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2 Giugno 2006

Recensioni

La recensione di Siti

La stereotomia, come si sa, è la tecnica, derivata dalla geometria descrittiva, del disegno e del taglio della pietra che presiede alla costruzione di opere murarie.
Gli architetti hanno fatto particolarmente ricorso alla stereotomia, soprattutto nei periodi storici in cui ha prevalso l’impegno estetico (Grecia classica) o l’impegno verso la tecnica costruttiva (gotico), comunque sempre in una costante e viva dialettica tra statica ed estetica, tra firmitas e venustas.
Tutto ciò sembrerebbe materia d’altri tempi, se non fosse venuta alla luce l’enciclopedica pubblicazione di Alfonso Acocella su “L’architettura di pietra”, appena messo in circolazione da Lucense Alinea, che ce lo ricorda e ce lo illustra.
Una sistematica e gigantesca opera di riflessione sul costruire in pietra, illustrata con foto, disegni e apparati iconografici che ricordano il “Trattato di architettura” di antica memoria, ma che va oltre il Trattato potendo far tesoro di una quantità di esempi e di riferimenti con l’intento di riproporre una sorta di “riabilitazione” dei sistemi litici di costruzione.
Dalla confusione e dalla velocità percettiva del presente appare in tutta la sua apprezzabile sapienza “il disegno delle cose”, e le “prassi esecutive” per poterle indagare ed eventualmente rielaborarle e ristrutturarle.
Dagli archetipi primordiali alle moderne attualità: la lettura circolare dei rimandi, nel mentre testimoniano di una continuità solo apparentemente interrotta o rallentata, contribuisce a sollecitare una riproposizione o meglio un aggiornamento dello “stile litico” e della stereotomia.
Aggiornamento che, tenacemente e persistentemente da tempo invoca Claudio D’Amato dalla Facoltà di Architettura di Bari, e che potrebbe assecondare la stereotomia a processi di modellazione informatica per rilanciare la ricerca tettonica, riallacciando tradizione e innovazione su un ritrovato senso del progetto e dell’architettura a carattere murario.
Dunque se Acocella, attraverso il lungo viaggio fra la storia e le tecniche del costruire in pietra, in qualche modo sostiene il perdurante uso della materia litica come dimostrato da tanta nuova architettura che la esibisce in vario modo, non è ozioso pensare, con D’Amato, che è possibile avvicinare le tecniche della tradizione e del repertorio che Acocella ci ripropone alla tecnologia più avanzata che permetta la collaborazione fra sistemi costruttivi tradizionali (murature portanti) e sistemi avanzati (elementi presollecitati).
Se questo è il senso dell’enciclopedico lavoro di Acocella, è certo che si apre per la disciplina un campo di nuova ricerca sul più appropriato uso della pietra.

(Siti n°4, 2005)

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