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Le strategie dei maggiori sistemi lapidei italiani*
Distretto Porfido, Trento


Pavimentazione con elementi in porfido del Trentino (foto: Alfonso Acocella)

Ora tocca ai distretti. Un inchiesta di Versilia Produce
(servizio a cura di Stefano De Franceschi)

La nostra indagine per illustrare le strade intraprese dai più importanti insiemi locali di pmi nel settore della pietra naturale. I temi che abbiamo chiesto di approfondire:
1. Che tipo di governance, o comitato, indirizza l’attività;
2. Di quali risorse ha usufruito, o usufruisce oggi, il sistema;
3. I principali ambiti di applicazione degli interventi distrettuali;
4. Quali, nella fase attuale, i progetti d’area e le iniziative promozionali a favore della pietra locale e dei suoi lavorati;
5. Esistono strutture specifiche come un osservatorio con funzioni di conoscenza e di progettualità attiva o in grado di fornire servizi diretti alle imprese?
6. Quali sono i principali fattori di competitività del distretto e perchè è importante che esso venga costituito.
La parola ai poli produttivi di Trento, Genova, Sassari e Verona

Distretto Porfido, Trento. I numeri
Il Distretto deve essere costituito nel 2006 con la modifica dell’attuale legislazione provinciale del settore estrattivo (l. 04.03.80 n.6)
Regione: Trentino Alto Adige
Provincia: Trento
Imprese: circa 200 (50 % estrazione, 50 % lavorazione)
Principale tipologia produttiva:
pavimentazione urbana (cubetti, lastre, cordoli) e rivestimenti
Occupati: 1500 diretti, 1500 indotto
Fatturato: 400 milioni circa di euro
La curiosità: la maggioranza degli addetti sono immigrati, fatto che reso la valle trentina quella con il più alto tasso di extracomunitari.
Oltre il 40% della produzione va nel Nord Europa e Usa

Duecento aziende divise in estrazione e lavorazione
Il Distretto è localizzato nella Val di Cembra, che divide le superiori Valli di Fiemme e di Fassa dalla Val d’Adige, su un territorio che abbraccia le zone ed i comuni di Albiano, Fornace, Lona-Lases, Baselga di Pinè e Trento. Le circa 200 aziende di cui circa la metà a carattere artigianale, sono equamente suddivise in estrazione e lavorazione. Il Distretto ha la leadership negli scambi internazionali, il 5% dell’export mondiale è coperto dalle pietre lavorate dalle aziende del sistema. Ogni anno, dalle 100 cave del distretto vengono estratte 3 milioni di tonnellate di porfido, di cui il 40% rappresentante il prodotto vendibile come cubetti e piastrelle, mentre i rimanenti 2 milioni di tonnellate sono considerati scarti e di scarsa qualità e vengono destinati ad altro uso; il 90% viene infatti trasportato nei frantoi per trasformarlo in prodotti edili e conglomerati bituminosi. I giacimenti più importanti della pietra porfirica si trovano nella zona della bassa Val di Cembra (Albiano, Baselga di Pinè, Capriana, Cembra, Fornace, Giovo, Lona-Lases, Divezzano,Trento).
La conoscenza e l’uso del porfido è di antica data. Importanti reperti e monumenti in porfido sono stati scoperti nei luoghi delle civiltà assiro-babilonesi, egizie e romane. In epoca romana il porfido rosso, così definito a causa del suo colore porpora, assunse a simbolo di grande prestigio e di dignità regale. Il titolo di “porfirogenito” voleva dire “nato in una stanza completamente rivestita di porfido”, stanza esistente solo nei palazzi del potere. Molti imperatori vennero pure sepolti entro sarcofaghi di porfido.
Nell’antichità fino al 500 d. C., il porfido proveniva quasi unicamente da cave situate nel deserto egiziano. Si narra che in porfido fossero i sepolcri di Nerone e di Settimo Severo e le parti più importanti dei palazzi imperiali di Diocleziano e di Costantino. Dalle rovine dei palazzi romani proveniva il porfido usato in epoche successive, ad esempio per la costruzione dei monumenti tombali dei regnanti siciliani (tuttora conservati nella Cattedrale di Palermo). Nel Rinascimento del porfido ne parla Giorgio Vasari nella sua opera “Dell’Architettura”. L’autore metteva in luce la durezza del porfido, che sottopose a dura prova gli strumenti degli scultori suoi contemporanei, sai pur del calibro di Leon Battista Alberti e di Michelangelo Buonarroti. Nel ‘900, poi, l’evolversi ed il moltiplicarsi delle aziende interessate all’estrazione ed alla lavorazione del porfido, unito all’espandersi del mercato (particolarmente al Centro ed al Sud Italia) hanno portato, in particolare negli anni 60/70 ad un fortissimo incremento della produzione, nonchè ad un progressivo miglioramento dei mezzi e delle tecniche di estrazione. Si assiste così ad un ulteriore espandersi del settore determinato dal formarsi di nuove imprese e dall’introduzione di nuove macchine per il taglio meccanico dei cubetti e delle piastrelle, nonchè all’intensificarsi della meccanizzazione nella fase di abbattimento e trasporto. Negli ultimi anni, infine, accanto all’azienda produttiva vera e propria, delle strutture di sostegno, i consorzi, che svolgono delle funzioni di primaria importanza ed indispensabili nell’attuale contesto economico, quali la regolazione domanda/offerta, con funzioni di polmone per le aziende nei confronti della variazione della domanda, la ripartizione dei rischi commerciali, l’informazione specialistica e la promozione, il controllo di tutto il ciclo produttivo e commerciale (per sottrarre all’improvvisazione ed alla speculazione). Oggi il porfido della Val di Cembra viene in gran parte esportato fuori provincia e per oltre il 40% all’estero, in particolare nei paesi del nord Europa (Germania, Francia, Austria) e negli Stati Uniti, sfidando con la qualità del prodotto i concorrenti argentini e portoghesi.
Il marmo e pietra del Distretto è impiegato per svariati lavori come la pavimentazione e l’arredo urbano, nonchè i rivestimenti interni ed esterni.

