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2 Gennaio 2009

Design litico

Progettare la materia / disegnare in superficie

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Sistema parete in elementi litici modulari di Lithos Design. Foto Davide Turrini

I materiali da costruzione si arricchiscono nella contemporaneità di caratteri situati spesso ai margini, se non addirittura all’esterno, del mondo dell’architettura: arti figurative, grafica e fotografia, moda, cinema e televisione, proiettano sulla materia i loro linguaggi, trattando spesso come vere e proprie installazioni narrative le superfici degli edifici e reinterpretando sia i materiali più innovativi come il vetro, la plastica e i metalli, sia che quelli tradizionali come la pietra.
Così anche la materia lapidea, sempre più assottigliata e alleggerita, non rinuncia a dar vita a pelli comunicative in continua trasformazione e se le textures litiche hanno storicamente rappresentato idee e valori interni all’architettura e sedimentati nella storia dell’uomo – si pensi ad esempio al significato costruttivo e culturale legato alla tradizione delle superfici a bugnato – oggi possono trasferire nuove immagini e nuovi concetti, meno mediati e più diretti, spesso captati e riverberati dall’esterno, in una semantica visiva fatta di grane materiche, stilizzazioni, impronte, graffiti, simboli, stringhe o intere pagine testuali da leggere come manifesti pietrificati.

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Superfici in pietra naturale di Lithos Design. Foto Davide Turrini

Il volto delle superfici di pietra è sempre più affascinante e variegato e con le sue molteplici tessiture cromatiche e geometriche affiora e prolifera nei fertili territori dell’interior design per dar vita a rivestimenti, pavimentazioni e arredi caratterizzati da innumerevoli identità e segnati da incisioni, stampe e intarsi. Inedite e sempre più diffuse sperimentazioni dimostrano come la pietra, grazie alle tecnologie di lavorazione più aggiornate, entri a pieno titolo tra i materiali della contemporaneità, e come appaia versatile e già proiettata nel futuro verso nuovi connubi tra valori iconografici della memoria storica, tendenze estetiche di mercato in continuo aggiornamento e ritorno etico alle immagini del mondo naturale.
Oggi più che mai, il progetto delle superfici architettoniche può sfruttare la generosità del policromatico universo litologico, e soprattutto di inedite pietre esotiche ricercate per suscitare un continuo “effetto novità”, potendosi limitare ad un semplice lavoro di ricomposizione e variazione del pattern tessiturale dettato dalla struttura cristallina delle rocce, con sicuri risultati di sgargiante e fotogenica eccentricità.

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Rivestimenti litici di MGM Furnari. Foto Davide Turrini

Maggiore è invece l’intervento creativo dell’uomo nel manipolare la filigrana materica della pietra pervenendo, tramite diversi tipi di azione percussiva e abrasiva, a facies a spacco di cava, a piano sega, a sbozzature grossolane o zigrinature, o ancora a morbide e opache satinature, o infine ad aspetti lisci e lucenti. Se le lavorazioni levigate e speculari, accanto a quelle scabre e ruvide, sono impiegate ancora oggi per interpretare costruttivamente, secondo una tradizione consolidata, i caratteri naturali della pietra, numerosi sono i procedimenti che attraverso applicazioni meccaniche, termiche e chimiche possono attualmente reinventare il volto della materia litica. Tale inedito approccio mette in disponibilità un numero elevatissimo di soluzioni: grazie all’azione di fiamme o spazzole di varia natura le superfici lapidee possono presentarsi con finiture lappate e morbide, tese ad ottenere gli effetti lisci o stampati tipici della nappa o del cuoio, o ancora di stoffe vellutate, felpate, goffrate o broccate, in un prolungarsi della metafora che associa la texture di futuro ricoprimento dell’architettura ad un capo di abbigliamento da indossare; metodi biomimetici ed ecomimetici, possono trarre ispirazione dalle strutture biologiche del mondo animale e vegetale per riprodurre sulla pietra elementi fitomorfi di fogliami o infiorescenze, oppure pelli di rettili e anfibi squamose e dotate di placche ossee; particolari procedimenti di rasatura possono scorticare parzialmente la pietra portandone in evidenza la struttura minerale per esaltare l’effetto glitter di inclusioni cristalline scintillanti e riflettenti più o meno diffuse.

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Disegni wall paper e motivi floreali stilizzati in rivestimenti lapidei di Cava Romana (in alto) e di Decormarmi (in basso). Foto Davide Turrini

Inoltre, altre incisioni o studiati dispositivi aggregativi di macromosaici, possono restituire l’effetto wall paper iterativo di pattern figurati, optical, animalier, facendo sì che l’informazione architettonica nella sua complessità sia sostituita dal prevalere del grado di lettura geometrico e cromatico bidimensionale, in un processo certo semplificativo ma di potente fascinazione figurale.

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Schermo litico traforato di Santa Margherita. Foto Davide Turrini

Un’ultima accezione tutta contemporanea del progetto delle superfici litiche porta alla realizzazione di schermi discontinui, funzionali ed estetici, in cui la corposità e la solida pienezza della materia si incontrano con l’immaterialità e la leggerezza del vuoto; si tratta di trame litiche incise e traforate, a volte fitte e profonde, altre volte rade e sottili, di sistemi di chiusura o partizioni che mostrano diverse tipologie di texturizzazione della luce e che fanno coesistere l’opacità del muro e la trasparenza, consentendo alla vista imprevedibili scarti inscritti in una originale logica on-off.
Anche in questo caso le suggestioni consegnate dal design del materiale al progetto contemporaneo d’architettura sono molteplici e cariche di potenzialità espressive che, nel caso specifico, ineriscono il mondo dei diagrammi puramente ornamentali fatti di motivi regolari o di ancor più inusuali disegni informali, astratti e per nulla soggetti alle leggi di una scansione geometrica, o di un universo figurativo e simbolico.

di Davide Turrini

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