Lucchi per Natural Stone Vision veicolano un flusso luminoso selezionato e frammentato capace di creare un vivido mosaico di spot e consegnano al progetto di design contemporaneo molteplici suggestioni, cariche di potenzialità espressive che, nel caso specifico, ineriscono il mondo delle pelli sottili, incise con diagrammi ornamentali regolari o con ancor più suggestivi disegni informali, segni astratti non assoggettati alle leggi di una scansione geometrica, o di un universo figurativo o simbolico.
di Davide Turrini
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