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3 Gennaio 2005

Recensioni

La recensione di Parametro

L’architettura di pietra
Antichi e nuovi magisteri costruttivi

Alfonso Acocella
Lucense Alinea, 2004

di Paola Rossi

L’autore si conferma attento conoscitore, instancabile ricercatore, capace di condurre il lettore in un percorso graduale di approfondimento del vasto ambito del rapporto pietra- architettura. Non solo della pietra in quanto materiale vario della natura, ma della poetica del suo impiego come materiale per l’architettura dalle molteplici potenzialità, a partire dalle antiche sperimentazioni egizie, attraverso la tradizione degli archetipi, sino alla rivisitazione della recente cultura di progetto delle opere di architettura contemporanea.
Opera equilibrata, composta da scritti, citazioni, immagini, disegni tecnici e schemi preziosi, valutati e inseriti con coerenza e misura, ai quali sono stati affidati i difficili ma riusciti intenti di concorrere alla rivalutazione del sapere progettuale e costruttivo della tecnologia lapidea, per molto tempo trascurata a causa del prepotente insorgere delle nuove tecnologie basate su materiali artificiali, e di “mantenere in vita la memoria di generi diversi”, svincolandosi concettualmente dalla contemporanea modalità di approccio ai temi della disciplina. “La progettazione di una nuova architettura del libro di architettura”, come frutto di una attenta e metodica opera di riflessione, come tentativo di sintesi globale e attualizzazione dei concetti sostanziali della disciplina indagata. Operazioni culturali, queste, sulle quali l’autore concentra da anni il suo lavoro, ma che avverte come sempre più impraticabili poichè annebbiate da azioni editoriali tese alla “periferia dei temi della disciplina”. L’architettura di pietra indaga e svela l’essenza della materia nella sua complessità attraverso l’utilizzo di più registri indagativi: storico-culturale, tecnico, architettonico, progettuale. Ed è proprio per questa pluralità di intenti e sfaccettature che il testo non può essere definito un manuale, un trattato, un libro di critica o di storia dell’architettura, ma tutte e nessuna di queste, ovvero un testo di mutazione di transizione per una “nuova architettura” del libro. Un volume nuovo nell’articolazione dei contenuti, nei rapporti tra i diversi livelli di informazione, nella natura e nel carattere dei dispositivi comunicativi dell’opera affidati a Massimo Pucci. Proprio a quest’ultimo si deve l’essenziale regia grafica, elegante linea conduttrice, che facilmente si adatta alle necessità del viaggio esplorativo teso alla ricerca di un spazio di riflessione necessario alla rivalutazione di un materiale da costruzione fondamento dell’architettura. Spazio di riflessione nel quale il pensiero trova tempo, agio e possibilità di fluire in più direzioni: seguendo il filo conduttore proposto dall’indice del testo attraverso i capitoli principali oppure approfondendo ambiti scindibili dall’unitarietà dei contenuti del volume, come i fondamenti basilari dell’architettura di pietra, i modi e le prassi esecutive della tecnica del costruire, le opere contemporanee, quali esempi emblematici per la comprensione dello stile costruttivo litico, ed altri possibili campi d’interesse, ispirati dai tanti “riferimenti al circostante” prespresenti nel testo.

(Continua su Parametro.it)

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