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2 Luglio 2008

Opere di Architettura

Complesso parrocchiale di San Giovanni Battista a Lecce (1999-2006)*
di Franco Purini e Laura Thermes

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Il Centro Parrocchiale di San Giovanni Battista si trova nel Quartiere Stadio, un quartiere periferico di Lecce nel quale gli edifici residenziali di edilizia pubblica sono immersi in spazi relativamente vasti costituenti un grande deserto. Proprio a causa del carattere atopico del quartiere in cui sorge, il nuovo centro parrocchiale è chiamato a svolgere, assieme alla precedente piccola chiesa e al complesso degli impianti sportivi preesistenti, il ruolo di polo urbano e di segno di una comunità priva finora di convincenti elementi di riconoscibilità collettiva.
A questo scopo i volumi si raccolgono a definire una piazza pedonale, una corte interna e un hortus conclusus, un raccolto ambiente di meditazione questo che ospita un grande albero di ulivo. Questi spazi, in parte lastricati con pietra di Apricena a filo sega e bocciardata e in parte a prato, con la loro scala misurata contrapposta ai circostanti vuoti urbani privi di disegno, determinano un naturale luogo di richiamo e di accoglienza.

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Lo spazio dell’aula è uno spazio primario, a pianta quadrata di ventiquattro metri di lato, con accanto un’ala rettangolare che accoglie la sacrestia e la cappella feriale. In prossimità della bussola di ingresso è situato il battistero.
Nell’interno dell’aula è inserita una grande struttura trilitica, che interferisce in modo complesso con la geometria del quadrato, contraddicendone il valore di stabilità e solidità di cui è simbolo e suggerendo l’impressione che l’impianto regolare perimetrale sia un recinto costruito attorno ad una preesitenza solenne e misteriosa., un’arcana presenza ancestrale.

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Il sistema di membrature pilastri-travi, produce l’effetto di moltiplicazione e quindi di dilatazione della dimensione spaziale e individua un invaso centrale a tutta altezza di forma trapezoidale – come una crociera e un grande ciborio che attrae e raccoglie la comunità riunita attorno all’altare – e un anello di luoghi perimetrali di servizio ad altezza minore, che assumono in successione il valore di endonartece, navata laterale, deambulatorio.

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L’aula si presenta come una grande cavità che la pietra leccese del suo rivestimento fa vibrare attraverso l’illuminazione indiretta che penetra dalle fenditure operate nelle quinte murarie. La pavimentazione è in marmo rosso Asiago con ricorsi in pietra di Apicena.

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L’ingresso è costituito da un piccolo edificio autonomo che segnala architettonicamente il passaggio dallo spazio urbano al luogo del culto. Un spazio transitivo che si distingue dall’esterno intonacato dell’intero complesso parrocchiale per il suo rivestimento in pietra leccese e introduce per contrasto, con lo scarto diagonale della sua copertura, al respiro ampio dell’aula e sopratutto alla visione della struttura trilitica.

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La luce, una luce ontologica nell’intenzione dei progettisti, caratterizza lo spazio come luogo liturgico volutamente senza effetti scenografici e vuole simbolicamente rappresentare una dimensione altra. Essa scende dall’alto, a filo dell’intradosso della copertura, conferendo all’interno un senso di leggerezza e di espansione. Entra poi da un volume sospeso sull’abside per sottolineare la focalità del presbiterio e da sopra l’ingresso per portare una luminosità anche frontale sull’altare. Penetra infine da una finestra tridimensionale che articola plasticamente il muro perimetrale in corrispondenza del battistero, per marcarne il significato di luogo della rinascita dalle tenebre alla luce. La cappella con il tabernacolo ha un’illuminazione discreta, che esprime il senso di protezione e raccoglimento del luogo.

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Giò Pomodoro avrebbe dovuto disegnare gli arredi sacri, ma la morte lo ha colto prima che iniziasse il lavoro, che sarebbe stato sicuramente profondo ed emozionante. Armando Marrocco e Mimmo Paladino hanno interpretato con le loro diverse personalità di artisti il programma iconografico e lo spazio dell’aula: il primo ha disegnato gli altari, l’ambone e il seggio, l’altro le grandi vetrate, il portale in bronzo e il battistero.

SCHEDA DELL’OPERA

denominazione / project title
complesso parrocchiale di san giovanni battista a Lecce
committente / client
Arcidiocesi di Lecce
progetto / design period
1999/2000
realizzazione / construction period
2004/2006
progetto / architects
Franco Purini e Laura Thermes con Adriano Cornoldi
collaboratori e consulenti / project team
M. Rapposelli, A. Sdegno, L. Paglialunga, M. De Meo
liturgista /
don Roberto Tagliaferri
opere d’arte /
Giò Pomodoro (scomparso nel 2002), Armando Marrocco e Mimmo Paladino
progetto delle strutture / structural engineers
chiesa / church
ing. Enzo Pierri
campanile / steeple
ing. Andrea Cinuzi
direzione lavori / site team
Raffaele Parlangeli
impresa di costruzioni / building general contractor
Fratelli Marullo|Calimera (Le)
materiali lapidei utilizzati / stone materials employmed
marmo rosso Asiago, pietra di Apricena, pietra leccese
forniture materiali lapidei / stone supplier
Ditta Fratelli Pitardi|Melpignano
Ditta ZE.I.CO.MAR.|Trani
installazione materiali lapidei / stone placement
Fratelli Marullo|Calimera (Le)

AUTORI

Franco Purini, nato nel 1941, architetto, è professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana presso la Facoltà di Architettura Valle Giulia dell’Università La Sapienza di Roma.

Laura Thermes, architetto è professore ordinario di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria.

Lo studio Purini/Thermes è operativo dal 1966: al suo interno sono stati affrontati sia temi architettonici sia complesse problematiche urbane. Tale ricerca si è espressa in un numero consistente di progetti, tra i quali numerosi concorsi nazionali e internazionali, ampiamente documentati sulle più importanti riviste italiane ed estere. Molti dei progetti relativi a città hanno come oggetto il rapporto tra segni permanenti ed elementi mutevoli. Tra questi si segnalano in particolare gli studi su Roma, Milano, Venezia, Postdam, Buenos Aires, Volos. Realizzazioni dello studio sono state selezionate in importanti premi internazionali di architettura, molti anche i lavori in corso di realizzazione ottenuti a seguito di concorsi.

Note
*Il testo è tratto dal volume di Domenico Potenza, Puglia di Pietra, Regione Puglia, Claudio Grenzi editore, 2007, pp. 143. Dalla pubblicazione e dalla mostra evento di Marmomacc 2007 intitolata “Puglia di Pietre” e curata dall’arch. Domenico Potenza pubblichiamo in maniera più didascalica ed esplicativa, le opere e i progettisti che fanno parte di questa prima “selezione d’autore”, articolando la descrizione nella presentazione dell’architettura realizzata, del luogo e del contesto in cui l’opera si colloca, dell’idea che ha generato la soluzione progettuale e soprattutto della tecnica e dei materiali utilizzati per realizzare l’opera con indicazioni fornite direttamente dagli stessi progettisti. Infine, una scheda della realizzazione chiude in maniera tecnica e sintetica tutto quanto c’è ancora da sapere sul progetto e sugli autori di cui viene editata una breve biografia scientifica.

A cura del Laboratorio Progetto Cultura, responsabile della comunicazione Giuseppe Di Lullo.

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