“L’Atlante della Pietra Trentina” il manuale del nostro prodotto
“Da qualche anno il comparto porfido, assume la denominazione di distretto ancorchè la Giunta Provinciale della Provincia Autonoma di Trento non lo abbia istituito con proprio provvedimento deliberativo ad hoc.
La promotrice dell’iniziativa è stata l’Associazione degli Industriali di Trento Sezione Porfido che lo ha inserito come obbiettivo da raggiungere nel breve, nei propri programmi di attività. Il distretto dovrebbe essere istituito con legge nel corso del 2006 con la modifica dell’attuale legislazione provinciale del settore estrattivo (Legge 4 Marzo 80 N. 6).
Per anni tutta la promozione faceva capo ad Espo – Ente Sviluppo Porfidi – ed alle singole aziende che promuovono anche in proprio workshop, eventi fieristici e altre manifestazioni di settore. Fondamentale è sempre stato il supporto economico della Provincia di Trento attraverso le leggi di settore che hanno permesso un importante attivismo in proposito da parte dell’Ente di Sviluppo. Oggi troviamo sul mercato una miriade di pietre provenienti dal mondo a costi notevolmente inferiori ai nostri, ci sono diversi prodotti “surrogati” della pietra che lasciano il tempo che trovano, trattandosi non di una “pietra naturale”.
Da qualche anno, dunque, grazie ad un iniziativa della Camera di Commercio e della Provincia è stato attivato il “Progetto Pietra Trentina”, nato per promuove tutte le pietre del Trentino e focalizzata su alcuni aspetti che riteniamo imprescindibili per affrontare la nuova e difficile sfida lanciata dai nuovi competitors internazionali: una efficace attività promozionale in primo luogo, per il rilancio sui mercati nazionali ed esteri del nostro prodotto, progetti ad hoc su nuove realizzazioni ad alto valore aggiunto che utilizzano la nostra pietra e pubblicazioni tecniche. Fra queste in particolare, vorrei citare l’Atlante della Pietra Trentina, una vera enciclopedia sulle caratteristiche e sulle possibili applicazioni della nostra pietra, vero e proprio strumento utile all’attività degli operatori del settore oltre che mezzo d’informazione. Altra idea è quella di abbinare la promozione del territorio alla quella dei nostri prodotti, mediante eventi spettacolari da tenersi nei siti di cava. Per questi motivi riteniamo opportuna l’istituzione del Distretto della Pietra Trentina, oltre che di quello del Porfido.
Altra nostra precisa attività è il Progetto Qualità e le relative marchiature, sviluppata anche grazie ad appositi eventi promozionali rivolti a varie categorie di professionisti come architetti, ingegneri, general contractors ed altri operatori del settore. Nostra convinzione è che la qualità certificata, “attuata”, sia il più importante presidio di difesa di un prodotto come il nostro.
Attraverso il coinvolgimento dei vari attori del Distretto (industriali, artigiani, categorie economiche, amministrazione pubblica, consorzi, cooperative e società di servizi stiamo attuando la creazione di una rete o “filiera”, usare un termine oggi molto in auge, che, partendo dalla fase estrattiva giunga dopo la trasformazione al momento finale e veramente qualificante per i nostri prodotti, la posa in opera. Quest’ultimo dovrebbe essere un tema su cui concentrarsi maggiormente nell’ottica di poter fornire, nell’immediato futuro, un ulteriore ed importante servizio al cliente che oggi, spesso, soprattutto nel settore marmo, non sa a chi rivolgersi per una ottimale posa del prodotto acquistato. Superfluo sottolineare il fatto che in tutti i passaggi della filiera gli stessi protagonisti debbono essere parte attiva, ognuno per la propria parte,con reciproca soddisfazione ed anche un ritorno economico, fondamentale per mantenere le imprese e promuoverne lo sviluppo e la crescita.
Ultimo tema su cui siamo impegnati, ma non ultimo in ordine d’importante, è la “modernizzazione” del processo di prima lavorazione (estrazione e sfaldamento della pietra) anche quale risposta alle attese delle nostre maestranze in primo luogo, ma anche dei vari enti di sorveglianza come il Distretto Minerario, la Medicina del Lavoro, Inail e gli altri enti ispettivi”.
Marco Stenico, Gianpietro Magagni

* Con questo post il blog_architetturadipietra riedita, a puntate, il servizio “Le strategie dei maggiori sistemi lapidei italiani” a cura di Stefano De Franceschi apparso su Versilia Produce n. 51, 2005, Anno XII

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