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26 Marzo 2006

Citazioni

“Turismo e viaggio, paesaggio e scrittura” *


Il Tempio della Concordia ad Agrigento. Disegno ottocentesco di Karl Ludwig Wilhelm Zanth.
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Le ambivalenze del viaggio
“La terza ambivalenza sarebbe quella dell’andata e del ritorno, del passato e del futuro: è un’ambivalenza che può esprimersi anch’essa spazialmente, ma che in sostanza è temporale. In questo campo la strada era stata aperta dai viaggiatori letterari dell’Ottocento, nella misura in cui, viaggiando per scrivere, per raccontare il loro viaggio, ne facevano dipendere il senso dal ritorno e dallo sguardo retrospettivo col quale il viaggio stesso sarebbe stato ricostruito. Fin dalla partenza, essi si esprimevano al futuro anteriore. Certe pagine di Chateaubriand o di Flaubert son rivelatrici in proposito. Ma è possibile risalire ancora più indietro e tener presente che i viaggi di scoperta, ispirati dalla curiosità scientifica o dalla brama di lucro, includevano la necessità del ritorno in quella della partenza.
La cosa è ancora più evidente con il turismo, attività del tempo libero limitata nel tempo. Le vacanze sono un elemento atteso indubbiamente aiutano le persone a sopportare la vita quotidiana, la vita di lavoro, assegnandole una scadenza piena di sole. Ma è un momento misurato; e quella misura fa parte della definizione stessa di vacanza (“partiamo per due sole settimane; andiamo a passare tre giorni a Venezia, otto giorni sulla neve” ecc.).
L’immagine, oggi, attribuisce un colore particolare alla tensione tra attesa e ricordo che fin dalla partenza costituisce l’ambivalenza del viaggio. Le immagini, prima della partenza, sono tantissime: dilagano sui nostri muri e, ovviamente, sugli schermi televisivi. Nelle agenzie turistiche, i dèpliant, i cataloghi e addirittura i percorsi virtuali su schermo che fin d’ora è possibile effettuare presso gli operatori più attrezzati, permettono di vedere le cose prima di andarle a rivedere. Il viaggio diventerà ben presto analogo a una verifica: per non deludere, la realtà dovrà assomigliare alla sua immagine.
Tuttavia, la produzione di ricordi rimane una parte importante, spesso prevalente, dell’attività turistica. Le macchine fotografiche, le cineprese delle più diverse specie, ogni giorno più perfezionate e facili da maneggiare, svolgono all’incirca lo stesso ruolo che l’osservazione, l’immaginazione e la scrittura avevano per i viaggiatori letterari dell’Ottocento: progettate per il ritorno, le diapositive e le sequenze filmate offriranno l’occasione non di rivivere il passato, ma di raccontarlo, di ricavarne una narrazione, una storia dotata di momenti forti e di peripezie, di conferirgli talvolta una tonalità mitica e di mettere in scena dei personaggi.
Questa produzione di immagini (e di ricordi) è per alcuni così allettante che si potrebbe dire che essi viaggino fra due serie di immagini: quelle che hanno visto prima della partenza e quelle che vedranno al ritorno (le loro, quelle di cui si considerano autori). Il tempo intermedio è quello della produzione delle immagini. Si svolge in uno spazio anch’esso intermedio, lo spazio del soggiorno e della gita, nel quale il viaggiatore fotografo o cineasta vede l’essenziale di quel che vede attraverso il visore della cinepresa o sul suo schermo di controllo.”

Marc Augè

(*) La citazione è tratta da Marc Augè “Turismo e viaggio, paesaggio e scrittura” pp. 53-55 in Rovine e macerie, Milano, Boringhieri, 2004 (tit. or. Le temps en ruines, 2003), pp.139.

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