23 Gennaio 2009
Letture
Memoria progetto tecnologia.
Lineamenti e strategie per l’identità della conoscenza
Emilio Faroldi (a cura di)
La memoria, intesa come deposito per la conservazione e la trasmissione del sapere, rappresenta il requisito essenziale per la nascita e lo sviluppo della cultura di un popolo. Gli archivi, le biblioteche, i musei sono dunque ambiti essenziali, veri tramiti tra
passato e futuro. Agire nella prospettiva di una valorizzazione del patrimonio
culturale è un atto dovuto e non prorogabile, in uno scenario che vede l’accesso ai beni culturali come un problema di palese democrazia e, specularmente, l’azione di custodia e di trasmissione della memoria come una risorsa strategica di una comunità. La disciplina architettonica e le scienze archivistiche e bibliotecarie, dapprima autonome e separate, si delineano come realtà funzionalmente collegate per la progettazione dei luoghi e delle tecnologie atte alla conservazione e all’utilizzo della memoria. Alla conservazione si affiancano oggi logiche tese ad ampliare il significato che qualsiasi bene di matrice culturale possiede nella società postmoderna, tracciando lineamenti e codici comportamentali atti ad attribuire un idoneo ruolo al valore materiale e immateriale di questi beni, sempre più un valore non solo di uso, ma di scambio e di relazione. L’opera raccoglie i contributi di alcuni tra i principali studiosi e operatori del mondo archivistico e bibliotecario, insieme a esponenti della cultura del progetto, al fine di tracciare linee guida operative per la conservazione, la valorizzazione e la fruizione dei beni culturali.
Dalla presentazione al libro di Antonio Padoa Schioppa
“L’esigenza di garantire la conservazione dei libri e dei documenti del passato non è certo nuova. Nasce nel mondo antico, si trasmette al medioevo delle Chiese e dei monasteri, si accentua nell’età moderna e si dilata sino al presente. Mutano i materiali, dalle tavolette d’argilla al papiro, dalla pergamena alla carta, sino ai supporti magnetici e digitali dell’oggi. E paradossalmente la durata dei documenti risulta proporzionale alla vicinanza nel tempo: tanto più recente è il documento, tanto più breve la sua “speranza di vita”. Sono ancora perfettamente leggibili la tavolette cuneiformi, le tavole bronzee e i papiri, sono intatte le superstititi pergamene medievali, appaiono freschi di stampa gli incunaboli quattrocenteschi, ma quanto deteriorabili e deteriorati sono ormai milioni di volumi a stampa del Novecento. E addirittura ormai illeggibili risultano montagne di documenti elettronici generati appena pochi anni orsono. Il volume che qui vede la luce, curato con intelligenza da Emilio Faroldi, presenta una panoramica vasta e multiforme dei tanti problemi e delle diversissime situazioni e tecnologie oggi presenti sul fronte della conservazione dei documenti librari e d’archivio. Una serie di autori per le singole materie – scelti tra i più competenti in queste materie tra i bibliotecari, gli archivisti e gli architetti – discute di problemi di portata generale legati alla conservazione alla valorizzazione dei documenti, spesso muovendo da esperienze concrete in corso, relative a singole biblioteche o sedi archivistiche. Questo approccio consente una visione ravvicinata e per così dire dal vivo delle tante difficoltà che si frappongono nell’iter che conduce al restauro e alla valorizzazione del patrimonio inestimabile di documenti e di opere librarie (per non parlare del patrimonio artistico, senza possibili paragoni al mondo) che tuttora è custodito nelle nostre città e in ogni angolo del nostro Paese. Basti considerare, riguardo alle difficoltà, quanto sia arduo contemperare l’esigenza di conservazione di un monumento architettonico antico che ospiti un archivio o una biblioteca con l’esigenza di tutela delle opere accolte nel medesimo palazzo. Non si possono toccare o alterare i muri e le strutture architettoniche, ma non è facile allora assicurare le condizioni di temperatura e di sicurezza che pure i libri, i documenti o i quadri richiedono. In ogni caso gli interventi presuppongono risorse, tanto più ingenti quanti più delicate e sofisticate sono le tecnologie individuate per rispondere al meglio ad entrambe le due divaricate esigenze della conservazione degli ambienti e di quanto in essi è contenuto. Ma gli investimenti su questi fronti non sono certo ottenibili con facilità, mentre è chiarissimo a chi vuole capire e guardare avanti che per l’Italia il futuro anche economico delle generazioni che verranno sarà in misura molto considerevole legato alla capacità di conservare, insieme con il paesaggio, il nostro patrimonio artistico, documentario e librario, facilitandone l’accesso agli studiosi e ai cittadini del mondo intero. Conservare, mantenere e valorizzare: tutto ciò esige investimenti importanti in danaro e in conoscenza. Non meno delicati sono i problemi che una moderna biblioteca pone all’architetto. I modelli nuovi di biblioteca a libero accesso e di biblioteca ibrida, nella quale il libro cartaceo e i documenti digitali – anche musicali e visivi – coesistono e interagiscono al servizi dell’utente, richiedono da parte dell’architetto strategie particolari. Perchè le attività domande di chi oggi frequenta una biblioteca sono molteplici: includono tra l’altro moduli interattivi e servizi di reference, con la necessità di modellare gli spazi in modo nuovo. Gli esempi, nel volume, di numerosi progetti ed interventi recenti e la puntualizzazione delle tante questioni da risolvere e degli ostacoli superati (o non superati) riguarda molte realtà specifiche considerate dai singoli autori, spesso protagonisti di queste stesse vicende: si vedano i contributi dedicati a Genova, a Milano, a Torino, a Venezia, a Roma, a Napoli e ad altre località italiane. Problemi più generali di impostazione e di metodo sono affrontati in diversi contributi, con riferimento alle molteplici identità della conoscenza, alla conservazione preventiva, al recupero dei documenti, alle biblioteche universitarie e ad altre questioni connesse. Il capitolo delle nuove tecnologie è particolarmente ricco in queste pagine, in considerazione dell’attualità del tema e dell’evoluzione continua e rapidissima dell’hardware e dei software legati alla conservazione e alla consultazione dei documenti. Opportuna è anche la valutazione di alcuni modelli stranieri relativi al patrimonio digitale e alla sua conservazione, quale è quello di Monaco di Baviera. Non è difficile prevedere che il volume sarà letto e utilizzato come un testo di riferimento ricco e aggiornato, anche nella bibliografia, a disposizione di chi voglia avere un panorama chiaro dei tanti problemi legati alla memoria del passato e alle strategie per la sua conservazione nell’era digitale.”
Emilio Faroldi (a cura di)
Memoria progetto tecnologia.
Lineamenti e strategie per l’identità della conoscenza
Umberto Allemandi & C.
Torino 2008.
pp. 268
30 euro