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12 Maggio 2008

Opere di Architettura

Mela nella Mela. New Apple retail store in NY
Bohlin, Cywinski, Jackson

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Lo schema del negozio nella 5th Avenue (immagine tratta dalla rete)

L’interpretazione dell’evoluto spirito aziendale di casa Apple trova sulla quinta strada la sua sede più visitata al mondo. Come specificamente approfondito da Rem Koolhaas in Delirious New York, è facilmente l’altezza la chiave dell’architettura di Manhattan. Ebbene in altezza i progettisti sviluppano il loro disegno, ma annullando quella tipica dei grattacieli ricercanti il primato in quota per scendere nel sottosuolo newyorkese con gli ampi spazi per l’esposizione e la vendita. Ne deriva, con uno scatto deciso oltre l’arretramento del Seagram building di Mies Van der Rohe, la sorpresa del vuoto urbano entro la maglia densa di parallelepipedi orientati al cielo, questa volta per tutta la dimensione del lotto. Rettangolare, con lato lungo rivolto in parallelo alla strada, esso si caratterizza per il contenuto distacco verso l’alto rispetto ai camminamenti della quinta strada a farne il piedistallo per il cubo trasparente d’accesso al negozio. Questo, il cubo trasparente, risulta esserne l’elemento di maggiore visibilità esterna; si compone sulla piattaforma lapidea assieme ad elementi tutti di geometria regolare, con riferimento specialmente a due ribassamenti sempre quadrati d’ugual misura posti in modo simmetrico al cubo in vetro sul piano pavimentale. In essi elementi d’arredo e giochi di luce ed acqua catturano l’attenzione del passante. Alle loro spalle, prima dell’incombente New York verticale, il filtro cercato con la sobria presenza di verde. Anche i conci posti al calpestio ripropongono la misura quadrata di lato, oltre ad un colore tortora che si sposa con i camminamenti e con gli asfalti circostanti.
Si rinnova anche in questo brano di Manhattan l’attenzione ai materiali lapidei di provenienza italiana. Sono essi tutti forniti da Il Casone di Firenzuola.

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Lo scorcio del cubo in cristallo da strada

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Fragile-solido, traguardabile-impenetrabile, lucido-ruvido, materico-etereo, plastico-rigido, sono solo alcuni degli accostamenti ossimorici che trasferiti dal parlato all’architettura stimolano nel visitatore dell’opera che descriviamo un’energia sottile. La piacevolezza di chi ne fruisce risiede nel cogliere quest’energia avendone esperienza sensibile nei luoghi.
E’ quanto accade nello showroom Apple di New York, laddove la scala in cristallo, così come l’odierna comunicazione via computer, abbandona la gravità elevandosi con movenza elicoidale dal piano appositamente litico alla volta di una consistenza immateriale. Nella metafora di progetto accade come se la pietra fosse trattenuta al suolo per peso ponderale, assegnando a tutto il resto nuova dimensione leggera. La scelta netta del conferimento cromatico grigio-litico ai piani orizzontali ipogei accentua ordinatamente la voluta emozione bianco-ascensionale. E’ questa già in parte suggerita dalle sospensioni rispetto al piano di calpestio di montanti strutturali e sedute, in definitiva snelliti nel voluto distacco dal suolo.
La finitura levigata permette alla pietra serena d’essere solido velluto ai piedi di tavoli in essenza lignea naturale e di pubblico entrante con modi e numeri d’alta affluenza. I progettisti, Bohlin Cywinski e Jackson autori della buona parte degli showrooms Apple, hanno preferito in questo caso la posa regolare senza sfalsatura alcuna delle lastre e con annullamento in colore e spessore di fuga. L’idea conseguente è di controllo e di piano continuo. Parallelamente il risultato percettivo è di sfondo neutro e ordinato, le cui doti di forza e carattere sono come addensate nella raffinatezza dei millimetri superficiali senza mai interferire con la lettura dei luoghi, con i significati d’avanguardia tecnologica racchiusi in metalli cromati e vetro, nè mai infine con il rapporto tra cliente e prodotto. L’approccio minimale trasferito al disegno di posa si concede puntuali deformazioni al raggiungimento delle presenze architettoniche più significative di scala ed ascensore, dove il taglio ortogonale delle lastre lascia spazio a geometrie di segno curvilineo, particolarmente accentuate dall’emergere della seduta attorno all’elica in cristallo.

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La scala elicoidale, cuore dello spazio interno

di Alberto Ferraresi

(Vai al sito Casone)
(Vai al sito di Bohlin, Cywinski, Jackson)
(Vai al sito dell’Apple retail store nella 5th Avenue)

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