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18 Giugno 2008

Opere di Architettura

Casa Artusi, Forlinpopoli (FC)
N!Studio

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Due scorci interni della riabilizatione dell’ex convento

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Per i tipi di attività ospitate, tutte legate alla gastronomia ed all’arte culinaria, potremmo considerare ad ogni effetto Casa Artusi come una sorta di polo culturale specialistico, in cui le cucine e la scuola di cucina, il ristorante e la cantina – affiancati dagli archivi, le sale espositive e le biblioteche tematiche – sono spazi non di mera ristorazione, ma parti integranti del percorso proponente al fruitore il filo rosso del gusto. Come dichiara il sito istituzionale, è infatti aperta a tutti coloro che, appassionati e curiosi, donne e uomini di casa, professionisti e cultori, studiosi e ricercatori vogliano approfondire la cultura e la pratica della cucina domestica.
I circa 25.000 mc dei fabbricati, distribuiti su 2.800 mq di superficie, sono oggetto delle prime fasi preliminari del progetto nell’anno 2002. Seguono: il progetto esecutivo nel 2004, l’apertura del cantiere nell’anno 2005 e finalmente l’inaugurazione nell’anno scorso. La struttura si colloca nel centro cittadino di Forlimpopoli in Romagna, entro gli spazi di antiche fabbriche conventuali; il progetto di recupero e trasformazione, unitamente al disegno dei nuovi spazi, è affidato ad N!Studio di Roma. Tra le realtà progettuali italiane più interessanti, lo studio si distingue frequentemente per gli esiti concorsuali internazionali ed ha al suo attivo importanti realizzazioni, particolarmente nelle architetture a destinazione pubblica, quali il centro di quartiere a Ciampino, il deposito-laboratorio archeologico al Parco Archeologico della Villa dei Quintili in Roma, la nuova sede della facoltà di economia a Ferrara.
L’applicazione d’arenarie in Casa Artusi è eminentemente pavimentale. Ad essa è assegnato il fondamentale compito di legatura fra gli spazi del primo centro di cultura gastronomica dedicato alla cucina domestica italiana, ai vari livelli cui si possa accedere camminando.

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L’ingresso a Casa Artusi: cortile e portico

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Il progetto di N!Studio propone un intervento in cui la ricchezza d’elementi ed installazioni d’arredo non pregiudica la fluidità del racconto, anzi ne è guida assieme al tappeto lapideo. Essa è accompagnata da scelte materiche in prevalente scala di grigio, con applicazioni graduanti in ritmo e posa le tonalità di base prescelte, stemperata dagli effetti liquidi e dai riflessi dei cristalli. Questi, animati dalle luci in parte naturali ed in parte artificiali, con l’aiuto delle serigrafie particolarmente al loggiato d’ingresso, sono per così dire tutti uniformemente assorbiti dal piano orizzontale, rispetto al quale risultano complanari. Esso accoglie i fruitori già dal cortile d’ingresso, anticipando qui motivi per fasce a casellario, con inserti ritmici ad effetto chiaro-scuro, conducenti ai pannelli espositivi appena oltre la soglia vetrata.
Il coinvolgimento della corte d’accesso al progetto, specialmente mediante il trattamento materico della superficie a terra, svela una delle strategie di nuova lettura della preesistenza da parte dei progettisti. La corte trova infatti nella quinta porticata di fondo una sua estensione coperta, ma come accidentalmente. Lo spazio è uno. Il divisorio vetrato in corrispondenza del portico quasi vorrebbe non esserci, poichè pur leggermente qualifica lo spazio coperto e chiuso rispetto a quello introduttivo a cielo aperto posto fra il primo e la strada. Ebbene il piano pavimentale decisamente riduce questa distanza estendendosi dall’interno fino a lambire il marciapiede pubblico, con disegno a stimolare interesse ed a suggerire intensità crescenti verso Casa Artusi. Elementi d’ombra ed inserti a pavimento completano il ricamo al calpestio, in cui le lastre alternano posa regolare a vertici allineati, posa a sormonto dei conci in mezzeria e posa più dinamica con sormonto ridotto tra i corsi d’alloggiamento del lastricato. Nell’accurata applicazione pavimentale inter-esterna emerge con chiarezza la natura duttile delle arenarie.
La scelta lapidea congiungente per colore l’ingresso e la libreria, il ristorante e lo spazio per le degustazioni, così come la scala principale di collegamento fra i piani, è la base rispetto alla quale i metalli cercano un lieve stacco, nel caso ad esempio delle mensole e dei punti lettura di biblioteca; viceversa è piano regolatore delle presenze dimensionali d’arredo per le zone deputate alla degustazione, trovanti nel disegno pavimentale la propria misura e la propria collocazione.
La proposta reiterata di cristallo o metallo in spessore minimo, in adiacenza alla lastra litica offre ai sensi del visitatore la tensione sottile corrente fra i due materiali, come ai due stati solido e liquido accostati. La scelta ferma del piano pavimentale lapideo riconduce alla solidità di base, al senso di stabilità e sicurezza portati dalla presenza fisica del materiale naturale. Nondimeno, il comune riscontro sonoro al calpestio è motivo per il fruitore, in ogni angolo della struttura, di confermata sensazione d’avvolgente unitarietà.
Il materiale lapideo, così come quello fotografico a corredo del testo, è fornito da Il Casone di Firenzuola.

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Due assaggi di cantina e ristorante; il rimando è alle Photogallery per maggiori dettagli

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di Alberto Ferraresi

(Vai a Casa Artusi)
(Vai al sito Casone)

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